Credo che il numero di Lupi italiani sia molto modesto. Ovviamente tutti discenderanno da genitori comuni; per conservare la razza penso si debba ricorrere, per forza di cose, ad accoppiamenti tra esemplari più o meno imparentati e quindi si avrà un modesto rimescolamento genetico.
Mi spiego meglio:
in natura vige la legge della selezione naturale; sopravvivono a carestie, malattie, combattimenti e quant'altro, solo gli animali fisicamente più efficenti. Gli animali più deboli, o con difetti funzionali (pensiamo, estremizzando, ad un aquila miope) sono destinati a perire. Quindi gli accoppiamenti avverranno prevalentemente tra esemplari con maggior capacità di resistere alle avversità.
Consideriamo ora due popolazioni distinte, una in grado di avere contatti con altri conspecifici, l'altra invece completamente isolata.
E' chiaro che la prima potrà confidare su un patrimonio genetico maggiore potendo in essa confluire esemplari che hanno "storie" anche molto diverse e che quindi hanno sviluppato adattamenti e resistenze (in particolare alle malattie) molto diversificati.
Nella seconda popolazione le resistenze e gli adattamenti sviluppati saranno più o meno sempre gli stessi per tutti gli individui - in questo caso basta un agente esterno anche modesto (pensiamo ad un virus) a mettere in serio pericolo l'esistenza di tutto il gruppo. In più in questo caso è molto più facile il trascinarsi di caratteri ereditari negativi che alla lunga si insedieranno in maniera sistematica nella popolazione.
Comunque l'esempio più ecclatante è rappresentato dal Carlino, una razza in cui ci si è spinti talmente avanti nella selezione artificiale, che da solo non sarebbe in grado di sopravvivere per due giorni di fila :?