un bosco maturo è caratterizzato da piante imponenti, che sono ormai arrivate nella fase finale della crescita, il terreno sottostante risulta pulito da sottobosco, il che penalizza la biodiversità, le poche specie stabili sono quelle che si sono adattate alla vita legata al bosco maturo. infatti in questi ambienti l'abbondanza di risorse trofiche è limitata al momento in cui sugli alberi maturano i frutti, imponendo una visitazione stagionale da parte delle specie erranti (fenomeno di migrazione trofica). questi alberi ormai anziani perdono la resistenza dei tronchi, e di tanto in tanto ne cade qualcuno sotto il peso delle interperie. questi tronchi, senza più vita, offrono allora sostentamento a quelle specie che si nutrono di muffe e legno marcio, ecco che il tronco viene invaso da migliaia di specie appartenenti alla microfauna; ditteri, coleotteri, imenotteri atteri, ognuno cerca di ricavarsi la propria nicchia ecologica. coleotteri rodilegno, dalla potente mascella in grado di scavare tunel nel legno, e alcune falene anch'esse xilofaghe, depongono le uova all'interno del tronco. le loro larve xilofaghe si nutrono degli strati linfatici dell'albero. vengono spesso parassitate da alcune specie di icneumonidi, le quali perforano il legno con il loro lungo ovodepositore fino a conficcarlo nelle larve e deponendo al loro interno delle uova. a schiusa effettuata le larve parassite si nutriranno dell'ospite, fino a ragiungere la maturità.
di tanto in tanto il tronco marcescente viene visitato da picchi, i quali dapprima sondano il legno picchiettando sul tronco fino a trovare i punti dove si trovano le larve, e una volta trovate cominciano a martellare il tronco fino a scavare un foro che gli permetta di estrarre la larva.
sotto il tronco trovano riparo dal sole e dai predatori rettili, anfibi e alcuni insetti e lumache, purtroppo questa cosa l'hanno imparata anche i grossi cinghiali alloctoni, i quali grazie alle loro notevoli dimensioni e alla forza riescono a rovecsiare il tronco e divorare gli animali rimasti allo scoperto. inoltre spesso i cinghiali prendono a morsi i margini del tronco per scovare larve al suo interno.
tutto questo causa una lenta erosione del tronco che nel giro di pochi anni svanirà completamente.
all' inizio dell'estate successiva il tronco viene circondato da rampicanti alimentate dai raggi solari che filtrano dal varco nella volta alborea lasciato proprio dal tronco stesso. le radici penetreranno nel tronco stesso per ricavarne nutrimento; è ricominciato il ciclo vegetazionale.
l'umidità trattenuta nel tronco dalle foglie dei rampicanti ne fa un ottimo terreno fertile per piante, muffe e funghi. la rosalia alpina, uno degli animali che vivono esclusivamente in faggeta e che non lascerà mai il bosco maturo, trova giovamento da questa condizione, il legno reso morbido dall'umidità è un ottimo terreno di deposizione. inoltre le foglie dei rampicanti nascondono il tronco dai picchi i quali andranno a scavare nei pochi punti rimasti esposti. su queste foglie si arrampicano chiocce per bere gocce di umidità. volpi e uccelli le andranno a cacciare. defecando nei pressi del tronco daranno vita al processo di rigenerazione, espellendo semi di bacche dalle quali nascerà un cespuglio che isolerà il terreno dalle escursioni termiche giornaliere permettendo ai semi arborei di sopravvivere ai violenti cali di temperatura, e salvando la pianta che ne nascerà dall'attacco di eventuali erbivori.
a breve il tronco marcio si esaurirà sotto la pressione dei parassiti animali, vegetali e fungini, e sotto l'attacco degli agenti atmosferici. al suo posto crescerà il nuovo albero, ed il ciclo si ripeterà finchè esisterà quel bosco maturo.
di tanto in tanto il tronco marcescente viene visitato da picchi, i quali dapprima sondano il legno picchiettando sul tronco fino a trovare i punti dove si trovano le larve, e una volta trovate cominciano a martellare il tronco fino a scavare un foro che gli permetta di estrarre la larva.
sotto il tronco trovano riparo dal sole e dai predatori rettili, anfibi e alcuni insetti e lumache, purtroppo questa cosa l'hanno imparata anche i grossi cinghiali alloctoni, i quali grazie alle loro notevoli dimensioni e alla forza riescono a rovecsiare il tronco e divorare gli animali rimasti allo scoperto. inoltre spesso i cinghiali prendono a morsi i margini del tronco per scovare larve al suo interno.
tutto questo causa una lenta erosione del tronco che nel giro di pochi anni svanirà completamente.
all' inizio dell'estate successiva il tronco viene circondato da rampicanti alimentate dai raggi solari che filtrano dal varco nella volta alborea lasciato proprio dal tronco stesso. le radici penetreranno nel tronco stesso per ricavarne nutrimento; è ricominciato il ciclo vegetazionale.
l'umidità trattenuta nel tronco dalle foglie dei rampicanti ne fa un ottimo terreno fertile per piante, muffe e funghi. la rosalia alpina, uno degli animali che vivono esclusivamente in faggeta e che non lascerà mai il bosco maturo, trova giovamento da questa condizione, il legno reso morbido dall'umidità è un ottimo terreno di deposizione. inoltre le foglie dei rampicanti nascondono il tronco dai picchi i quali andranno a scavare nei pochi punti rimasti esposti. su queste foglie si arrampicano chiocce per bere gocce di umidità. volpi e uccelli le andranno a cacciare. defecando nei pressi del tronco daranno vita al processo di rigenerazione, espellendo semi di bacche dalle quali nascerà un cespuglio che isolerà il terreno dalle escursioni termiche giornaliere permettendo ai semi arborei di sopravvivere ai violenti cali di temperatura, e salvando la pianta che ne nascerà dall'attacco di eventuali erbivori.
a breve il tronco marcio si esaurirà sotto la pressione dei parassiti animali, vegetali e fungini, e sotto l'attacco degli agenti atmosferici. al suo posto crescerà il nuovo albero, ed il ciclo si ripeterà finchè esisterà quel bosco maturo.