Parchi della Calabria
  1. Parco Nazionale del Pollino
Data: 14 dicembre 2019
Regione e provincia: Calabria,Cosenza
Località di partenza: sottopasso autostrada A2 nei pressi dell'orto botanico di Castrovillari
Località di arrivo: Timpone Campanaro
Tempo di percorrenza: 4h totali
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: Nessuna
Periodo consigliato:sempre
Segnaletica: segni cai biancorossi
Dislivello in salita:742 m.
Quota massima: 1492 m.
Accesso stradale: Uscita A2 Frascineto.Prendere la circonvallazione di Castrovillari.Nei pressi di un gommista piegare per la stradina che dirige all'orto botanico.Sempre dritti trascurando diramazioni a destra e sinistra si giunge al sottopasso.Un po prima parcheggiare in una piazzola.

Descrizione

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Valle Piana è una splendida valle del territorio di Castrovillari, una conoide di deiezione originata dalle pareti verticali del Dolcedorme e Celsa Bianca. È il punto di partenza per itinerari particolarmente difficoltosi, l'ingresso al Crestone Sud dei loricati e al resto delle altre vie più ardite per scalare il Tetto del Parco.Guardando verso nord est spicca il Timpone Campanaro, una cima secondaria di 1492 m piuttosto vistosa grazie alla sua forma inconfondibile di perfetta piramide. Si tratta infatti di un classico esempio di pilastro tettonico, una specie di grosso sperone roccioso che fuoriesce dalla valle.

Ci tengo a dire che solitamente il Campanaro è una meta intermedia per salire sul Dolcedorme lungo la cresta che raggiunge prima il Cozzo Sorvolato(1966m.) e subito dopo la Timpa del pino di Michele (2069 m.) e prosegue infine per il maestoso crestone Est fino in vetta. Ma anche fermandosi soltanto al Campanaro si può godere di un panorama mozzafiato perché è una fantastico balcone sull'intero versante sud della catena che va dai dirupi di Celsa Bianca al monte Manfriana.

L'accesso può avvenire da Cozzo Palumbo risalendo integralmente l'intera Valle Cupa fino a raggiungere il passo che la separa dalla Valle Stiavucca (Colle Campanaro). Raggiungere Cozzo Palumbo necessita però di un mezzo fuoristrada. Un'alternativa sarebbe quella di intraprendere la rotabile che porta all’Orto botanico di Castrovillari e prima di raggiungere il sottopasso piegare a destra per una sterrata finché il fondo lo permette, e poi a piedi fino al Cozzo.La via più comoda ma più lunga invece è quella che abbiamo fatto noi, cioè proseguire fino al sottopasso dell’autostrada e prendere a piedi la sterrata che raggiunge la località di partenza Valle Piana. Da qui parte il sentiero per la Direttissima fino al Passo di Valle Cupa a 1317 m. Scendendo e tagliando trasversalmente Valle Cupa si raggiunge agevolmente il Colle Campanaro e poi l'omonima vetta in dieci minuti.

Due curiosità: a dispetto del nome che porta, Valle Piana è piana solo all'inizio. Giunti infatti al bivio che a destra va per la Direttissima e a sinistra verso il Varco del Pollinello, essa si impenna toccando inclinazioni quasi verticali, tali da rendere le ascensioni in questo versante estremamente impegnative, faticose e di tipo alpinistico. Valle Cupa invece è davvero cupa, una valle misteriosa e selvaggia, un po' claustrofobica per via della sua conformazione ad imbuto. Chiusa a monte dagli immani scoscendimenti di Serra Dolcedorme e lateralmente dalle creste del Campanaro e dei Loricati, lascia filtrare poca luce mentre si procede tra i boschi di faggio e pino nero.

Abbiamo intrapreso questo itinerario partendo dai 750 m. del sottopasso autostradale in una giornata grigia e nuvolosa. Tutta la valle è di una bellezza selvaggia. Si attraversano rimboschimenti di pini di varie specie, lecci, carpini e aceri. Pioviggina da subito e saliti di quota la pioggia si trasforma in nevischio a tratti fitto fino alla cima del Campanaro. Aspettiamo insperate aperture per fare qualche foto decente ma niente di che. Di fronte a noi si para la vertiginosa cresta del Campanaro che ci invita, ma i contrafforti del Dolcedorme oggi sono avvolti da una fitta nebbia e spazzati da una sorta di blizzard, raffiche di vento molto forti, circa novanta, cento chilometri orari e conseguente visibilità nulla. Questa volta ci fermiamo qui in attesa dell'inverno serio che ci possa regalare grandi e avventurose ascensioni sul nostro splendido massiccio.

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