La regolarizzazione, a mio avviso, appare nel momento in cui le conseguenze della "non" regolarizzazione sono impattanti in una misura superiore a quella che la collettività può sopportare o che si ritenga possa sopportare.
Quando sono nate le autovetture non esistevano, ovviamente, le patenti, parallelamente, non esiste ancora una patente per usare un cavallo come mezzo di locomozione; questo per ovvi motivi, se un qualcosa non esiste non può essere regolamentata prima (sono rari i casi di "preveggenza"), parallelamente, se un qualcosa è di nicchia (oggi), di numericamente ininfluente, perché "sbattersi" per regolamentare qualcosa ? Che poi regolamentare vuol dire, de facto, gestire quel qualcosa MA, nel momento in cui gli avventurosi alla guida dei "carretti" motorizzati sono diventati un certo numero, quando gli incidenti sono diventati "importanti" ..... TAC
..... ecco la necessità di scremare il tutto con una patente.
Parallelamente una patente, un certificato, non è sempre una negatività, voi vi fareste operare dal primo tizio che si proclama "medico" o dal luminare con due lauree, tre specializzazioni ect ect ? Poi ovvio che anche il "luminare" può sbagliare ma questo è un altro discorso.
Nel caso specifico dell'escursionista la "tessera" non è una necessità della collettività poichè non vi sono dei numeri importanti , è una necessita del singolo che, ovviamente vorrebbe più libertà, libertà ridotta per svariati motivi che, piaccia o non piaccia, sono "tangibili" come indotti come, alcune volte, potenzialmente evitabili ma comodi (per il legislatore).
Ciao
, Gianluca
PS.: ...... poi, ovviamente, non c'è mai un bicchiere sempre solo mezzo pieno