il minimo indispensabile

Le "equazioni" le fai in base al tipo di uscita..
Se vado a 3000m so che come imprevisto posso trovare: freddo, vento, pioggia, e di conseguenza nello zaino metterò un guscio decente ed un mid layer caldo e leggero (pile o primaloft).
Se vado nel bosco a praticare un po' di bushcraft so che come imprevisto posso trovare: pioggia a secchiate e/o ritardi temporali che mi possono far passare la notte fuori, quindi metto un poncho/tarp e qualche matassa di cordino in più..

Quando sono via coi lupetti penso sempre al bimbo che si dimentica il poncho e magari sta cominciando a far brutto tempo, quindi nello zaino metto un paio di poncho (ponchi?) in più oppure porto dietro 2l di acqua in più (c'è sempre il genitore furbo che non mette la borraccia nello zaino al figlio), quindi finisco per portarmi dietro un Decathlon e mezzo (xD)..
Domani ad esempio vado a fare un giro per le zone di langhirano con degli amici, so che come imprevisto posso trovare un sentiero poco segnato/inesistente che ci porta via un sacco di tempo e allora mi porto una porzione di cous cous in più per una eventuale cena e la softshell helikon piuttosto che il guscio vero e proprio perché tiene un po' più caldo se si dovesse star fuori fino a sera..

Più o meno ragiono così :)
 
Ognuno di noi ha elaborato, grazie alle esperienze maturate negli anni, ciò di cui ha veramente bisogno nello zaino e come vestiario.
Quando feci la mia prima uscita (bosco), mi portai dietro la Decathlon con tutti i commessi. Già alla terza uscita lo zaino era molto più leggero e anche col vestiario avevo "maturato" più esperienza.
Sabato sono uscito per un paio d'ore nel bosco per raggiungere una piccola vetta di 1100 metri. Sono partito solo col kit di sopravvivenza (è un organizer della maxpedition dove dall'interno ce il kit sopravvivenza, pronto soccorso e edc, lo porto con me anche a lavoro) e un litro d'acqua senza zaino. Ovviamente ero ospite proprio li vicino ai monti sicani.
Ho imparato a valutare bene ciò che mi può servire o il superfluo.
Ovvio che se vado a fare bushcraft mi organizzo con delle cose in più come l'accetta, segaccio, coltello da campo e altro. Ciò che per me è superfluo, per te è indispensabile e viceversa.
 
Alla fine ognuno ha una sua base a cui aggiungere o togliere roba a seconda delle necessità..
Il senso del 3d secondo me è solo quello di condividere la propria esperienza, senza arrivare ad una soluzione "universale", visto che di soluzioni universali non ne esistono, perché per me il problema x è un problema, per gli altri invece è una belinata e loro pensano al problema y che per me è una belinata :)
logicamente ognuno può prendere spunto dagli altri e fare domande (più che legittime visto che si parla di opinioni)..

Negli anni ho sempre cercato di tenere al minimo indispensabile quello che porto sul groppone, a volte ha funzionato, a volte mi son trovato nella cacca perché mi serviva x e guarda caso l'ho lasciato a casa di proposito perché sono abelinato (scemo per i foresti), ricordo un campo scout (a 14 anni) in cui ho deliberatamente lasciato a casa gli anfibi e la giacca, perché volevo fare il figo e dai, che me ne faccio degli scarponi, sono scomodi e non riesco a giocare a pallone..
Beh, in quel campo abbiamo avuto a che fare con 40cm di neve, ed io, povero coglione, avevo solo le scarpe da ginnastica xD ed un maglione in lana, quando son tornato sono stato a letto 3 giorni con la febbre a 40, da lì scarponi e giacca costantemente nello zaino o addosso (c'è da dire che da quel campo in poi non ho mai più sofferto il freddo in alcun modo, anche adesso giro da marzo a novembre in pantaloni corti)..

Questo per dire che ognuno trova il suo "minimo indispensabile" con l'esperienza..

Ogni tanto guardo quello che portano gli amici e mi chiedo: belin, ma come mai ti porti dietro sta roba inutile mentre potresti portare dietro x e y?
Poi ci ragiono e mi dico: perché tizio sa che la roba inutile gli può salvare le chiappe se gli dovesse capitare un imprevisto, o semplicemente per la sua esperienza x e y non servono a nulla :)

just my .02$
 
bisognerebbe fare finta di parlare con una persona che in montagna non c'è mai stata e alla quale occorre suggerire i primissimi materiali partendo da zero.

- in quest'ottica la cosa più importante che accomuna tutte le discipline è il vestiario, sia che si faccia una passeggiata sul lungo mare come in alta montagna al neofita si proporrebbe quello come minimo indispensabile, incominciando dalle calzature.
- il passo successivo è il "contenitore" delle varie cose che vogliamo portarci dietro, ovvero lo zaino, senza di esso qualsiasi nostra avventura non si potrebbe fare.
- la terza cosa in ordine di importanza direi che è l'acqua, quindi è necessaria una borraccia, sia essa in plastica che in alluminio fa lo stesso.
- come quarta è la protezione dagli agenti atmosferici, qui rientra la classica giacca, i guanti e l'impermeabile, ma anche un buon cappello da sole e la relativa crema solare.
- la quinta cosa che faccio rientrare è la pianificazione dell'uscita, questa la si porta dietro "mentalmente" perchè la si prepara a casa tramite mappe, relazioni, tracce, ecc...; è importante che si sappia dove andare e cosa ci attende, se no facciamo la fine di coloro che troviamo sui ghiacciai a 4000 metri in scarpe da ginnastica.
- la sesta cosa è la comunicazione, tralasciando un attimo le mille pratiche di sopravvivenza e i relativi bivacchi in caso di vera necessità quello che ci occorre è la comunicazione nostra (o di altre persone), sia essa con un cellulare che con un fischietto; naturalmente lasciare detto dove si va è la base della nostra sicurezza.
- la settima e ultima cosa in ordine di importanza è il cibo, da una barretta energetica a una braciolata con chili di carne va bene tutto, l'importante è avere qualcosa da masticare lungo il percorso o durante una pausa.

ecco, questo per quello che mi riguarda è il minimo di indispensabile che accomuna tutte le discipline che faccio in natura, poi come dicevo prima entrano in gioco materiali specifici a seconda dell'attività
 
Acciarino, un buon coltello, cordino sono 3 cose che vanno sempre portate con se,fanno la differenza e vi possono tirare fuori da situazioni spiacevoli :servono per accendere il fuoco, fuoco utile per cuocere cibo, bollire acqua per poterla bere, scaldarsi, asciugare i vostri vestiti nel caso siano bagnati, illuminare di notte e tener alla larga animali più o meno pericolosi.. il coltello per cacciare, usato per difendervi, per tagliare... insomma si può continuare ancora, sono oggetti che fanno veramente la differenza e quindi teneteli sempre nel vostro zaino!
 
Da ragazzo avevo uno zaino dell'Invicta, da 65 litri, pieno di attrezzi (coltello pesante, accetta, sega, binocolo, bussola da geologo, tanica, corda). I miei amici avevano invece quello di tela a righe, sempre Invicta, destrutturato e..., vuoto.
Non c'era dentro nulla, giuro.
Dopo 2 o 300 metri di dislivello, io ero letteralmente in ginocchio, mentre loro zompettavano quà e là fischiettando, tipo cerbiatti dei cartoni animati (li avrei abbattuti tra risa isteriche).
Progressivamente, negli anni, iniziai a ridurre il peso.
Parlo di escursioni comuni, in giornata, anche se lunghe e in zone magari impervie.
Sottoscrivo pienamente la lista di Kima, anche se rimpiango la possibilità di fare della carpenteria nomade (ma tanto è ormai socialmente sconveniente...).

Oltre al vestiario (che prevede oscillazioni di temperatura), al cibo e all'acqua, mi porto qualcosa per l'orientamento e di piccola utilità.
Se conosco l'itinerario mi porto solo la carta, se non lo conosco aggiungo bussola e portamappa, in cui sono riposti righello, goniometro, carta e penna.
Mi è servito solo un paio di volte, ma mi fido di più di altri sistemi.
Il kit "notte fuori", che sviluppai perché un amico era talmente in rotta con la fidanzata da farmi arrivare alla macchina sempre con un paio ore di marcia brancolanti nel buio, è costituito da uno straccio avvoltolato e tenuto in forma con un cordino, con dentro: fiammiferi, tavoletta di combustibile solido, acciarino, coperta isotermica, coltellino da innesto o roncola pieghevole, spago.
Ci aggiungo, in inverno, due pile frontali (una volta l'unica che avevo mi cadde da un cengia, all'imbrunire, mentre la estraevo dallo zaino, e l'amico che era con me non l'aveva portata per risparmiare peso...) cariche.
In tasca ho un coltellino, perché trovo disdicevole vedere in vetta amici che aprono le buste di bresaola confezionata con i denti, e se mangio in rifugio almeno taglia... e ho iniziato a trovare comodo un bicchiere leggero, per bere dalle fontane/sorgenti.

Geniale il riferimento di Henry al kit dei nonni: coltello, fazzoletto, spago, fiammiferi. Ci sono vecchie signore in giro per l'appennino che l'hanno come dotazione standard, nella borsa.
 
Si potrebbe anche fare il ragionamento inverso e partire immaginando cosa di "prevedibilmente imprevisto" potrebbe accadere....
Magari considerando un'ipotesi, tipo: un'uscita in giornata, su sentieri segnati, in compagnia di qualcuno o avendo lasciato detto con precisione il percorso.

Cosa può accadere?
Se mi infortuno molto gravemente... non mi serve nulla, perché non sono in grado di utilizzarlo...
Se mi capita un infortunio che mi immobilizza, devo aspettarmi di dover passare la notte fuori e quindi devo essere in grado di ripararmi efficacemente da freddo e pioggia, e magari avere acqua e cibo in più (anche per sopportare il freddo). E un minimo di automedicazione. E anche il modo di segnalare a distanza la mia presenza.
Se mi perdo o ritardo molto, come sopra, con in più la possibilità di muovermi al buio.
Se cammino e basta, devo orientarmi, ripararmi dalla pioggia e dal freddo, mangiare e bere...

Se penso ad un giro come da ipotesi, in un contesto come quello italiano sempre a poche ore di cammino dalla "civiltà", non credo di dovermi organizzare per una sopravvivenza di più giorni.... E quindi non credo di aver necessità di mettere su un campo, procurarmi cibo, ecc.
O mi sbaglio?
 
Ultima modifica:
Molto d'accordo.
Un esempio: al momento vado a camminare in Lombardia (Orobie e Val Chiavenna). Gli unici incidenti sono legati sempre a caduta (da sentieri, creste) o caduta sassi.
Qualche caso di ipotermia, di persone vestite da trail running senza allenamento al trail running.
Il kit, in termini di bivacco-sopravvivenza-approvvigionamento, in questi casi mi sarebbe poco utile.
In Appennino è già diverso. Ci si perde più facilmente, copertura del cellulare minore, e meno gente in giro.

Ma non critico assolutamente chi se lo porta, anzi cerco di vedere se c'è qualche idea che posso prendere.
L'unica volta che ho fatto un giro in Svezia mi sono perso (o meglio non capivo dove fossi) e avrei tanto, tanto voluto avere con me il materiale opportuno per emergenze. Alla fine ritrovai il sentiero giusto prima di notte, ma un tizio, amico di amici, in analoga situazione in Finlandia rimase incastrato nel bosco fino all'alba. Freddo, pioggia, zanzare, senza voce dalle urla, escoriazioni provocate dalla vegetazione e vesciche da ritirata di Russia, perché vagò disperato e imprecante per ore, fino a trovare una strada che lo portò in un villaggio, a metà del giorno dopo.
 
Perdersi...
Leggevo qualche tempo fa il report annuale del soccorso alpino.
Su circa 7000 interventi all'anno circa il 12% sono unicamente causati da perdita dell'orientamento. Si parla di circa 800 interventi (non persone, interventi...) all'anno nei quali viene recuperata gente assolutamente incolume, ma che non sa più da che parte andare....
E questo in Italia, dove se vai "sempre dritto" in qualche ora arrivi da qualche parte...
 
Bisogna avere sempre presente che in montagna il tempo cambia repentinamente, pertanto Il mio kit base per qualsiasi escursione:
1- felpa.
1-Copertina.
2-Magliette in cotone di ricambio.
1-Spolverino foderato.
2-Impermeabile lungo in plastica di quelli a pacchetto di sigarette.
1-Berretto con visiera.
1-Passa montagne in lana.
1-Pantaloncini di ricambio.
1-Paia di calzettoni di ricambio.
1-Lacci di ricambio per gli scarponi.
1-Mini Kit medicazione, e pomata per il sole, tubetto burro cacao.
1-Coltello a serramanico medio, o coltello da caccia.
1-Cordina da 5 m..
1-Litro d'acqua.
Questo nello zaino da 25 lt.
Secondo poi al tipo di escursione posso aggiungere quello che ritengo mi potrà essere utile, aggiungendolo al corredo base.
Se esco per caccia fotografica, logicamente mi corredo degli accessori adatti, macro fotografia o paesaggistica, oppure semplice escursione.
Io porto anche in vita un marsupio militare a 6 tasche quando faccio caccia fotografica, portare ulteriore peso in vita non si avverte, è irrilevante.

L'imprevisto:
Ero in campeggio alle Alpi di Susi, il 6 di Giugno di alcuni anni fa, programma, escursione in caccia fotografica sull'altopiano, due miei amici mi raggiunsero direttamente il mattino successivo sull'alpe di Susi.
Stupenda, calda e bellissima giornata di sole, lunga e sudata camminata, caccia fotografica fruttuosissima.
Ci fermammo a pranzo in una piccola baita rifugio, e mentre pranzavamo, fuori stava nevicando... si incredibile stava nevicando e, in 20 minuti mise
giù oltre 15 cm. di neve per terra e sui grossi tavoli esterni.
Gli amici purtroppo avevano nello zaino solo il prevedibile... mancava loro l'imprevisto, per loro fortuna io avevo tre spolverini leggeri e due berretti con
visiera, un passa montagna militare e due felpe, tutto servì a dare riparo e sollievo dal forte freddo che calò in un attimo, arrivammo al punto di partenza
dove avevamo lasciato le auto che c'erano già oltre 25 cm. di neve, scendemmo dall'alpe, la temperatura era molto diversa e non nevicava, anzi c'era il sole!
Questo per descrivervi l'imprevedibilità della montagna, come ho scritto meglio portarsi dietro 1 kg. in più di peso... ma sarà sempre 1 kg. in più di sicurezza verso l'imprevedibile!
 
Perdersi...
Leggevo qualche tempo fa il report annuale del soccorso alpino.
Su circa 7000 interventi all'anno circa il 12% sono unicamente causati da perdita dell'orientamento. Si parla di circa 800 interventi (non persone, interventi...) all'anno nei quali viene recuperata gente assolutamente incolume, ma che non sa più da che parte andare....
E questo in Italia, dove se vai "sempre dritto" in qualche ora arrivi da qualche parte...
Non essere troppo sicuro solo,si fa per dire "solo", perché stiamo in Italia!!!Perdersi può avere mille risvolti talvolta anche drammatici, dipende sempre,non quanto tempo rimani perso,ma in quali situazioni ti trovi come le condizioni meteo,se sei ferito, in quale territorio ti trovi boschi in alta montagna,e altre infinite possibilità!! Quindi a conti fatti il primo grosso e grave sbaglio è proprio quello di essere sicuri!!!!
 
Certamente. 800 interventi all'anno dimostrano esattamente che non si è affatto sicuri. E questo nonostante che il nostro territorio non sia il più difficile da questo punto di vista.
È questo quello che volevo dire.
 
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