L'idea del mio amico è che le forme di vita molto semplici, quasi "incoscienti", si possono mangiare, sennò anche un cespo di lattuga è una forma di vita, per non parlare dei poveri lieviti ecc.
Il suo confine era "avere occhi" nel senso quindi di avere una vita cosciente nella quale in qualche modo, molto alla lontana, identificarsi.
Io sono molto lontano da questo genere di scrupoli (i ragni-lupo hanno grandi occhi e sono mostri comunque
) ma è chiaro che per lui il bisogno era di "tirare una linea". Ho fatto male a dire "vegano" forse il termine che lo descrive meglio è "vegetariano etico" cioè uno che non mangia carne per rifiutare la "crudeltà" ad essa connessa.
Il vegano non mangia neanche uova e non beve neanche latte, come giustamente rilevate.
(per quanto mi riguarda, sono intollerante/allergico a praticamente tutti gli invertebrati tranne qualche cefalopode e qualche crostaceo, oltre che a tantissimi tipi di frutta e funghi... )
Con breve fuoritema ti consiglio la lettura di questo libro:
Dott. Alessandro Targhetta (sic)
Intolleranze alimentari
Le recenti scoperte e la soluzione definitiva
Edizioni Il Punto d'Incontro
ISBN 978-88-8093-551-3
€9,90
Se mi contatti e se ti va ti spiego per telefono la mia esperienza col problema, ora risolto proprio mettendo in pratica le semplici cure suggerite in questo libro.