Hawkbill Knife

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Ogni essere vivente, animale od oggetto inanimato non può sfuggire alla prassi consolidata della catalogazione.
Anche i coltelli che tanto amiamo sono oggetto di meticolosa classificazione. E’ una malattia tipica dell’essere umano.
Ogni tanto salta fuori qualche elemento rivoluzionario che fugge gli schemi, posizionandosi a cavallo delle tante caselle che lo dovrebbero inquadrare.
E’ questo il caso del protagonista di oggi, il coltello HAWKBILL, detto anche Pruner Knife.
Con questo termine è possibile definire il profilo di una lama oppure un tipo di coltello.
Esiste quindi un coltello che si chiama Hawkbill Knife ed esistono molti coltelli con vari nomi che montano una lama Hawkbill.
Fateci caso, non esiste il Drop Knife o il Tanto Knife.
Ma quanti coltelli al mondo montano quella tipologia di tagliente?
Per i maniaci dell’ordine la cosa è alquanto curiosa. Ma per noi è solo la premessa di una storia interessante.

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Etimologia

Davvero difficile trovare la corretta risposta, tante sono le ipotesi da interpretare.
Sinceramente l’una vale l’altra, son significati corretti che ben si addicono al coltello.
Hawksbill è un tipo di tartaruga tropicale, che in effetti assomiglia alla curvatura della lama.
Hawk è il falco, o comunque un rapace, il cui becco ricorda la punta di qualunque hawkbill. Oppure gli artigli.
Pruner significa potante. È un altro modo di chiamarlo ed in effetti come utilizzo ci può stare.
Qualunque sia la vera origine del nome, siamo certi che affondi le sue radici in contesti rurali, come sempre accade con i pattern tradizionali.
Pruner e Hawkbill sono considerati sinonimi ma in realtà c’erano parecchie differenze a livello di lama.
Soprattutto riguardo la curvatura sul dorso.
Guardando le foto si intuisce come i Pruner fossero simili alle roncole mentre gli hawkbill fossero molto più lineari nel disegno. Non vi era uno standard, ma solo tanti modi di adattarsi.

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Luogo di origine.

Non si è scoperto da quale paese provenga o in quale regione del globo sia nato. Sicuramente nasce in contesti agricoli e non urbani, probabilmente in terre lambite dal mare.
Si trovano esemplari in ogni parte del globo, segno che l’idea originaria era ottima.

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La Lama

La grande peculiarità sta proprio qui. Sia il dorso che il tagliente sono curvi verso il basso.
Tale curvatura è asimmetrica. Solitamente è meno accentuata quella del tagliente rispetto al dorso, ma in alcuni modelli la curvatura è di pochi gradi.
Questa caratteristica permette al coltello di avere maggior filo a disposizione rispetto alla lunghezza della lama. Si risparmia spazio, cosa non da poco visto che gli hawkbill originali erano tutti chiudibili.
Ricorda vagamente una roncola oppure una falce. Ma è molto più versatile.
Spesso aveva il filo seghettato, utile su materiali fibrosi.

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Il manico

Le sue linee seguono quelle della lama, dovendola proteggere quando chiusa. Questo purtroppo a discapito dell’ergonomia. Era infatti corto e poco lineare.
In tempi recenti sono stati sviluppati manici più dritti, adatti a proteggere la parte tagliente, lasciando scoperto buona parte del piatto di lama.
Esistevano anche strumenti non richiudibili, di grandi dimensioni, ma qui si va nel campo degli attrezzi agricoli e non dei coltelli.

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Destinazione d’uso

In contesti arcaici, uno strumento così versatile era davvero indispensabile.
Sono molteplici le possibilità che offre questa strana configurazione.
Eppure in tempi moderni sono spariti o quasi. Non perché soppiantati da strumenti migliori ma perché l’uomo nella vita di tutti i giorni non ne ha più bisogno.
Il taglio del cordame è un’attività alla quale si presta bene, con poco sforzo ed in poco spazio riesce a completare il lavoro. Infatti lo si trovava spesso sulle imbarcazioni.
Sempre in contesti marittimi, la punta era ottima per aprire e pulire il pescato.
Sulla terraferma invece era una valido compagno per gli agricoltori. Utile per la potatura e per il taglio di qualunque vegetale. Ma anche nelle attività venatorie, seppur in maniera marginale.
Grazie alla punta prominente poteva essere usato per incidere con grande precisione. Purtroppo la punta era la parte più debole del coltello ed andava preservata, da qui si capisce la necessità di avere un manico protettivo.
Nella vita difficile di tutti i giorni era considerato un buon strumento di difesa personale.
In effetti ricorda un Karambit.
In un contesto sempre più industrializzato, veniva ancora usato per il taglio di tappeti, linoleum o simili e per aprire confezioni.
Sempre di meno insomma, fino quasi a sparire.
E poi ritornare ai giorni nostri ma forse più per operazioni marketing.
Oggi molte case lo ripropongono a catalogo, con nuovi materiali e nuove fogge.
La linea si è un po modificata, è diventata più attuale ma non ha stravolto i canoni tradizionali.
Diciamo che è meno simile ai classici Pruner da potatura e più vicina agli hawkbill marittimi.

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Interessante intervento @ROCKY, come sempre! :si:

Vorrei per un attimo estrapolare dal tuo discorso il tema "Karambit" dove lo descrivi come uno strumento dedicato al combattimento.
Può essere, però sapevo che in realtà era un attrezzo che nasceva per l'agricoltura, una sorta di piccolo falcetto, in particolare per raccogliere le spighe di riso.

Un po' come il "nunchaku" che, in oriente, nasce come attrezzo agricolo per battere il riso e separarlo dalla pula ma che poi è diventato un letale strumento da combattimento nel Kung Fu

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Grazie @ROCKY77 , sempre ottimo materiale e spunti interessanti.
La "britola" o " roncoletta" veneta segue questo pattern. È un serramanico davvero versatilissimo e straordinariamente efficace in numerosi tipi di taglio, soprattutto se di dimensioni ridotte. Con la punta si incide con una precisione estrema, quasi fosse come disegnare a matita ("pinzando" la lama sul dorso a ridosso della punta tra pollice e indice). È il pieghevole che da quando la conosco si porta in escursione mia moglie (è pure personalizzato con le sue iniziali). Io invece sono sempre molto riluttante a rinunciare alla punta "dritta", pregiudizio mio.
Pattern comunque attualissimo. In barca o a pesca è eccezionale. Spyderco ha fatto di questo tipo di lama un suo cavallo di battaglia (es. Harpy, Tasman, SpyderHawk e derivazioni ultra-specializzate della lama hawkbill come Civilian e Matriarch). Io che nella stragrande maggioranza dei casi prediligo fili piani apprezzo questi modelli soprattutto con lame full serrated: combinazione dalle doti di taglio mostruose su più o meno tutto, non solo su superfici fibrose. Prima o poi magari me ne prenderò uno "da lavoro".
Da quando mi sono causato un taglio orrendo con un banale coltellino da castagne (pure poco affilato, motivo per il quale sono finito per tagliarmi), che come profilo è una sorta di karambit mignon, ho capito davvero come mai quest'ultimo è così temibile.
 

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Grazie Rocky, bellissimo "articolo" come sempre.
Volevo fare una domandina agli esperti, ho preso da poco una "britoea" da pochi soldi, manico in plastica, marchiata Maniago :)sleep:), vedendola mi è venuto un attacco di nostalgia delle britoe di mio nonno
Il problema però è l'affilatura, la parte curva non riesco a fare un filo decente, probabilmente perché sbaglio tecnica.
Cosa e come si usa per affilare bene lungo tutto il filo?
 
Grazie Rocky, bellissimo "articolo" come sempre.
Volevo fare una domandina agli esperti, ho preso da poco una "britoea" da pochi soldi, manico in plastica, marchiata Maniago :)sleep:), vedendola mi è venuto un attacco di nostalgia delle britoe di mio nonno
Il problema però è l'affilatura, la parte curva non riesco a fare un filo decente, probabilmente perché sbaglio tecnica.
Cosa e come si usa per affilare bene lungo tutto il filo?
Ciao, grazie per i complimenti.
In che stato è il filo?
Se solo da ripassare puoi tentare col blade medico lansky.
Ammesso e non concesso che la curva della punta lo consenta.
Altrimenti acquista le pietre curve per il sistema lansky guidato.
Anche senza tutto il sistema, solo a mano, c'è la puoi fare.
 
Ciao, grazie per i complimenti.
In che stato è il filo?
Se solo da ripassare puoi tentare col blade medico lansky.
Ammesso e non concesso che la curva della punta lo consenta.
Altrimenti acquista le pietre curve per il sistema lansky guidato.
Anche senza tutto il sistema, solo a mano, c'è la puoi fare.
Il filo era ..... inesistente
Con la pietra che ho a casa e/o con carta vetrata da 1000 di solito più tanta pazienza riesco ad affilare più o meno decentemente un po' tutto.
Per la curva ho provato con carta vetrata avvolta in un bastoncino ma senza risultati
Riproverò
 
@olasvadas parla molte bene di questo (io non l'ho ancora provato): Speedy Sharp

Incuriosisce anche me. Ma in America te lo porti a casa sui 10 dollari, qui non ne trovi, e se li trovi spendi circa 20 dollari di spese di spedizione ed eventuale dogana. Chi avesse info su dove trovarli al prezzo che valgono, condivida! :)
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Se solo da ripassare puoi tentare col blade medico lansky.
Altrimenti acquista le pietre curve per il sistema lansky guidato.
Possiedo entrambi i sistemi. Tutti e due vanno bene (il Blade Medic per una ravvivatura, per tutto il resto occorre il sistema guidato). Per le lame curve molto usurate, in mancanza d'altro, vanno bene anche le coti per falci come quelle che trovi da OBI (credo che la grana si aggiri sui 600), ne vendono di varie misure a pochi soldi. Ma solo per rendere il filo "operativo", senza esagerare e occorre rifinire le sbavature.
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Le lame curve rimangono comunque una gran rottura di c......i da affilare :)
 
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@olasvadas parla molte bene di questo (io non l'ho ancora provato): Speedy Sharp

Sì, per me è ottimo e multiuso, affilatore e scraper per fire steel, come affilatore è quasi esagerato, se si fa troppa forza si arriva all'asportazione di truciolo. Al tempo avevo comperato direttamente dalla casa, ma ci sono altri produttori, come Corona etc etc.
 
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