Trekking Il Giro del Monviso in 3 giorni

Parchi del Piemonte
  1. Parco della fascia fluviale del Po - tratto Cuneese
Prima di iniziare a descrivere le varie tappe, alcune considerazioni.
Il giro del Monviso è un vero classico, ho incrociato un sacco di persone che lo stavano facendo, con alcune sono nate delle amicizie, la montagna è davvero un posto speciale.
Il meteo era così così, ma alla fine a parte venerdì gli altri giorni erano passabili.
Ho scleto l'opzione 3 giorni (o meglio due giorni e mezzo) col senno di poi due giorni sono più che sufficienti: in totale ho camminato tra le 14 e le 15 ore escluse le pause pranzo.

Per chi non ha mai fatto trekking di più giorni la cosa più devastante è lo zaino, pesa vermanete un botto, non ero abituato, non so se non lo regolavo bene, ma ogni giorno erano dolori a braccia e dorsali, le gambe invece tutto bene.
Per i rifugi se potete evitate i più grossi e rinomati vi trattano a pesci in faccia, cercate i più piccoli sono molto più accoglienti. Ecco il tempo passato in rifugio è la nota dolente, se si arriva presto poi far passare il tempo è una bella impresa, se non si è in compagnia ancora di più.

Che dire un'esperienza bellissima, dei posti meravigliosi, sicuramente la ripeterò

1a Tappa

Data: 5 settembre
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Pian del Re (Crissolo - CN)
Località di arrivo: Rifugio Alpetto
Tempo di percorrenza: 3,5 h
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: pietraie
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: Ottima (tacche e paline)
Dislivello in salita: 650 m
Dislivello in discesa: 450 m
Quota massima: 2655 (colle del Viso)
Accesso stradale: Da Crissolo si arriva a Pian del Re qui si parcheggia

Descrizione

Le previsioni erano pessime ed infatti quando arrivo a Pian del Re (2020 m) verso le 14:30 inizia a piovere, mi infilo gli scarponi, e indosso lo zaino, prima brutta sorpresa, rispetto a quello da escursione giornaliera pesa un botto in più.
Cerco di non mettere nulla, ma la pioggia diventa forte sono obbligato a mettere giacca e coprizaino. Ovviamente il Monviso non si vede è dietro una densa nebbia. Si sale per l'ampio sentiero, si arriva al lago Fiorenza e da qui al Chiaretto, smette di piovere ma è sempre nuvoloso, le rocce sono bagnate e scivolose, nonostante tutto incrocio un bel po' di gente che sta tornando a Pian del Re e supero due alpinisti che il giorno dopo saliranno al Viso.
Girato intorno al Chiaretto arrivo sull'ampio canalone che porta al colle di Viso, l'ultima volta che ci sono passato era pieno di nevai, ora non c'è quasi più neve. Giunti al colle di Viso si vede il lago Grande di Viso, a luglio era ancora ghiacciato ora è tutto sciolto. Proseguo verso sud e ad un bivio svolto in direzione Alpetto. Il terreno è erboso con pietre qua è la, dopo aver scollinato al colle di Viso a 2650 si scende in continuazione, inizia a scurire fa' freddo ed è umido, finalmente appare alla vista il lago Alpetto orami siamo vicini, costeggio il lago e finalmente appare il rifugio.
Il rifugio Alpetto è gestito da una coppia di fidanzati, sono molto gentili ed accoglienti, può contenere circa 30 persone, la doccia calda è gratuita e si mangia bene. Lo consiglio caldamente a chiunque si trova a passare da quelle parti. Dopo la doccia ristoratrice faccio conoscenza con un gruppo di ragazzi della provincia di Cuneo, con cui passerò una splendida serata in amicizia.
La sera rimane nuvoloso non si vede una stella, ma le previsioni per domani sono buone. I letti sono comodi e mi riposo adeguatamente.

Fine della prima tappa ora qualche foto:
La partenza (incominciamo bene..)
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Una mandria di mucche, l'anno scorso le beccavo sempre, quest'anno è la prima volta.
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Il lago Fiorenza
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Il Monviso tra le nuvole
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Il lago Chiaretto, quando c'è il sole ha un colore incredibile.
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Il Viso Mozzo (celo :biggrin:)
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Sullo sfondo il Colle di Viso
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Il lago grande di Viso, sulla sinistra il rifugio Quintino Sella
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Il lago della Pellegrina
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Il lago Alpetto
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Il rifugio Alpetto
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Ultima modifica di un moderatore:
mi dispiace un sacco non essere venuto , spero ancora di trovare il tempo per quest'anno , per ora aspetto le altre tappe
 
2a Tappa

Data: 6 settembre
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Rifugio Alpetto (2268 m)
Località di arrivo: Rifugio Vallanta (2450 m)
Tempo di percorrenza: 5 h (esclusa pausa pranzo)
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: pietraie
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: Ottima (tacche e paline)
Dislivello in salita: 1250 m
Dislivello in discesa: 1000 m
Quota massima: 2764 (Passo S. Chiaffredo)
ccesso stradale: Da Crissolo si arriva a Pian del Re qui si parcheggia

Descrizione

La mattina ce la prendiamo comoda :zzz:, ci svegliamo intorno alle 8 facciamo una abbondante e ottima colazione. La mattinata è splendida non si vede una nuvola e la temperatura è gradevole. Visitiamo il museo dell’Alpetto, che non è nient’altro che il primo rifugio del CAI costruito nel 1866 per salire al Monviso. In seguito è diventato il rifugio Alpetto, quando hanno costruito quello nuovo alla fine degli anni novanta, quello vecchio è stato riportato alla condizione originaria divenendo museo: molto bello fa’ riflettere su come salivano sulle montagne una volta, senza tutto quello che ci portiamo e cerchiamo oggi.
PS dormivano su un soppalco dove c’era un letto di fieno.:si:
Finita la visita al museo facciamo una bella foto di gruppo, con i miei nuovi amici ed i gestori del rifugio (ripeto consigliatissimo) e a malincuore :cry: le nostre strade si dividono, percorriamo il giro del Monviso in senso opposto, tra l’altro loro fanno il giro ogni anno ormai è un classico per loro, cercando sempre di coinvolgere nuovi amici.
Alle 09:30 riprendo il cammino, ripercorro un breve tratto della sera precedente ed al primo bivio prendo il sentiero V7 verso sud e mi dirigo al passo di S. Chiaffredo. Sono in mezzo a piani erbosi con pietre e rocce qua e la’. Il sentiero sale fino a 2500, e mi ritrovo ai piedi della salita al passo; la salita è più decisa ma niente di proibitivo, dopo 1,5 h dalla partenza sono sul passo di San Gallarino (2728 m), il sentiero diventa quasi piano, si sale ancora un poco e siamo al Passo di San Chiaffredo (2764 m) il punto più alto della giornata.
Dal passo a sud si vede punta Malta e il lungo vallone che porta al rifugio Bagnour, a nord Punta Trento e Dante, è pieno di tremila qua, devo tornare a prenderne qualcuno.
Inizia la lunga discesa nel Vallone delle Giargiatte. Dopo poco metri mi ritrovo in un posto molto suggestivo, c’è una marea di ometti verticali: il cimitero o_O. La leggenda narra li abbia alzati la neve anno dopo anno, probabilmente gli escursionisti hanno dato una mano.
Il primo tratto è pietroso, poi diventa erboso e verso i 2200 si entra nel bosco, poco prima del bosco mi fermo a gustare il mio modesto pranzo: porzione per due di risotto ai carciofi ed una mela, mi fermo quasi un’ora. Riprendo più si scende più sale la temperatura e l’afa, ai 2000 metri è insopportabile ma purtroppo si scende ancora si arriva fino ai 1925 m del Gheit, il punto più basso del giro un ponte sul torrente Vallanta, finalmente si risale, una comoda carrareccia ci porta su lungo il Vallone di Vallanta, il caldo è insopportabile la salita sale a pendenza costante, molto camminabile. Dopo poco il tempo si guasta diventa nuvoloso e cade qualche goccia di pioggia ma per fortuna non piove. Dopo 1,5 ore raggiungo il rifugio. Sono solo le 15:30 e mi chiedo cosa farò tutto il giorno.
Dopo aver fatto una doccia a pagamento (4 € per 20 l ?!?) passo il tempo intorno al rifugio chiacchierando con gli escursionisti che mano a mano arrivano, fa’ parecchio freddo, conosco un po’ di persone ma la giornata è molto lunga lo stessa. Si cena alle 19:00, la cena è così così, alle 21 tutti a nanna, sono in uno stanzone con una decina di persone, il materasso è molle e fa’ freschino, rimpiango l’Alpetto, riesco comunque a dormire discretamente.

Fine della seconda tappa, ora alcune foto


Il Rifugio con sullo sfondo il Viso
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Dettaglio del Viso
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Il museo
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Io dentro il museo
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Le montagne dietro l'Alpetto

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Foto di gruppo prima di partire
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Il lago Alpetto di giorno
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Sullo sfondo il passo di Gallarino
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Gli ultimi 100 metri prima del passo
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Sullo sfondo il lago grande e il rifugio Sella
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Il vallone verso il Bagnour
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Punta Malta
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Il 'cimitero'
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Un ometto del cimitero
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Il lago Bertin
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Una vetta senza nome
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Il Vallone delle Giargiatte
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In mezzo agli alberi
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Il punto più basso dell'escursione, il ponte sul Vallanta

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Si risale il Vallone di Vallanta

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Si intravede il rifugio
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Il rifugio Vallanta
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Il Monviso dal rifugio
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Aspettando la terza tappa, trovo le foto bellissime.
Magari dico un'eresia ma a me l'architettura del Vallanta non me piace proprio per niente.
 
Grazie Marco per l'ottimo resoconto, specialmente per le indicazioni circa il trattamento
nei rifugi (... quando ce va ce va ! :p)
 
complimenti, una gita davvero fantastica, mi ha messo addosso una gran voglia di farla!

mi ha colpito molto la tua descrizione della serata al primo rifugio, deve essere stata proprio particolare...da ricordare

attendo curioso le foto del 3° giorno

ps: il vallanta a mio parere è orribile...un pugno in un occhio
 
Grazie a tutti per i complimenti :si:

Magari dico un'eresia ma a me l'architettura del Vallanta non me piace proprio per niente.

brutto forte il Vallanta...

ps: il vallanta a mio parere è orribile...un pugno in un occhio

Per il Vallanta anche per me esteticamente non è un granché, all'epoca l'avevano progettato architetti all'avanguardia o_O, tenendo in considerazione un sacco di fattori, non ultimo che il vecchio rifugio era stato portato via più volte dalle slavine; inoltre la forma dovrebbe richiamare il Viso o_O. Come già detto il risultato è stato così così, IMHO ovviamente.

mi ha colpito molto la tua descrizione della serata al primo rifugio, deve essere stata proprio particolare...da ricordare
È stata effettivamente molto bella, pensavo di passarmi una serata in solitaria ed invece mi sono ritrovato all'improvviso a scherzare con un gruppo di amici che sembrava ci conoscessimo da una vita, mentre ci eravamo appena incontrati, è stato veramente speciale.
Probabilmente non li rivedrò più, ma li porterò comunque con me.

Non vorrei sembrare retorico, ma in montagna, a meno di qualche superfigo che so fare tutto io e lo faccio meglio di tutti gli altri :p, si incontrano persone molto belle e positive, diciamo sopra la media di quelle che incontri ogni giorno al lavoro. Saranno i posti, sarà l'impegno che ci devi mettere per raggiungerli, sarà qualcos'altro ma per me è così, sempre IMHO.

A più tardi per l'ultima tappa.
 
Non vorrei sembrare retorico, ma in montagna, a meno di qualche superfigo che so fare tutto io e lo faccio meglio di tutti gli altri , si incontrano persone molto belle e positive, diciamo sopra la media di quelle che incontri ogni giorno al lavoro. Saranno i posti, sarà l'impegno che ci devi mettere per raggiungerli, sarà qualcos'altro ma per me è così,

Non sei retorico, penso anch'io sia cosi?
 
3a Tappa

Data: 7 settembre
Regione e provincia: Piemonte - CN
Località di partenza: Rifugio Vallanta (2450 m)
Località di arrivo: Pian del Re (2020 m)
Tempo di percorrenza: 6 h (esclusa pausa pranzo)
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: pietraie, sfasciumi esposizione
Periodo consigliato: Estate
Segnaletica: Ottima (tacche e paline)
Dislivello in salita: 1000 m
Dislivello in discesa: 1450 m
Quota massima: 2950 (Colle delle Traversette)
Descrizione

La mattina sveglia alle 07:00, comunque già prima nella stanza c’è movimento, scendo a fare colazione, anche questa così così, il caffè è un po’ bruciato, le marmellate sono quelle nelle confezioni monouso, c’è di peggio. La mattina è splendida , il sole è ancora dietro le montagne, verso Castello si vede un mare di nuvole di nuvole dall’alto molto suggestivo. Raccolgo le mie cose pago e verso le 08:00 parto, mi accodo ad un coppia di signori che sta facendo il giro in 2 giorni, di solito lo facevano in 1, quest’anno se la sono presa comoda.
Questa è la tappa più impegnativa, non ha il dislivello maggiore, ma è concentrato in due salite molto impegnative.
Si parte decisi, verso il passo di Vallanta (2815 m) la salita è tosta, in più i muscoli sono ancora freddi, si fatica abbastanza, comunque dopo poco più di un’ora viene raggiunto, nessuna difficoltà di rilievo, al passo avvistiamo qualche stambecco, che si lasciano relativamente avvicinare. Al passo fa’ freddo c’è ancora qualche piccolo nevaio, siamo in Francia si scende tra pietraie e sfasciumi, ancora un po’ umide inoltre la tracciatura non è ottimale come in altri punti. Si arriva così al lago Lestio, da qui un tratto relativamente pianeggiante in mezzo ai prati fino al Refuge du Viso, dove facciamo una breve sosta.
Da qui inizia la parte più difficile del giro la salita al Colle delle Traversette, si parei tra pendii erbosi per arrivare a pietraie, passaggi su roccia e alla fine sfasciumi, tutto il resto del giro è difficoltà la salita e la discesa dal colle è EE, alcuni passaggi su roccia, gli sfasciumi e qualche tratto lievemente esposto. La fatica dei giorni precedenti e la difficoltà si fanno sentire, ma teniamo duro ed in 1,5 h raggiungiamo il colle (4h dal Vallanta), purtroppo il buco di Viso era chiuso, lo stanno mettendo in sicurezza. Anche il tempo peggiora e diventa nuvoloso, al colle tira un forte vento, un paio di foto di rito e riparto, i mie compagni si fermano a mangiare io proseguo. Siamo nbel punto più alto del giro a 2950 m.
La prima parte della discesa è impegnativa poi diventa più abbordabile, un vero e proprio sentiero autostrada. La lunga discesa è un po’ noiosa inoltre il meteo non fa’ godere i panorami.
Da lontano intravedo Pian del Re è pieno di merenderos come al solito, capisco purtroppo che la mia avventura sta’ per finire, un triste e brusco ritorno alla realtà. :cry:
Dopo circa 2 h arrivo a Pian del Re. Ho concluso il mio primo Giro del Viso. :si:
Consumo il mio pasto e torno a casa in un misto di tristezza e gioia, gioia per la splendida avventura tristezza perché purtroppo è finita.
Ecco le ultime foto:



Mare di nuvole verso Castello
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Visolotto
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Il Monviso dal Vallanta, o meglio il Dado di Viso (Viso di Vallanta), la punta da qui non si vede
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La salita al Passo Vallanta
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Una parete rocciosa
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Stelle Alpine
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Il Monviso, ora si vede tutto
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L'ultimo tratto prima del passo
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Stambecchi
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Punta Losetta
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Punta Gastaldi?
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Panorama francese
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Un nevaio
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Le Grand Vallon
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Il Monviso dalla discesa dal Passo Vallanta
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Il LagoLestio
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Le Grand Vallon
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Un altro avvistamento
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Le refuge du Viso
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Le traversette sono la' dietro
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Ecco il Colle delle Traversette
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Il buco di Viso
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Gli ultimi 100 metri
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Panorama dal colle nelle nuvole
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Montagne dalla discesa dalle Traversette
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Verso il Monviso tra le nuvole
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Pian del Re e i suoi merenderos.
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Rinnovo i complimenti...per la gita, le foto e l'approccio alla 3 giorni...la prossima estate spero di essere più allenato e farla!

Riguardo al discorso della "gente di montagna" concordo con voi...credo dipenda dal fatto che in teoria chi ama la montagna e ama faticare per godere di un panorama o di un silenzio deve per forza avere una sensibilità e semplicità maggiori della media e questo si riflette anche nei momenti di socializzazione aldilà di più timidezza o meno

Un'ultima cosa sul vallanta...imho dovrebbe essere obbligatorio nel costruire un rifugio renderlo il più possibile inserito nel contesto del paesaggio
 
Riguardo al discorso della "gente di montagna" concordo con voi...credo dipenda dal fatto che in teoria chi ama la montagna e ama faticare per godere di un panorama o di un silenzio deve per forza avere una sensibilità e semplicità maggiori della media e questo si riflette anche nei momenti di socializzazione aldilà di più timidezza o meno

Penso che sia più semplicemente il fatto di essere sulla stessa lunghezza d'onda e di riuscire in maniera istintiva a trovarsi d'accordo su vari discorsi che si fanno. La stessa cosa avviene tra i tifosi di una curva, tra i giocatori di un circolo di scacchi o tra pescatori che vanno avanti fino alle 3 di notte a discutere sulla trota da "millemila" kg. pescata nel fantomatico laghetto di cui nessuno conosce l'esistenza ... :biggrin:

g
 
Penso che sia più semplicemente il fatto di essere sulla stessa lunghezza d'onda e di riuscire in maniera istintiva a trovarsi d'accordo su vari discorsi che si fanno. La stessa cosa avviene tra i tifosi di una curva, tra i giocatori di un circolo di scacchi o tra pescatori che vanno avanti fino alle 3 di notte a discutere sulla trota da "millemila" kg. pescata nel fantomatico laghetto di cui nessuno conosce l'esistenza ... :biggrin:

g

è vero giuliof

nel mio discorso però mi allacciavo al fatto che spesso mi sento guardato come un alieno da amici o conoscenti quando gli racconto dove sono stato...e mi rendo conto che non viene molto capita la scelta di camminare ore per vedere un laghetto, dei prati, un panorama...
 
D

davioooh

Guest
Luoghi bellissimi. Le foto della prima tappa sono davvero suggestive.
Grazie Marco per aver condiviso. :)
 
Considerazioni finali

Che dire: la prima cosa è che aver camminato per 3 giorni senza neanche aver toccato una cima mi lascia una sensazione un po’ strana o_O, non ci ero abituato, sono sempre stato un divoratore di vette.
Nonostante questo, il mio primo trekking di più giorni è stata un’esperienza veramente bella e intensa, ti immergi completamente nelle montagne, quando finisce ti trovi veramente spiazzato.o_O

È qualcosa che sicuramente replicherò sia intorno al Monviso, sia da altre parti, si accettano compagni di avventura.
Tra l’altro mi è rimasta una voglia di scalarlo che non vi dico, entro 2 anni devo farlo sicuramente. :wall:

Qualcosa di quei posti me la sono portata con me, ma qualcosa di me è rimasta là…
oltre ovviamente oltre ad un po’ suola dei miei scarponi… :rofl:
 
bel giro , complimenti , gli ambienti che già in parte conosciamo sono splendidi e imponenti , il monviso guarda dall'alto e chiama :D
con questa relazione non hai fatto altro che mettermi la voglia addosso , quando non lo sò però è da fare.
probabilmente farei in 2 giorni e con tenda , tra l'altro lo farei all'incontrario di come lo hai percorso tu , non so , non so , per ora guardo le foto :p
 
bel giro , complimenti , gli ambienti che già in parte conosciamo sono splendidi e imponenti , il monviso guarda dall'alto e chiama :D
con questa relazione non hai fatto altro che mettermi la voglia addosso , quando non lo sò però è da fare.
probabilmente farei in 2 giorni e con tenda , tra l'altro lo farei all'incontrario di come lo hai percorso tu , non so , non so , per ora guardo le foto :p

In 2 giorni effettivamente è meglio farlo in senso opposto, il primo giorno è impegnativo (1400 d+) ma il secondo si sale solo al Chiaffredo e poi è tutta discesa. L'anno prossimo lo rifarò sicuramente in 2 giorni in questo senso, anche se sto studiando percorsi alternativi e vorrei portare a casa qualche cima, ad es. per la Udine ci sono un sacco di vie di arrampicata alcune anche relativamente facili.

In tenda non ho visto nessuno in giro, ma non credo ci siano problemi.
 
Consigli pratici

Premessa: sono consigli basati su quanto vissuto, visto e sentito in questi giorni, non sono la verità assoluta e per molti saranno consigli banali e scontati, se siete escursioni esperti potete fermarvi qui e non leggere oltre. I consigli sono rivolti a chi si appoggia ai rifugi per dormire, se volete farlo in tenda il discorso cambia notevolmente.

Fattibilità: Il giro del Monviso in 3 giorni è impegnativo, ma non proibitivo. Ci vuole un po’ di allenamento e tanta determinazione per superare i piccoli/grandi contrattempi che si incontreranno. Provate a fare qualche escursione giornaliera consecutiva per vedere come reagisce il vostro fisico. Prendetevela comoda non camminate troppo in fretta che poi vi ritrovate in rifugio troppo presto con una mazza da fare; l’ideale è arrivare verso le 5; d’altronde se arrivate tardi vi prendete i posti letto peggiori, trovate la giusta misura.

Calzature: Non usate scarpe nuove, ho visto gente con scarpe da 300+ € piangere lacrime amare :cry:, perché era la prima volta che le mettevano; assicuratevi che siano adeguatamente rodate e comode.
Usate calze tecniche (vanno bene anche quelle del Deca) altrimenti bolle e vesciche saranno con voi , in ogni caso per sicurezza portatevi cerotti ad hoc (ad es compeed). Nei rifugi ci sono le ciabatte, ma sono così così e non ci sono tutti i numeri disponibili, portatevi le vostre e che siano comode, devono dare sollievo ai piedi e non essere una pena aggiuntiva.

Abbigliamento: Parto con una super banalità di giorno se c’è il sole fa’ caldo, la sera fa’ freddo (una sera siamo arrivati a 2°C). Quindi abbigliamento leggero ma anche tutti gli strati necessari in base alla vostra sopportazione del freddo: pile, softshell, ecc. e non dimenticatevi qualcosa per la pioggia incluso il coprizaino.

Dormire: Cuscino e coperte nei rifugi abbondano, dovete portarvi solo il sacco lenzuolo, che volendo potete comprare o affittare in rifugio. Considerate anche l’abbigliamento per dormire, io dormivo in boxer e maglietta, ed avevo i corsari come backup in caso avessi freddo. Nei rifugi potete trovare gente che russa ( è quasi certo), per cui se avete il sonno leggero un paio di tappi per le orecchie possono aiutare.

Alimentazione: ho visto di tutto e di più: salumi, formaggi, insalatissime, scatolame, ecc. Insomma portatevi quello che volete con un occhio al peso. Io avevo fornelletto e gavetta (1 kg in più) più risotti pronti della Coop, snacks e frutta fresca. Considerate che volendo in rifugio vi preparano dei panini per il giorno dopo. Molto utili barrette energetiche e reintegratori di Sali minerali (Magnesio e Potassio).

Zaino: Io avevo un 50 litri, e pur essendomi portato l’impossibile avevo ancora spazio disponibile, se siete minimalisti ve la cavate con un 40 litri. Fate una prova prima di partire. Inutile dire che deve essere comodo e adatto a voi e che meno pesa meglio è.

Kit medico: portate quello che volete, oltre a quello già detto portatevi paracetamolo o similare in caso di necessità, trovarsi ko mezzo malato in rifugio non è il massimo.

Altro: per il coltello un victorinox basta e avanza (qui parte il flame :rofl:) a parte sbucciare le mele e aprire le buste non mi è servito ad altro. La mappa è meglio averla con se, non si sa mai, comunque nei rifugi sono appese o le potete comprare. Una luce per la notte è utile. Il cellulare non becca quasi mai, valutate voi se portarlo dietro oppure no. Se siete soli e non fate amicizia, i pomeriggi e le sere sono lunghi in rifugio, portatevi qualcosa da fare tipo un libro da leggere. Cappellino e occhiali da sole (almeno cat 3) non devono mancare così come la crema di protezione solare.
Evitate i rifugi più rinomati e cercate quelli più piccoli il servizio è decisamente migliore.

Tutto quello sopra ovviamente IMHO.

Se avete altre curiosità o domande sparate pure.
:)
 
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