Ci sono diversi tipi di kayak in commercio, principalmente si dividono in rigidi, gonfiabili, sit-on-top e classici, di polietilene o di vetroresina, analizziamo le varie caratteristiche in funzione del loro utilizzo.
gonfiabili:
i kayak gonfiabili sono generalmente molto più lenti rispetto ai rigidi, possiedono diversi compartimenti stagni in grado di aumentare la sicurezza dell'imbarcazione: in caso di rottura di una camera, ce ne sarà una seconda o una terza in grado di ternerti a galla; hanno generalmente una scarsa capacità di carico e sono indicati per brevi escursioni di massimo un giorno, sono sconsigliati in caso di forti onde in quanto la chiglia generalmente piatta, tende a far rigirare il kayak.
ultimamente sono usciti nel mercato dei modelli con la chiglia semirigida e con la possibilità di includere una sorta di "pozzetto", come nei kayak classici, questi tipi di kayak sono un compromesso fra trasportabilità e sicurezza; rimane comunque valido il limite giornaliero delle escursioni oltre il quale, l'organizzazione logistica inizia a diventare impegnativa.
rigidi sit-on-top:
generalmente sono costruiti in polietilene, sono autosvuotanti e molto robusti, ultimamente la forte diversificazione dei modelli ha visto uscire nel mercato, imbarcazioni dotate di tutti i confort possibili ed immaginabili, dal portabottiglie al kit per trasformare il kayak in un trimarano con vela, completo di sistema per spingere il mezzo tramite gambe.
in definitiva hanno trasformato questo tipo di imbarcazioni, prima usate unicamente per brevi escursioni e da inesperti, in veri e propri "missili" del trekking nautico.
i sit-on-top hanno una scarsa stabilità primaria e secondaria se raffrontati con i modelli "a pozzetto", questo è dovuto principalmente dal fatto che la persona è situata in posizione più alta, di conseguenza il baricentro alto rende difficoltoso fronteggiare situazioni di mare impervio (o fiume mosso).
i sit-on-top rimangono comunque più sicuri dei modelli a pozzetto, soprattutto per i neofiti in quanto in caso di ribaltamento non è necessario conoscere la tecnica dell'eskimo per poter riprendere la giusta posizione.
i sit-on-top sono mediamente più lenti dei modelli a pozzetto.
i sit-on-top hanno una capacità di carico generalmente superiore a tutti gli altri modelli.
rigidi a pozzetto:
è il modello più classico, la struttura può essere in polietilene o vetroresina, la differenza per un neofita è minima (se non nel prezzo) e riguarda principalmente la velocità di crociera e la riparazione in caso di rotture.
il modello a pozzetto ha visto evoluzioni e diversificazioni di ogni genere, il baricentro è generalmente sotto il livello dell'acqua e quindi decisamente stabile, la chiglia è piatta nelle imbarcazioni da torrentismo fino ad assumere la forma appuntita nei kayak per lunghi trekking nautici, anche la lunghezza varia molto: più il kayak è lungo e più difficile sarà il cambio di traiettoria, conseguentemente si avrà una maggiore direzionabilità.
generalmente si sceglie il kayak a pozzetto quando si vuole un'imbarcazione veloce dal basso pescaggio.
a parità di dimensioni, il rigido a pozzetto ha una capacità di carico inferiore al sit-on-top, inoltre non è possibile caricare all'esterno troppo materiale in quanto causerebbe la perdita di efficenza della manovra dell'eskimo, costringendo la persona ad aprire il pozzetto con conseguente afflusso di acqua, in queste condizioni è indispensabile l'approdo per lo svuotamento del kayak, se si è in gruppo sono possibili delle tecniche per lo svuotamento senza arrivare a riva.
il kayak rigido a pozzetto è ottimo per la discesa di fiumi di tutti i gradi, per i lunghi trekking nautici e anche per i trekking fluviali e sottocosta, naturalmente ogni tipo di trekking necessita di un tipo di kayak diverso.
gonfiabili:
i kayak gonfiabili sono generalmente molto più lenti rispetto ai rigidi, possiedono diversi compartimenti stagni in grado di aumentare la sicurezza dell'imbarcazione: in caso di rottura di una camera, ce ne sarà una seconda o una terza in grado di ternerti a galla; hanno generalmente una scarsa capacità di carico e sono indicati per brevi escursioni di massimo un giorno, sono sconsigliati in caso di forti onde in quanto la chiglia generalmente piatta, tende a far rigirare il kayak.
ultimamente sono usciti nel mercato dei modelli con la chiglia semirigida e con la possibilità di includere una sorta di "pozzetto", come nei kayak classici, questi tipi di kayak sono un compromesso fra trasportabilità e sicurezza; rimane comunque valido il limite giornaliero delle escursioni oltre il quale, l'organizzazione logistica inizia a diventare impegnativa.
rigidi sit-on-top:
generalmente sono costruiti in polietilene, sono autosvuotanti e molto robusti, ultimamente la forte diversificazione dei modelli ha visto uscire nel mercato, imbarcazioni dotate di tutti i confort possibili ed immaginabili, dal portabottiglie al kit per trasformare il kayak in un trimarano con vela, completo di sistema per spingere il mezzo tramite gambe.
in definitiva hanno trasformato questo tipo di imbarcazioni, prima usate unicamente per brevi escursioni e da inesperti, in veri e propri "missili" del trekking nautico.
i sit-on-top hanno una scarsa stabilità primaria e secondaria se raffrontati con i modelli "a pozzetto", questo è dovuto principalmente dal fatto che la persona è situata in posizione più alta, di conseguenza il baricentro alto rende difficoltoso fronteggiare situazioni di mare impervio (o fiume mosso).
i sit-on-top rimangono comunque più sicuri dei modelli a pozzetto, soprattutto per i neofiti in quanto in caso di ribaltamento non è necessario conoscere la tecnica dell'eskimo per poter riprendere la giusta posizione.
i sit-on-top sono mediamente più lenti dei modelli a pozzetto.
i sit-on-top hanno una capacità di carico generalmente superiore a tutti gli altri modelli.
rigidi a pozzetto:
è il modello più classico, la struttura può essere in polietilene o vetroresina, la differenza per un neofita è minima (se non nel prezzo) e riguarda principalmente la velocità di crociera e la riparazione in caso di rotture.
il modello a pozzetto ha visto evoluzioni e diversificazioni di ogni genere, il baricentro è generalmente sotto il livello dell'acqua e quindi decisamente stabile, la chiglia è piatta nelle imbarcazioni da torrentismo fino ad assumere la forma appuntita nei kayak per lunghi trekking nautici, anche la lunghezza varia molto: più il kayak è lungo e più difficile sarà il cambio di traiettoria, conseguentemente si avrà una maggiore direzionabilità.
generalmente si sceglie il kayak a pozzetto quando si vuole un'imbarcazione veloce dal basso pescaggio.
a parità di dimensioni, il rigido a pozzetto ha una capacità di carico inferiore al sit-on-top, inoltre non è possibile caricare all'esterno troppo materiale in quanto causerebbe la perdita di efficenza della manovra dell'eskimo, costringendo la persona ad aprire il pozzetto con conseguente afflusso di acqua, in queste condizioni è indispensabile l'approdo per lo svuotamento del kayak, se si è in gruppo sono possibili delle tecniche per lo svuotamento senza arrivare a riva.
il kayak rigido a pozzetto è ottimo per la discesa di fiumi di tutti i gradi, per i lunghi trekking nautici e anche per i trekking fluviali e sottocosta, naturalmente ogni tipo di trekking necessita di un tipo di kayak diverso.