Escursione Grande anello sul Corno alle Scale

Parchi dell'Emilia-Romagna
  1. Parco Regionale del Corno alle Scale
Dati

Data: 05/04/2021
Regione e provincia: Emilia Romagna (Bologna)
Località di partenza: La Cà (Lizzano in Belvedere)
Località di arrivo: La Cà (Lizzano in Belvedere)
Tempo di percorrenza: 8:30h (incompleto)
Chilometri: 23 circa
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato: Tutto l'anno, in inverno dipende dalle condizioni della neve
Segnaletica: Media
Dislivello in salita: 1550m
Dislivello in discesa: 1550m
Quota massima: 1950m
Accesso stradale: La Cà
Traccia GPS: -EDIT- Allegato ZIP con GPX all'interno


Descrizione

Per smaltire i bagordi di Pasqua, quale modo migliore se non un bell'hike per Pasquetta?! Complice la seconda casa in appennino, partiamo dopo il pranzo di Pasqua per essere già operativi il lunedì mattina presto.
In programma un anello che avevamo identificato da qualche settimana, toccando 6 cime della conca del Corno alle Scale. non siamo comunque sicuri di riuscire a fare tutto: non sappiamo con certezza le condizioni della neve e in alcuni boschi con la neve per terra difficile seguire la traccia.

Partiamo alle 7:40 da La Cà (950m), passiamo l'Agriturismo Cà Gabrielli e iniziamo a salire verso il rifugio Sboccata dei Bagnadori (CAI 129). Passata la Croce dei Colli, al bivio successivo prendiamo a sinistra seguendo le indicazioni per il Monte Grande (CAI 125a). Il sentiero inizia a prendere quota restando nel bosco noioso, alternando radure a fitti boschi. Bosco che poi finisce, di colpo, come tipicamente succede nel nostro appennino! in un'ora e mezza siamo in cima al Monte Grande (1530m) e ci godiamo il panorama che ci regala questa bellissima giornata, visualizzando anche le prossime mete: cima del Fabuino e monte Nuda sono le prossime, per poi andare alle cime più alte della giornata: Punta Sofia e Corno alle Scale.

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Scendiamo in fretta verso la Sboccata dei Bagnadori, il sentiero finora è pulito e asciutto e possiamo correre giù dal versante. Arrivati in un lampo all'incrocio dei Bagnadori (1200m), imbocchiamo il CAI323 per poche centinaia di metri, fino al bivio con le indicazioni per il Monte Nuda. qui il sentiero si fa decisamente più ripido, ma fortunatamente ancora pulito. Dopo poco stiamo già camminando sulla neve, e la traccia è più difficile da seguire: la zona è poco frequentata e i segni bianchi e rossi sono spesso sbiaditi e appena accennati. Il versante è decisamente ripido, il bosco è fitto e l'esposizione a nord ha lasciato molta neve accumulata. è ora di inforcare i ramponi! con le 14 punte ai piedi si procede più spediti, ma la traccia resta complessa da seguire, finché non la perdiamo definitivamente.
Non riusciamo a identificare il bollo bianco e rosso verso cui dobbiamo muoverci.
Fortunatamente siamo già in vista della cima del Fabuino, in una conca un po' più aperta. La cosa migliore (anche se la morosa non è d'accordo) è risalire la conca, in modo da avere una visione più aperta della zona. La conca non è troppo ripida, ma è lunga e mette alla prova le gambe!

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Salendo con calma passiamo sotto la cima del Fabuino e arriviamo in cima alla Nuda. Ci meritiamo una barretta e un sorso d'acqua prima di ripartire. Punta Sofia è sempre più vicina, la Croce inizia a vedersi più nitida, ma temo che non riusciremo a fare i Balzi dell'Ora con la neve (lo stretto crinale che sale direttamente sotto la croce, unico punto di leggera difficoltà di tutto il tragitto). La giornata è calda e la neve non è abbastanza sicura e stabile per poter procedere in sicurezza sul crinale. Dovremo scendere tutta la valle del silenzio e risalire la piana di Punta Sofia, perdendo un sacco di tempo.

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Ripartiamo a passo spedito, si scende senza ramponi pattinando sulla neve che il caldo sta ammorbidendo. Scendiamo il CAI129 fino al Passo del Vallone, scendiamo tutta la Valle del Silenzio e iniziamo a salire il CAI335 per superare la bastionata del Corno e arrivare sulla piana. A metà della salita dobbiamo rimetterci i ramponi: l'uscita dal canalino è ripida e in ombra e la neve è dura e compattata. Servono ramponi e piccozze per poter salire in sicurezza.

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Da qui, la salita a Punta Sofia è un dolce sentiero non ripido, che ci porta fino in cima. Dalla cima della Nuda sono passate altre due ore. La progressione con i ramponi è decisamente più lenta!

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Per pranzare ci spostiamo sulla cima del Corno alle scale, poco più avanti, per metterci al riparo dal vento dietro l'arrivo della seggiovia.
Dopo aver mangiato mezzo panino e una barretta riprendiamo il giro. Siamo sul CAI00, che si fa tutto il crinale appenninico. La morosa è abbastanza provata: la tensione nelle parti ghiacciate le ha prosciugato le energie, quindi dovremo rinunciare alle ultime due cime: Cupolino e Spigolino, dei quali però non manchiamo di ammirare i versanti nord e sud. Impressionante come la differenza di esposizione sembra tagliare la neve con una lama, sul crinale.
In fondo godiamo della vista del Cimone, che sarà oggetto di una prossima lunga traversata sulla dorsale.

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Occhi fissi alla prossima meta: il Rifugio Duca degli Abruzzi al Lago Scaffaiolo. Proseguiamo sul CAI00 lasciandoci la cima del Cupolino sulla sx senza perdere di quota. Al rifugio incrociamo il gestore che sta chiudendo e si prepara a scendere, e ci facciamo due chiacchiere. Purtroppo per loro non c'era praticamente nessuno in giro: ha visto non più di 5 persone. Egoisticamente, questo ha reso la nostra escursione speciale, avendo tutta la montagna per noi, ma dispiace molto vedere la montagna così poco frequentata.

Dallo Scaffaiolo scendiamo lungo le piste galoppando fino al parcheggio sottostante, per poi incamminarci lungo la strada verso La Cà. Da lì è strada abbastanza noiosa e per fortuna poco trafficata. Sono ormai le 16:30, se avessimo avuto più tempo davanti a noi avremmo fatto il sentiero delle cascate del Dardagna, dal Cavone, fino alla località Madonna dell'Acero.

Giro molto molto bello. sicuramente lo rifaremo con il disgelo completo, per fare anche le due cime che non siamo riusciti a salire. Purtroppo la discesa nella valle del Silenzio e la successiva risalita alla croce ci ha fatto perdere almeno un'ora e mezza. Alla fine l'orologio segna 23km e 1550m di dislivello positivo totali.
 

Allegati

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Sono diventato tecnologico da un giorno all'altro!
Sempre fedele alle mappe cartacee, ma ci ho affiancato orologio GPS e, soprattutto, mi sono deciso a provare a usare Locus.. che figata!
Nel post trovate la traccia dell'anello completo (che finalmente faremo domenica 23/05)
 
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