Il lupo: può diventare un pericolo per gli escursionisti?

si si mi torna che sia la UE
poi a livello nazionale dovrà essere recepita
Mi suona strano poiché se è la comunità europea a definirlo vorrebbe dire che dovrebbe essere virtualmente uguale per tutti i territori della stessa, le speci "particolarmente" protette non possono essere cacciate, l'orso è una di esse, però in slovenia, che è parte della comunità europea, la caccia all'orso può avvenire anche se con numero totale definito.

...... non che cambi molto, alla fine.

Ciao :si:, Gianluca
 
belli questi tentativi di flame :)
:roll:

mi piacerebbe capire da dove, nell'articolo, hai desunto che i cani fossero alla catena.....

si tratta di cani prevalentemente di cacciatori o di escursionisti in passeggiata nel bosco
Ciao Joe te lo spiego. Scusa ma non so il significato di flame.
Innanzitutto l'articolo era fazioso e sponsorizzato da una categoria . Alla fine del racconto dice che i "cani da caccia, da guardia e domestici(bastava quest'ultima), sono in pericolo Lupo.
I cani da guardia ho dedotto che fossero alla catena, perché chi ha il recinto li lascia sciolti. I cani da caccia, perché ho amici cacciatori a cui capita di perdere il cane e recuperarlo nei giorni seguenti. Il cane "domestico", perché quando vado in un bosco col cane lo tengo al guinzaglio causa il suo istinto a inseguire un qualsiasi selvatico, ancor peggio se è zona di LUPI. Pensavo che l'esempio della Bistecca bastasse a dire che il responsabile è l'incuria o l'ignoranza del suo padrone. Se vuoi bene al tuo cane ci stai attento è inutile che dopo vieni a rompere i coglioni e volere cambiare le regole. Nicola.
 
I cani da guardiania sono quei cani
nell'ATC di Ferriere negli ull'uktimo anno e mezzo, se non sbaglio, ci sono stati dai 60 ai 70 casi.........
Intendi cani da caccia o guardiania attaccati da lupi "mentre erano al lavoro"?
Io sto nell'appennino piacentino, lupi ne sento tanti e ho visto anche resti delle loro predazioni (però mai visti lupi con certezza) ma numeri del genere sarebbero preoccupanti.
 
Mi suona strano poiché se è la comunità europea a definirlo vorrebbe dire che dovrebbe essere virtualmente uguale per tutti i territori della stessa,
non è automatico,
ogni stato deve recepire le direttive UE e renderle legge nazionale.

Ce ne sono a pacchi di .."dimenticanze" dei vari stati,
noi siamo sempre tra i primi a recepire tutto ciò che ci inchiappetta.
 
non è automatico,
ogni stato deve recepire le direttive UE e renderle legge nazionale
Dipende, se è un regolamento o una direttiva europea; il primo non necessita di essere recepito ma è automaticamente applicato ai singoli stati, la seconda dev'essere recepita e se siamo nella seconda ipotesi, di fatto è facoltà dei singoli adeguarsi o come/quando adeguarsi, il che equivale, in pratica, a non essere più una decisione europea.

Nel nostro caso specifico parliamo di una legge del 1992, oltre trent'anni fa, dubito che la slovenia non abbia una analoga legge, non per altro, ipotizzo, per eventuali sovvenzioni europee che potrebbero interessare, appunto, le speci "particolarmente protette".

Inoltre, sempre immagino, che certi "status" di protezione sia anche in funzione dei numeri di capi di una determinata specie in una nazione, in Italia si parla, ad esempio, di qualche centinaia di orsi, in romania non meno di ottomila ed in slovenia si supera il migliaio, parallelamente per i lupi l'Italia dovrebbe essere quella con più capi, all'interno della comunità europea, con circa 3.300 capi, a seguire la romania con circa 2.500/3.000 capi.

..... comunque, che sia imposto da Roma o da Bruxelles, ai fini pratici, cambia poco AMMP / IMHO.

Ciao :si:, Gianluca
 
numeri del genere sarebbero preoccupanti.
Se così non fosse non ci sarebbe stata la petizione verso la C.E.
Mettersi contro i vari progetti wolfs è polticamente dannoso, quindi chi può e vuole muoversi sono solo le forze antagoniste, che in fondo segnalano un problema volutamente ignorato o sottostimato.
 
Intendi cani da caccia o guardiania attaccati da lupi "mentre erano al lavoro"?
Io sto nell'appennino piacentino, lupi ne sento tanti e ho visto anche resti delle loro predazioni (però mai visti lupi con certezza) ma numeri del genere sarebbero preoccupanti.
Io so di cani da caccia e cani alla catena,
invece cani da guardiania no, anzi ho sentito di allevatori nella zona di Ferriere che si sono attrezzati con adeguati cane e recinzioni per la notte che non hanno avuto mai problemi.

Però il problema sta esplodendo, e molto rapidamente,
solo in 2 anni le cose sono cambiate di parecchio.

Il numero dei lupi alimentati da notevoli disponibilità di prede è aumentato in modo esponenziale,
adesso si registra un calo significativo di caprioli in diverse zone.

Ciò a mio avviso significa che l'attività di predazione sta sovrastando la capacità riproduttiva
delle prede,
in un territorio totalmente selvaggio questo porterebbe nel tempo ad un equilibrio .... ma il nostro non è un territorio selvaggio.

Avendo a disposizione meno prede selvatiche i lupi presseranno sempre di più gli allevamenti e gli animali domestici,
a questo si aggiunge l'impreparazione di gran parte degli allevatori e umani in generale
a difendere e difendersi dai predatori
così il risultato è catastrofico.

Ad oggi il branco più grande di cui ho notizia è di 7 lupi ma in breve tempo
si potrà arrivare a branchi da 15 o 20 e oltre
a quel punto anche il normale timore verso gli umani andrà a svanire
e allora si che diventeranno un pericolo per gli escursionisti.

Io oggi quando riesco a vedere un lupo ne sono contento
ma temo che presto possano diventare un grave problema e sarebbe meglio cominciare a pensare come agire.
 
Tremate! :p
DSC_1556.JPG
 
Certo il problema c'è,
Però non mi piacciono questi articoli che tacciono su un aspetto cruciale,
cioè,
parla di tanti incidenti automobilistici conseguenze anche gravi ma
del fatto che quando manca la visibilità a bordo strada e soprattutto di notte
è doveroso moderare la velocità, non ne fa cenno, come se fosse dovere dei selvatici studiare il codice della strada.

é vero che anche così non si eliminano tutti gli incidenti ma si possono ridurre di molto.
 
ho letto l'articolo,
non condivido alcuni passaggi, li riporto e poi spiego le mie motivazioni:

Non inseguirlo​

Nel momento in cui un esemplare si sia allontanato, evitiamo di farci prendere dalla voglia di seguirlo per scattare magari qualche foto memorabile.

Non disturbare il lupo che mangia​

Se capita di assistere a una scena di predazione, è bene restare a distanza e non interferire. Anche se magari si simpatizza per la vittima. Sono infatti due i casi in cui il lupo può manifestare aggressività verso l’uomo: se ritenga che i cuccioli siano in pericolo o che qualcuno voglia sottrargli il cibo.

Stare lontani dalle tane con cuccioli​

Il punto precedente si ricollega a questa seconda possibilità: imbattersi in una tana di lupo in cui siano presenti cuccioli. La regola è sempre di allontanarsi con discrezione e cautela.

Evitiamo di ululare!​

Quante volte ci siamo divertiti a ululare? Beh, evitiamo di farlo in montagna. Si tratta di fatto del richiamo utilizzato dai lupi, la conseguenza è attirarne inevitabilmente l’attenzione.

le mie motivazioni:
ritengo che se uno viene sbranato per aver fatto quanto sopra non è una tragedia ma semplice selezione naturale, quindi non li classificherei come "cose da non fare",
è come scrivere "quando vedi un dirupo ricordati di non lanciarti", se uno è stupido è giusto che la natura faccia il suo corso! :biggrin:
 
ho letto l'articolo,
non condivido alcuni passaggi, li riporto e poi spiego le mie motivazioni:

Non inseguirlo​

Nel momento in cui un esemplare si sia allontanato, evitiamo di farci prendere dalla voglia di seguirlo per scattare magari qualche foto memorabile.

Non disturbare il lupo che mangia​

Se capita di assistere a una scena di predazione, è bene restare a distanza e non interferire. Anche se magari si simpatizza per la vittima. Sono infatti due i casi in cui il lupo può manifestare aggressività verso l’uomo: se ritenga che i cuccioli siano in pericolo o che qualcuno voglia sottrargli il cibo.

Stare lontani dalle tane con cuccioli​

Il punto precedente si ricollega a questa seconda possibilità: imbattersi in una tana di lupo in cui siano presenti cuccioli. La regola è sempre di allontanarsi con discrezione e cautela.

Evitiamo di ululare!​

Quante volte ci siamo divertiti a ululare? Beh, evitiamo di farlo in montagna. Si tratta di fatto del richiamo utilizzato dai lupi, la conseguenza è attirarne inevitabilmente l’attenzione.

le mie motivazioni:
ritengo che se uno viene sbranato per aver fatto quanto sopra non è una tragedia ma semplice selezione naturale, quindi non li classificherei come "cose da non fare",
è come scrivere "quando vedi un dirupo ricordati di non lanciarti", se uno è stupido è giusto che la natura faccia il suo corso! :biggrin:
Sono d'accordo, ho riportato un articolo trovato nel web...
 
https://www.facebook.com/daviderufi...qp8zFXff3f8QCF2f9Vm9kPCkWMU7kGg7ZxUAM9WMAGzYl

Siamo a Cortina d’Ampezzo (Belluno).
Quello che vedete è un soggetto che - come tantissimi altri - palesa (non per colpa sua) lacune gravi ed evidenti in materia di educazione, rispetto e approccio alla fauna selvatica. A destra molti analfabeti funzionali irrecuperabili continuano a vedere “Bambi”, io invece vedo semplicemente un bell’esemplare di cervo (Cervus elaphus), per la precisione un maschio adulto, potenzialmente la specie di mammifero di gran lunga più pericolosa dei nostri boschi. Roba che i tanto demonizzati lupi, in confronto, sono dei carlini vestiti a festa.
Eh sì, perché forse sarebbe ora di ficcarcelo nella zucca: il cervo è una bestia particolarmente pericolosa. Un maschio adulto può raggiungere e superare i 200 kg, può contare su una muscolatura possente ed esplosiva (ma li avete mai visti nei documentari due cervi fronteggiarsi e incrociare i palchi, diobono???) e su palchi enormi, ramificati, appuntiti e imponenti. Aggiungiamoci pure che è una specie-preda, di conseguenza in genere piuttosto nervosetto, imprevedibile e talvolta irascibile, soprattutto quando gli parte l’ormone.
Se in un certo momento nella testa del cervo scattasse non-sappiamo-cosa e decidesse che trovarsi in mezzo a una calca di umani non fosse proprio la sua situazione ideale, diverse persone sarebbero in pericolo di vita. E così Isaia (questo il nome che gli hanno dato, ma sorvoliamo), da dolce personaggio delle fiabe, diventerebbe in un attimo una specie di bulldozer, un evisceratore seriale di umani a caccia di selfie.
Ma anche senza dover per forza diventare un pericolo per le persone, questo cervo corre gravissimi pericoli per sé stesso. E qui non mi sembra il caso di stare a elencare una per una tutte le ragioni per le quali un selvatico non può e non deve essere foraggiato/nutrito/avvicinato dagli esseri umani alla spasmodica e maniacale caccia di un “contatto” con l’animaletto del bosco. Non è un comportamento “carino”, ma una condotta da stigmatizzare senza pietà. Abbiamo già scritto fiumi di parole e continueremo a scriverne, io e tutti i miei colleghi. Ma a questo punto, per farci capire, forse dovremmo cominciare a scrivere in ostrogoto.
Un animale selvatico assuefatto all’uomo, confidente con l’uomo, che associa il cibo all’umano e che si abitua a frequentare l’uomo in cerca di “snack facili” è un ANIMALE MORTO CHE CAMMINA. Perché prima o poi, in un modo o nell’altro, al 99% ci lascia la ghirba per diverse ragioni che ho scritto e scriverò alla nausea.
Alcuni mesi fa fu la volta del cervo “Bambotto” (solo nominare questo appellativo mi fa venire l’orchite), fucilato, guardacaso anche lui abituato ad aggirarsi “amichevolmente” in paese, diventato star di foto, video, selfie, articoletti intrisi di melassa. Praticamente un personaggio pubblico, che la stampa aveva trasformato nel protagonista di un cartone animato. Alla sua uccisione si è giustamente sollevata l’indignazione popolare, con tanto di gogna mediatica nei confronti di chi aveva sparato. Comprensibile sebbene esagerata, ingiustificabile e fuori da ogni buon senso. Ma in pochi hanno osato puntualizzare che la colpa era anche di chi ha “apparecchiato” la tavola abituando quel cervo a cibo e carezzine: queste situazioni vanno prevenute. E prevenzione significa capire, comprendere, informarsi, ascoltare gli esperti del settore a mente aperta anziché rifiutarsi e rinchiudersi nei soliti rassicuranti bias cognitivi - la “comfort zone” del mondo naturale visto come fiaba. Guardacaso, la storia del cervo “Bambotto” ha avuto luogo non troppo distante da dove adesso si aggira questo “nuovo” cervo.
Della serie “errare è umano, ma perseverare è bello”. La lezione non si impara mai. Ma cosa deve succedere?
Questa visione bucolica ed edulcorata del mondo naturale nuoce in primis proprio agli animali che molti dicono di amare. Rispettiamo i cervi per quello che sono: non bambini, né cagnolini o gattini, bensì animali selvatici potenzialmente pericolosi che meritano rispetto, e in questo caso rispetto vuol dire distanza di sicurezza e soprattutto smetterla con questa assurda fantasia/pretesa/convinzione che i selvatici abbiano “bisogno” del nostro aiuto e/o intervento.
È bello sentirsi “salvatori” di una vita, vero? La consapevolezza che qualcuno/qualcosa dipende da noi. Ma se quella vita, della nostra intromissione, facesse volentieri a meno?
Mi appello provocatoriamente alla stampa-spazzatura che il convento passa in questo misero paese, non degno di ospitare siffatto patrimonio naturale: smettetela di scrivere questi articoli ridicoli, forieri solo di danni e malintesi nei confronti del mondo naturale. La gente non ha evidentemente gli strumenti per capire che scrivete solo pattume, e sono convinto che molti “organi di stampa” lo facciano non solo per ignoranza ma anche al solo bieco scopo di accattivarsi lettori e di generare utenza, clic, pubblico. Con buona pace della informazione vera, ormai morta e sepolta. Ma se a scrivere di fauna selvatica, ambiente e natura fossero naturalisti, zoologi, biologi? Chiedo troppo?
Mi appello anche a tutti i lettori, anche a voi che leggete in questo momento: i mezzi di “informazione” non sono chiaramente in grado di offrirvi una visione vera, reale, obiettiva e costruttiva del mondo naturale. Vi raccontano le favolette. Allora vi sprono a munirvi voi stessi, per conto vostro, degli strumenti per filtrare tutta la spazzatura che cercano continuamente di propinarvi.
La natura - quella vera e non quella dei mini pony - ve ne sarà grata.
 
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