Gli scout visti "da fuori"

Un esempio usato da un capo per farlo comprendere ai più giovani era di chiedere loro di immaginare di essere in escursione in montagna e che il capo ordinasse di raggiungere una cima piuttosto che un'altra a loro gradita, l'esempio era che alla base della montagna si poteva chiedere conto dell'ordine impartito e discuterlo ma una volta partiti e in cordata sarebbe stato pericolosissimo se ogni decisione del capo cordata fosse subordinata ad un dibattito.
E sempre a proposito di ordini conosco un capo tollerante in sede del disordine e del chiasso che diventa un sergente dei marines quando sta con trenta ragazzini sul marciapiede ad attendere l'arrivo del treno.
Bellissimo. Mi piace.
Cliccare solo su "mi piace" mi sembrava riduttivo.
 
la cosa che mi fa ridere e' che lui e' considerato uno dei migliori laureati con una media altissima mentre io sono fuori corso da una vita. ha una memoria incredibile ma ad ogni grana pratica racimola figure di m***a abissali.
sono passati anni, mi sono trovato con gente che ha fatto scout da altre citta' e con altri gruppi. e gli atteggiamenti erano molto diversi. c'era qualcuno che se la tirava ma qualcosa sapeva fare, chi invece faceva e taceva, e chi se la tirava ma effettivamente ci sapeva fare.
Ehhhhhhhhhhhhhhhh...... qui hai parlato semplicemente...della vita.
 
tengo a precisare che ance i Protestanti,Avventisti, Ortodossi,Valdesi,Pentecostali, Testimoni di Geova sono confessioni che si rifanno alla Bibbia e di conseguenza sono cristiane.
Non è per far polemica ma sembra che solo i cattolici abbiano il monopolio della fede cristiana
....eeee Vabbè... ma allora lo fai apposta per far incazzare busdriver ! :D
:D
 
Renzi è uno scout, ne vogliamo parlare?

Antipatie (o simpatie, questione di gusti) politiche a parte, è riduttivo fermarsi in superficie a guardare le attività ludico / escursionistiche, i riti collettivi, la divisa ecc il vero nocciolo duro dello scoutismo, almeno quello cattolico è negli obiettivi formativi che ne fanno uno dei pilastri di sostegno dell' ala cattolica del Partito Democratico.

Niente di male, intendiamoci, purché ci si intenda su ciò di cui si sta parlando... altro è dire che si parla di una congrega di simpatici ragazzoni che se ne vanno in giro in pantaloncini in avanzata età adulta, altro è dire che è importante veicolo di diffusione di principi ideologico-religiosi atto (anche) a selezionare ed a pre-formare una parte della classe politica.

cosa che a me spaventa molto perche', conoscendo gente che milita in vari gruppi religiosi (scout, cl ecc), mi rendo conto che spesso hanno un atteggiamento verso gli "esterni" come me a dir poco ambiguo se non a volte pessimo.

ok, loro sanno che io sono un eretico blasfemo e io so che loro sono perennemente in chiesa, ma a me fa paura una lobby basata sul "quelli giusti siamo noi e solo noi", dato che spesso da questo alle crociate a chi non e' come loro e alla censura sulle porcate fatte dai capi passa molto poco, e di manganellate in faccia per sport me ne sono gia' prese abbastanza.

EDIT: e tra l'altro, col fatto che in alcuni gruppi essere scout costa, a me puzza fortemente di un modo per "preimpostare" gia' chi debba comandare anche nelle generazioni future, in cui i potenti possono piazzare i loro rampolli anche se sono dei perfetti idioti o buoni a nulla, mentre chi non entra e' segato dalla nascita. o comunque si formano delle "stratificazioni sociali", per cui vedi scout "di elite" e via via di fasce inferiori tra i vari gruppi. per inciso un discorso simile me lo ha fatto qualche anno fa un capo scout di una organizzazione laica, che ce l'aveva a morte con gli scout di un noto gruppo cattolico perche' alla fine comandavano loro, avevano le mani in pasta ovunque e trattavano gli altri gruppi come scout di serie b.
 
è riduttivo fermarsi in superficie a guardare le attività ludico / escursionistiche, i riti collettivi,
Io invece ci tenevo molto a fermarmi lì....

il vero nocciolo duro dello scoutismo, almeno quello cattolico è negli obiettivi formativi che ne fanno uno dei pilastri di sostegno dell' ala cattolica del Partito Democratico.
[...] è importante veicolo di diffusione di principi ideologico-religiosi atto (anche) a selezionare ed a pre-formare una parte della classe politica.

Mio dio......... detta così mi vien voglia di mettermi una cintura di esplosivo e farmi saltare alla prima messa con la chiesa piena di scout!!!
Non è che forse esageri un pochino?
Io resto dell'idea che sia ,almeno al 90%, una specie di colonia estiva.... un'associazione ricreativa per ragazzini.
Poi magari dietro c'è (a livello teorico) l'esercito della regina vittoria, i papi inquisitori e Renzi, ma credo che nella pratica facciano giocare i ragazzini al tiro alla fune e bandiera, con anche un po' di formazione del carattere.
Roba tipo "capitan findus" :lol:
Doc
 
Renzi è uno scout, ne vogliamo parlare?

Antipatie (o simpatie, questione di gusti) politiche a parte, è riduttivo fermarsi in superficie a guardare le attività ludico / escursionistiche, i riti collettivi, la divisa ecc il vero nocciolo duro dello scoutismo, almeno quello cattolico è negli obiettivi formativi che ne fanno uno dei pilastri di sostegno dell' ala cattolica del Partito Democratico.

Niente di male, intendiamoci, purché ci si intenda su ciò di cui si sta parlando... altro è dire che si parla di una congrega di simpatici ragazzoni che se ne vanno in giro in pantaloncini in avanzata età adulta, altro è dire che è importante veicolo di diffusione di principi ideologico-religiosi atto (anche) a selezionare ed a pre-formare una parte della classe politica.
Di (ex) scout ve ne sono per tutti i gusti :)
  • Vittorio Agnoletto - parlamentare europeo[5]
  • Vincenzo Arangio-Ruiz - giurista[10]
  • Dario Argento - regista[11]
  • Pupi Avati - regista[12]
  • Piero Badaloni - politico e giornalista[10][13]
  • Marco Baldini - conduttore radiofonico[11]
  • Paola Barale - presentatrice TV[14]
  • Pippo Baudo - presentatore TV[5]
  • Luigi Beltrame Quattrocchi - beato
  • Guido Bertolaso - capo della protezione civile[1]
  • Nicola Calipari - agente segreto[1]
  • Massimo Carraro - politico e imprenditore[15]
  • Paolo Cento - sottosegretario all'Economia nel Governo Prodi II
  • Roberto D'Agostino - personaggio televisivo[11]
  • Cristina De Luca - sottosegretario alla solidarietà sociale nel Governo Prodi II[13]
  • Fabio De Luigi - comico televisivo[16]
  • don Peppe Diana - sacerdote assassinato dalla camorra
  • Stefano Belisari, in arte Elio - cantante di Elio e le Storie Tese[17]
  • Giuseppe Fioroni - ministro della Pubblica Istruzione nel Governo Prodi II[13]
  • Maria Pia Garavaglia - politico e ministro[18]
  • Massimo Giletti - presentatore televisivo
  • Paolo Giuntella - giornalista e scrittore
  • Riccardo Illy - governatore del Friuli Venezia Giulia e imprenditore[15]
  • Lorenzo Cherubini, alias Jovanotti - cantante[1]
  • Ignazio La Russa - deputato[1]
  • Giancarlo Lombardi - ex Ministro della Pubblica Istruzione[13]
  • Daniele Luttazzi - scrittore, comico e drammaturgo
  • Luca Mangoni, in arte Mangoni - architetto e membro del gruppo degli Elio e le Storie Tese[17]
  • Guglielmo Marconi - inventore[10]
  • Gaetano Martino - politico e fisiologo[10]
  • Luigi Mastrobuono - vicepresidente di Confindustria, sottosegretario nel Governo Dini[13]
  • Gianmatteo Matteotti - politico e giornalista[10]
  • Giovanna Melandri - Ministro per le Politiche Giovanili e le Attività sportive nel Governo Prodi II[13]
  • don Giovanni Minzoni sacerdote e antifascista[10]
  • Gino Paoli - cantante[1]
  • Corrado Passera - banchiere[11]
  • Renzo Piano - architetto[13]
  • Matteo Renzi - sindaco di Firenze[13]
  • Paolo Rossi - politico e giurista[10]
  • David Sassoli - giornalista[13]
  • Ylenia Scapin - medaglia olimpica nello judo, oro agli europei di Lisbona nel 2008[19]
  • Beppe Severgnini - giornalista e scrittore[13][17]
  • Mario Sica - ambasciatore
  • Sergio Valzania - giornalista e scrittore[13]
  • Carlo Verdone - attore[13]
  • Gianluca Vialli - calciatore e allenatore[20]
(fonte https://it.scoutwiki.org/Scout_famosi aggiornato al 2012).

Piccola considerazione, gli Scout non sono solo quelli dell'AGESCI (per intenderci quelli con la divisa azzurra) ma anche di altre associazioni, alcune legate al mondo religioso ma altre anche di tipo laico anche se, sbagliando probabilmente, le due associazioni più numerose sono l'AGESCI, appunto (cattolica), e il CNGEI (laico).

https://it.wikipedia.org/wiki/Scautismo_e_guidismo_in_Italia

Ciao :si:, Gianluca
 
Quando è iniziata questa discussione ho immaginato che sarebbero venute fuori tante cose variegate ed ho represso il desiderio di intervenire su molte inesattezze, non per spirito polemico ma solo perché ho qualche conoscenza dell'argomento.
Mi sono frenato ricordando a me stesso che il tema della discussione non era tanto lo scautismo ma "Gli scout visti da "fuori"", per cui ben vengano tutti gli interventi anche quelli inesatti perché sono ciò che la gente vede.
Però c'è un limite, si ha l'impressione che in alcuni interventi si parta da una conoscenza limitata per esprimere pareri e giudizi generali, quasi come se avendo sentito caldo o freddo possa disquisire di meteorologia o avendo visto passare i bersaglieri con piume e trombette possa sentenziare sulla tattica della fanteria leggera.
So di poter risultare urtante, mi dispiace e me ne scuso ma, in questa come in altre discussioni sullo scautismo, mai una critica che derivi dalla conoscenza e il confronto di diversi metodi educativi, mai una precisa distinzione sugli scopi delle varie associazioni, mai un distinguo tra realtà locali e nazionali, mai che ci si ricordi che ci sarà un perché se la Protezione Civile italiana nelle emergenze affidi specifici compiti alle principali associazioni scout, mai che si rifletta sulle quantità di tempo e di spese richieste ai volontari scout, mai che si ponderi che 200.000 famiglie affidano i loro figli allo scautismo.
Solo su queste premesse ben vengano tutte le critiche di questo mondo, ma così nel calderone viene buttato di tutto, dai pantaloni corti alla messa della domenica, dalle scelte educative alla politica, ecc. per uscirne solo se va bene l'immagine di uno scout "simpaticone".
Poco male, c'est la vie! (a scanso di equivoci non è un motto degli scout che io sappia :) )
 
...Mio dio...detta così mi vien voglia di mettermi una cintura di esplosivo e farmi saltare alla prima messa con la chiesa piena di scout!!!...

In una visione serenamente laica del mondo si da per scontato che chiunque possa educare i figli come preferisce, citando poi Adelmo Fornaciari in arte Zucchero: "Solo una sana e consapevole libidine salva il giovane dallo stress e dall'azione cattolica". E dallo scoutismo. ;)
 
...mi rendo conto che spesso hanno un atteggiamento verso gli "esterni" come me a dir poco ambiguo se non a volte pessimo...

Si indossa un "divisa" proprio perché questa "divide" (anche visivamente) dal resto delle persone; divisa che è anche detta "uniforme" perché rende uguali tra loro tutti quelli che la indossano.

Conoscendo la naturale tendenza degli umani a formare gruppi che proprio mentre "includono" qualcuno "escludono" qualcun altro, ed a dividere l'umanità (anche quando nei suoi confronti si nutrano le migliori intenzioni) in "noi" e "gli altri"... bene, conoscendo tutto questo, se un educatore fa indossare una divisa ai suoi sa bene cosa sta facendo... si deve presumere quindi che pensi che le naturali conseguenze (ad uniformare anche visivamente i suoi ed a dividerli dagli altri) siano funzionali agli stimoli educativi che elargisce.
 
...una critica che derivi...dalla conoscenza e il confronto di diversi metodi educativi...

Mai sentito parlare di contestazione globale? ;)

Scherzi a parte credo che si possa scrivere ciò che ho scritto (dico "ho" perché parlo per me, ovviamente) senza mancare di rispetto a nessuno... del resto l'uomo è pieno di contraddizioni, si può essere infelici di essere governati da un boy scout (tenacemente "non pentito", oltretutto! ;) ) ed al tempo stesso essere consapevoli che essere governati da un boy scout non è la peggior cosa al mondo, come la favola del re Travicello ci insegna.

E, comunque, se questa associazione da parte di alcuni laici (="non scout") tra scoutismo e politica non piace, forse la soluzione migliore sarebbe allontanare i politicanti come Qualcuno fece con i mercanti dal Tempio.
 
Sinceramente ognuno è libero di avere la propria opinione su tutto, ovviamente, come altrettanto ovviamente ritengo che ognuno possa essere in dissenso con l'opinione altrui, in modo del tutto lecito, e, in tal senso, avendo avuto la fortuna (poichè lo ricordo con piacere) di aver fatto, bene o male, tutta la vita ASCI/AGESCI non riesco a vedere il collegamento "diretto" fra politica e scoutismo in senso generale, poi forse prendendo "il singolo" tutto può essere, in fin dei conti, una divisa, come un giuramento, come una tessera può tranquillamente voler dire tutto come niente.

Il gruppo AGESCI conta, in questi anni, circa 200 mila scout, negli anni passati oserei dire che erano ancora di più (sensazione, nulla di più), considerando che c'è un turn over fisiologico direi che statisticamente parlando ci si può ritrovare di tutto ..... dopo ..... dal politico di destra, o di sinistra, come il contestatore universitario piuttosto (che poi magari finisce a fare il professore di lettere) come il "normale" cittadino.

Ciao :si:, Gianluca
 
Quando è iniziata questa discussione ho immaginato che sarebbero venute fuori tante cose variegate ed ho represso il desiderio di intervenire su molte inesattezze, non per spirito polemico ma solo perché ho qualche conoscenza dell'argomento.
Mi sono frenato ricordando a me stesso che il tema della discussione non era tanto lo scautismo ma "Gli scout visti da "fuori"", per cui ben vengano tutti gli interventi anche quelli inesatti perché sono ciò che la gente vede.
Però c'è un limite, si ha l'impressione che in alcuni interventi si parta da una conoscenza limitata per esprimere pareri e giudizi generali, quasi come se avendo sentito caldo o freddo possa disquisire di meteorologia o avendo visto passare i bersaglieri con piume e trombette possa sentenziare sulla tattica della fanteria leggera.
So di poter risultare urtante, mi dispiace e me ne scuso ma, in questa come in altre discussioni sullo scautismo, mai una critica che derivi dalla conoscenza e il confronto di diversi metodi educativi, mai una precisa distinzione sugli scopi delle varie associazioni, mai un distinguo tra realtà locali e nazionali, mai che ci si ricordi che ci sarà un perché se la Protezione Civile italiana nelle emergenze affidi specifici compiti alle principali associazioni scout, mai che si rifletta sulle quantità di tempo e di spese richieste ai volontari scout, mai che si ponderi che 200.000 famiglie affidano i loro figli allo scautismo.
Solo su queste premesse ben vengano tutte le critiche di questo mondo, ma così nel calderone viene buttato di tutto, dai pantaloni corti alla messa della domenica, dalle scelte educative alla politica, ecc. per uscirne solo se va bene l'immagine di uno scout "simpaticone".
Poco male, c'est la vie! (a scanso di equivoci non è un motto degli scout che io sappia :) )

Si indossa un "divisa" proprio perché questa "divide" (anche visivamente) dal resto delle persone; divisa che è anche detta "uniforme" perché rende uguali tra loro tutti quelli che la indossano.

Conoscendo la naturale tendenza degli umani a formare gruppi che proprio mentre "includono" qualcuno "escludono" qualcun altro, ed a dividere l'umanità (anche quando nei suoi confronti si nutrano le migliori intenzioni) in "noi" e "gli altri"... bene, conoscendo tutto questo, se un educatore fa indossare una divisa ai suoi sa bene cosa sta facendo... si deve presumere quindi che pensi che le naturali conseguenze (ad uniformare anche visivamente i suoi ed a dividerli dagli altri) siano funzionali agli stimoli educativi che elargisce.
Quando è iniziata questa discussione ho immaginato che sarebbero venute fuori tante cose variegate ed ho represso il desiderio di intervenire su molte inesattezze, non per spirito polemico ma solo perché ho qualche conoscenza dell'argomento.
Mi sono frenato ricordando a me stesso che il tema della discussione non era tanto lo scautismo ma "Gli scout visti da "fuori"", per cui ben vengano tutti gli interventi anche quelli inesatti perché sono ciò che la gente vede.
Però c'è un limite, si ha l'impressione che in alcuni interventi si parta da una conoscenza limitata per esprimere pareri e giudizi generali, quasi come se avendo sentito caldo o freddo possa disquisire di meteorologia o avendo visto passare i bersaglieri con piume e trombette possa sentenziare sulla tattica della fanteria leggera.
So di poter risultare urtante, mi dispiace e me ne scuso ma, in questa come in altre discussioni sullo scautismo, mai una critica che derivi dalla conoscenza e il confronto di diversi metodi educativi, mai una precisa distinzione sugli scopi delle varie associazioni, mai un distinguo tra realtà locali e nazionali, mai che ci si ricordi che ci sarà un perché se la Protezione Civile italiana nelle emergenze affidi specifici compiti alle principali associazioni scout, mai che si rifletta sulle quantità di tempo e di spese richieste ai volontari scout, mai che si ponderi che 200.000 famiglie affidano i loro figli allo scautismo.
Solo su queste premesse ben vengano tutte le critiche di questo mondo, ma così nel calderone viene buttato di tutto, dai pantaloni corti alla messa della domenica, dalle scelte educative alla politica, ecc. per uscirne solo se va bene l'immagine di uno scout "simpaticone".
Poco male, c'est la vie! (a scanso di equivoci non è un motto degli scout che io sappia :) )

nel mio comune la protezione civile ha una storia un po' particolare, comunque gli scout ne sono esterni (poi ci sono alcuni che sono scout e della protezione civile, ma le due cose sono slegate). penso di aver criticato proprio sul metodo, e sotto questo senso apprezzo il commento di bus: non e' che solo perche' non applico il metodo scout io non abbia una mentalita' in grado di aiutare gli altri e non sia in grado di girare per i boschi dei colli (o meglio, ora meglio che neanche ci provi che sono un divanaro cronico, ma quando avevo 15 anni ci giravo da tutte le parti). si puo' arrivare allo stesso punto anche con altri metodi. non voglio dire che il metodo scout faccia schifo a prescindere, ma se lo applichi da schifo, o su soggetti schifosi, i risultati saranno proporzionali. non e' che il metodo scout sia perfetto. e' un metodo. ce ne sono tanti, di migliori e di peggiori.

in tanti affidano i loro figli a questo metodo? porre la questione in questo modo IMHO e' un confondere la causa con l'effetto. non e' che se una cosa la fanno in tanti o per tanto tempo sia automaticamente giusta (anzi...). hai capi scout bravi ed emeriti idioti in divisa, come in ogni gruppo o categoria di persone. generalizzare in bene o in male non e' mai corretto. e ocio a santificare, come pure ocio a odiare a prescindere.

discorso politica: e' noto che in italia per fare strada, o anche solo per evitare problemi, solitamente bisogna fare certi passi o scendere a compromessi con certe istituzioni e filosofie. quindi non mi stupisce che il bacino di origine sia quello. ovvio che anche qui non bisogna generalizzare (e su questo l'intervento di znnglc e' stupendo), tuttavia vorrei fare un conto di quanti sono/sono stati gli scout in italia rispetto al totale della popolazione, e di quanti sono nella percentuale della gente ai posti di comando. sono abbastanza sicuro che sara' relativamente piu' alta.

comunque siamo finiti di nuovo nel "noi" vs "gli altri". il che mi preoccupa. again: a priori una divisa non fa di una persona un dio, una divisa non fa di una persona un idiota. a priori l'essere senza una divisa non fa di una persona un dio, l'essere senza una divisa non fa di una persona un idiota. resto convinto che serva valutare caso per caso (e ringrazio quegli scout da fuori e di vari gruppi che ho incontrato all'universita' per avermi dato un punto di vista diverso su un mondo che ammetto di non aver apprezzato molto)

Si indossa un "divisa" proprio perché questa "divide" (anche visivamente) dal resto delle persone; divisa che è anche detta "uniforme" perché rende uguali tra loro tutti quelli che la indossano.

Conoscendo la naturale tendenza degli umani a formare gruppi che proprio mentre "includono" qualcuno "escludono" qualcun altro, ed a dividere l'umanità (anche quando nei suoi confronti si nutrano le migliori intenzioni) in "noi" e "gli altri"... bene, conoscendo tutto questo, se un educatore fa indossare una divisa ai suoi sa bene cosa sta facendo... si deve presumere quindi che pensi che le naturali conseguenze (ad uniformare anche visivamente i suoi ed a dividerli dagli altri) siano funzionali agli stimoli educativi che elargisce.

*this. ovvio che un buon educatore che insegni a comportarsi bene sia intra gruppo che extra gruppo sia da preferire ad uno che insegni bene intra gruppo ma non abbia rispetto dell'extra gruppo.
 
@walterfishing: no, la divisa non ti fa né un Dio ne un idiota (figuriamoci!) e, per dirla tutta, la divisa da sola non ti fa nemmeno "uno scout". Ho detto quel che ho detto, non mi sembra il caso di ripeterlo, in ciò che ho scritto non vi erano significati ulteriori oltre a quello evidente: la divisa divide chi la indossa dagli altri ed unisce tra loro tutti quelli che la portano.
 
@tutti, su "scout e politica": non sono di quelli che sostengono che "non si può non far politica, è politica anche stare la sera in casa a guardare Pippo Baudo in TV". No, non sono di quelli.

Sostengo invece che vi sono molte scelte che hanno un valore pre-politico, ovvero sono tali da avere in sé implicita una predisposizione ad una scelta politica piuttosto che un'altra.

Scelta pre-politica per eccellenza è il tanto citato volontariato, non per i legami che ci sono tra qualche associazione di volontariato e qualche partito politico, ma perché il valore della solidarietà è valore fondante di molte ideologie ma non di tutte.

E' ovvio che chi "ci sta dentro" non lo percepisce come una scelta di campo ma come Valore Universale, ed è esattamente la stessa convinzione che chiunque sia affetto da una ideologia ha dei valori fondanti di questa. Del resto cosa è l'odio politico se non la estrema conseguenza del percepire sé stessi come "quelli che sono nel giusto" e percepire gli altri come "quelli che sbagliano" o anche solo come "gli indifferenti" ed in quanto tali, in buona sostanza, disprezzabili?

p.s. : non vi preoccupate, non ce l'ho con i volontari (ci mancherebbe altro!), è solo un po' di esercizio di relativismo culturale, quella cosa che ti fa capire e rispettare gli altri così come sono, comunque la pensino, senza per questo rinunciare alle proprie idee.
 
Ultima modifica:
Sostengo invece che vi sono molte scelte che hanno un valore pre-politico, ovvero sono tali da avere in sé implicita una predisposizione ad una scelta politica piuttosto che un'altra.
Will be :)

Posso però garantirti che conosco (ex) Scout, per conoscenza diretta per cui non per letto, che è poi sono diventati politici/simpatizzanti del PSI, come della DC, PCI, MSI, come di (ex) Scout divorziati, o di ferventi bacia pile come di "mangia" preti, poliziotti, militari, ferventi pacifisti ...... come di normali cittadini.

Inoltre essere stato un Scout non lascia un segno visibile all'esterno :), chissà quanti lo sono stati ed hanno fatto poi le più disparate scelte di vita.

Lo Scoutismo può essere vissuto in molti modi e pur indossando tutti una divisa ognuno lo "assorbe" alla sua maniera e lo rielabora, con il tempo, secondo il proprio modo di essere. Tanti si limitano a giungere ad un punto in cui non hanno più interesse e lasciano semplicemente l'associazione per fare altro, pochi, in proporzione, proseguono sino ad un grado di "maturazione" interiore dove, effettivamente, certi valori si ritrovano nelle scelte di vita ma questo aspetto è comune a qualsiasi associazione o idelogia e comunque rappresenta una frazione del bacino totale, almeno riferendomi al mondo dello Scautismo e per quello che è la mia personale percezione.

Poi tutto ha una sua influenza nella vita, nel bene come nel male, sono gli "automatismi" che mi sfuggono.

Ciao :si:, Gianluca
 
...sono gli "automatismi" che mi sfuggono...

Lo scoutismo esiste per trasmettere dei valori. Se non ci fosse questo intento formativo non sarebbe scoutismo.

E' naturale che questa trasmissione nella realtà può anche non essere recepita, succede nella scuola e - credo - in qualsiasi altra strttura con scopi educativi.

Io credo che parlare dello scautismo sia parlare dei valori che questo vorrebbe trasmettere per parlare dei valori effetivamente recepiti con questi numeri (qualcuno dice 200.000) ci vorrebbe una indagine demografica...

Nessun automatismo, quindi, resta il valore di una scelta: scout invece che ultrà della Juve invece che attivista dei centri sociali ecc Mi obietterai che un ragazzo può ben andare il lunedì dagli scout, il martedì dagli ultrà della Juve, il mercoledì al centro sociale, il giovedì in discoteca ecc... Ma non credo che un tal ragazzo sarebbe l'interprete ideale dello scoutismo.
 
Nessun automatismo, quindi, resta il valore di una scelta: scout invece che ultrà della Juve invece che attivista dei centri sociali ecc Mi obietterai che un ragazzo può ben andare il lunedì dagli scout, il martedì dagli ultrà della Juve, il mercoledì al centro sociale, il giovedì in discoteca ecc... Ma non credo che un tal ragazzo sarebbe l'interprete ideale dello scoutismo.
Non credo neanche io che "quel" ragazzo sarebbe l'interprete ideale dello scoutismo :) come non credo che l'interprete "ideale" dello scoutismo rappresenti necessariamente un interprete ideale della politica tanto meno del partito di Renzi che, tra parentesi, è nato dopo lo Scoutismo, tutti i partiti moderni (Italiani) sono nati dopo.

Lo scopo dello Scoutismo è quello di formare delle persone con dei valori che, in linea di principio, possono andare bene per qualsiasi scelta di vita sia in ambito politico che in ambito laico ovviamente all'interno di quelle società in cui lo Scoutismo si è sviluppato o è ammesso.

Ciao :si:, Gianluca

PS.: ..... poi intendiamoci, questa è la mia opinione e considerazione che ho sull'argomento, non ho di certo la pretesa di parlare a nome di qualcuno nè tanto meno a nome dello Scoutismo in generis.
 
La mia esperienza di scoutismo (dagli 8 ai 20 anni) posso dire che non è stata determinante nella mia vita: probabilmente quello che sono lo sarei stato anche senza scoutismo (ma chi può dirlo con certezza?).
Nonostante ciò mi piaceva al punto da proseguirlo fino alla partenza (conclusione del cammino scout).

Il discorso della gerarchia, della "Legge del Branco", dei pantaloncini corti, della divisa, come già scritto da altri sono componenti a supporto del metodo scout ma sono forse solo la punta dell'iceberg: si vedono subito ma non permettono di comprendere quello che c'è sotto, un percorso che accompagna il bambino nella scoperta, il ragazzo nell'esperienza e nella consapevolezza di se, degli altri e del mondo, offrendo dei possibili strumenti per "guidare da se la propria canoa".
Poi ognuno fa le proprie scelte di appartenere o meno a un gruppo con la consapevolezza che la scelta presuppone trovare qualcosa ma anche lasciare qualcosa.

Diverso è il discorso sulla fierezza che è una caratteristica dipendente dalla persona non tanto dal metodo. Personalmente non ho mai avuto un senso di appartenenza allo scoutismo come presa di posizione perché fondamentalmente non mi identifico negli stereotipi ma vivo la mia vita come essere umano unico, come in fondo lo siamo tutti. Vivo le esperienze in gruppi organizzati come se fossi in un certo senso estraneo ad essi pur avendo scelto di farne parte, donando tutto quello che posso offrire di me stesso e prendendo tutto ciò che nutre il mio desiderio di conoscenza e relazione.
 
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