Escursione Il grande anello del Serrone

Parchi d'Abruzzo
  1. Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise
Dati

Data: 7 Giugno 2019
Regione e provincia: L'Aquila, Abruzzo, ma per buona parte il tragitto ricalca il confine amministrativo con il Lazio
Località di partenza: Madonna della Lanna (1086 m)
Località di arrivo: Idem
Tempo di percorrenza: 7h 27'
Chilometri: 24
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: Oltre alla lunghezza del percorso, si segnala il ripido pendio occidentale del Serrone che può creare qualche difficoltà nella discesa. Facile la cresta orientale per salire in vetta dal passo della Portella, necessario appoggiare le mani in taluni tratti ma niente di alpinistico. Il lungo filo di cresta, inizialmente sottile, diventa ben presto largo e camminabile.
Periodo consigliato: Estate - Autunno. In caso di neve la storia cambia soprattutto nel tratto Serrone - Balzo di Ciotto.
Segnaletica: Assente
Dislivello in salita: 1300 m
Quota massima: Monte 3 Confini (1992 m)
Altre quote: Serrone (1976 m) e sua anticima Sud (1929 m), Balzo di Ciotto (1944 m), M. Coppo dell'Orso (1963 m).
Accesso stradale: Da Avezzano si seguono le indicazioni per Luco de' Marsi e si prosegue per Collelongo e Villavallelonga, oltrepassati i quali si risale la Valle Longa fino alla chiesetta della Madonna della Lanna ove termina il tratto percorribile in auto (per i forestieri).
Traccia GPS:
https://it.wikiloc.com/percorsi-escursionismo/il-grande-anello-del-serrone-37323174

Descrizione
Erano due anni che avevo messo in cantiere questo lungo e impegnativo anello, un progetto ambizioso che richiede tempo stabile, condizioni estive e luce sufficiente per non rischiare di chiudere il giro con la frontale.
La prima parte del percorso si sovrappone alla strada carrabile (vietata agli automezzi) che risale la valle dalla Madonna della Lanna fino ai Prati d'Angro. Questo tratto è abbastanza monotono, essendo costituito da 3km di strada con pendenza quasi impercettibile.
Arrivato alla fontana dei Prati d'Angro, individuo una traccia (che poi diventerà un'ampia strada sterrata) che, procedendo in direzione Sud-Est, si infila nell'ombroso vallone Tasseto. Qui le bandierine bianco-rosse del CAI mi accompagnano fedelmente e mi confermano che sto percorrendo il sentiero denominato R8 sulla carta sentieristica del PNALM.
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Ciononostante, dando un'occhiata al GPS, mi avvedo del fatto che la suddetta sterrata non conduce al valico della Schiena d'Asino, ma restando nel vallone Tasseto mi sta portando proprio sotto all'anfiteatro della Portella.
Evidentemente mi sono lasciato scappare una deviazione sulla sinistra, pertanto mi ritrovo a risalire l'interno della faggeta che diventa sempre più ripida.
In prossimità della testata del vallone, proprio qualche decina di metri sotto all'anfiteatro morenico del Serrone in cui il sentiero compie un'ampia S per scontornare il ripido crinale, osservo i segni di una devastante valanga che nel recente inverno ha interessato questo luogo:
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Dopo aver perso e ritrovato la flebile traccia, giungo all'uscita dal bosco in corrrispondenza della Portella: da qui posso finalmente apprezzare la vista della parete Nord del Serrone:
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nonchè del Balzo di Ciotto, con tutta la lunga dorsale che da lì a poco andrò a percorrere:
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In breve, circondato da tanta meraviglia, salgo la cresta della Portella fino alla quota 1808 m, situata sulla dorsale principale che proviene dal Balzo Tre Confini:
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Qui si vede la dorsale del Picco la Rocca, oggetto di una futura escursione dal versante laziale:
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Ma sono qui per salire sul Serrone che mi si presenta davanti in tutta la sua austerità.
Anzichè compiere il traverso nel brecciaio, decido di salire l'invitante cresta sulla sinistra, aggiungendo così un pò di pepe alla già tanta carne al fuoco:
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Un tappeto di crochi e primule mi accoglie al cospetto della croce di vetta:
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mentre mi fermo qualche minuto per apprezzare la cresta appena percorsa:
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e quella che ancora devo percorrere:
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La discesa dal Serrone avviene con qualche difficoltà dovuta all'elevata pendenza del crinale Nord Ovest, osservabile in questa foto:
IMGP2056.JPG


Alla mia sinistra i pratoni precipitano nella sottostante valle del Lacerno:
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Mentre dall'altra parte si aprono affacci impressionanti sulle pareti Nord del Balzo di Ciotto che danno sulla valle Longa:
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E mentre il Serrone ale mie spalle si fa sempre più piccolo:
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la cresta diventa sempre più ampia e accessibile, fino ad allargarsi nel pianoro sommitale dove risiede l'ometto del Balzo di Ciotto:
IMGP2072.JPG

In effetti questa montagna appare imponente e severa sulla parete Nord, ma dalla parte opposta è rotondeggiante quasi come una collinetta:
IMGP2079.JPG



C'è ancora molta strada da percorrere: qui si apprezza una vista d'insieme della lunga e ampia dorsale che bisogna cavalcare fino al rifugio del Coppo dell'Orso:
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Dal Balzo di Ciotto si perdono circa 100 m per giungere alla sella di quota 1827 m, che si trova in prossimità del Pozzo della Neve, caratteristica cavità carsica in cui è possibile trovare accumoli anche in tarda stagione (non sapevo quanto fosse vicino al mio percorso pertanto non mi sono soffermato a cercarlo).
Intanto si aprono bellissimi scenari sull'altopiano del Campo di Grano, delimitato dal vallone del Lacerno e dal M. La Brecciosa:
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La cima del Coppo dell'Orso è quasi alla mia portata (peccato che devo ancora scendere di qualche decina di metri prima della pettata):
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e, arrivato in vetta, ammiro la vastità di questo altopiano ai margini del Parco:
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nonchè il rifugio omonimo da raggiungere dopo aver salito l'ultima asperità della giornata, il Monte Tre Confini:
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Dal M. Tre Confini:
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Arrivo al Rifugio con la stanchezza che inizia a farsi sentire; ne approfitto per mangiare e per fare il punto sulla situazione.
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Dovendo scendere a valle per oltre 800 m, sarebbe comodo prendere il collaudatissimo sentiero R2 che conduce a Fonte Astuni.
Tuttavia, volendo esplorare un nuovo territorio, ed essendomi documentato su un percorso alternativo, decido di cedere al richiamo della scoperta e, dopo aver individuato la traccia che entra nela faggeta, seguo gli ometti di pietra che mi indicano il cammino all'interno del vallone del Coppo dell'Orso.
Trattasi di un sentiero desueto di tagliaboschi, recentemente riproposto da alcuni bikers, che consente di scendere attraverso l'incassata valle Fossate.
Non nascondo di aver sperato di incontrare qualche plantigrado, ma sono rimasto comunque soddisfatto per aver chiuso l'anello con questa variante di tutto rispetto.

Ora che ho concluso questo formidabile anello, posso dire di conoscere meglio questo territorio che ho attraversato in varie escursioni e che mi ha sempre più affascinato.
Ho forse sottovalutato le difficoltà del percorso, perchè pensavo che i saliscendi della cresta non fossero molto impegnativi: invece il dislivello accumulato è stato notevole, molto più di quanto si potrebbe stimare osservando la carta dei sentieri.

Ciononostante, ancora una volta, il Parco non mi ha deluso!
 
Territorio solitario e affascinate (ti consiglio un giorno il passaggio per il Campo di Grano e il suo rifugio).
Hai percorso un anello simile a quello che feci io anni fa e ricordo che i saliscendi della cresta mi apparvero interminabili, soprattutto quando ti vedi il Rifugio Coppo dell'Orso davanti e invece sei costretto ad aggirare tutto l'anfiteatro.
 
Grazie per la condivisione, mi piace molto la Vallelonga e, per singoli tratti, in diverse escursioni, sono stato in quei luoghi e credo che veramente meritano tanto impegno, complimenti!
 
Territorio solitario e affascinate (ti consiglio un giorno il passaggio per il Campo di Grano e il suo rifugio).
Hai percorso un anello simile a quello che feci io anni fa e ricordo che i saliscendi della cresta mi apparvero interminabili, soprattutto quando ti vedi il Rifugio Coppo dell'Orso davanti e invece sei costretto ad aggirare tutto l'anfiteatro.
Si, ma tu lo hai allungato ancor di più passando per il valico dell'Aceretta!!!
La carta dei sentieri non riporta la quota della sella, ma vedendo le curve di livello sembra essere di poco superiore ai 1700 m e comunque ad un certo punto si va anche al di sotto della quota alberi.
Insomma si scende di molto.
Ho già studiato un giro ad anello per salire da PEscosolido con il sentiero Q8 e scendere tramite il Q9, un'altra bella scarpinata ...
 
Grazie per la condivisione, mi piace molto la Vallelonga e, per singoli tratti, in diverse escursioni, sono stato in quei luoghi e credo che veramente meritano tanto impegno, complimenti!
Si, purtroppo meriterebbero anche una maggiore valorizzazione da parte degli enti locali: chiudere il transito in quella valle in corrispondenza della Madonna della Lanna equivale a privare la possibilità a tante famiglie di recarsi ai Prati d'Angro, luogo ameno e caratteristico che ben si presterebbe ad un'area attrezzata per picnic e come base per escursioni anche facili.
Grazie per i complimenti, avevo già capito la tua predilezione per questo settore.
 
Bellissimo ed impegnativo anello in una zona veramente incantevole che conosco solo per nome... quelle zone purtroppo dovrei farle senza Zoe e la cosa per il momento la trovo abbastanza dura da mandar giù...

anche io avrei optato per salire dalla cresta a sinistra :lol:

Ancora complimenti!
 
Bellissimo ed impegnativo anello in una zona veramente incantevole che conosco solo per nome... quelle zone purtroppo dovrei farle senza Zoe e la cosa per il momento la trovo abbastanza dura da mandar giù...

anche io avrei optato per salire dalla cresta a sinistra :lol:

Ancora complimenti!
Grazie!
Capisco il tuo senso di frustrazione per l'inibizione ai sentieri per la tua pelosetta; non so se questa regola sia valida solo nei confini del Parco e non nelle zone di protezione esterna, nel qual caso potresti avere qualche possibilità in più di muoverti in questi luoghi.
 
Grazie!
Capisco il tuo senso di frustrazione per l'inibizione ai sentieri per la tua pelosetta; non so se questa regola sia valida solo nei confini del Parco e non nelle zone di protezione esterna, nel qual caso potresti avere qualche possibilità in più di muoverti in questi luoghi.

Anche dove non c'è inibizione la presenza certa del plantigrado comunque è un elemento da valutare: io sono certo che sapremmo gestirla (come binomio io e Zoe) senza alcun problema sia per noi che per il selvatico perché ci lavoriamo da sempre a questo, ad avere il corretto comportamento, però essendo un'esperienza con la quale non ci siamo mai confrontati è comunque una incognita che - messa insieme agli altri elementi, mi tiene un po' distante da queste zone... :p
 
Anche dove non c'è inibizione la presenza certa del plantigrado comunque è un elemento da valutare: io sono certo che sapremmo gestirla (come binomio io e Zoe) senza alcun problema sia per noi che per il selvatico perché ci lavoriamo da sempre a questo, ad avere il corretto comportamento, però essendo un'esperienza con la quale non ci siamo mai confrontati è comunque una incognita che - messa insieme agli altri elementi, mi tiene un po' distante da queste zone... :p
Magari incontrarlo @Ciccio74, io in tanti anni ne ho avvertito la presenza più volte, ma l'unica volta che l'ho visto è stato in un parcheggio a Barrea. Capisco però che la presenza della puzzola...
 
Anche dove non c'è inibizione la presenza certa del plantigrado comunque è un elemento da valutare: io sono certo che sapremmo gestirla (come binomio io e Zoe) senza alcun problema sia per noi che per il selvatico perché ci lavoriamo da sempre a questo, ad avere il corretto comportamento, però essendo un'esperienza con la quale non ci siamo mai confrontati è comunque una incognita che - messa insieme agli altri elementi, mi tiene un po' distante da queste zone... :p
Questa tua sensibilità ti fa onore!
Comunque non pensare che sia così probabile fare certi incontri. Io nonostante le mie divagazioni fuori dai sentieri più battuti, non sono mai riuscito ad imbattermi in un plantigrado. Sto valutando un appostamento strategico nei pressi di zone in cui gli orsetti vengono censiti, armato di teleobiettivo.
 
Magari incontrarlo @Ciccio74, io in tanti anni ne ho avvertito la presenza più volte, ma l'unica volta che l'ho visto è stato in un parcheggio a Barrea. Capisco però che la presenza della puzzola...

Si Marco, me ne rendo conto ma preferisco prevenire es è per questo che mi tengo piuttosto distante da tutto il PNALM...

Ripeto sono quasi certo che la gestiremmo al meglio, ma ho già 150.000ha di "parco senza orso" a disposizione nel quale cerchiamo di stare sempre in punta di piedi, se vivessi lì avrei fatto valutazioni differenti e probabilmente avrei consolidato in pratica la mia idea positiva di gestione, ma allo stato attuale mi sembrerebbe di andarmela a cercare... poi chissà, tutto col tempo muta :lol:


Questa tua sensibilità ti fa onore!
Comunque non pensare che sia così probabile fare certi incontri. Io nonostante le mie divagazioni fuori dai sentieri più battuti, non sono mai riuscito ad imbattermi in un plantigrado. Sto valutando un appostamento strategico nei pressi di zone in cui gli orsetti vengono censiti, armato di teleobiettivo.

Grazie, ci tengo tanto a questa cosa e non è semplice, ma devo dire che Zoe nonostante la giovane età ed un carattere più che frizzante è bravissima e fino ad oggi non abbiamo mai molestato un selvatico (al contrario qualche mucca ha molestato noi però :azz:)... chissà magari andando avanti negli anni e consolidando ancora di più il nostro rapporto e la sua maturità - alla fine è una puzzola di due anni e mezzo - nel rispetto dei divieti potrei pure pensare di sconfinare... il fatto è che, come dicevo a Marco, avendo il Gran Sasso/Laga ad un tiro di schioppo...
 
Io pagherò delle multe se necessario. Da poco ho un GPS, ma ricordo le mie escursioni più impegnative e in montagne o zone sconosciute sempre accompagnate dalla mia "guida". Nei sentieri non segnati, come erano ad esempio nella Laga, è stata sempre un ottima segugia di tracce o vie possibili. Più che difficile lasciarla a casa mi cambia quasi totalmente approccio, passo e, soprattutto, visione di ciò che mi circonda, di pericoli, tracce o sentieri. Mi cambia il tipo di escursione. Meno male il GS, per ora, che ha permesso di allenare, collaudare e affinare un rapporto tra di noi dove non serve neanche più parlare. Lei ha imparato a leggere la mia delusione o disappunto se disturba i selvatici. Se non sono distratto mi guarda per cercare approvazione ad attaccare che difficilmente avrà se non mi sento in pericolo.... Come per certe mucche pazze, cavalli o altri domestici che curiosano in tenda o zaini. Il primo anno alla vista dei camosci era molto difficile frenarla, ma adesso si piazza come me incanta e a bocca aperta ad ammirarli..... Ha anche imparato subito che non c'è storia per provare a prenderli ehehe. Di certo la mia attenzione, sensibilità e percezione degli animali che incontro è notevolmente più forte qua do sono con Linda. Magari cerco solo di non uscire nei giorni di festa o in "orari di punta" dei Sentieri più comuni o trafficati. Una domanda se sapete rispondermi : ma nelle zone pastorali delle montagne non esiste mai questo divieto vero?...... Divagato un po' troppo e quasi non ti facevo i complimenti per un escursione davvero tosta. Percorrere Creste è sempre un emozione quasi divina.... Sarà la vicinanza del cielo.
 
Io pagherò delle multe se necessario. Da poco ho un GPS, ma ricordo le mie escursioni più impegnative e in montagne o zone sconosciute sempre accompagnate dalla mia "guida". Nei sentieri non segnati, come erano ad esempio nella Laga, è stata sempre un ottima segugia di tracce o vie possibili. Più che difficile lasciarla a casa mi cambia quasi totalmente approccio, passo e, soprattutto, visione di ciò che mi circonda, di pericoli, tracce o sentieri. Mi cambia il tipo di escursione. Meno male il GS, per ora, che ha permesso di allenare, collaudare e affinare un rapporto tra di noi dove non serve neanche più parlare. Lei ha imparato a leggere la mia delusione o disappunto se disturba i selvatici. Se non sono distratto mi guarda per cercare approvazione ad attaccare che difficilmente avrà se non mi sento in pericolo.... Come per certe mucche pazze, cavalli o altri domestici che curiosano in tenda o zaini. Il primo anno alla vista dei camosci era molto difficile frenarla, ma adesso si piazza come me incanta e a bocca aperta ad ammirarli..... Ha anche imparato subito che non c'è storia per provare a prenderli ehehe. Di certo la mia attenzione, sensibilità e percezione degli animali che incontro è notevolmente più forte qua do sono con Linda. Magari cerco solo di non uscire nei giorni di festa o in "orari di punta" dei Sentieri più comuni o trafficati. Una domanda se sapete rispondermi : ma nelle zone pastorali delle montagne non esiste mai questo divieto vero?...... Divagato un po' troppo e quasi non ti facevo i complimenti per un escursione davvero tosta. Percorrere Creste è sempre un emozione quasi divina.... Sarà la vicinanza del cielo.

Lo sai che la penso come te e Linda ha fatto la scuola a Zoe (come pure tu)... ma qui non parliamo di multe socio, parliamo di orsi... e so che li ami molto :lol:
 
Lo sai che la penso come te e Linda ha fatto la scuola a Zoe (come pure tu)... ma qui non parliamo di multe socio, parliamo di orsi... e so che li ami molto :lol:
Dicaimo che mi dispiace assai disturbare qualsiasi animale selvatico, molto meglio osservare discreti e il più invisibili possibile perché l'animale ammirato sia il più naturale possibile nei suoi comportamenti. Qualsiasi animale ormai se gli dico di sta ferma Linda non si muove, non accimenta e da fastidio. Io avrei una fifa matta Cmq ahahah.... Gli orsi mi fanno paura da piccolo... Dovessi vederli un giorno spero siano lontani ahaha. Scherzi a parte credo che l'animale più fastidioso e pericoloso per tutti i selvatici sono io (essere umano) e non la educatissima Linda. Adesso è anzianotta comunque e non credo vedrà altri Parchi in estate soprattutto. Ma in ambiente invernale esiste ancora il pericolo di disturbare gli orsi?
 
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