@MonteBianco anche a me da fastidio l'impiego diffuso ed indiscriminato di termini stranieri quando esistono i perfetti corrispettivi italiani, spesso anche più precisi.
L'Italiano è una lingua magnifica, quindi bisognerebbe abituarsi ad usarlo bene, non a maltrattarlo.
I prestiti linguistici sono sempre esistiti però: persino il latino antico aveva tanti termini mutuati dal greco.
A volte viene usata la parola straniera (latina, inglese o quel che si vuole) divenuta di uso generalizzato nel mondo, perchè impiegando quella si richiama immediatamente l'intera specifica realtà che sta dietro la parola. Più spesso però l'impiego di termini presi da altre lingue è fatto con l'intenzione, conscia o inconscia, di far apparire molto più aulico, colto o attraente quello che si vuole dire.
Aggiungiamo che noi Italiani siamo alquanto esterofili ed esibizionisti, quindi accusiamo di più il colpo.
Ci sono però dei settori nei quali l'impiego dell'inglese è diventato pressochè inevitabile: penso in particolare all'informatica ed all'elettronica, ma anche a quello della musica e delle telecomunicazioni (intese come strumenti tecnici ed elettronici per gestire e trasmettere).
Tuttavia, in linea di massima, i prestiti da altre lingue derivano quasi sempre da mode e, in quanto tali, sono influenzate dal momento: ci sono state epoche dove era forte l'influenza dal francese, altre dal tedesco... Dagli anni 20 però oramai va forte l'inglese. Anche l'utilizzo di lingue antiche (pensiamo al latino o al greco) ha i suoi estimatori, eppure anche in questo caso c'è quasi sempre il termine corrispettivo italiano.
Per parte mia, dove possibile cerco di usare comunque sempre l'Italiano.
L'Italiano è una lingua magnifica, quindi bisognerebbe abituarsi ad usarlo bene, non a maltrattarlo.
I prestiti linguistici sono sempre esistiti però: persino il latino antico aveva tanti termini mutuati dal greco.
A volte viene usata la parola straniera (latina, inglese o quel che si vuole) divenuta di uso generalizzato nel mondo, perchè impiegando quella si richiama immediatamente l'intera specifica realtà che sta dietro la parola. Più spesso però l'impiego di termini presi da altre lingue è fatto con l'intenzione, conscia o inconscia, di far apparire molto più aulico, colto o attraente quello che si vuole dire.
Aggiungiamo che noi Italiani siamo alquanto esterofili ed esibizionisti, quindi accusiamo di più il colpo.
Ci sono però dei settori nei quali l'impiego dell'inglese è diventato pressochè inevitabile: penso in particolare all'informatica ed all'elettronica, ma anche a quello della musica e delle telecomunicazioni (intese come strumenti tecnici ed elettronici per gestire e trasmettere).
Tuttavia, in linea di massima, i prestiti da altre lingue derivano quasi sempre da mode e, in quanto tali, sono influenzate dal momento: ci sono state epoche dove era forte l'influenza dal francese, altre dal tedesco... Dagli anni 20 però oramai va forte l'inglese. Anche l'utilizzo di lingue antiche (pensiamo al latino o al greco) ha i suoi estimatori, eppure anche in questo caso c'è quasi sempre il termine corrispettivo italiano.
Per parte mia, dove possibile cerco di usare comunque sempre l'Italiano.