Diciamo che ormai l'approccio è cambiato molto, quando iniziai io l'attività subacquea (parliamo di oltre trent'anni fa) c'era una selezione piuttosto severa, per esempio nei corsi FIPS mi ricordo la famosa risalita a squadra in parete da effettuare in piscina... Oggi invece si punta "sull'inclusione" (per usare un termine molto amato dai politically correct) o, più prosaicamente, sul "vendere più brevetti possibile", infatti mi è capitato di vedere (e fare immersioni) con personaggi imbarazzanti che anni addietro un brevetto non lo avrebbero ottenuto manco piangendo in turco...Capito tutto, ma mai nessuno che alla fine consideri che i subacquei devono acquisire tanta acquaticità e non tanta fisicità......
Una maggiore attenzione comunque l'ho riscontrata nelle didattiche "tecniche" (ho anche un paio di brevetti di quel tipo) e, in quel caso, considerata la difficoltà di quel genere di immersioni (tutte rigorosamente "fuori curva di sicurezza", a profondità impegnative, a volte anche con cambio di miscele) per accedere ai corsi serve ovviamente una solida esperienza e si testa spesso l'acquaticità del subacqueo (un classico è l'istruttore che ti strappa via la maschera o ti chiude di nascosto la rubinetteria delle bombole), proprio per valutare quanto il sub sappia far fronte a eventi imprevisti.
Io mi ritengo fortunato perché essendo nato e avendo vissuto tanti anni a Genova (dove la subacquea è nata e ha fatto la storia, basta ricordare personaggi come Luigi Ferraro o Duilio Marcante) ho potuto fare i corsi in strutture d'eccellenza e soprattutto con istruttori esigenti e preparati . Tutt'altra cosa rispetto ai brevetti "da resort".