Alpinismo Il mio Monviso (3841)

Dati
Data: Agosto 2017
Regione e provincia: Piemonte - Cuneo
Località di partenza: Castello di Pontechianale
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza:14 ore
Chilometri: 22
Grado di difficoltà: PD-
Descrizione delle difficoltà: Problemi di alta quota, arrampicata
Periodo consigliato: agosto-settembre
Segnaletica: paline e segni gialli
Dislivello in salita: 2350
Quota massima: 3841
Accesso stradale: Risalire la Valle Varaita, dir Colle dell'Agnello fino a Castello

Descrizione:
Cari amici, "Ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti" per dirla con Wanda Rutkiewicz. Il mio Everest, (e credo sia anche l'Everst di tutti gli alpinisti nord-occidentali) è stato raggiunto e si chiama Monte Viso.
Sentimenti davvero inspiegabili quelli provati quando si incomincia a vedere la croce di vetta.
Montagna unica per il suo isolamento, desiderata da sempre e ormai da tre anni rinviata.
Soddisfazione immensa quando ho potuto mettere i miei scarponi sopra di essa.
Niente attorno, solo cielo, nuvole e ancora cielo, Tutto attorno monti da tremila metri che sembrano collinette.
La scalata è stata dura per l'impegno fisico, mentale e tecnico.
A 3500 mt ho incominciato a soffrire di disturbi riconducibili al "male d'altezza" e non vi dico la mia preoccupazione per non riuscire nella mia grande avventura. Fortunatamente è scemato piano piano e ai 3650 non ho avuto più alcun dubbio sulla ruiscita.
In cima la commozione ha preso il sopravvento e la mia felicità è stata enorme.

E dopo aver visto la montagna da molte delle gite fatte sulle alpi, inizia l'avventura subito dura nello scomodo vallone dell Forciolline tutti grossi sassi ripidissimo, faticosissimo fino al Bivacco Boarelli presso i fantastici laghi delle Forciolline
 

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grande Piervi!!
il monviso è fantastico e tutti questi anni passati ad ammirarlo da tante cime non ha fatto altro che rendere ancora più emozionante la salita e la conquista della croce.
gran bella montagna
:)
 
E poi dopo aver occupato la branda e pranzato decidiamo di farci una passeggiata verso il Bivacco Andreotti aggiungendo così 400 mt di dislivello.
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e vediamo il passo delle Segnette da dove arrivano gli alpinisti che hanno soggiornato al Rifugio Quintino Sella
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Ed ecco l'impressionante parete che saliremo il mattino seguente
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e ridiscendiamo per passare la notte
Alle 20ancora col sole alto tutti in branda perchè il mattino dopo la sveglia sarà per le 3,30
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e dopo aver camminato al buio quasi fino al bivacco Andreotti, iniziano gli ultimi 600 mt di dura e continua scalata.
Questa è la cengia orizzontale
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Bel diedro di III° liscio che si vince grazie alla spaccatura. Questo, assieme ad un altro sono i passaggi più difficili della scalata
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... e il Piervi che litiga col secondo diedrino
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In colonna
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E dopo due ore di attenzione e concentrazione massima, la grande gioia scoppia nel cuore
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Panorami senza aggettivi. Tutte quelle creste sono sui 3000 metri.
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"Ebbi il mondo steso sotto i miei goffi scarponi e vidi il sole sorvolare rosso l'orizzonte dopo il buio inverno antartico". (Edmund Hillary)
Felicità assoluta!!!!
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e dolorosamente inizia la discesa.
Ancora massima concentrazione. Ancora due ore di assoluta fermezza di piede. Quando arriverò all'Andreotti avrò il cervello che fuma. Più stanco di testa che di gambe
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.... e laggiù l'ex ghiacciaio Sella dove termina la disarampicata: così vicino, così lontano
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Il Piervi litiga anche con la scomoda cengia
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chi studia non sa
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E si cammina verso il bivacco dove recuperiamo i nostri stracci è pranzeremo.
Cosa importante salire leggerissimi: due litri d'acqua, pile, antipioggia, barrette. Solo questo nello zaino
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E poi ancora tre ore di dura discesa per giungere nella civiltà
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Credo che rimmarrà nella mente per tutta la vita questa esperienza
prosit!!
 

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Dati
Data: Agosto 2017
Regione e provincia: Piemonte - Cuneo
Località di partenza: Castello di Pontechianale
Località di arrivo: idem
Tempo di percorrenza:14 ore
Chilometri: 22
Grado di difficoltà: PD-
Descrizione delle difficoltà: Problemi di alta quota, arrampicata
Periodo consigliato: agosto-settembre
Segnaletica: paline e segni gialli
Dislivello in salita: 2350
Quota massima: 3841
Accesso stradale: Risalire la Valle Varaita, dir Colle dell'Agnello fino a Castello

Descrizione:
Cari amici, "Ognuno di noi, da qualche parte ha il suo Everest da scalare, qualunque nome esso porti" per dirla con Wanda Rutkiewicz. Il mio Everest, (e credo sia anche l'Everst di tutti gli alpinisti nord-occidentali) è stato raggiunto e si chiama Monte Viso.
Sentimenti davvero inspiegabili quelli provati quando si incomincia a vedere la croce di vetta.
Montagna unica per il suo isolamento, desiderata da sempre e ormai da tre anni rinviata.
Soddisfazione immensa quando ho potuto mettere i miei scarponi sopra di essa.
Niente attorno, solo cielo, nuvole e ancora cielo, Tutto attorno monti da tremila metri che sembrano collinette.
La scalata è stata dura per l'impegno fisico, mentale e tecnico.
A 3500 mt ho incominciato a soffrire di disturbi riconducibili al "male d'altezza" e non vi dico la mia preoccupazione per non riuscire nella mia grande avventura. Fortunatamente è scemato piano piano e ai 3650 non ho avuto più alcun dubbio sulla ruiscita.
In cima la commozione ha preso il sopravvento e la mia felicità è stata enorme.

E dopo aver visto la montagna da molte delle gite fatte sulle alpi, inizia l'avventura subito dura nello scomodo vallone dell Forciolline tutti grossi sassi ripidissimo, faticosissimo fino al Bivacco Boarelli presso i fantastici laghi delle Forciolline
Dopo che raggiungi questi obiettivi non sei più lo stesso uomo
 
Immenso Piervi. Sei un punto di riferimento per tutti noi, per tenacia e volontà.
Dalle tue parole si capisce perfettamente l'emozione che hai provato nel calpestare la vetta di questa mitica montagna. Immagino con che orgoglio, quando vedrai il Monviso dal basso, ripenserai a questi momenti e questo orgoglio ti accompagnerà per tutta la tua lunga vita.
Ciò che mi spaventa di più di questa montagna è la caduta di sassi dall'alto che si percepisce bene anche dalle foto, hai avuto problemi in questo senso?
Avete avuto la necessità di legarvi o sei andato sempre in libera?
 
Alcune considerazioni.
Esattamente, @pollinofantastico , dopo un'avventura del genere non puoi più essere la stessa persona. Sono cose che ti cambiano la vita prima e dopo la scalata. Mi ritrovo ancora oggi a piangere di gioia ripensando a quella ascesa.
"tenacia e volontà" dice chiaramente Sandro: (@mezcal ) verissimo.
Questa salita è questione di allenamento fisico e sopratutto ci vuole la "testa".
Io ho pianificato tutto. Con "tenacia" appunto, ho perso 10 kg di peso corporeo, mi sono allenato con gite superiori ai 25 km ho salito numerosi over 3000, ritrovandomi con una stupenda forma fisica e ho pensato: ora o mai più.
Non volevo trovarmi lassù ed essere piegato in due dalla fatica come ho visto nell'incedere di ragazzi molto più giovani di noi che facevano una pena enorme a scavalcare il passo delle Segnette ed in questo caso la salita più bella della vita, si trasforma in una "via crucis" rovinandoti i ricordi belli.
Mi sono ritrovato alla fine della disarampicata con la mente che fumava. Prestare attenzione e concentrazione massima ad ogni passo per circa 4 ore. Saggiare le prese una ad una, guardare dove si mettono i piedi ti stanca enormemente, molto più stanco di testa che di fisico. Inutile dire che una sola disattenzione può essere fatale.
Ed è importante, nel limite del possibile, essere anche veloci quindi zaino leggero e confidenza estrema con la roccia ripida..
Avete avuto la necessità di legarvi o sei andato sempre in libera?
No. Anche se avevamo un cordino da 30 mt nello zaino non l'abbiamo neanche tirato fuori. L'allenamento a II e III gradi aiuta anche in questo. Come si vede dalle foto, qui i II gradi si sprecano e poi ci sono 2 diedri di III uno dei quali particolarmente liscio con una grossa fessura che si usa. Le mani vanno infilate anch'esse nella stessa fessura ed essere in grado di dare la spinta verso l'esterno del corpo. Qui e da altre parti comunque è presente un anello per la discesa in doppia. Si tratta di 6/7 mt max.
Ciò che mi spaventa di più di questa montagna è la caduta di sassi dall'alto che si percepisce bene anche dalle foto, hai avuto problemi in questo senso?
Ecco. si dice che il Monviso scarica. Secondo me però la colpa più grossa e della gran quantità di gente che sale anzichè la montagna in se (almeno in questa stagione)
Le grandi quantità di corde che strusciano per terra, sopratutto sono deleterie. Gente che non sa tenersele in mano.
A noi le pietre sono passate veramente vicino. Fortuna ha voluto che stessimo ancora disarampicando le rocce laterali al canale dove esse sono scese. Sarà stato un caso ma i due ragazzi francesi scendevano in conserva e al bivacco Andreotti, avviliti e molto umilmente ci hanno chiesto scusa che noi abbiamo accettato senza far loro eccessivamente pesare la distrazione; dopo tutto è andata bene.
Grande Piervi !!! Belle foto e bel racconto ...
Grandissimo Giulio ti ringrazio veramente tanto come ringrazio @kima e @Phantom per i complimenti che hanno per me un sapore particolare dato che sono fatti da chi ha già fatto questa esperienza indimenticabile.
Anche il @Gaijin dovrebbe essere su di la, ci siamo contattati nei giorni precedenti per un'eventuale salita assieme ma non simo riusciti a far combinare i giorni liberi: davvero un grosso peccato!!
E ringrazio anche @andreal , @Nico80 , @carabosse ,@lodiga e @Viandante. Tutti fantastici
 
Questa salita è questione di allenamento fisico e sopratutto ci vuole la "testa".
Io ho pianificato tutto. Con "tenacia" appunto, ho perso 10 kg di peso corporeo, mi sono allenato con gite superiori ai 25 km ho salito numerosi over 3000, ritrovandomi con una stupenda forma fisica e ho pensato: ora o mai più.


esattamente come ho fatto io l'anno scorso, sono dimagrito un bel pò e mi sono allenato su dislivelli e distanze ragguardevoli, oltre che fare arrampicata base; in questa maniera sono salito divertendomi dal primo all'ultimo passo, rimanendo concentrato e arrampicando da manuale.
ricordo che quando alla croce principale abbiamo deciso di salire anche l'altra (tra l'altro, c'è ancora neve tra le due?) sono partito di corsa tanto avevo ancora energie da spendere; e tutta la discesa è passata senza il minimo patema.
quindi confermo ciò che hai scritto, è una montagna da salire preparati tecnicamente e fisicamente, senza la bramosia di conquistare solo un trofeo ma soprattutto la voglia di gustarsi al meglio una bellissima salita
 
Complimenti Piervi :si:,
comprendo benissimo il tuo stato d'animo, raggiungere una cima a lungo inseguita :woot:

Ecco. si dice che il Monviso scarica. Secondo me però la colpa più grossa e della gran quantità di gente che sale anziché la montagna in se (almeno in questa stagione)
Esatto per il versante della normale il 99% delle scariche è dovuto a chi sta sopra, per cui casco obbligatorio e attenzione massima, anche a non scaricare su quelli sotto.
 
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