Escursione Il sentiero delle cascate

Parchi del Trentino-Alto Adige
  1. Parco Naturale Adamello Brenta
Data: 1° Maggio 2012
Regione e provincia: Trentino
Località di partenza: Ponte Verde
Località di arrivo: Ponte Maria
Tempo di percorrenza: 4 ore
Chilometri: 4,5 più il ritorno
Grado di difficoltà: Facile
Descrizione delle difficoltà:
Periodo consigliato:
Segnaletica: Buona

Accesso stradale: Dopo Pinzolo nella val Rendena, sulla strada che porta a Madonna di Campiglio, a sinistra per la val di Genova.

La Val di Genova di origine glaciale è percorsa dal torrente Sarca di Genova, uno dei tre rami che, affluendo a Pinzolo formano il fiume Sarca, si insinua per circa 17 km. tra il massiccio dell'Adamello a sud e la Presanella a nord.
E' una delle poche se non l'unica valle con le acque "libere" senza nessuna costrizione o sbarramento, le numerose cascate sono continue senza rubinetti che ne condizionino la loro portata.
Anche le costruzioni e gli insediamenti umani sono minimi, nel periodo estivo l'accesso con le auto è regolamentato.
Noi abbiamo percorso sono un tratto di circa 4,5/5 km., tratto dal ponte Verde al ponte Maria, l'abbiamo percorso sotto la pioggia, solo al ritorno, che abbiamo effettuato lungo la strada, ha smesso di piovere.

Alcune foto:
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Il sentiero segue la destra orografica del torrente

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è bel tenuto e nei tratti più umidi e per attraversare i numerosi rigagnoli che scendono dalla montagna ci sono ponticelli in legno

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Il sentiero attraversa tratti di foresta rigogliosa con scenari da fiaba

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numerosi gli affluenti laterali che la pioggia ha ingrossato, il rumore è assordante e la potenza dell'acqua è impressionante

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nonostante il disagio della pioggia il percorso è di una bellezza unica, siamo gli unici a percorrerlo, solo al ritorno lungo la strada abbiamo incontrato persone e una piccola folla, come sempre, alle cascate del Nardis,

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in tutto circa 4 ore con calma compreso una breve sosta al rifugio Acquabona per un caffè.
Ci siamo ripromessi di rifare la valle d'inverno con la neve, sarà più dura in quanto la strada sicuramente sarà chiusa e bisognerà partire dall'inizio valle, ma siamo certi che ne varrà la pena.
 
Ultima modifica di un moderatore:
Posti esattamente come questo mi riportano indietro di un bel po' di anni avendo scandito non so quante estati della mia adolescenza.

Rivederle oggi è stata una bellissima sorpresa. E' un tutt'uno guardarle e riascoltare (mentalmente) proprio quel rumore assordante di cui parli.

A guardare la virulenza di quegli scrosci sembra quasi che chiedano "fateci largo!" animati da una pompa idrovora gigantesca che spinge furiosamente dall'alto in basso e dal centro ai lati; l'esatta antitesi del procedere sonnolento, composto, compassato, geometrico dei nostri grandi fiumi imborghesiti nei tratti urbani con argini altissimi e ponti a farne cartoline per turisti.
Quei torrenti sembrano esprimere visivamente un'insofferenza all'ordine costituito, l'esuberanza e la ribelle spregiudicatezza giovanile, l'incessante e martellante rumore prodotto è come la musica heavy metal oppure un rap contrapposta ai "notturni" chopiniani grondanti malinconia evocati dai fiumi di cui sopra.

Eppure ciò che mi ha sempre affascinato di quegli ambienti è proprio l'apparenza del disordine, dissimulato in modo magistrale dalla Natura. In realtà tutto scorre dentro argini invisibili che coniugano in modo miracoloso il concetto di "ordine" e quello di "libertà": ogni schizzo, ogni acuto del rumore, ogni irregolarità di percorso, ogni rigonfiamento volumetrico, ogni rivolo ribelle e sbarazzino, ogni intorbidimento e ogni trasparenza...tutto ha una sua logica, tutto ha una sua complementarità.

Poche cose sono più meravigliose che trovarsi lì un posto dove "accucciarsi" per godersi lo spettacolo, lasciarsi pure intridere dall'umidità (che per pensare all'artrosi c'è sempre tempo), annusare quel fantastico aerosol prodotto dal torrente e odoroso delle resine degli alberi, e star lì, senza neppure pensare se non fantasticare sulla provenienza e sul destino di quell'acqua....
Le sensazioni sono le più diverse, ma tutte difficilmente riscontrabili altrove: quell'acqua dà proprio l'idea dell'inesauribilità di una risorsa, e guardarla fa sentire - per lo sprazzo di un attimo - come meteore di fronte all'eternità.

Ciao.
 
Posti esattamente come questo mi riportano indietro di un bel po' di anni avendo scandito non so quante estati della mia adolescenza.

Rivederle oggi è stata una bellissima sorpresa. E' un tutt'uno guardarle e riascoltare (mentalmente) proprio quel rumore assordante di cui parli.

A guardare la virulenza di quegli scrosci sembra quasi che chiedano "fateci largo!" animati da una pompa idrovora gigantesca che spinge furiosamente dall'alto in basso e dal centro ai lati; l'esatta antitesi del procedere sonnolento, composto, compassato, geometrico dei nostri grandi fiumi imborghesiti nei tratti urbani con argini altissimi e ponti a farne cartoline per turisti.
Quei torrenti sembrano esprimere visivamente un'insofferenza all'ordine costituito, l'esuberanza e la ribelle spregiudicatezza giovanile, l'incessante e martellante rumore prodotto è come la musica heavy metal oppure un rap contrapposta ai "notturni" chopiniani grondanti malinconia evocati dai fiumi di cui sopra.

Eppure ciò che mi ha sempre affascinato di quegli ambienti è proprio l'apparenza del disordine, dissimulato in modo magistrale dalla Natura. In realtà tutto scorre dentro argini invisibili che coniugano in modo miracoloso il concetto di "ordine" e quello di "libertà": ogni schizzo, ogni acuto del rumore, ogni irregolarità di percorso, ogni rigonfiamento volumetrico, ogni rivolo ribelle e sbarazzino, ogni intorbidimento e ogni trasparenza...tutto ha una sua logica, tutto ha una sua complementarità.

Poche cose sono più meravigliose che trovarsi lì un posto dove "accucciarsi" per godersi lo spettacolo, lasciarsi pure intridere dall'umidità (che per pensare all'artrosi c'è sempre tempo), annusare quel fantastico aerosol prodotto dal torrente e odoroso delle resine degli alberi, e star lì, senza neppure pensare se non fantasticare sulla provenienza e sul destino di quell'acqua....
Le sensazioni sono le più diverse, ma tutte difficilmente riscontrabili altrove: quell'acqua dà proprio l'idea dell'inesauribilità di una risorsa, e guardarla fa sentire - per lo sprazzo di un attimo - come meteore di fronte all'eternità.

Ciao.

La tua dialettica e il tuo modo di scrivere mi lascia senza parole:si:
Scrivi libri?
 
La tua dialettica e il tuo modo di scrivere mi lascia senza parole:si:
Scrivi libri?

No, tranquillo :biggrin:

Su di me questi sono gli effetti delle emozioni, e in questo caso è stato difficile non provarne vedendo "a tradimento" (piacevolissimo tradimento) un posto che sembrava, quasi spiccicato, un altro dove m'ero trovato a 18 anni, per la precisione in Val di Scalve, la montagna povera lombarda (limitrofa zona Presolana)...:D

Anche se emozionarsi col passato non è in genere un buon segno, quindi cerco di guardare avanti e vorrei proprio recuperare dal vivo le sensazioni di quegli ambienti...:D
 
:)

ehhhhhhhh, il Trentino è sempre il Trentino :lol:

conosco più la parte est, ma anche questa zona deve essere molto bella, nonostante il maltempo, belle foto e sicuramente molte sensazioni :lol: :lol:
 
Bei posti per belle foto. Pensa che io ci son stato nell'87.
Quì si discute tra poncho e giacca a vento per la pioggia e ho notato il classico ombrello. Peserà e non tecnologico ma quello tipico dei pastori ti ripara pure per la notte. :biggrin:
 
Bei posti per belle foto. Pensa che io ci son stato nell'87.
Quì si discute tra poncho e giacca a vento per la pioggia e ho notato il classico ombrello. Peserà e non tecnologico ma quello tipico dei pastori ti ripara pure per la notte. :biggrin:

Beh! La giacca a vento per la pioggia l'avevamo, l'ombrello comunque lo portiamo sempre, e se non c'è vento è proprio utile.
 
Per chi fosse interessato, il sentiero continua per altri 7 km. circa arrivando a malga Bedole con vicino l'omonimo rifugio, qui in pratica la valle finisce, qualche anno fa dal Bedole siamo saliti fino al rif. Mandrone, altra gita super con panorami mozzafiato e vista sul ghiacciaio. Non ricordo se ho già postato questa gita devo controllare e casomai provvedere:biggrin:.
 
Bei posti! E tanti ricordi.
Io nella contigua Val Rendena passai due estati consecutive, da giugno a settembre, a fare rilievi per la mia tesi di laurea. Essendo studente non mi potevo permettere alberghi o B&B, quindi feci due estati consecutive in tenda.
In Val Rendena - per inciso - piove inesorabilmente ogni giorno.
 
stupende foto che insieme alle tue parole ci fanno immaginare di essere lì...il Trentino è spettacolare e quest'estate andrò a Madonna di Campiglio...:) non vedo l'oraaaa di vedere questi paesaggi dal vivo !!!
 
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