- Parchi del Lazio
-
- Monti Prenestini
Dati
Data: 19/05/2012
Regione e provincia: Lazio -RM
Località di partenza: Santuario dellaMentorella
Località di arrivo: Cima sperone NORD Mentorella 1030 m
Tempo di percorrenza: 1h 15 a/r
Chilometri: 1 circa...
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi su roccette, terreno ripido e scivoloso, tratti "ferrati"
Periodo consigliato: primavera, autunno...evitae le giornate umide.
Segnaletica: presente
Quota massima: 1030
Accesso stradale: da Palestrina per Capranica - Guadagnolo - Santuario della Mentorella
Descrizione
Potrebbe sembrare un “ripego”….
Per certi versi l’idea parte proprio così: sufficientemente vicino da casa (40 km), attacco del percorso sufficientemente vicino al parcheggio per la macchina (direi attiguo..), sviluppo del percorso sufficientemente breve se si ha poco tempo libero a disposizione (del tipo “Valerio, torna nel primo pomeriggio, hai dei giri da fare”)….
….sufficientemente interessante da destare la mia curiosità, insomma. Un “ripego” sfizioso, allenante per ben più ardue imprese, ingaggiante e divertente al punto giusto.
Queste, su carta (e in rete) le allettanti promesse del sentiero attrezzato Kircher, il “ripiego” di un sabato mattina con poco tempo a disposizione.
Per chi non lo conoscesse, il santuario della Mentorella, piccolo e abbarbicato com’è su uno sperone di cacare biancastro punteggiato di alberi, è già di per se meritevole di una visita…
Intimo, modesto, schivo e riservato, come i frati che lo curano e le persone che vi si recano in visita…
Lontano, per fare un esempio (da non-religioso quale sono ma affascinato dalla spiritualità di luoghi simili), dalle bancarelle invasive “stile fiera-di-paese”, con tanto di canzoni e stornelli che rimbombano ai lati del sentiero, di un altro ben più noto santuario delle nostre zone: la santissima trinità di vallepietra.
Vabbè..dicevamo….la Mentorella..un piccolo semi-sconosciuto gioiello distante da Roma poco più delle periferie stesse dal centro della città.
E il sentiero Kircher…il mio “ripiego del Sabato”. Una mini ferratina che raggiunge la cima dello sperone NORD, forse il più maestoso di tutti...
Varcato il cancello, l’indicazione è palese….non ci si sbaglia: il Kircher comincia alla mia sinistra.
Costeggio per qualche metro alcuni locali di servizio del santuario e subito piego a sinistra e mi ritrovo la parete, qui di un grigio sporco quasi nerastro, dello sperone che mi strapiomba minacciosa sulla testa… il bosco, umido e intricato, aumenta il mistero…
Qualche decina di metri in discesa e giungo ad un primo bivio….
da un lato, sulla destra, un cordone blu ad aiutare un piccolo passaggio di arrampicata che permette di guadagnare una cengia terrosa che sale diagonale; dall’altro il sentiero continua ripido la sua discesa tra l’erba e la terra del sottobosco.
Opto, essendomi documentato per benino in rete, per questa seconda opzione…la maniglia blu mi aspetterà in discesa!!!!!
Giunto alla fine della discesa, il percorso, sempre ben segnato, piega sulla destra di 180 gradi….
Si notano delle catene che delineano uno sconnesso percorso tra erba, terra ripida e sassi semi-divelti. Beh, non v’è dubbio, occorre salire!
Ad un tratto il “paesaggio” si fa più roccioso. Mi trovo a percorrere una fantastica ed estetica cengia di pietra che sale diagonale. Qualche passaggio di “climbing sensation”, non necessario, ammetto, me lo vado a cercare…tanto per cominciare a toccare la roccia!!!!
Ad un tratto, di nuovo terra erba e sassi…
incrocio sulla destra l’arrivo in salita del percorso diretto (quello del maniglione blu, ricordate?!) e me lo ricorderò in fase di discesa. Il tratto ripido con le catene in questo modo può esser evitato con quel solo piccolo aiutino in discesa: ma la cengia rocciosa, bella a vedersi, almeno a salire deve essere percorsa!!!!! Ecco il perché della mia scelta di pochi minuti prima….
Il percorso arriva su di una sella, detta dello Scoiattolo e piega a sinistra ridiscendendo nel bosco…
Ma subito l’intrico di rocce si complica e mi ritrovo a passare il primo punto delicato del percorso: uno spigolino di roccette appoggiate, un po’ alto sugli alberi sottostanti, che va aggirato camminandovi sul filo.
Ovviamente nulla di che..ma molto carino! Il panorama sulla sottostante vallata è molto bello ed impressionante…
speroni rocciosi a parte, questo angolo dei monti prenestini (noto anche come monti caprini) mantiene curve di livello fitte anche nei crinali boscosi. La sensazione di incombere sul fondo valle è dunque assolutamente reale!
Continuo con dei saliscendi tra le pietre (dai, sono dei primi gradi, dopotutto!) e mi ritrovo, costeggiando la roccia sulla sinistra, prima su di una nuova cengia un po’ sollevata rispetto al fondo bosco e poi, sorpresa delle sorprese ad un’orrida scala metallica che sale verso l’ignoto…
Scherzi a parte è forse il vero passaggio delicato del Kircher…
Amo mettere le mani sulla roccia, toccare il metallo di una scala in teoria mi svilisce…
Ma la sensazione dopotutto non è male! La scala è ben salda, aerea e suggestiva: mi ritrovo sulla sua sommità e godo del panorama…
qualche stretto passaggio ancora aggrappandomi con le mani, il transito in una strettoia sormontata da un arco di pietra, un piccolo labirintico zig-zag tra rocce e piante ed ecco la cima dello sperone Nord…rocciosa e frastagliata.
1030 metri sul livello del mare, pareti intricate e scoscese da tutti i lati di un calcare grigio-bianco che quasi acceca al sole di maggio. Aerea e incombente sui boschi sottostanti.
L’incontro con due simpatici signori del CAI di Palestrina, saliti dalla ben più gloriosa via alpinistica dello sperone medesimo…
qualche foto “in vetta”, poi la discesa….
Una nota: attenzione ai passaggi che precedono la scala! Sono abbastanza delicati e ripidi….la terra poi potrebbe risultare scivolosa.
Percorro a ritroso il sentiero, giungo al bivio della maniglia….la afferro per scendere dal gradone roccioso…
e in 20 minuti rieccomi al piazzale del santuario.
Con un bel ricordo e la voglia senz’altro di tornare!!!!!
Non male come “ripiego” no?!
CONCLUDENDO:
il percorso MERITA: si svolge in ambiente suggestivo e decisamente non-convenzionale per un “boschetto” alle porte di Roma!
Unica pecca è che effettivamente ha uno sviluppo molto limitato ma dopotutto è proprio a causa di ciò che ho deciso di provarlo….
Va affrontato con prudenza e possibilmente evitato con condizioni umide…in tal caso, alcuni passaggi, potrebbero realmente diventare infidi!!!!
Allego qualche foto, con la speranza vogliate goderne anche voi….
Valerio
Data: 19/05/2012
Regione e provincia: Lazio -RM
Località di partenza: Santuario dellaMentorella
Località di arrivo: Cima sperone NORD Mentorella 1030 m
Tempo di percorrenza: 1h 15 a/r
Chilometri: 1 circa...
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: passaggi su roccette, terreno ripido e scivoloso, tratti "ferrati"
Periodo consigliato: primavera, autunno...evitae le giornate umide.
Segnaletica: presente
Quota massima: 1030
Accesso stradale: da Palestrina per Capranica - Guadagnolo - Santuario della Mentorella
Descrizione
Potrebbe sembrare un “ripego”….
Per certi versi l’idea parte proprio così: sufficientemente vicino da casa (40 km), attacco del percorso sufficientemente vicino al parcheggio per la macchina (direi attiguo..), sviluppo del percorso sufficientemente breve se si ha poco tempo libero a disposizione (del tipo “Valerio, torna nel primo pomeriggio, hai dei giri da fare”)….
….sufficientemente interessante da destare la mia curiosità, insomma. Un “ripego” sfizioso, allenante per ben più ardue imprese, ingaggiante e divertente al punto giusto.
Queste, su carta (e in rete) le allettanti promesse del sentiero attrezzato Kircher, il “ripiego” di un sabato mattina con poco tempo a disposizione.
Per chi non lo conoscesse, il santuario della Mentorella, piccolo e abbarbicato com’è su uno sperone di cacare biancastro punteggiato di alberi, è già di per se meritevole di una visita…
Intimo, modesto, schivo e riservato, come i frati che lo curano e le persone che vi si recano in visita…
Lontano, per fare un esempio (da non-religioso quale sono ma affascinato dalla spiritualità di luoghi simili), dalle bancarelle invasive “stile fiera-di-paese”, con tanto di canzoni e stornelli che rimbombano ai lati del sentiero, di un altro ben più noto santuario delle nostre zone: la santissima trinità di vallepietra.
Vabbè..dicevamo….la Mentorella..un piccolo semi-sconosciuto gioiello distante da Roma poco più delle periferie stesse dal centro della città.
E il sentiero Kircher…il mio “ripiego del Sabato”. Una mini ferratina che raggiunge la cima dello sperone NORD, forse il più maestoso di tutti...
Varcato il cancello, l’indicazione è palese….non ci si sbaglia: il Kircher comincia alla mia sinistra.
Costeggio per qualche metro alcuni locali di servizio del santuario e subito piego a sinistra e mi ritrovo la parete, qui di un grigio sporco quasi nerastro, dello sperone che mi strapiomba minacciosa sulla testa… il bosco, umido e intricato, aumenta il mistero…
Qualche decina di metri in discesa e giungo ad un primo bivio….
da un lato, sulla destra, un cordone blu ad aiutare un piccolo passaggio di arrampicata che permette di guadagnare una cengia terrosa che sale diagonale; dall’altro il sentiero continua ripido la sua discesa tra l’erba e la terra del sottobosco.
Opto, essendomi documentato per benino in rete, per questa seconda opzione…la maniglia blu mi aspetterà in discesa!!!!!
Giunto alla fine della discesa, il percorso, sempre ben segnato, piega sulla destra di 180 gradi….
Si notano delle catene che delineano uno sconnesso percorso tra erba, terra ripida e sassi semi-divelti. Beh, non v’è dubbio, occorre salire!
Ad un tratto il “paesaggio” si fa più roccioso. Mi trovo a percorrere una fantastica ed estetica cengia di pietra che sale diagonale. Qualche passaggio di “climbing sensation”, non necessario, ammetto, me lo vado a cercare…tanto per cominciare a toccare la roccia!!!!
Ad un tratto, di nuovo terra erba e sassi…
incrocio sulla destra l’arrivo in salita del percorso diretto (quello del maniglione blu, ricordate?!) e me lo ricorderò in fase di discesa. Il tratto ripido con le catene in questo modo può esser evitato con quel solo piccolo aiutino in discesa: ma la cengia rocciosa, bella a vedersi, almeno a salire deve essere percorsa!!!!! Ecco il perché della mia scelta di pochi minuti prima….
Il percorso arriva su di una sella, detta dello Scoiattolo e piega a sinistra ridiscendendo nel bosco…
Ma subito l’intrico di rocce si complica e mi ritrovo a passare il primo punto delicato del percorso: uno spigolino di roccette appoggiate, un po’ alto sugli alberi sottostanti, che va aggirato camminandovi sul filo.
Ovviamente nulla di che..ma molto carino! Il panorama sulla sottostante vallata è molto bello ed impressionante…
speroni rocciosi a parte, questo angolo dei monti prenestini (noto anche come monti caprini) mantiene curve di livello fitte anche nei crinali boscosi. La sensazione di incombere sul fondo valle è dunque assolutamente reale!
Continuo con dei saliscendi tra le pietre (dai, sono dei primi gradi, dopotutto!) e mi ritrovo, costeggiando la roccia sulla sinistra, prima su di una nuova cengia un po’ sollevata rispetto al fondo bosco e poi, sorpresa delle sorprese ad un’orrida scala metallica che sale verso l’ignoto…
Scherzi a parte è forse il vero passaggio delicato del Kircher…
Amo mettere le mani sulla roccia, toccare il metallo di una scala in teoria mi svilisce…
Ma la sensazione dopotutto non è male! La scala è ben salda, aerea e suggestiva: mi ritrovo sulla sua sommità e godo del panorama…
qualche stretto passaggio ancora aggrappandomi con le mani, il transito in una strettoia sormontata da un arco di pietra, un piccolo labirintico zig-zag tra rocce e piante ed ecco la cima dello sperone Nord…rocciosa e frastagliata.
1030 metri sul livello del mare, pareti intricate e scoscese da tutti i lati di un calcare grigio-bianco che quasi acceca al sole di maggio. Aerea e incombente sui boschi sottostanti.
L’incontro con due simpatici signori del CAI di Palestrina, saliti dalla ben più gloriosa via alpinistica dello sperone medesimo…
qualche foto “in vetta”, poi la discesa….
Una nota: attenzione ai passaggi che precedono la scala! Sono abbastanza delicati e ripidi….la terra poi potrebbe risultare scivolosa.
Percorro a ritroso il sentiero, giungo al bivio della maniglia….la afferro per scendere dal gradone roccioso…
e in 20 minuti rieccomi al piazzale del santuario.
Con un bel ricordo e la voglia senz’altro di tornare!!!!!
Non male come “ripiego” no?!
CONCLUDENDO:
il percorso MERITA: si svolge in ambiente suggestivo e decisamente non-convenzionale per un “boschetto” alle porte di Roma!
Unica pecca è che effettivamente ha uno sviluppo molto limitato ma dopotutto è proprio a causa di ciò che ho deciso di provarlo….
Va affrontato con prudenza e possibilmente evitato con condizioni umide…in tal caso, alcuni passaggi, potrebbero realmente diventare infidi!!!!
Allego qualche foto, con la speranza vogliate goderne anche voi….
Valerio
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