"...grazie per aver condiviso..."

Guardando una serie TV ho rivisto la classica scena degli "alcolisti anonimi"... l'intossicato si alza, si presenta, dichiara le sue condizioni attuali di dipendenza, racconta la sua storia...

...quando finisce di parlare si leva l'applauso dei presenti mentre l'animatore della serata lo congeda con la frase di rito:

"Grazie per aver condiviso" :sleep:

(più o meno la stessa scena in tutti i film in cui si fa terapia di gruppo, in cerchio, ed a turno si manifesta ai presenti la propria storia)

Ho notato che il commento più comune (che io stesso utilizzo con una certa frequenza) alle relazioni con foto delle escursioni è appunto "grazie per aver condiviso". :ka:

Ok, una frase fatta, ma comunque ci sta, è appropriata, non è che smettiamo di dire "auguri di guarigione" o "condoglianze" perché sono luoghi comuni...

Finché non mi è venuto un dubbio... :help:

...e se fossimo anche noi dei "tossici" che si siedono in un grande circolo virtuale per raccontarci le storie della nostra "dipendenza" e cogliere l'applauso (di solidarietà) ed il rituale "ringraziamento per la condivisione" di chi è nelle nostre stesse condizioni? :wall:

Mah... ;)
 
Guardando una serie TV ho rivisto la classica scena degli "alcolisti anonimi"... l'intossicato si alza, si presenta, dichiara le sue condizioni attuali di dipendenza, racconta la sua storia...

...quando finisce di parlare si leva l'applauso dei presenti mentre l'animatore della serata lo congeda con la frase di rito:

"Grazie per aver condiviso" :sleep:

(più o meno la stessa scena in tutti i film in cui si fa terapia di gruppo, in cerchio, ed a turno si manifesta ai presenti la propria storia)

Ho notato che il commento più comune (che io stesso utilizzo con una certa frequenza) alle relazioni con foto delle escursioni è appunto "grazie per aver condiviso". :ka:

Ok, una frase fatta, ma comunque ci sta, è appropriata, non è che smettiamo di dire "auguri di guarigione" o "condoglianze" perché sono luoghi comuni...

Finché non mi è venuto un dubbio... :help:

...e se fossimo anche noi dei "tossici" che si siedono in un grande circolo virtuale per raccontarci le storie della nostra "dipendenza" e cogliere l'applauso (di solidarietà) ed il rituale "ringraziamento per la condivisione" di chi è nelle nostre stesse condizioni? :wall:

Mah... ;)
È decisamente cosi
 
bella pensata :)

certo, in un mondo folle come il nostro qualsiasi cosa che non segua la massa e che sia un'alterazione dalla moda e' visto come qualcosa da stigmatizzare. in questo verso anche noi siamo qualcosa di anomalo.
 
Si, è tipica dei gruppi psicologici d'ascolto-di supporto.
Fa molto "americano": se hai mai visto qualche serial USA alla TV, ad esempio "Elementary", l'ho sentita spesso.
Trovo sia una frase molto gentile.
 
@Montsegur ha scritto: Scusate ... ma... a voi vi prendono per pazzi quando raccontate quel che si fa??? No perchè ho visto sguardi tra l'orrido e lo sconvolto... non che mi dispiaccia anzi....
@JLHooker : "Ma perchè vai a fare malavita per giorni in montagna?"
Classica domanda che molti mi fanno. "se vai in un villaggio ti diverti di più e ci sono più persone"...

Si, @appenninocentrale mi sa che hai ragione
 
@Montsegur ha scritto: Scusate ... ma... a voi vi prendono per pazzi quando raccontate quel che si fa??? No perchè ho visto sguardi tra l'orrido e lo sconvolto... non che mi dispiaccia anzi....
@JLHooker : "Ma perchè vai a fare malavita per giorni in montagna?"
Classica domanda che molti mi fanno. "se vai in un villaggio ti diverti di più e ci sono più persone"...

Si, @appenninocentrale mi sa che hai ragione

confermo. per fortuna al mio paese c'e' ancora parecchia gente che va a pescare e gira sui colli, quindi e' piu' o meno tollerato. quando lo ho detto a padova mi guardavano come se fossi un neanderthaliano (hanno i colli a 10 km in linea d'aria ma per il padovano medio e' come l'amazzonia)
 
Chi, come me, ha lavorato con internet quando e apparso per la prima volta si ricorda bene che all’epoca per scaricare qualcosa dal internet dovevi anche tu condividere qualcosa, cioè la regola era “se vuoi prendere devi anche dare”. Io ancora oggi seguo questa regola, se sono su questo forum e imparo dalle esperienze degli altri e giusto che anche io condivida le mie esperienze, mettendoli a disposizione degli altri. Così si cresce.

C’è un detto che dice che l’intelligente impara dagli errori degli altri, lo scemo invece impara dai propri errori.:)
 
Chi, come me, ha lavorato con internet quando e apparso per la prima volta si ricorda bene che all’epoca per scaricare qualcosa dal internet dovevi anche tu condividere qualcosa, cioè la regola era “se vuoi prendere devi anche dare”. Io ancora oggi seguo questa regola, se sono su questo forum e imparo dalle esperienze degli altri e giusto che anche io condivida le mie esperienze, mettendoli a disposizione degli altri. Così si cresce.

C’è un detto che dice che l’intelligente impara dagli errori degli altri, lo scemo invece impara dai propri errori.:)

Certo, in tutti i forum su Internet a cui ho partecipato (non molti, finora) ho trovato giusto seguire anch'io questa regola (condividere e apprendere).
 
...e se fossimo anche noi dei "tossici" che si siedono in un grande circolo virtuale per raccontarci le storie della nostra "dipendenza" e cogliere l'applauso (di solidarietà) ed il rituale "ringraziamento per la condivisione" di chi è nelle nostre stesse condizioni? :wall:
Non userei il termine "tossici" e l'avrei posta in modo diverso ma, indubbiamente, è una ipotesi plausibile anche se non la ritengo nè universalmente applicabile a qualsiasi discussione nè che, in giuste "dosi" sia così disprezzabile, in fin dei conti se non ci fosse un riscontro come si potrebbe capire se interessa e, di conseguenza, se vale la pena farle ?

Ciao :si:, Gianluca
 
...l’intelligente impara dagli errori degli altri, lo scemo invece impara dai propri errori...


Bello, farò tesoro di questa... condivisione ;) In effetti le condivisioni più profonde (forse più utili) sono le relazioni di situazioni problematiche, mentre la classica documentazione fotografica dell'esser stato su una cima frequentatissima e già documentatissima ha un po' più il sapore social (facebook / instagram) del condividere un momento appagante della propria vita con "gli amici (virtuali) delle montagna".
 
sono due cose a mio avviso molto diverse.
da una parte c'è il tentativo di risolvere un problema tramite l'esposizione dello stesso a persone estranee, una cura psicologica quindi.
dall'altra ci possono essere molti motivi per condividere una uscita, può essere il desiderio di fare partecipi altri della felicità che si è provata, la voglia di confrontarsi e nella maggior parte dei casi una percentuale variabile di esibizionismo... sotto sotto forse la necessità di autoaffermarsi sia nell'uscita sia nella successiva esposizione.
 
...felicità che si è provata,...esibizionismo... di autoaffermarsi sia nell'uscita sia nella successiva esposizione.

Lo schema letterario di riferimento delle gite in montagna è Odissea: l'abbandono di sicurezza e certezze per affrontare un viaggio in cui per difenderci dalle forze ostili possiamo contare solo sulle nostre capacità e sull'aiuto degli Dei, il raggiungimento dell'acme emotivo (una cima o un altro obiettivo tangibile), il superamento della difficoltà ultima con il raggiungimento della meta reale: il rientro a casa tra le proprie certezze e sicurezze.

Impegno fisico, organizzativo, sofferenza, appagamento... emotivamente parlando è una esperienza coinvolgente e completa come un amplesso... con la sostanziale differenza che raccontare e condividere le proprie emozioni in questo caso non è contrario alle regole sociali...
 
mah io ormai ho smesso di mitizzare le uscite in montagne e lo schema dell'Odissea volendo lo puoi applicare anche all'andare al lavoro tutti i giorni... infatti alla fine è una esperienza come un'altra ed è il motivo per cui quelli che vanno in montagna non sono meglio o peggio di quelli che non ci vanno
l'unica differenza con altre esperienze può essere il rischio ma questo è più forte nell'alpinismo o comunque è una scelta... cosa ti dà il rischio?
boh non l'ho mai capito, forse niente, forse qualche ricordo in più, forse una botta di adrenalina che a differenza di altre esperienze può durare ore... certamente non ti rende una persona migliore.
 
Personalmente quando faccio i ringraziamenti è perché molto banalmente mi ha gratificato la vista di qualche panorama, oppure per manifestare i miei complimenti a chi si è preso la briga di caricare delle foto e arricchire i contenuti del forum, cosa che io sono troppo pigro per fare...
 
tutti i forum compreso avventurosamente sono "social" al pari di facebook, istagram e twitter, quindi non c'è da meravigliarsi nel vedere utenti che condividono esperienze. personalmente (e quindi può essere gusto o sbagliato) trovo la condivisione delle uscite un arricchimento per il forum, ovvero, io le scrivo, poi se c'è qualcuno che le legge spero di essergli stato utile così come quando io vado a leggere i post degli altri utenti per farmi un'idea di ciò che mi aspetta per un'uscita.
reputo le relazioni anche una "compagnia", quando non faccio un tubo vado a vedere ciò che hanno fatto gli altri mi piace e bon.
esibizionismo? e perchè no, siamo su un social, servono a quello; attenzione che comunque ci sono differenti modi per esibirsi, chi posta le immagini ma anche chi scrive e basta, se siamo qui e postiamo è perchè vogliamo che qualcuno ci legga e ci prenda in considerazione.
naturalmente risparmio a tutti la cosa che grazie il forum abbiamo messo su un bel gruppo di persone appassionate che si vedono e fanno uscite praticamente tutte le settimane, compresa quella di oggi (e andate a leggere, no?! :lol:)
 
vero che i forum sono social, ma c'e' una differenza netta: i forum sono social ma solitamente molto settoriali, quindi quel che si fa resta nella cerchia di altre persone interessate al settore. si mantiene solitamente un certo livello e ci sono meccanismi per evitare escalation negative e comunque per evitare le primedonne. i social network nel vero senso del termine sono una vetrina dell'ego, in cui tutto quel che si fa viene sbattuto in faccia al mondo, tirando fuori il peggio del peggio di chiunque per un like in piu' e in cui chiunque si sente autorizzato a tirarsela per qualsiasi cosa.
 
A me piacciono le uscite in montagna soprattutto per il benessere che danno (fisico e psicologico=antistress). E posso uscire dall'ambiente angusto d'ufficio (faccio il programmatore, sto in ufficio 5 giorni su 7).
Vado da solo quasi sempre perchè mi piace moltissimo l'esplorazione solitaria-individuale.
Ma se ogni tanto trovo qualcuno che viene per compagnia ben venga, è più divertente (e consigliato dai manuali come più sicuro) .Se ho tempo-riesco-mi viene voglia proverò a fare qualche altra proposta in questo sito.
Sui social sono d'accordo con @walterfishing: c'è troppa esibizione dell'ego, troppe primedonne, e, aggiungo, spesso troppi messaggi fuori contesto.
L'out-of-topic è molto diffuso (e poco controllabile).
 
la classica documentazione fotografica dell'esser stato su una cima frequentatissima e già documentatissima ha un po' più il sapore social (facebook / instagram) del condividere un momento appagante della propria vita con "gli amici (virtuali) delle montagna".
Credo che non sia pproprio così. Anche se l'ascesa è apliamente documentata, penso che le varie impressioni personali siano comunque utili a chi si accinge a salire.
Gulliver insegna. Dopo aver letto l'asettica relazione (forse troppo asettica per imiei gusti) mi vado a leggere tutti i commenti di chi ha scalato.
Non so voi, ma io imparo anche leggedo i vari stati d'animo legati alla gita
 
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