Post originale:https://scamparsinelbosco.wordpress...he-non-ce-il-pranzo-cinese-e-altre-avventure/
Accessibilità stradale: Si arriva a Sassello, si prende la strada per Acqui Terme, la si lascia immediatamente dopo 100 metri svoltando a sinistra, si seguono le indicazioni per "Lago dei Gulli" e all'ultimo bivio invece di seguire le indicazioni si tira dritto e si posteggia l'auto.
Ognuno di noi ha uno o più luoghi che porta nel cuore.
Per me uno di questi luoghi è il Lago dei Gulli.
Non è in realtà un lago, ma una dolce ansa alla confluenza di due torrenti, il Rio Ciuia e il torrente Erro. Lo frequento fin da ragazzino, e da sempre è stato la mia valvola di sfogo quando avevo voglia di staccare un po’ e farmi una giornata in totale relax.
Si trova a Sassello (SV) e non lo conoscono in molti. Di quei pochi quasi tutti conoscono solo quell’ansa che da il nome al luogo, e di solito viene sfruttata in alternativa ai bagni al mare sulla costa ligure, sopratutto quando le spiagge sono ripiene come uova.
L’ansa, il lago dei Gulli, è particolarmente adatto per i bambini anche quelli che non sanno nuotare, lì l’acqua non risente praticamente per nulla della corrente e al massimo gli arriva al petto, inoltre il fondo in quel punto è sabbioso.
Ma come dicevo il posto non è frequentatissimo e fuori dai fine settimana di calore, tipicamente luglio ed agosto, è difficile trovarvi gente che vi si reca.
Pochi di quei pochi che vanno al Lago dei Gulli si spingono oltre, sul sentiero che diparte vicino al parcheggio. Anche perchè se con l’auto si seguono le indicazioni, all’ultimo bivio verrete indirizzati sulla sterrata a sud, e per poter imboccare il sentierino dovreste guadare il rio che in genere significa togliersi scarpe, calzini e pantaloni perchè il livello dell’acqua è sempre abbastanza alto.
Se invece con l’auto si prosegue dritti all’ultimo bivio, ignorando i cartelli, si può lasciare l’auto a fianco ad alcuni campi coltivati a mais, e si arriva direttamente davanti a dove inizia il sentiero e dove anche, a mio parere, si arriva alla parte più bella del luogo.
Il sentiero, per davvero poche decine di metri, parte con un salitone che potrebbe togliere il coraggio (la voglia) a molti, ma è tutta impressione, si arriva velocemente sopra uno spuntone di roccia dalla quale ci si affaccia direttamente sul lago dei Gulli sotto di noi.
Da questo punto in poi è tutto pianeggiante, o con davvero poco dislivello, arrivando poi a scendere nella parte finale quando torneremo sul torrente più a valle. Ma niente di impegnativo, sto parlando di circa 500 metri di percorso reale.
La prima cosa che si incontra, superata la salitella iniziale, è un enorme conglomerato di Iherzolite ovvero una grossa roccia magmatica che affiora, come una palla messa lì apposta dal terreno circostante. Altre rocce del genere si trovano in vari punti, un’altra è proprio incastonata nella parete rocciosa che sovrasta il lago. La loro particolarità è che formano quasi delle sfere, e spiccano notevolmente rispetto alle rocce in cui sono inglobate.
Da quel punto il sentiero si infila in un fitto boschetto, e nella zona troverete un po’ di tutto, pini, ma anche faggi, noccioli, olmi, querce, carpini, molte specie differenti.
Il sottobosco, a differenza di come siamo abituati dalle nostre parti, non è eccessivamente fitto e potrete decidere di seguire il sentiero oppure lasciarlo per camminare direttamente nel bosco. Non potete perdervi perchè a destra avete i monti che si innalzano decisamente ripidi, ed a sinistra il suono del torrente vi seguirà per tutto il percorso.
Superato il primo tratto di bosco sbucherete in una vasta radura. Tutta la radura è circondata da pini, e sullo sfondo si innalzano i picchi delle colline che contornano la stretta valle dove scorre il torrente Erro.
Nella radura sono ancora presenti in un paio di posti i cerchi di alcuni “fuochi di bivacco”, specie vicino agli alberi, incivili che hanno lasciato le loro orme incuranti dei luoghi. Il contadino del luogo provvede sempre a far sparire le pietre con cui vengono contornati i fuochi e cerca di ripristinare il suolo, ma le cicatrici rimangono per anni.
Sulla destra della radura sono presenti un po’ di ciocchi di legno che lascia a maturare, se siete fissati di “batoning” consiglio di batonarvi le ditina ed evitare di rubarglieli.
Il sentiero prosegue oltre la radura, e nuovamente potete decidere se seguirlo oppure inoltrarvi nel bosco, in entrambi i casi dopo poco arriverete in un’altra radura, piccolina questa volta e chiusa davanti e di lato da un paio di colline estremamente ripide.
Verso l’estremità, al riparo di alcuni alberi in ombra, sgorga una piccola sorgente che non conosce praticamente nessuno, infatti di solito chi va al Lago dei Gulli si porta la sua acqua perchè le “voci” dicono che non ci sia acqua, ma non è necessario portarsela: l’acqua è presente ed è freschissima e ottima da bere.
Da quando avete preso il sentiero, fino alla sorgente sono 500 metri esatti. Quindi anche se decidete di passare la giornata nella radura grande a giocare e fare un pic nic e rilassarvi all’ombra dei grandi pini, avete più o meno 5 minuti di strada per rifornirvi d’acqua alla fonte.
Se poi il Lago, la radura grande, il bosco non dovessero bastarvi, seguitemi perchè ora entriamo in quello che considero il vero “parco giochi” del posto.
Subito di fronte alla sorgente diparte un piccolo sentiero, lungo appena 20 metri, e che scende direttamente nel torrente. Qui siamo più a valle rispetto al “lago” frequentato dai turisti e qui viene davvero poca gente, spesso nessuno.
Una piccola nota: da dove termina l’ansa che forma il “lago” fino a questo punto, potete arrivare comodamente con questo sentiero che ho descritto, ma potete anche discendere semplicemente il torrente dentro al torrente stesso. Incontrerete varie “rapide” che si susseguono con tratti estremamente calmi, e deliziose spiaggette sui bordi. Potete raggiungere questi tratti sia appunto discendendo il torrente, oppure tagliando per il bosco fuori sentiero. Sono sempre completamente deserti visto che la gente non sospetta nemmeno che esistano. Ma io non vi ho detto niente.
Dicevamo, il “parco giochi”. Il parco giochi è il torrente stesso e l’orografia che gli fa da contorno. Lasciato il sentierino (termina) dopo la sorgente, vi ritroverete sulla riva destra, su di una grossa pietraia. Intorno avete le colline ripidissime, in alcuni tratti a strapiombo, e sulla vostra destra, nascosto dai cespugli, uno stretto passaggio sulle pietre vi porta ancora più a valle all’imbocco di un canalone che si sviluppa tra le colline.
Il torrente diventa estremamente rapido, le colline sono brulle con pochi pini e rosse d’argilla, e le rocce lisce scavate dal torrente formano serpentine.
Sempre sulla pietraia, oltre il passaggio nascosto dai cespugli, c’è un deposito naturale di legna portata dalla corrente quando il torrente è in piena dopo le piogge.
Inoltrandovi e saltando tra le rocce potete arrivare all’imbocco del canalone.
Se volete discenderlo consiglio la riva destra, è possibile farlo su entrambe le rive, ma la destra rimane più agevole. Occorre fare qualche passaggio “su roccia” (le rive sono estemamente ripide) ma niente che non possano fare anche bambini con un minimo senso dell’equilibrio visto che gli appigli per mani e piedi sono numerosi.
Se siete nel periodo estivo consiglio di usare calzature tipo “frati” ma sportive con carroarmato sotto in modo da potervi bagnare a vostro piacimento. E portate il costume, con la calura bagnarsi direttamente nel torrente è estremamente piacevole.
Oltre al paesaggio, che è semplicemente meraviglioso, ci si diverte proprio ad affrontare “l’esplorazione”, camminando sulle rocce, facendo finta di fare le arrampicate e magari cercando di acchiappare qualche pesce che sono qui numerosissimi: Gulli è il nome locale con il quale vengono chiamati i pesci di queste acque che tra l’altro contano Trote, vaironi, alborelle, barbi, cavedani di tutte le taglie.
Vi basta togliervi i calzini, mettere i piedi a bagno, e prestissimo accorrono a succhiarvi le “pellicine” con un simpatico pizzicorino sulle dita.
C’è poi un altro luogo, un luogo “segreto” se vogliamo, ma quello che so di sicuro è che a parte me, e ora mio figlio da quando me lo porto dietro, in tutti questi anni non ci ho mai visto nessuno e non ho mai visto la benchè minima traccia di passaggio umano.
Tra la pietraia e l’imbocco del canalone, sulla collina di destra si apre una strettissima valletta rocciosa da dove un piccolissimo affluente, quasi un rigagnolo, arriva fino al torrente Erro.
Con qualche semplice passaggio su roccia, in arrampicata, potete risalirla per incontrare di salto in salto le “marmitte dei giganti” ovvero le tipiche fosse scavate dall’acqua nel corso delle ere.
E’ suggestiva, immacolata, e scoprirete con curiosità che anch’essa ospita pesci, nonostante la quota si elevi rapidamente.
Per la giornata di oggi, ci siamo organizzati alla pietraia (quella dove c’è il “deposito” di legna) e ci siamo preparati un pranzetto “cinese” che in realtà erano un po’ di tagliarin nostrani bolliti con un dado. Ma le bacchette di rigore!
Poi, ci siamo messi a giocare un po’ agli “alpinisti”
Siamo tornati indietro nel bosco per un altro piccolo gioco che con i bambini è divertente: farsi l’amaca anche se non si ha un’amaca. Che poi in realtà è molto semplice.
Basta che abbiate un telo (una coperta, un poncho) e un po’ di corda. Noi abbiamo usato un'incerata e della corda per stendere i panni.
Non servono legature o cose strane, l’amaca sta su da sola, il trucco è come ripiegate il telo tra le corde.
Vi serve: un telo e un po’ di corda, tipo da stendere i panni.
Poi cercate due rami per terra, se non sono della misura giusta potete romperli o con le ginocchia o se di diametro troppo spesso facendo leva tra due tronchi.
Un semplice nodo parlato (ma anche senza nodo, bastano anche un paio di giri di corda intorno ai rami se non sapete farlo) e unite i due rami tra loro iniziando a creare la struttura che reggerà l’amaca. In pratica una sorta di rettangolo con i rami a far da lati corti e la stessa corda a fare i lati lunghi.
Se vi avanza un po’ di corda la potete far passare poi sopra in alto a reggere quello che sarà il “tetto”, ma se non vi avanza vi fate un’amaca scoperta, non cambia niente.
Non serve coltello, e non servono nemmeno nodi, la stessa corda che passate intorno agli alberi e che dovrà sostenere tutto il peso potete “fissarla” semplicemente avvolgendola un po’ intorno agli stessi e facendo passare l’estremità della corda sotto i giri che avete dato. Quando andrà in tensione sarà sufficiente il peso ad evitare che si “sciolga”.
Poi prendete il telo e semplicemente ci avvolgete le due corde, avendo cura di fare una specie di “S” orizzontale. Non serve assolutamente altro, il vostro stesso peso terrà su il telo (l’attrito è una gran cosa), non dovrete legare il telo alle corde di sostegno della struttura.
Se vi avanza del telo potete passarlo sopra la corda che avete messo in alto a fare una sorta di “capanna”. E’ più divertente.
E poi… buon riposo per la goduria di piccini e… grandi
Se per caso ci fosse un po’ di vento potete appesantire il lembo che fa da “capanna” con dei pesi, pietre, un ramo. E’ concepito per non essere fissato al suolo e permettervi di entrare comodamente, vi sdraiate, tirare giù il lato del tetto con bastone/pietre incluse, e starà al suo posto anche se ci fosse un po’ di vento.
Che altro dire. Se vi recherete mai in quei luoghi, trattateli bene, è una cortesia che vi chiedo. Se volete accendere il fuoco per cucinarvi qualcosa fatelo dai pietroni giù al torrente, e dopo fate sparire le vostre tracce, basta l’acqua del torrente stesso, e portate via i rifiuti. E’ un luogo a cui tengo.
E poi… divertitevi voi e i vostri bambini
Alla prossima
Accessibilità stradale: Si arriva a Sassello, si prende la strada per Acqui Terme, la si lascia immediatamente dopo 100 metri svoltando a sinistra, si seguono le indicazioni per "Lago dei Gulli" e all'ultimo bivio invece di seguire le indicazioni si tira dritto e si posteggia l'auto.
Ognuno di noi ha uno o più luoghi che porta nel cuore.
Per me uno di questi luoghi è il Lago dei Gulli.
Non è in realtà un lago, ma una dolce ansa alla confluenza di due torrenti, il Rio Ciuia e il torrente Erro. Lo frequento fin da ragazzino, e da sempre è stato la mia valvola di sfogo quando avevo voglia di staccare un po’ e farmi una giornata in totale relax.
Si trova a Sassello (SV) e non lo conoscono in molti. Di quei pochi quasi tutti conoscono solo quell’ansa che da il nome al luogo, e di solito viene sfruttata in alternativa ai bagni al mare sulla costa ligure, sopratutto quando le spiagge sono ripiene come uova.
L’ansa, il lago dei Gulli, è particolarmente adatto per i bambini anche quelli che non sanno nuotare, lì l’acqua non risente praticamente per nulla della corrente e al massimo gli arriva al petto, inoltre il fondo in quel punto è sabbioso.
Ma come dicevo il posto non è frequentatissimo e fuori dai fine settimana di calore, tipicamente luglio ed agosto, è difficile trovarvi gente che vi si reca.
Pochi di quei pochi che vanno al Lago dei Gulli si spingono oltre, sul sentiero che diparte vicino al parcheggio. Anche perchè se con l’auto si seguono le indicazioni, all’ultimo bivio verrete indirizzati sulla sterrata a sud, e per poter imboccare il sentierino dovreste guadare il rio che in genere significa togliersi scarpe, calzini e pantaloni perchè il livello dell’acqua è sempre abbastanza alto.
Se invece con l’auto si prosegue dritti all’ultimo bivio, ignorando i cartelli, si può lasciare l’auto a fianco ad alcuni campi coltivati a mais, e si arriva direttamente davanti a dove inizia il sentiero e dove anche, a mio parere, si arriva alla parte più bella del luogo.
Il sentiero, per davvero poche decine di metri, parte con un salitone che potrebbe togliere il coraggio (la voglia) a molti, ma è tutta impressione, si arriva velocemente sopra uno spuntone di roccia dalla quale ci si affaccia direttamente sul lago dei Gulli sotto di noi.
Da questo punto in poi è tutto pianeggiante, o con davvero poco dislivello, arrivando poi a scendere nella parte finale quando torneremo sul torrente più a valle. Ma niente di impegnativo, sto parlando di circa 500 metri di percorso reale.
La prima cosa che si incontra, superata la salitella iniziale, è un enorme conglomerato di Iherzolite ovvero una grossa roccia magmatica che affiora, come una palla messa lì apposta dal terreno circostante. Altre rocce del genere si trovano in vari punti, un’altra è proprio incastonata nella parete rocciosa che sovrasta il lago. La loro particolarità è che formano quasi delle sfere, e spiccano notevolmente rispetto alle rocce in cui sono inglobate.
Da quel punto il sentiero si infila in un fitto boschetto, e nella zona troverete un po’ di tutto, pini, ma anche faggi, noccioli, olmi, querce, carpini, molte specie differenti.
Il sottobosco, a differenza di come siamo abituati dalle nostre parti, non è eccessivamente fitto e potrete decidere di seguire il sentiero oppure lasciarlo per camminare direttamente nel bosco. Non potete perdervi perchè a destra avete i monti che si innalzano decisamente ripidi, ed a sinistra il suono del torrente vi seguirà per tutto il percorso.
Superato il primo tratto di bosco sbucherete in una vasta radura. Tutta la radura è circondata da pini, e sullo sfondo si innalzano i picchi delle colline che contornano la stretta valle dove scorre il torrente Erro.
Nella radura sono ancora presenti in un paio di posti i cerchi di alcuni “fuochi di bivacco”, specie vicino agli alberi, incivili che hanno lasciato le loro orme incuranti dei luoghi. Il contadino del luogo provvede sempre a far sparire le pietre con cui vengono contornati i fuochi e cerca di ripristinare il suolo, ma le cicatrici rimangono per anni.
Sulla destra della radura sono presenti un po’ di ciocchi di legno che lascia a maturare, se siete fissati di “batoning” consiglio di batonarvi le ditina ed evitare di rubarglieli.
Il sentiero prosegue oltre la radura, e nuovamente potete decidere se seguirlo oppure inoltrarvi nel bosco, in entrambi i casi dopo poco arriverete in un’altra radura, piccolina questa volta e chiusa davanti e di lato da un paio di colline estremamente ripide.
Verso l’estremità, al riparo di alcuni alberi in ombra, sgorga una piccola sorgente che non conosce praticamente nessuno, infatti di solito chi va al Lago dei Gulli si porta la sua acqua perchè le “voci” dicono che non ci sia acqua, ma non è necessario portarsela: l’acqua è presente ed è freschissima e ottima da bere.
Da quando avete preso il sentiero, fino alla sorgente sono 500 metri esatti. Quindi anche se decidete di passare la giornata nella radura grande a giocare e fare un pic nic e rilassarvi all’ombra dei grandi pini, avete più o meno 5 minuti di strada per rifornirvi d’acqua alla fonte.
Se poi il Lago, la radura grande, il bosco non dovessero bastarvi, seguitemi perchè ora entriamo in quello che considero il vero “parco giochi” del posto.
Subito di fronte alla sorgente diparte un piccolo sentiero, lungo appena 20 metri, e che scende direttamente nel torrente. Qui siamo più a valle rispetto al “lago” frequentato dai turisti e qui viene davvero poca gente, spesso nessuno.
Una piccola nota: da dove termina l’ansa che forma il “lago” fino a questo punto, potete arrivare comodamente con questo sentiero che ho descritto, ma potete anche discendere semplicemente il torrente dentro al torrente stesso. Incontrerete varie “rapide” che si susseguono con tratti estremamente calmi, e deliziose spiaggette sui bordi. Potete raggiungere questi tratti sia appunto discendendo il torrente, oppure tagliando per il bosco fuori sentiero. Sono sempre completamente deserti visto che la gente non sospetta nemmeno che esistano. Ma io non vi ho detto niente.
Dicevamo, il “parco giochi”. Il parco giochi è il torrente stesso e l’orografia che gli fa da contorno. Lasciato il sentierino (termina) dopo la sorgente, vi ritroverete sulla riva destra, su di una grossa pietraia. Intorno avete le colline ripidissime, in alcuni tratti a strapiombo, e sulla vostra destra, nascosto dai cespugli, uno stretto passaggio sulle pietre vi porta ancora più a valle all’imbocco di un canalone che si sviluppa tra le colline.
Il torrente diventa estremamente rapido, le colline sono brulle con pochi pini e rosse d’argilla, e le rocce lisce scavate dal torrente formano serpentine.
Sempre sulla pietraia, oltre il passaggio nascosto dai cespugli, c’è un deposito naturale di legna portata dalla corrente quando il torrente è in piena dopo le piogge.
Inoltrandovi e saltando tra le rocce potete arrivare all’imbocco del canalone.
Se volete discenderlo consiglio la riva destra, è possibile farlo su entrambe le rive, ma la destra rimane più agevole. Occorre fare qualche passaggio “su roccia” (le rive sono estemamente ripide) ma niente che non possano fare anche bambini con un minimo senso dell’equilibrio visto che gli appigli per mani e piedi sono numerosi.
Se siete nel periodo estivo consiglio di usare calzature tipo “frati” ma sportive con carroarmato sotto in modo da potervi bagnare a vostro piacimento. E portate il costume, con la calura bagnarsi direttamente nel torrente è estremamente piacevole.
Oltre al paesaggio, che è semplicemente meraviglioso, ci si diverte proprio ad affrontare “l’esplorazione”, camminando sulle rocce, facendo finta di fare le arrampicate e magari cercando di acchiappare qualche pesce che sono qui numerosissimi: Gulli è il nome locale con il quale vengono chiamati i pesci di queste acque che tra l’altro contano Trote, vaironi, alborelle, barbi, cavedani di tutte le taglie.
Vi basta togliervi i calzini, mettere i piedi a bagno, e prestissimo accorrono a succhiarvi le “pellicine” con un simpatico pizzicorino sulle dita.
C’è poi un altro luogo, un luogo “segreto” se vogliamo, ma quello che so di sicuro è che a parte me, e ora mio figlio da quando me lo porto dietro, in tutti questi anni non ci ho mai visto nessuno e non ho mai visto la benchè minima traccia di passaggio umano.
Tra la pietraia e l’imbocco del canalone, sulla collina di destra si apre una strettissima valletta rocciosa da dove un piccolissimo affluente, quasi un rigagnolo, arriva fino al torrente Erro.
Con qualche semplice passaggio su roccia, in arrampicata, potete risalirla per incontrare di salto in salto le “marmitte dei giganti” ovvero le tipiche fosse scavate dall’acqua nel corso delle ere.
E’ suggestiva, immacolata, e scoprirete con curiosità che anch’essa ospita pesci, nonostante la quota si elevi rapidamente.
Per la giornata di oggi, ci siamo organizzati alla pietraia (quella dove c’è il “deposito” di legna) e ci siamo preparati un pranzetto “cinese” che in realtà erano un po’ di tagliarin nostrani bolliti con un dado. Ma le bacchette di rigore!
Poi, ci siamo messi a giocare un po’ agli “alpinisti”
Siamo tornati indietro nel bosco per un altro piccolo gioco che con i bambini è divertente: farsi l’amaca anche se non si ha un’amaca. Che poi in realtà è molto semplice.
Basta che abbiate un telo (una coperta, un poncho) e un po’ di corda. Noi abbiamo usato un'incerata e della corda per stendere i panni.
Non servono legature o cose strane, l’amaca sta su da sola, il trucco è come ripiegate il telo tra le corde.
Vi serve: un telo e un po’ di corda, tipo da stendere i panni.
Poi cercate due rami per terra, se non sono della misura giusta potete romperli o con le ginocchia o se di diametro troppo spesso facendo leva tra due tronchi.
Un semplice nodo parlato (ma anche senza nodo, bastano anche un paio di giri di corda intorno ai rami se non sapete farlo) e unite i due rami tra loro iniziando a creare la struttura che reggerà l’amaca. In pratica una sorta di rettangolo con i rami a far da lati corti e la stessa corda a fare i lati lunghi.
Se vi avanza un po’ di corda la potete far passare poi sopra in alto a reggere quello che sarà il “tetto”, ma se non vi avanza vi fate un’amaca scoperta, non cambia niente.
Non serve coltello, e non servono nemmeno nodi, la stessa corda che passate intorno agli alberi e che dovrà sostenere tutto il peso potete “fissarla” semplicemente avvolgendola un po’ intorno agli stessi e facendo passare l’estremità della corda sotto i giri che avete dato. Quando andrà in tensione sarà sufficiente il peso ad evitare che si “sciolga”.
Poi prendete il telo e semplicemente ci avvolgete le due corde, avendo cura di fare una specie di “S” orizzontale. Non serve assolutamente altro, il vostro stesso peso terrà su il telo (l’attrito è una gran cosa), non dovrete legare il telo alle corde di sostegno della struttura.
Se vi avanza del telo potete passarlo sopra la corda che avete messo in alto a fare una sorta di “capanna”. E’ più divertente.
E poi… buon riposo per la goduria di piccini e… grandi
Se per caso ci fosse un po’ di vento potete appesantire il lembo che fa da “capanna” con dei pesi, pietre, un ramo. E’ concepito per non essere fissato al suolo e permettervi di entrare comodamente, vi sdraiate, tirare giù il lato del tetto con bastone/pietre incluse, e starà al suo posto anche se ci fosse un po’ di vento.
Che altro dire. Se vi recherete mai in quei luoghi, trattateli bene, è una cortesia che vi chiedo. Se volete accendere il fuoco per cucinarvi qualcosa fatelo dai pietroni giù al torrente, e dopo fate sparire le vostre tracce, basta l’acqua del torrente stesso, e portate via i rifiuti. E’ un luogo a cui tengo.
E poi… divertitevi voi e i vostri bambini
Alla prossima