Quoto
@Phantom e altri e confermo che se ben conservato e non ha mai subito carichi, è efficiente come quando uscito dalla produzione. Sono stati fatte (anche da noi come CNSASA-CAI) moltissime prove al laboratorio di Padova della Commissione Materiali e tecniche proprio per rispondere a quesiti come questo, e gli imbraghi (nella fattispecie) hanno riportato valori consoni a quanto dichiarato al momento della loro uscita sul mercato.
Ricordiamoci che l'imbrago è solo uno (e forse l'ultimo) elemento della catena di assicurazione che viene interessato dalle forze messe in gioco nella caduta del soggetto, sicuramente non deve essere l'anello debole, è ovvio, ma è stato anche calcolato (si, ci sono dei "nerd" anche nel CAI e si divertono tuttii weekend a "rompere" roba e giocare con le celle dinamometriche
) considerando la forza complessiva esercitata sulla catena, che all'imbrago in scalata (il caso estremo/peggiore è salita di via di roccia verticale e caduta nel vuoto) alla fine della fiera e se tutto funziona bene arriva una sollecitazione pari a circa il 5% (se volete mi faccio mandare da Bressan i risultati esatti). SE&O.
Se qualcuno di voi ha mai trattenuto dal vero un compagno in caduta (in falesia è quasi quotidiano) sa bene che la mano (che esercita una forza di 5/6 kg), grazie al freno che moltiplica questa forza è in grado di arrestare una caduta e se la catena funziona correttamente, si genera sul corpo dell'alpinista (è l'esempio classico del paracadute) al massimo una forza sui 300/400 kg, per cui vedete bene che i materiali (che per l'UIAA devono essere omologati a 22KN) sono ampiamente sovradimensionati. Ed il rapporto richiesto è appunto 1:1, perchè se fossimo in ingegneria sarebbe 1:5. e ciò per evidenti motivi di peso.
Diverso è il caso della ferrata, invece, dove le forze in gioco per effetto del fattore di caduta diverso (2 o più) fanno sì che sull'imbrago arrivi molto più carico (anche con il dissipatore). Ed è per questo esatto motivo che i materiali devono essere omologati a 22KN, perchè invece qui le forze in gioco sono molto più alte di 300 kg. Si prende infatti sempre il caso peggiore...
Per concludere la storiella se usare o non usare un imbrago (nuovo) ma datato, per me è un pò il discorso, se volete fare un paragone, della discussione sul pericolo delll'uso delle gavette di alluminio: prima di rompere l'imbrago, si rompe sicuramente qualcos'altro, e a mia memoria (35 anni di Scuole CAI) non ho ancora sentito di un incidente in montagna avvenuto perchè, funzionando tutto il resto, hanno ceduto i punti di cucitura dell'imbrago e dell'anello ventrale.
E anche la scena iniziale di Cliffhanger, che molti ha impressionato appunto perchè un BD si apre (e io ce l'ho identico per lo scialpinismo) mostra chiaramente che c'è stato un errore umano alla base e non ha ceduto nessuna parte del dispositivo.
Ma poi, anche senza essere esperti, pensateci bene: ma che forza si deve esercitare per rompere i punti di una cucitura industriale, rinforzata e complessa come quella di un imbrago (non è l'orlo di un pantalone). e se guardate bene l'imbrago vi accorgerete che le cuciture in pratica servono a tenere insieme nel senso del carico le fettucce che lo compongono, quindi in pratica, prima vengono sollecitate le fettucce, e poi le cuciture, sia per l'anello ventrale che per il fascione e di cosciali. E non stiamo parlando del Cassin rosso e grigio integrale che avevo negli anni 80 al corso roccia
.
Non so, sarà perchè di voli ne ho visti (e fatti) abbastanza per vedere cosa succede ad un imbrago, ma secondo me è un ipotesi molto molto molto remota (in alpinismo).
(Gli esperti mi scusino se sono stato "semplice" nelle descrizioni, in ogni manuale CAI e su internet trovate milioni di pagine sulla catena di assicurazione e sul fattore di caduta).