Pile questo conosciuto/sconosciuto.
Per un inglese fleece.
Certo tutti ne possiedono almeno un paio, anche se manco vanno in montagna, o semplicemente li usano per lavorare e fare un po' di movimento outdoor col freddo.
Il pile è un capo versatile, e si va da quelli a buon mercato per casa lavoro, a quelli più curati da usare "urban" in alternativa al maglione, fino a quelli più tecnici, o perlomeno studiati per un uso attivo outdoor.
Nato nel lontano 1979 in caso Maaden Mills, il primo vero pile era brevettato polartec, garanzia di qualità, e aveva una capacità termica simile a quella della lana con alcuni vantaggi non trascurabili.
Inoltre era proposto in 3(anche 4) varianti:
Micropile sotto i 100 gr/M2, grande traspirabilita e rapidità di asciugatura, utilizzabile anche come intimo nel freddo, per jogging quando ghiaccia, per stare al caldo sotto le.coperte a gennaio, senza il prurito della vecchia lana.
Se di qualità soffice e comodo come il cotone, caldo come flanella...
Polartec 100 simile al microfleece, più versatile, come capo caldo ma economico di mezza. stagione, per scendere dai monti in autunno
Polartec 200 caldo anche in inverno, grande versatilità di utilizzo, fa un po' bene tutto ma non eccelle in niente, ci vai in montagna e poi direttamente al pub (americaneggiamo un po')
Polartec 300 molto caldo, per temperature sottozero, troppo poco traspirante per uso attivo, capo da casa lavoro nel cuore dell' inverno. Pesante come un maglione d altri tempi, quando si scaldava solo una stanza con la legna..
Certo è durevole, si lava facilmente, non serve e non bisogna stirarlo, non si appesantisce se bagnato e asciuga MOLTO prima della lana, proprietà utilissima per uso outdoor, ma tiene davvero caldo anche se bagnato? Cioè asciuga prima e basta, o davvero anche se bombo intrappola sufficiente aria calda da tenere caldo comunque?
Permeabile all' aria e più vulnerabile della lana, vulnerabilità estrema al calore ferro da stiro, ma anche fuochi, bronze Di sigaretta, ecc
non proprio tutto è oro quel che luccica, forse un maglione fatto bene in certi frangenti è ancora meglio del sintetico pile?
I capi più pesanti traspirano meno, però sono anche meno permeabili al vento..
E poi nel 2019 il pile classico, senza fronzoli, è ancora il midlayer ideale? Con copie di buona (o mediocre o pessima fattura, senti l'odore di petrolio in un bazar gestito da negozianti cinesi...) o esistono capi che ormai, pur essendo pile, sono talmente "avanti", da fare passare il polartec classic per il maglione della nonna?
E cos'è un pile ? Un tessuto o un filato ? Sicuro è sintetico, niente pecore da tosa, poliestere...plastica insomma.
Ormai, seguendo gli sviluppi del Polartec, il capostipite, unico ma non inimitabile, a livello tecnico il 100 è stato sostituito dal Power grid,
il 200 dal Thermal Pro, il 300 da
HiLoft. Ma cosa cambia? Traspirano meglio a parità di calore? Il polartec classico è ormai declassato a un uso non attivo?
E le versioni Stretch?
Evoluzione e considerazioni sul re dei midlayer...
Per un inglese fleece.
Certo tutti ne possiedono almeno un paio, anche se manco vanno in montagna, o semplicemente li usano per lavorare e fare un po' di movimento outdoor col freddo.
Il pile è un capo versatile, e si va da quelli a buon mercato per casa lavoro, a quelli più curati da usare "urban" in alternativa al maglione, fino a quelli più tecnici, o perlomeno studiati per un uso attivo outdoor.
Nato nel lontano 1979 in caso Maaden Mills, il primo vero pile era brevettato polartec, garanzia di qualità, e aveva una capacità termica simile a quella della lana con alcuni vantaggi non trascurabili.
Inoltre era proposto in 3(anche 4) varianti:
Micropile sotto i 100 gr/M2, grande traspirabilita e rapidità di asciugatura, utilizzabile anche come intimo nel freddo, per jogging quando ghiaccia, per stare al caldo sotto le.coperte a gennaio, senza il prurito della vecchia lana.
Se di qualità soffice e comodo come il cotone, caldo come flanella...
Polartec 100 simile al microfleece, più versatile, come capo caldo ma economico di mezza. stagione, per scendere dai monti in autunno
Polartec 200 caldo anche in inverno, grande versatilità di utilizzo, fa un po' bene tutto ma non eccelle in niente, ci vai in montagna e poi direttamente al pub (americaneggiamo un po')
Polartec 300 molto caldo, per temperature sottozero, troppo poco traspirante per uso attivo, capo da casa lavoro nel cuore dell' inverno. Pesante come un maglione d altri tempi, quando si scaldava solo una stanza con la legna..
Certo è durevole, si lava facilmente, non serve e non bisogna stirarlo, non si appesantisce se bagnato e asciuga MOLTO prima della lana, proprietà utilissima per uso outdoor, ma tiene davvero caldo anche se bagnato? Cioè asciuga prima e basta, o davvero anche se bombo intrappola sufficiente aria calda da tenere caldo comunque?
Permeabile all' aria e più vulnerabile della lana, vulnerabilità estrema al calore ferro da stiro, ma anche fuochi, bronze Di sigaretta, ecc
non proprio tutto è oro quel che luccica, forse un maglione fatto bene in certi frangenti è ancora meglio del sintetico pile?
I capi più pesanti traspirano meno, però sono anche meno permeabili al vento..
E poi nel 2019 il pile classico, senza fronzoli, è ancora il midlayer ideale? Con copie di buona (o mediocre o pessima fattura, senti l'odore di petrolio in un bazar gestito da negozianti cinesi...) o esistono capi che ormai, pur essendo pile, sono talmente "avanti", da fare passare il polartec classic per il maglione della nonna?
E cos'è un pile ? Un tessuto o un filato ? Sicuro è sintetico, niente pecore da tosa, poliestere...plastica insomma.
Ormai, seguendo gli sviluppi del Polartec, il capostipite, unico ma non inimitabile, a livello tecnico il 100 è stato sostituito dal Power grid,
il 200 dal Thermal Pro, il 300 da
HiLoft. Ma cosa cambia? Traspirano meglio a parità di calore? Il polartec classico è ormai declassato a un uso non attivo?
E le versioni Stretch?
Evoluzione e considerazioni sul re dei midlayer...
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