Il ritorno del lupo sulla Maiella

Nella riserva abruzzese sono stati censiti dodici branchi per un totale di un'ottantina di lupi.
Interessante.
Il fatto che nell'articolo si usi l'espressione "il lupo è tornato" è una enfatizzazione giornalistica, o davvero erano scomparsi tutti gli esemplari dal parco? In altre parole: ora gli esemplari sono un'ottantina, ma "prima" quanti ne erano? Almeno per avere una dimensione del fenomeno.
 
Interessante.
Il fatto che nell'articolo si usi l'espressione "il lupo è tornato" è una enfatizzazione giornalistica, o davvero erano scomparsi tutti gli esemplari dal parco? In altre parole: ora gli esemplari sono un'ottantina, ma "prima" quanti ne erano? Almeno per avere una dimensione del fenomeno.

Dalle montagne abruzzesi il lupo non [ mai del tutto scomparso. In questi anni si [ avuto un gran ripopolamento.
 
Bellissima notizia!

Però, a costo di essere mangiato vivo da voi lupi :D, vorrei spezzare una lancia a favore della paura degli allevatori di un tempo verso questo animale. Voglio solo dire che prima i lupi non erano 80 (molti di più), i capi di bestiame di un allevatore medio non erano 200 (molti di meno... a volte il bisogno familiare) ed i recinti non erano elettrificati (al massimo filo spinato).
Se un lupo o un orso faceva la spesa nel mio ovile o mi ammazzava magari l'asino poteva essere un problema di un certo peso.

Ora i lupi sono 80 ed hanno paura dell'uomo, i capi di bestiame parecchi, i recinti elettrificati, i fucili ancor di più ed è assurdo toccare quelle povere bestie ma un paio di secoli fa o l'inizio del secolo scorso era altra storia (almeno dalle mie parti) ed anche se il lupo veniva enfatizzato come una leggenda del male (si facevano addirittura processioni per i paesi quando ne veniva ucciso uno se non ricordo cavolate) il tutto aveva un fondamento, purché elaborato da menti semplici. La paura del lupo non veniva strettamente dalla favola di Cappuccetto Rosso.

Lungi da me giustificare i massacri di qualche decina di anni fa dove il problema non si poneva ma un tempo lontano la gente doveva saziarsi con poco.

ciao
Gio
 
Beh, finchè non diventano un pericolo per gli esseri umani credo che sia una bella notizia. Nelle mie zone invece sembra che siano ricomparse le tracce dell'orso, e non è una notizia che mi rende particolarmente felice :(

Un orso a passeggio a San Briccio | Prealpi Veronesi

Qui ci son sempre stati e non hanno mai causato problemi. Non preoccuparti, il territorio degli orsi è immenso e un orso di passaggio non crea problemi (generalmente). Ora cmq dovrebbero essere in letargo.
 
Dalle montagne abruzzesi il lupo non [ mai del tutto scomparso. In questi anni si [ avuto un gran ripopolamento.
Quindi diciamo che non sono partiti proprio "da zero".
Era solo per rendermi conto dei progressi, perchè dire semplicemente "80 esemplari censiti" non esprime nulla, dato che l'anno precedente avrebbero potuto essere anche 100, o 50.
 
la sila e l'anello abruzzese "parco nazionale d'abruzzo,majella e gran sasso" sono stati i luoghi in italia dove i lupi sono sopravvissuti allo sterminio dei lupari, negli anni sessanta in tutta italia (in realtà le zone sopracitate) si contavano non più di 150 esemplari, ma il primo vero censimento ufficiale è stato fatto nella seconda metà degli anni 70, confermando approssimativamente la stima del decennio precedente, ma basandosi sopratutto su dichiarazioni deiresidenti, mancando un metodo scientifico dicensimento (niente wolf howling per rintracciare i branchi, niente dna per distinguere feci di lupo da feci di cane), quindi si pensa ch in realtà fosseromolti di più, almeno il doppio e distibuiti in maniera più puntiforme in tutta italia. dal '79, anno in cui il lupo è entrato tra le specie a protezione speciale, il loro numero è aumentato in maniera esponenziale, tanto che le ultime stime parlano di una popolazione nazionale che va dai 1200 ai 1900 esemplari in continua espansione, branchi sono segnalati alle porte di città come roma, bologna, pisa, pistoia, torino, parma, padova, genova, ecc. a roma ci sono lupi sui tiburtini, sui lucretili, ai pratoni del vivaro (due branchi fissi), lupi in dispersione dai monti della tolfa sono stati seguiti fino a testa di lepre, alcuni avvistamenti non confermati parlano di esemplari in dispersione nel parco di decima-malafede. moti pensano che dai censimenti emergano dati sulle popolazioni molto più ottimistici di quanto venga poi dichiarato per non far perdere al lupo lo status di specie a rischio, con conseguenza di minori finanziamenti per la tutela e quindi minori misure per prevenire il bracconaggio (controlli, rimborsi ecc.).
 
moti pensano che dai censimenti emergano dati sulle popolazioni molto più ottimistici di quanto venga poi dichiarato per non far perdere al lupo lo status di specie a rischio, con conseguenza di minori finanziamenti per la tutela e quindi minori misure per prevenire il bracconaggio (controlli, rimborsi ecc.).
Che situazione paradossale: se restassero in pochi esemplari, sarebbero comunque protetti, ma saranno, per l'appunto, pochi. Se invece aumentassero, perderebbero la "protezione", e il loro numero potrebbe diminuire.
Suppongo che fare una legge ad hoc che li dichiari "specie protetta" a prescindere dal numero sia abbastanza irrealizzabile...
 
Il fatto è che, come tutti gli animali selvatici, se crescono troppo (in numero) diventano pericolosi per gli allevamenti. Penso che sia per questo che non si faccia una legge per proteggerli a prescindere.

@ Zulo
Un giorno mi ci devi portare a vederne qualcuno.
 
Il fatto è che, come tutti gli animali selvatici, se crescono troppo (in numero) diventano pericolosi per gli allevamenti. Penso che sia per questo che non si faccia una legge per proteggerli a prescindere.
Facciamo allora un paragone con i cinghiali: non sono specie protetta, sono inseriti nella lista delle specie cacciabili, per la stagione 2009/2010 era previsto l'abbattimento di 10.000 esemplari (che sarà stato sicuramente effettuato), eppure le sovvenzioni e i rimborsi agli agricoltori sono stati comunque ingenti. Essendo il lupo il naturale "antagonista" del cinghiale, non è difficile ipotizzare che, all'aumentare del numero dei lupi, possa in qualche modo diminuire quello dei cinghiali. Di conseguenza, parte dei fondi destinati a ripristinare i danni provocati dai cinghiali (che dovrebbero, teoricamente, diminuire) potrebbero essere impiegati per ripristinare quelli fatti dai lupi.
Certo, dirla così è facile... :)
 
Il discorso non fa una piega. Non so però se il danno provocato da un lupo che si mangia due pecore sia paragonabile economicamente ai danni di un cinghiale in un campo di patate. Potrebbe essere difficile quantificare le due cose.

Poi c'è anche il fatto che a differenza dei cinghiali che si trovano quasi ovunque i lupi si trovano quasi esclusivamente nei parchi dove ad esempio ci sono le bestie al pascolo ma non c'è l'agricoltura e nemmeno la caccia. Quindi il lupo potrebbe arrecare danno agli allevamenti mentre il cinghiale, anche se in sovrannumero, non potrebbe far danno all'agricoltura in quanto assente. In questo caso sarebbe difficile, se non impossibile, gestire i fondi per i rimborsi.

Poi non so, non sono informato in materia e i miei sono solo ragionamenti.
 
purtroppo temo che allo stato attuale quello del cinghiale sia un problema impossibile da arginare, e quindi si fa buon viso a cattivo gioco, poi c'è da ricordare che il cinghiale è una risorsa per cacciatori e ristratori, che hanno la loro voce in capitolo nel circuito della salvaguardia a suon di euro, mentre il lupo è un elemento scomodo per loro. un numero maggiore di lupi farebbe scendere a valle i cinghiali (stà succedendo sui monti lucretili dentro e spatutto fuori del parco), con grande ira di cacciatori, che non possono sparare vicino i centri urbani o le abitazioni rurali dove si ammassano i cinghiali in fuga dai lupi, e di coltivatori che vedono invasi i loro campi dai cinghiali, così lo stato, comeforma secondaria salvaguardia del lupo, risarcisce i danni causati dai cinghiali impedendo che i contadini, consci del fatto che morto un cinghiale questo viene sostituito da altri 10, vadano a eliminare il problema alla radice, eliminando i lupi.
 
Il fatto è che, come tutti gli animali selvatici, se crescono troppo (in numero) diventano pericolosi per gli allevamenti. Penso che sia per questo che non si faccia una legge per proteggerli a prescindere.

In molte regioni italiane (abruzzo, lazio, calabria etc..) gli animali sbranati dai lupi vengono rimborsati dalla regione. Il problema è che spesso non si tratta di lupi ma di cani selvatici e in quei casi non è previsto rimborso. Altre regioni, come la toscana ad esempio, non prevedono rimborsi e pertanto all'allevatore non resta che abbattere il lupo usando, purtroppo, anche bocconi avvelenati che uccidono anche altri animali compresi i cani di cacciatori e tartufai.

@ Zulo
Un giorno mi ci devi portare a vederne qualcuno.

Mi aggrego volentieri anche io, anche se ne ho visti talvolta nel pnalm.

Facciamo allora un paragone con i cinghiali: non sono specie protetta, sono inseriti nella lista delle specie cacciabili, per la stagione 2009/2010 era previsto l'abbattimento di 10.000 esemplari (che sarà stato sicuramente effettuato), eppure le sovvenzioni e i rimborsi agli agricoltori sono stati comunque ingenti. Essendo il lupo il naturale "antagonista" del cinghiale, non è difficile ipotizzare che, all'aumentare del numero dei lupi, possa in qualche modo diminuire quello dei cinghiali. Di conseguenza, parte dei fondi destinati a ripristinare i danni provocati dai cinghiali (che dovrebbero, teoricamente, diminuire) potrebbero essere impiegati per ripristinare quelli fatti dai lupi.
Certo, dirla così è facile... :)

A differenza dei Lupi però i cinghiali vengono introdotti o reintrodotti dalle associazioni di cacciatori ed essendo, a differenza dei lupi, più prodighi nella riproduzione molto spesso sfugge il controllo numerico creando una sproporzione in natura tra preda e predatore.
 
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