“Mentre mi destreggio con l’ultima difficoltà, mi accorgo di due strani lumini nel bosco, una ventina di metri più in alto. Ci deve essere altra gente: strano! Fischietto un motivetto per farmi scorgere. Ma i lumini aumentano: cinque, otto, dieci, dodici… Sono occhi, fosforescenti nel buio della notte.
Cinghiali? No, non ne ho scorto alcuna traccia e poi quelli hanno gli occhi laterali e scappano subito, invece questi mi fissano.
Mi si gela il sangue nelle vene: è un branco di lupi. Inforco la torcia e mi scapicollo fra i rovi, incurante dei graffi e anche di una poderosa tibiata su un tronco. È vero che i lupi non attaccato l’uomo, ma da solo di notte nel bosco, nel loro territorio… non voglio fermami a chiederglielo. Il gps cerca di guidarmi sulla giusta rotta, ma la macchia è fitta e incappo più volte in intrichi di rami e di spini. Gli occhi restano fermi, due paia me li trovo più vicini, per buona misura ringhio e ruggisco (cosa che già mi ha salvato in altre occasioni). Un quarto d’ora e sono di nuovo sul sentiero che percorro di volata in un buio compatto”.
Siccome forse non tutti l'hanno letto, ho riportato un estratto di quanto capitatomi alle pendici del Gran Sasso. Il proprietario di un agriturismo di Castelli cui l’ho raccontato non ha manifestato alcuna meraviglia.
Interventi molto interessanti. Mi sembra di capire che siamo tutti d’accordo che rebus sic stantibus il rischio sia basso, ma appunto mi chiedevo se questo rimarrà tale anche con la crescita e la strutturazione dei branchi.
Questa faccenda che statisticamente il lupo non attacca l’uomo mi sembra quella della storiella del pollo di Trilussa:
Sai ched'è la statistica? È na' cosa
che serve pe fà un conto in generale
de la gente che nasce, che sta male,
che more, che va in carcere e che spósa.
…
Me spiego: da li conti che se fanno
seconno le statistiche d'adesso
risurta che te tocca un pollo all'anno:
e, se nun entra nelle spese tue,
t'entra ne la statistica lo stesso
perch'è c'è un antro che ne magna due.
Ora, non vorrei fare la fine del pollo di Trilussa. Ho sempre considerato sicuro dormire a cielo aperto sopra i 2.000 metri di quota, ma non vorrei trovarmi con un lupo che mi fiuta la gola.
Quando anni fa girai per l’Alaska in tenda (per un periodo anche da solo) sapevo di dover stare attento ai grizzly e prendevo le opportune precauzioni durante il cammino e durante i campi. Sarà necessario farlo anche qui?
La scacciacani è troppo pesante. Io ho appunto i petardi che si accendono come un fiammifero, ma per uno che scoppia cinque fanno cilecca. Vedrei meglio una piccola bomboletta che producesse rumore attaccata allo spallaccio.
Comunque, forse un indicazione del grado di pericolo può darcela il numero dei avvistamenti che ognuno di noi fa in ogni zona. Io il primo lupo l’ho visto fugacemente nel Parco della Majella dopo vent’anni che andavo per monti, il secondo due anni dopo in un territorio limitrofo, il terzo a seguire sul Velino e poi lo scorso anno sul Gran Sasso in branco.
In allegato la foto scattata da un'amica sui Monti della Duchessa.