Con questo acquisto ho finalmente messo la parola fine alla giostra dell’upgrade dei miei zaini che, nell’ultimo mese, mi ha visto sostituire in rapidissima successione il mio Ferrino Finisterre 38 con un Osprey Kestrel 38 prima e con questo Gossamer Gear Kumo 36 poi.
Se il Finisterre e il Kestrel possono essere messi a confronto per idea progettuale e qualità costruttiva eviterò di paragonare i modelli succitati con il Kumo 36; troppo diversi nel concetto (da una parte robustezza, dall’altra leggerezza) per poter appartenere alla stessa categoria di ragionamento.
CHI È GOSSAMER GEAR E COSA FA?
Gossamer Gear è un marchio statunitense di attrezzatura da thru-hiking fondato nel 1998. Sviluppa prodotti di qualità elevatissima cercando di prestare la massima attenzione nel contenimento del peso. Tra i loro articoli figurano alcuni degli elementi ultralight più leggeri sul mercato (due esempi:la DCF the One è la loro trekking pole tents monotelo per una persona e pesa appena 435gr - gli LT5 Three Piece sono i loro bastoncini da trekking in carbonio e pesano, alla coppia, meno di 280gr). Come spesso accade in queso genere di mercato, più togli dei grammi all’articolo in questione e più questo tende ad aumentare esponenzialmente nel prezzo ma tra i prodotti del loro catalogo spiccano alcuni elementi di equipaggiamento molto interessanti a cifre abbordabili. Uno di questi, ovviamente, è il Kumo 36.
L’idea progettuale che sta dietro al Kumo 36 è la stessa della stragrande maggioranza dei suoi competitor UL. Di fatto è un modello frameless composto da una grande sacca di carico in Nylon Robic 70D con capienza dichiarata di 28 litri, una generosa rete elastica in mesh sul lato posteriore e due tasche elastiche laterali rinforzate molto capienti e facilmente accessibili anche durante la marcia per una capacità dichiarata di altri 8 litri. La sacca centrale contiene a sua volta una tasca dedicata all’alloggiamento della sacca idrica (prima caratteristica non scontata sugli zaini ultraleggeri), appena sopra a quest’ultima sono cucite tre piccole asole per l’aggancio di eventuale materiale mediante dei moschettoni leggeri e può essere richiusa sia con il classico sistema rolltop sia con le clip presenti sulla calotta superiore che, peraltro, è dotata di una tasca esterna con zip (seconda feature non così diffusa sui modelli UL). Sulla calotta sono presenti 4 anelli di plastica per poter eventualmente fissare del materiale all’esterno dello zaino con l’ausilio di cinghie addizionali non incluse. La rete centrale in mesh ha un fondo rinforzato in Nylon Robic 100D (come del resto tutto il piano d’appoggio dello zaino) ed è dotata sul fondo di un foro di scolo dell’acqua. Le tasche elastiche laterali sono davvero molto robuste e possono contenere fino a 4 bottiglie da un litro; anche qui è presente sul fondo un foro di scolo dell’acqua. A completare la struttura dei fianchi sono presenti due lacci di compressione a strozzo che possono essere utili sia per fissare oggetti particolarmente ingombranti come un pad in schiuma o dei bastoni da trekking sia per dare forma allo zaino una volta caricato con tutto l’equipaggiamento. Sul fondo, infine, è presente un’asola in codura per il fissaggio della picozza.
Nonostante sia uno zaino dai bassi carichi (portata massima consigliata 11kg, 9 kg per un comfort ottimale) gli spallacci sono piacevolmente imbottiti, non è presente un sistema di regolazione degli stessi all’altezza della spalla ma solamente nel vertice inferiore per lo scarico lombare. Su entrambi è cucito un nastro per fissare il tubo del camebak e una tasca in mesh elastico molto pratica e capiente (terza caratteristica non comune su questi zaini) che può comodamente contenere uno smartphone o un GPS cartografico. E’ presente il classico sistema di chiusura pettorale con clip in plastica e fischietto integrato che permette di gestire al meglio lo scarico del peso dello zaino. il Kumo 36 è inoltre dotato di una fascia ventrale rimovibile che può essere fissata a due diverse altezze, con due ulteriori tasche con zip abbastanza capienti (meno del Kestrel ma più del Finisterre, per intenderci). Non è una fascia strutturata: essendo una componente dello zaino rimovibile per sua natura non è pensata al fine di contribuire alla distribuzione ottimale del peso sulla fascia lombare anche se l’azienda dichiara il contrario; di fatto è utile principalmente per tenere qualche oggetto di piccole dimensioni a portata di mano (crema solare, occhiali da sole, smartphone, barrette energetiche ecc...)
Lo schienale, infine, è secondo me la vera caratteristica che rende questo zaino (e più in generale gli zaini di Gossamer Gear) un oggetto particolarmente interessante rispetto ai suoi competitor. E’ uno zaino frameless quindi, di base, non ha un vero e proprio schienale ma sono presenti due inserti in mesh elastico che fungono da contenitore per un supporto più o meno rigido (come il modello economico di 3F UL Gear). Viene venduto di default con un pad in CCF a nido d’ape ma l’azienda produce due diversi inserti opzionali per lo schienale: il G Sitelight Camp Seat e l’Air Flow Sitlight Camp Seat. Il primo è un inserto in schiuma pieno per coloro che amano la leggerezza ma non vogliono rinunciare ad uno schienale rigido e strutturato mentre il secondo è un pad in schiuma forato rivestito da una rete in mesh per coloro che vogliono unire leggerezza, robustezza e traspirabilità. Entrambi possono inoltre essere comodamente sfilati dal loro alloggiamento ed utilizzati come seat pad durante le soste, essendo confortevoli e impermeabili (il G Sitelight è totalmente impermeabile, l’Air Flow lo è sul lato non traspirante). Il pad in dotazione invece (quello in CCF a nido d’ape), essendo molto elastico e leggero, risulta meno pratico sia nell’estrazione sia nel ricollocamento a zaino carico pertanto sconsiglierei un suo utilizzo come seat pad integrato.
Ma veniamo all’aspetto del peso reale (testato sulla mia bilancia). Lo zaino pesa 380gr, la cintura ventrale pesa 79gr e lo schienale in CCF standard pesa 64gr per un totale di 523gr.
Non posseggo lo schienale G Sitelight (che GG dichiara pesare 94gr) ma ho avuto la fortuna di acquistare in pacchetto su Ebay lo zaino (nuovo) con lo schienale Air Flow Sitelight che da solo pesa 115gr e, oggettivamente, migliora e non di poco la sensazione di comfort e di vestibilità.
Il sintesi, quindi, il mio zaino con lo schienale opzionale areato pesa complessivamente 574gr.
A livello di prezzo sul sito di Gossamer Gear la versione standard viene venduta a 165$, lo schienale G Sitelight costa 9,99$ mentre l’Air Flow Sitelight costa 24$. Per evitare di pagare un’esagerazione di dazi doganali e spese di spedizione di può acquistare su alcuni store europei a cifre comprese tra i 170 e i 200€ spedito.
PERCHÉ ADORO QUESTO ZAINO?
Perché è uno zaino ultraleggero che non sa di esserlo: è un frameless che può però dotarsi di uno schienale rigido e areato, ha una sacco di taschine qui e la che difficilmente sono presenti sugli zaini da thru-hiking, è piccolo ma incredibilmente capiente e se caricato con metodo veste talmente bene che ci si dimentica di averlo addosso. Non è il modello più leggero sul mercato (la stessa GG produce tra gli altri il modello Murmur che, a parità di litraggio, pesa solamente 354gr) ma non lo è per scelta: il Kumo vuole essere uno zaino flessibile che coniuga perfettamente il concetti di comodità, praticità e leggerezza.
Di seguito, solo a titolo esemplificativo e per rendere meglio l’idea sulle dimensioni dell’articolo, il Kumo 36 e il Kestrel 38 caricati con il medesimo equipaggiamento
Se il Finisterre e il Kestrel possono essere messi a confronto per idea progettuale e qualità costruttiva eviterò di paragonare i modelli succitati con il Kumo 36; troppo diversi nel concetto (da una parte robustezza, dall’altra leggerezza) per poter appartenere alla stessa categoria di ragionamento.
CHI È GOSSAMER GEAR E COSA FA?
Gossamer Gear è un marchio statunitense di attrezzatura da thru-hiking fondato nel 1998. Sviluppa prodotti di qualità elevatissima cercando di prestare la massima attenzione nel contenimento del peso. Tra i loro articoli figurano alcuni degli elementi ultralight più leggeri sul mercato (due esempi:la DCF the One è la loro trekking pole tents monotelo per una persona e pesa appena 435gr - gli LT5 Three Piece sono i loro bastoncini da trekking in carbonio e pesano, alla coppia, meno di 280gr). Come spesso accade in queso genere di mercato, più togli dei grammi all’articolo in questione e più questo tende ad aumentare esponenzialmente nel prezzo ma tra i prodotti del loro catalogo spiccano alcuni elementi di equipaggiamento molto interessanti a cifre abbordabili. Uno di questi, ovviamente, è il Kumo 36.
L’idea progettuale che sta dietro al Kumo 36 è la stessa della stragrande maggioranza dei suoi competitor UL. Di fatto è un modello frameless composto da una grande sacca di carico in Nylon Robic 70D con capienza dichiarata di 28 litri, una generosa rete elastica in mesh sul lato posteriore e due tasche elastiche laterali rinforzate molto capienti e facilmente accessibili anche durante la marcia per una capacità dichiarata di altri 8 litri. La sacca centrale contiene a sua volta una tasca dedicata all’alloggiamento della sacca idrica (prima caratteristica non scontata sugli zaini ultraleggeri), appena sopra a quest’ultima sono cucite tre piccole asole per l’aggancio di eventuale materiale mediante dei moschettoni leggeri e può essere richiusa sia con il classico sistema rolltop sia con le clip presenti sulla calotta superiore che, peraltro, è dotata di una tasca esterna con zip (seconda feature non così diffusa sui modelli UL). Sulla calotta sono presenti 4 anelli di plastica per poter eventualmente fissare del materiale all’esterno dello zaino con l’ausilio di cinghie addizionali non incluse. La rete centrale in mesh ha un fondo rinforzato in Nylon Robic 100D (come del resto tutto il piano d’appoggio dello zaino) ed è dotata sul fondo di un foro di scolo dell’acqua. Le tasche elastiche laterali sono davvero molto robuste e possono contenere fino a 4 bottiglie da un litro; anche qui è presente sul fondo un foro di scolo dell’acqua. A completare la struttura dei fianchi sono presenti due lacci di compressione a strozzo che possono essere utili sia per fissare oggetti particolarmente ingombranti come un pad in schiuma o dei bastoni da trekking sia per dare forma allo zaino una volta caricato con tutto l’equipaggiamento. Sul fondo, infine, è presente un’asola in codura per il fissaggio della picozza.
Nonostante sia uno zaino dai bassi carichi (portata massima consigliata 11kg, 9 kg per un comfort ottimale) gli spallacci sono piacevolmente imbottiti, non è presente un sistema di regolazione degli stessi all’altezza della spalla ma solamente nel vertice inferiore per lo scarico lombare. Su entrambi è cucito un nastro per fissare il tubo del camebak e una tasca in mesh elastico molto pratica e capiente (terza caratteristica non comune su questi zaini) che può comodamente contenere uno smartphone o un GPS cartografico. E’ presente il classico sistema di chiusura pettorale con clip in plastica e fischietto integrato che permette di gestire al meglio lo scarico del peso dello zaino. il Kumo 36 è inoltre dotato di una fascia ventrale rimovibile che può essere fissata a due diverse altezze, con due ulteriori tasche con zip abbastanza capienti (meno del Kestrel ma più del Finisterre, per intenderci). Non è una fascia strutturata: essendo una componente dello zaino rimovibile per sua natura non è pensata al fine di contribuire alla distribuzione ottimale del peso sulla fascia lombare anche se l’azienda dichiara il contrario; di fatto è utile principalmente per tenere qualche oggetto di piccole dimensioni a portata di mano (crema solare, occhiali da sole, smartphone, barrette energetiche ecc...)
Lo schienale, infine, è secondo me la vera caratteristica che rende questo zaino (e più in generale gli zaini di Gossamer Gear) un oggetto particolarmente interessante rispetto ai suoi competitor. E’ uno zaino frameless quindi, di base, non ha un vero e proprio schienale ma sono presenti due inserti in mesh elastico che fungono da contenitore per un supporto più o meno rigido (come il modello economico di 3F UL Gear). Viene venduto di default con un pad in CCF a nido d’ape ma l’azienda produce due diversi inserti opzionali per lo schienale: il G Sitelight Camp Seat e l’Air Flow Sitlight Camp Seat. Il primo è un inserto in schiuma pieno per coloro che amano la leggerezza ma non vogliono rinunciare ad uno schienale rigido e strutturato mentre il secondo è un pad in schiuma forato rivestito da una rete in mesh per coloro che vogliono unire leggerezza, robustezza e traspirabilità. Entrambi possono inoltre essere comodamente sfilati dal loro alloggiamento ed utilizzati come seat pad durante le soste, essendo confortevoli e impermeabili (il G Sitelight è totalmente impermeabile, l’Air Flow lo è sul lato non traspirante). Il pad in dotazione invece (quello in CCF a nido d’ape), essendo molto elastico e leggero, risulta meno pratico sia nell’estrazione sia nel ricollocamento a zaino carico pertanto sconsiglierei un suo utilizzo come seat pad integrato.
Ma veniamo all’aspetto del peso reale (testato sulla mia bilancia). Lo zaino pesa 380gr, la cintura ventrale pesa 79gr e lo schienale in CCF standard pesa 64gr per un totale di 523gr.
Non posseggo lo schienale G Sitelight (che GG dichiara pesare 94gr) ma ho avuto la fortuna di acquistare in pacchetto su Ebay lo zaino (nuovo) con lo schienale Air Flow Sitelight che da solo pesa 115gr e, oggettivamente, migliora e non di poco la sensazione di comfort e di vestibilità.
Il sintesi, quindi, il mio zaino con lo schienale opzionale areato pesa complessivamente 574gr.
A livello di prezzo sul sito di Gossamer Gear la versione standard viene venduta a 165$, lo schienale G Sitelight costa 9,99$ mentre l’Air Flow Sitelight costa 24$. Per evitare di pagare un’esagerazione di dazi doganali e spese di spedizione di può acquistare su alcuni store europei a cifre comprese tra i 170 e i 200€ spedito.
PERCHÉ ADORO QUESTO ZAINO?
Perché è uno zaino ultraleggero che non sa di esserlo: è un frameless che può però dotarsi di uno schienale rigido e areato, ha una sacco di taschine qui e la che difficilmente sono presenti sugli zaini da thru-hiking, è piccolo ma incredibilmente capiente e se caricato con metodo veste talmente bene che ci si dimentica di averlo addosso. Non è il modello più leggero sul mercato (la stessa GG produce tra gli altri il modello Murmur che, a parità di litraggio, pesa solamente 354gr) ma non lo è per scelta: il Kumo vuole essere uno zaino flessibile che coniuga perfettamente il concetti di comodità, praticità e leggerezza.
Di seguito, solo a titolo esemplificativo e per rendere meglio l’idea sulle dimensioni dell’articolo, il Kumo 36 e il Kestrel 38 caricati con il medesimo equipaggiamento
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