La questione della convivenza con animali selvatici 'potenzialmente' pericolosi la vedo come una necessità razionale di equilibrio fra la sicurezza degli umani e i loro diritti all'incolumità, e gli altrettanti sacrosanti diritti della fauna selvatica a vivere nel loro ambiente e seguire la propria natura predatoria. In sintesi:
- Finché gli orsi (e i lupi) si limitano a fare il loro mestiere, cioè braccare, oltre alla fauna selvatica, anche capi allevati, esistono risarcimenti agli allevatori (che devono essere rapidamente erogati) e fondi per attrezzature di dissuasione. Non si deve assolutamente mettere a rischio la libertà e la selvaticità dei predatori per qualche capo braccato.
- Se un singolo orso (o, un domani, un branco di lupi o un solo esemplare) si mostra invece immotivatamente e ferocemente aggressivo verso gli umani e le loro abitazioni, fermo restando la totale assenza di atteggiamenti provocatori da parte 'nostra', allora occorre agire per tutelare pastori, famiglie residenti, escursionisti o chiunque debba o voglia frequentare luoghi naturali. Ma, anche in questo caso, la soppressione del carnivoro aggressivo deve restare comunque la extrema ratio, perché si tratta di un dramma e una sconfitta tragica per l'ecosistema.
Occorre considerare, senza preconcetti ideologici da una parte o dall'altra, che animali - e uomini - non sono tutti uguali: chi scrive ha avuto 5 cani, tutti di razze docili e tenuti con cura e amore, ma uno di questi era comunque immotivatamente nervoso e aggressivo, anche se solo verso gli altri cani. Così come, fra noi uomini, esistono purtroppo stupratori, sequestratori, sociopatici aggressivi e mafiosi irrecuperabili, e il carcere dev'essere la loro giusta destinazione.