Quando è iniziata questa discussione ho immaginato che sarebbero venute fuori tante cose variegate ed ho represso il desiderio di intervenire su molte inesattezze, non per spirito polemico ma solo perché ho qualche conoscenza dell'argomento.
Mi sono frenato ricordando a me stesso che il tema della discussione non era tanto lo scautismo ma "Gli scout visti da "fuori"", per cui ben vengano tutti gli interventi anche quelli inesatti perché sono ciò che la gente vede.
Però c'è un limite, si ha l'impressione che in alcuni interventi si parta da una conoscenza limitata per esprimere pareri e giudizi generali, quasi come se avendo sentito caldo o freddo possa disquisire di meteorologia o avendo visto passare i bersaglieri con piume e trombette possa sentenziare sulla tattica della fanteria leggera.
So di poter risultare urtante, mi dispiace e me ne scuso ma, in questa come in altre discussioni sullo scautismo, mai una critica che derivi dalla conoscenza e il confronto di diversi metodi educativi, mai una precisa distinzione sugli scopi delle varie associazioni, mai un distinguo tra realtà locali e nazionali, mai che ci si ricordi che ci sarà un perché se la Protezione Civile italiana nelle emergenze affidi specifici compiti alle principali associazioni scout, mai che si rifletta sulle quantità di tempo e di spese richieste ai volontari scout, mai che si ponderi che 200.000 famiglie affidano i loro figli allo scautismo.
Solo su queste premesse ben vengano tutte le critiche di questo mondo, ma così nel calderone viene buttato di tutto, dai pantaloni corti alla messa della domenica, dalle scelte educative alla politica, ecc. per uscirne solo se va bene l'immagine di uno scout "simpaticone".
Poco male, c'est la vie! (a scanso di equivoci non è un motto degli scout che io sappia
)