Henri Tikkanen yakut (140 €)
Ho già recensito un puukko di Henri Tikkanen, fabbro di Pieksämäki, 60 km a nord di Mikkeli, nella Finlandia sud-orientale.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/henri-tikkanen-maasepän-puukko.50557/
Questo è il primo coltello jakuto da lui forgiato, su mia richiesta.
lama
lunghezza - 95 mm
larghezza - 18,2 mm
spessore - 6 mm
acciaio - 1085
biselli - sx convesso, dx concavo
tagliente - 21°
durezza - ~ 59 HRC
manico
lunghezza - 101 mm
larghezza - 26 mm al centro
spessore - 19 mm al centro
peso
coltello - 70 g
con fodero - 130 g
La lama è stata forgiata a martello, riciclando l’acciaio di un aratro a cavalli con 0,85% C. Ha sezione piatta, appena rastremata in altezza e appena in spessore. Dopo ricottura e normalizzazione, è stata scaldata nella forgia a gas, temprata in olio e rinvenuta in un forno elettrico. Durante l’immersione in olio è stata sollevata al di sopra della superficie in modo da avere il dorso più morbido. I biselli sono portati a 21°, con appena un accenno di microbisello.
Il manico è in radica di nodo di betulla. Il codolo è incollato con epossidica e, ai lati della lama, sono presenti due piccoli cunei, per fissare il tutto il più strettamente possibile. È carteggiato a grana fine, fortemente rastremato in altezza e spessore verso la lama. Ha sezione ovale e riempie bene la mano.
Il fodero, in cuoio spesso 2,5 mm, è cucito a mano. All’interno ha un salvafilo in ontano, intagliato e carteggiato. Il passante è una semplice striscia di cuoio annodata. La ritenzione è ottima, senza diventare eccessiva.
In uso
Coltello con bilanciamento neutro. Appena arrivato il filo non era perfettamente liscio e ho quindi dato due passate con movimento circolare su DMT #600, due su DMT #1200 e stroppato su pasta Bark River nera (#3000) e verde (#6000). Fra il manico e le spalle della lama c’è un piccolo spazio di 0,5 mm circa.
Per migliorare la comodità durante l’intaglio ho leggermente smussato gli spigoli del dorso carteggiando per un minuto con grana #120 e #180.
Per iniziare ho intagliato una civetta e un gufo da un ramo di nocciolo stagionato tre mesi. Nessun problema in ambo i casi, anche se il coltello non è particolarmente rapido per lavorare così in piccolo dato lo spessore della punta. C’è stata un minimo di resistenza a spianare la base, mentre il coltello ha sforzato maggiormente durante i primi due tagli sotto i dischi facciali, per definire l’addome.
A fine lavoro il filo è intonso. Sei passate su pasta bianca (#12000).
Proseguiamo con gli spikkentroll in platano stagionato sette mesi. Ottimo mordente durante la sgrossatura e piallati senza problemi tre nodi. Ho percepito un poco di sforzo al momento di spianare la base, calato a mano a mano che procedevo. Inoltre, quando ho intagliato l’incavo a V nel cappello, tagliando dall’alto verso il basso con il bisello concavo contro il legno, la lama mi ha dato la sensazione di non aver abbastanza materiale al filo, pur tagliando perfettamente ed efficacemente. Dopo il primo spikkentroll il mordente era immutato e il filo intonso.
Come per il primo, anche durante la sgrossatura del secondo ho avuto ottimo mordente e grande soddisfazione nel lavorare il cappello a cono. Come per il primo al momento di fare lo stop cut che definisce la parte superiore della faccia e quello che definisce il pon pon ho di nuovo percepito il filo separare le fibre meno rispetto a un filo a V. Sempre per questioni di geometrie diverse non posso fare i tagli di finitura tirando il coltello verso di me, perché il bisello asimmetrico genera lunghe strisce piatte, mentre io devo realizzare piccoli riccioli compatti. Questione di abitudine, direi. Di nuovo ho fatto un poco di fatica a scavare la faccia e a spianare il piede, ma nulla di grave. A fine lavoro il filo è intonso, mentre il mordente a rasoio è andato nei primi cm di filo, che hanno lavorato più duramente. Quaranta passate su pasta bianca e venti su cuoio nudo.
Continuiamo con il mago in pioppo stagionato sei mesi. Poco da segnalare, c’è stata un poco di resistenza, causa i 6 mm di spessore, mentre intagliavo le tre V che formano la base dei lineamenti e alla fine, mentre spianavo la base. Si è invece dimostrato più agile di quanto mi aspettassi a lavorare il profilo del naso e, soprattutto il labbro. Ho di nuovo provato l’impressione che il filo manchi di sostanza al momento di tagliare perpendicolare alle fibre, in questo caso per staccare i riccioli fatti per approfondire le V e, rispetto ad altri coltelli, per questo progetto, è stato relativamente lento.
A fine lavoro il filo era intonso, mentre il mordente a rasoio era andato nei primi due cm vicino al manico. Quindici passate su pasta bianca.
Chiudiamo con la spatola in abete bianco stagionato diciotto mesi. La sgrossatura è stata facile e abbastanza rapida, effettuata solo con tagli in spinta perché la geometria asimmetrica non permette di fare tagli in trazione su superfici concave senza incidere troppo profondamente andando in senso opposto alle fibre, come è invece possibile con un filo a V; per contro ha permesso di spianare ottimamente il dorso. Lo spessore della lama ha permesso un buon effetto cuneo al momento di asportare molto materiale materiale per formare la curva inferiore del fusto. Gli unici tagli per trazione li ho fatti per spianare il fondo angolato del manico e per fare alcune piccolissime asportazioni, perpendicolari alle fibre, sulla della curva anteriore della spatola.
Alla fine della sgrossatura il filo era intonso e il mordente immutato.
Finiture facili, ma come per le sgrossatura quasi solo con tagli in spinta anche per smussare gli angoli, che solitamente faccio in trazione, tranne nella curva della spatola.
A fine lavoro il filo intonso e il mordente calato solo nei primi due cm vicini al manico. Dodici passate su pasta bianca.
Conclusioni
Ottima prima prova su uno stile estraneo da parte di Tikkanen. Manico comodo e trattamento termico ottimamente riuscito. La forte rastrematura del manico verso la lama rende particolarmente efficace lavorare in spinta usando la parte curva del filo. La geometria asimmetrica continua ad avere un feeling un po' strano: morde bene toccando col bisello convesso, pialla bene toccando col bisello piatto, ma al momento di asportare materiale, tagliando perpendicolare alle fibre, su una superficie piatta, paga il poco materiale al filo che sembra effettivamente poco.
Coltello molto specializzato e interessante, anche se l’eccessiva specializzazione in certi casi può diventare un limite. Non sarà l'ultimo jakuto che prenderò, ma non lo preferirei a un puukko con lama a sezione rombica, una combinazione di geometrie che continuano a rimanere le più polivalenti per il mio stile di lavoro.
Ho già recensito un puukko di Henri Tikkanen, fabbro di Pieksämäki, 60 km a nord di Mikkeli, nella Finlandia sud-orientale.
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/henri-tikkanen-maasepän-puukko.50557/
Questo è il primo coltello jakuto da lui forgiato, su mia richiesta.
lama
lunghezza - 95 mm
larghezza - 18,2 mm
spessore - 6 mm
acciaio - 1085
biselli - sx convesso, dx concavo
tagliente - 21°
durezza - ~ 59 HRC
manico
lunghezza - 101 mm
larghezza - 26 mm al centro
spessore - 19 mm al centro
peso
coltello - 70 g
con fodero - 130 g
La lama è stata forgiata a martello, riciclando l’acciaio di un aratro a cavalli con 0,85% C. Ha sezione piatta, appena rastremata in altezza e appena in spessore. Dopo ricottura e normalizzazione, è stata scaldata nella forgia a gas, temprata in olio e rinvenuta in un forno elettrico. Durante l’immersione in olio è stata sollevata al di sopra della superficie in modo da avere il dorso più morbido. I biselli sono portati a 21°, con appena un accenno di microbisello.
Il manico è in radica di nodo di betulla. Il codolo è incollato con epossidica e, ai lati della lama, sono presenti due piccoli cunei, per fissare il tutto il più strettamente possibile. È carteggiato a grana fine, fortemente rastremato in altezza e spessore verso la lama. Ha sezione ovale e riempie bene la mano.
Il fodero, in cuoio spesso 2,5 mm, è cucito a mano. All’interno ha un salvafilo in ontano, intagliato e carteggiato. Il passante è una semplice striscia di cuoio annodata. La ritenzione è ottima, senza diventare eccessiva.
In uso
Coltello con bilanciamento neutro. Appena arrivato il filo non era perfettamente liscio e ho quindi dato due passate con movimento circolare su DMT #600, due su DMT #1200 e stroppato su pasta Bark River nera (#3000) e verde (#6000). Fra il manico e le spalle della lama c’è un piccolo spazio di 0,5 mm circa.
Per migliorare la comodità durante l’intaglio ho leggermente smussato gli spigoli del dorso carteggiando per un minuto con grana #120 e #180.
Per iniziare ho intagliato una civetta e un gufo da un ramo di nocciolo stagionato tre mesi. Nessun problema in ambo i casi, anche se il coltello non è particolarmente rapido per lavorare così in piccolo dato lo spessore della punta. C’è stata un minimo di resistenza a spianare la base, mentre il coltello ha sforzato maggiormente durante i primi due tagli sotto i dischi facciali, per definire l’addome.
A fine lavoro il filo è intonso. Sei passate su pasta bianca (#12000).
Proseguiamo con gli spikkentroll in platano stagionato sette mesi. Ottimo mordente durante la sgrossatura e piallati senza problemi tre nodi. Ho percepito un poco di sforzo al momento di spianare la base, calato a mano a mano che procedevo. Inoltre, quando ho intagliato l’incavo a V nel cappello, tagliando dall’alto verso il basso con il bisello concavo contro il legno, la lama mi ha dato la sensazione di non aver abbastanza materiale al filo, pur tagliando perfettamente ed efficacemente. Dopo il primo spikkentroll il mordente era immutato e il filo intonso.
Come per il primo, anche durante la sgrossatura del secondo ho avuto ottimo mordente e grande soddisfazione nel lavorare il cappello a cono. Come per il primo al momento di fare lo stop cut che definisce la parte superiore della faccia e quello che definisce il pon pon ho di nuovo percepito il filo separare le fibre meno rispetto a un filo a V. Sempre per questioni di geometrie diverse non posso fare i tagli di finitura tirando il coltello verso di me, perché il bisello asimmetrico genera lunghe strisce piatte, mentre io devo realizzare piccoli riccioli compatti. Questione di abitudine, direi. Di nuovo ho fatto un poco di fatica a scavare la faccia e a spianare il piede, ma nulla di grave. A fine lavoro il filo è intonso, mentre il mordente a rasoio è andato nei primi cm di filo, che hanno lavorato più duramente. Quaranta passate su pasta bianca e venti su cuoio nudo.
Continuiamo con il mago in pioppo stagionato sei mesi. Poco da segnalare, c’è stata un poco di resistenza, causa i 6 mm di spessore, mentre intagliavo le tre V che formano la base dei lineamenti e alla fine, mentre spianavo la base. Si è invece dimostrato più agile di quanto mi aspettassi a lavorare il profilo del naso e, soprattutto il labbro. Ho di nuovo provato l’impressione che il filo manchi di sostanza al momento di tagliare perpendicolare alle fibre, in questo caso per staccare i riccioli fatti per approfondire le V e, rispetto ad altri coltelli, per questo progetto, è stato relativamente lento.
A fine lavoro il filo era intonso, mentre il mordente a rasoio era andato nei primi due cm vicino al manico. Quindici passate su pasta bianca.
Chiudiamo con la spatola in abete bianco stagionato diciotto mesi. La sgrossatura è stata facile e abbastanza rapida, effettuata solo con tagli in spinta perché la geometria asimmetrica non permette di fare tagli in trazione su superfici concave senza incidere troppo profondamente andando in senso opposto alle fibre, come è invece possibile con un filo a V; per contro ha permesso di spianare ottimamente il dorso. Lo spessore della lama ha permesso un buon effetto cuneo al momento di asportare molto materiale materiale per formare la curva inferiore del fusto. Gli unici tagli per trazione li ho fatti per spianare il fondo angolato del manico e per fare alcune piccolissime asportazioni, perpendicolari alle fibre, sulla della curva anteriore della spatola.
Alla fine della sgrossatura il filo era intonso e il mordente immutato.
Finiture facili, ma come per le sgrossatura quasi solo con tagli in spinta anche per smussare gli angoli, che solitamente faccio in trazione, tranne nella curva della spatola.
A fine lavoro il filo intonso e il mordente calato solo nei primi due cm vicini al manico. Dodici passate su pasta bianca.
Conclusioni
Ottima prima prova su uno stile estraneo da parte di Tikkanen. Manico comodo e trattamento termico ottimamente riuscito. La forte rastrematura del manico verso la lama rende particolarmente efficace lavorare in spinta usando la parte curva del filo. La geometria asimmetrica continua ad avere un feeling un po' strano: morde bene toccando col bisello convesso, pialla bene toccando col bisello piatto, ma al momento di asportare materiale, tagliando perpendicolare alle fibre, su una superficie piatta, paga il poco materiale al filo che sembra effettivamente poco.
Coltello molto specializzato e interessante, anche se l’eccessiva specializzazione in certi casi può diventare un limite. Non sarà l'ultimo jakuto che prenderò, ma non lo preferirei a un puukko con lama a sezione rombica, una combinazione di geometrie che continuano a rimanere le più polivalenti per il mio stile di lavoro.