E anche io ho fatto il giro. E' stata dura, durissima, non ce la facevo più fin dal primo giorno a dire il vero. Non so quanto fosse pesante lo zaino, in ogni caso troppo per me (avevo pure tenda e sacco a pelo, che ho piantata nelle vicinanze dei rifugi Sella e Vallanta, e ho sentito dire che nei rifugi si dorme male o non si dorme proprio). E' un percorso veramente impegnativo, le lunghe discese come quella che scende dal Passo San Chiaffredo mette a dura prova ginocchia e caviglie, e le salite sono spesso piuttosto ripide (sarebbe pure peggio percorrendo il giro in senso antiorario).
Bella esperienza, sicuramente, e ho avuto la fortuna di trovare tre buone giornate. A dire il vero in certi tratti è più complicato di quanto sembrasse dalle descrizioni, direi che solo il tratto che va dal bosco al passo Vallanta abbia una difficoltà E (ma se consideriamo il dislivello, è comunque per escursionisti ben allenati..). In particolare, ho trovato davvero infido il tratto che dal Passo Vallanta scende nella valle francese: prima c'è un ghiacciaio, fortunatamente con passaggi brevi e con le tracce dei piedi di qualcuno che probabilmente ha utilizzato i ramponi, e lentamente, con molta attenzione, si procede aiutandosi con i bastoncini (un nevaio c'era anche poco prima del Sella); poi c'è un tratto particolarmente scosceso che scende al lago Lestio, dove la traccia non è segnalata e quindi non si capisce dove scendere. Io provo ad aspettare quelli che sono poco di me per vedere dove vanno, ma sono francesi (strano, non ne ho mai visto in questo giro..) e mi indicano una traccia. Io provo a percorrerla ma è particolarmente ripida, sempre su terreno infido e scivolosissimo, finchè sono costretto a cercare di arrivare alla traccia che gli altri stanno percorrendo, un po' meno ripida ma comunque assai pericolosa (poi si scoprirà che un sentiero c'era, ma se non è segnalato da lassù non si vede).
Tra l'altro, sempre il secondo giorno, dal Refuge du Viso ho preso il sentiero sbagliato (una volta ripartito non ho nemmeno riguardato la direzione..) e sono finito in quello per il Giacoletti: arrivo a un bel lago, quando grazie a due escursionisti italiani scopro che questo sentiero porta al Couloir del Porco e poi a una ferrata. Torno indietro il più in fretta possibile, sono già le 12:30 e entro le 17 devo essere a Pian del Re. Salgo fino al Buco di Viso, anche questa una salita infinita, presso cui arrivo alle 15 (forse unico tratto in cui rispetto le 2 ore segnalate, nonostante la stanchezza sempre crescente e le numerose pause). Percorro il tunnel con la mia scadente lampada frontale da 4 euro, molto lentamente, e comincio la lunghissima discesa che porta a Pian del re, che percorro in poco più di due ore nonostante cerchi di velocizzare il più possibile il passo (anche qui nei pressi di Pian Meit ho perso la traccia e sono finito nei pressi di un nevaio
).
Nonostante i vari problemi che ho incontrato (il vento e l'umidità la notte, mi ero pure dimenticato di mettere due giacche pesanti, ma anche i tantissimi stranieri presenti con cui non sono riuscito a interagire vista la mia scarsissima conoscenza delle lingue, l'enorme fatica, il peso dello zaino e i dolori che ora mi affliggono (anche ai piedi, magari queste scarpe non vanno bene per trekking di più giorni) è stata una bella esperienza. E' apprezzabile, in questo giro, la varietà degli ambienti attraversati ma anche la continua vista sulle varie pareti del Monviso e delle cime vicine. Anche se ho spesso tardato parecchio nel percorso (esempio: dal rifugio Vallanta al passo in 1h'30 anziche 1', o da Pian del Re al Sella in quasi 4h anziche 3), sono riuscito a completare il giro e dal mio punto di vista è questa la cosa più importante.
Per quanto riguarda i rifugi, quasi costano più dei ristoranti..in qualche modo ci si deve arrangiare. E invece il CAI e i gruppi organizzati continuano a proporre il pernottamento nei rifugi con la mezza pensione, per circa 50 euro a notte anche nei rifugi meno conosciuti..