Kit di sopravvivenza, considerazioni.

Capisco l'equivoco e devi scusarci, ma uno va in escursione non armato ma attrezzato, e questa che può sembrare una semplice diversità nell'esporre la stessa cosa in realtà esprime profondamente il punto di vista e la visione delle cose mia e di molti utenti italiani. Come al solito per l'estero non parlo in quanto ci sono delle differenze reali di dimensioni delle aree e di legislazioni che appunto non mi permettono di esprimere una opinione se non per sentito dire o per riferito



Premesso che il kit è personale e che ognuno di noi decide di metterci quello che vuole, incudine e martello compresi, io personalmente mi dico che se è un kit di sopravvivenza, quindi un kit che deve aiutarmi a sopravvivere quando tutto il resto della mia attrezzatura "ha fallito" per N motivi. Se tutto ha fallito, l'ultimo dei miei problemi e dove riporre i miei escrementi.



Ciao a tutti,
Manuel, non c'è bisogno di scusarsi, come ripeto, semplicemente non mi veniva...ecco, il termine attrezzato, per la wag bag, non mi permetto di sindacare se sia giusto o no, potrei anche non metterla nel kit di sopravvivenza, però ormai la porto sempre dietro e, non so voi ma io preferisco evitare di lasciare escrementi in giro, o dover scavare per nasconderli, sicuramente sono esagerato o troppo educato però quando mi capita di trovarne in giro...diciamo che biasimo coloro i quali...sentono la necessità di tornare alla natura senza ritegno.
Scusami ma non sono ancora molto pratico del sito quindi commento anche il tuo ultimo pensiero sulla sega a filo, sono d'accordo sulla non affidabilità in genere anche ce ne sono alcune americane fenomenali, chiaro poi cambiano anche i prezzi.
Personalmente l'ho usata solo durante il corso e mi sono trovato benissimo, spero non si rompa se dovessi averne davvero bisogno, per curiosità di quali seghe a filo parli, che tipo di sega a filo hai trovato inaffidabile ?

Ciao a tutti e buona serata
 
S

Speleoalp

Guest
Intervento super stupido.... ma potenzialmente realizzabile, penso... ahah
Ammettiamo di aver organizzato dei sacchettini "zip" che si riescono a sigillare... con un tubettino e una valvola...
Raccogliendo la "cacca" e lasciandola nei sacchettini.... per trekking di più giorni... non si riuscirebbe ad avere abbastanza "gas" da accendere una fiammella per riscaldare una tazza d'acqua "thé" ??
 
@il_Viaggiatore Riguardo la cacca io personalmente tendo anziché a scavare buche, a metterla sotto sassi, anche se la cosa è sicuramente poco rilevante in quanto i luoghi che frequento sono pieni di vacche e dei loro regalini. Tu comunque sentiti libero in tutto di fare come meglio credi, personalmente io non metterei mai una busta del genere nel mio zaino visto che già quando ho rifiuti unti come scatolette di tonno o altro viaggio ultra preoccupato.

Per quello che riguarda le seghe a filo, le mie personali esperienze si sono fermate ad un paio di tentativi con dei prodotti evidentemente di bassa qualita. Ne comperai in paio e nel semplice taglio di qualcosa che avrei potuto rompere con facilità con un calcio mi si sono spezzate. Probabilmente o io gli ho fatto fare un angolo troppo acuto, oppure erano prodotti di qualità infima. La marca non la ricordo essendo passati oltre 25 anni.

Tornando all'oggetto del topic, cioè il kit di sopravvivenza, io preferisco non duplicare ed avere ciò che mi serve nello zaino, anche se devo ammettere che se dovessi perderlo rimarrei con "le braghe di tela". Anche se ad essere sinceri mi è capitato di "perdere" uno zaino in escursione, ritengo che sia comunque una cosa estremamente difficile e comunque frutto della imbecillità delle persone più che di casi strani. Comunque (sempre in Italia) ritengo che sia scarsamente utile ed induce ad entrare in un discorso scarsamente vincente che è quello dei backup. Il mio intero zaino è il mio kit di sopravvivenza, e nel suo interno in linea di principio non ho elementi ridondanti.
 
si inizia a parlare di soprappivenza e si finisce col parlare di cacca ... no dai ...
a parte che non c'e' legge che vieti di scavare per sotterrare la cacca, e cosa molto più semplice basta trovare un avvallamento e coprirlo con la terra intorno ... detto ciò ... ma la carta igienica???? hahahaha scherzo .. eh!
per me vi fate troppe seghe mentali, scusate la franchezza ... ma il tempo di risposta della protezione civile è massimo 48 ore (quando dice parecchio male) e se non siete proprio in campagna/montagna lontani dai principali centri urbani quando avete acqua e non state al freddo potete tranquillamente sopravvivere per 48 ore (ovviamente se sani e se non avete bisogno di particolari medicinali salvavita).
Va da se che in estate (parlo delle nostre latitudini ... da milano a palermo) basta avere indumenti per rimanere asciutti (vedasi -> freddo o variazioni di temperatura che fanno ammalare) ed acqua ed ecco il kit di sopravvivenza perfetto fino all'arrivo dei soccorsi (che si presume nel più vicino comune ... quindi occorre sapere perlomeno dev'e' sto' centro di raccolta del comune).
In inverno le cose si complicano e bisogna quindi oganizzarsi per poter arrivare a questo benedetto centro di raccolta, quindi cambio d'obbligo e materiale per proteggersi dal freddo, ove necessario poter far fuoco per riscaldarsi e acqua per non morire di sete e di freddo per 48 ore ...
è ovvio, scontato, palese che dovete avere con se almeno un documento d'identità e la tessera sanitaria che vi serve per presentarsi alle autorità e chiedere aiuto.
Se avete cartina e bussola ... vi serve se volete andare a fare una scampagnata e voleta sapere dove siete e come tornare ... ma in caso di disgrazia e siete a casa ... vi basta sapere dov'e' il campo di protezione civile ...
Ma pensate veramente se capita una disgrazia grossa ve la cavate col kit militare ??? no dai ... il primo problema che si affronta è quello psicologico ... altro che la mancanza del fischietto per la segnalazione della posizione od il multitool figherrimo ... fidatevi ... chi ha fatto qualche campo di protezione civile dopo un terremoto lo sa bene ...
Io per mio conto il "kit" me lo porto sempre dietro - temperino (per lavoro : aprire scatole/buste e guardare sotto la corteccia degli alberi) - accendino - penna - piletta (se di notte non c'e' luce al cancello di casa ... e mi tocca aprire con la chiave) - fischietto (per fischiare e richiamare l'attenzione delle persone nei cantieri rumorosi ... altrimenti mi sgolo e non mi sentono quando li chiamo ...) - bussola (per lavoro .... mi fa comodo sapere dove sono i punti cardinali). Ma è un EDC non un kit di sopravvivenza.
Se siete nelle peste ... e l'ipotesi è la peggiore ... ossia che non arriva la PC ... come già detto sopra ... il miglior kit lo avete in mezzo alle orecchie ... e quello della sopravvivenza secondo me è più un problema di testa (nervi saldi e ragionare per sopravvivere) che non di materiale nella propria borsa.
 
Io ritorno al discorso di avere a disposizione una mano sola:

Per me questi KITS sono esercizi filosofici fino a quando non si considera le condizioni e l'ambiente in cui si dovrebbero usare.
La mia esperienza personale e' che anche se faccio una passeggiatina pomeridiana, mi devo portare sempre dietro qualcosa che mi aiuti a passare la notte fuori, per cui non sono molto pratico di KITS, ma visto che mi devo portare sempre qualcosa in piu' per la notte ogni volta che esco ci devo pensare sopra. Ed il pensarci sopra mi sforza di pensare PERCHE" e' successa l'emergenza, e questo porta a pensare che l'emergenza in escursione scaturisce possibilmente anche da un infortunio.

Ed ecco appunto il pericolo di confondere il Bushcraft oppure questo fantomatico "Survival" con l'emergenza: Mentre nel Bushcraft e nel "Survival" alla televisione si tende a fare cose fighe con materiali difficili, di fortuna, per una emergenza ci si dovrebbe portare dietro quello che aiuta ad uscire dall' emergenza il piu' presto possibile e che aiuti anche se uno e' parzialmente incapacitato, quindi: Radio, telefoni, fischietti assordanti, petardi, botti, fumogeni, specchi (quelli veri, non quelli a buon mercato che non valgono niente), torcia da 900 lumen, e per il fuoco una sega vera o una acetta al Nord per le conifere e per accenderlo anche uno di questi:

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Se si crede e ci si prepara a risolvere una situazione di emergenza probabilmente accompagnata da un infortunio pensando di risolverla ricorrendo a quello che molti chiamano romanticamente il "Survival" o 'Bushcraft" ci si mette nei guai.

Per fortuna, fino adesso non ho fatto mai quello che fanno vedere alla televisione, ma qualche notte all' aperto non programata la ho passata.

Tutto IMHO. :)
 
Credo di non essermi spiegato bene. Se io vado in montagna per un fine settimana io non porto alcun kit di sopravvivenza. Ma sicuramente il mio zaino conterrà tutte quelle cose che servono per fare in modo che io me la possa cavare; se ho previsto di dormire fuori avrò il sacco a pelo e/o la tenda, se penso di mangiare fuori avrò da mangiare, ecc ecc.
A mio giudizio non esiste kit di sopravvivenza che possa tirarmi fuori da un problema che non potrebbe essere risolto diversamente.

Concordo a pieno con il giudizio di Crafter, ma quello che per lui è vero negli USA è meno vero da noi dove l'antropizzazione delle montagne è oramai spinta quasi ovunque. Per fare un esempio sciocco, da noi non è necessario avere una bussola nel caso ci si perdesse, basta semplicemente scendere di quota e si finirà sicuramente a casa di qualcuno. Questa cosa negli USA non è assolutamente vera in quanto esistono parchi grandi come nostre regioni, è chiaro quindi che entrambi affronteremo la medesima tipologia di escursione in modalità completamente differenti.

Ripeto però che a mio giudizio in caso di problemi anche Crafter non risolve la situazione tirando fuori il kit di sopravvivenza ma semplicemente la sua "attrezzatura extra" che, cum grano salis, si è portato in previsione dell'imprevisto prevedibile. Per l'imprevisto imprevedibile (vedasi invasioni aliene, imprevisto ritorno all'era glaciale o attacco di zombies, ecc ecc) purtroppo non si sarà mai preparati abbastanza.
 
Manuel, buon modo di pensare alle cose, anzi, pensando a questa discussione, il tuo avatar, e purtroppo il tragico fatto accaduto l'anno scorso vicino a casa mia col cavolo che questa primavera vado in giro nei boschi senza "Protezione".

Per quanto riguarda la preparazione ad una eventuale emergenza civile, assecondo al 100% chi pensa di prepararsi. Dopo aver vissuto terremoti, uragani, allagamenti, fuochi et al, chi si puo' preparare si prepari, se non altro per liberare i soccorritori e permettere che nelle ore cruciali che seguono il fatto vadano ad aiutare chi ha piu' bisogno.
 
S

Speleoalp

Guest
Anche io la vedo più o meno come Manuel, ahah almeno da quello che ho capito.
Il mio "kit" è praticamente lo zaino e non sono oggetti che uso poco o solo ogni tanto per prova, ma cose su cui ho "la mano" e che posso utilizzare sia in una situazione normale, che in una d'emergenza. Quanto materiale e la comodità con cui si vuole affrontare una potenziale emergenza è sempre personale e basata sulle proprie esigenze ed esperienze e come dicevate sicuramente anche dal luogo.

Nel senso... io le mie uscite, comuni e normali, le faccio già quasi sempre senza sacco a pelo, senza tenda, senza materassino, senza tante cose... quindi in caso di emergenza se parlo del dormire, proteggermi, accendere un fuoco... non è nulla di "particolare". Ma in altri casi e persone, potrebbe rivelarsi un qualcosa di anomalo e quindi se non è prevista un'uscita con bivacco, ecc si sentirà il piacere e il bisogno di vare un telo d'emergenza, ecc....

Non esiste un kit universale per tutti e non tutti affrontano e vedono delle emergenze alla stessa maniera.
Se poi capita l'incidente... dipende da che incidente... si affronterà anche questa in maniera personale e differente.

Per me la cosa migliore è fare esperienze pratiche e sul campo. Perché la teoria non fa pratica... ma la pratica fa teoria.

Poi, per come la vedo io più si frequentano regioni "vaste" e più il "kit" stà nella cultura impressa nella "testolina" sull'ambiente circostante, flora e fauna.... abbinate per comodità a del materiale "moderno". Anche se personalmente lo faccio anche a casa mia dove non serve, ma per questioni d'interesse.
 
Manuel, buon modo di pensare alle cose, anzi, pensando a questa discussione, il tuo avatar, e purtroppo il tragico fatto accaduto l'anno scorso vicino a casa mia col cavolo che questa primavera vado in giro nei boschi senza "Protezione".
...

Mi spiace per quanto accaduto, sicuramente non è una bella cosa e tu farai bene ad organizzarti con tutte le Protezioni che riterrai più opportune. Quī da noi é più facile azzeccare il superenalotto che venire assaliti da un orso girando nudi e cosparsi di miele in giro per boschi.

Anche io la vedo più o meno come Manuel, ahah almeno da quello che ho capito.
...

Si Luca il senso è quello, tu non ti porti dietro un kit ma semplicemente ti porti quello che ti serve. Se ti serve una lavatrice ti porterai una lavatrice, se ti serve il materassino ti porterai un materassino. Se avrai degli imprevisti "prevedibili" come ad esempio pioggia o freddo intenso ti sarai organizzato portandoti un poncho o un maglione. Se non hai previsto il prevedibile io dubito che un "kit di sopravvivenza" ti caverá d'impaccio.
 
S

Speleoalp

Guest
Poi come qualcuno diceva, fa moltissimo anche l'atteggiamento mentale con cui si affronta una determinata emergenza.
Principalmente già di carattere... ma poi ci si può abituare, facendo uscite "reali"....
Sarò "logorroico" ma io sono convintissimo che ogni cosa che ci appassiona o interessa dev'essere vissuto realmente, anche organizzato e preparato... ma fatto realmente.

Esempio: <secondo me questo "kit" è perfetto e con questo potrei cavarmela senza problemi per due notti in montagna, qualunque cosa mi succeda ma che mi permetta di muovermi e fare ?" (ovviamente è un esempio, non metto inverno, estate, quota o pianura)...
Bene, perfetto...
Allora bisognerebbe uscire e provare a passare quelle due notti con quel materiale... nessuno impone che in una situazione d'emergenza si debba vivere quel lasso di tempo in scomodità, disagio, ecc...
Uno può organizzarsi, imparare e abituarsi anche per non vivere completamente negativamente quel genere di uscita ed evento.

Io raramente ho la scatoletta "tattica" tutta bellina... minimale per "tradizione", ecc... ho lo zaino con quel che mi serve per tutto in generale. Se dovessi star fuori, sarebbe una nottata praticamente comune alle altre... chiaramente se non stò morendo per qualche motivo.

Semplicemente perché sono organizzato in base a quello che faccio, dove lo faccio e come lo faccio.

Infatti, molto spesso, parlando di queste cose e facendo il mio esempio, la gente risponde "...no, lo farei sono con quello. È pericoloso. Non basta"... La sfiducia nel materiale organizzato, nelle tecniche rapportate a situazioni reali, significa non saperle usare realmente e soprattutto non conoscerle veramente e quindi non ritenerle realmente efficaci.

Se non si fa, restano tutte teorie,.... probabilmente valide... mah....
 
S

Speleoalp

Guest
Uh... dimentico sempre,... tutto secondo me e le mie esperienze... come per tutto quello che scrivo. Non voglio urtare i sentimenti di nessun "avventuroso", ci mancherebbe ;)
 
:) è che entrambe erano nel kit iniziale proposto da il_Viaggiatore ed io mi ero permesso di dissentire sulla loro utilità.
 
S

Speleoalp

Guest
A me in realtà non farebbe nulla... cioè, se dovessi avere un ragionamento del genere... non è che avrei problemi per l'essere schizzinoso o simile...
Semplicemente non l'ho mai fatto e non mi sono mai posto il problema... anche perché dove bazzico io (alpi, prealpi) tra cacca di Vacca (Boasce), cacca di Capre, Stabecchi, Cervi, Camosci, Linci, ecc... è solo una cacca in più ;) naturale ;))

Comunque la "cacca" è un'ottima esca per i pesci ;)) Quindi, potrebbe venire utile durante una permanenza prolungata in natura ;))
 
Luca e Manuel,
Caspita siamo andati lontanissimo con questo scambio di idee, confermo il piacere di scrivere su Avventurosamente. Io ripeto, sul contesto italiano e le uscite brevi in genere sono d'accordo su tutto, per quelle lunghe, rimango sulla mia "deviazione" professionale, :) . Purtroppo devo dire che effettivamente l'urbanizzazione italiana e' notevole e non permette grandi attività di allenamento, ecco ho visto una cosa nei post precedenti che sottovaluto spesso, le "flares",
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potrebbe essere utile in certi ambienti, in Asia centrale, che è discretamente desertica gli elicotteri mi vedevano da km e km, in Italia non credo per le solite questioni.

Buona serata
 
S

Speleoalp

Guest
Quando si parla di queste cose... io sono di "parte", ahahah quindi mi fa piacere condividere. Anche se forse le mie metodologie sono fuori dalla "norma" ;)) ahahah
Non ho capito se quelli in immagine sono di quelli a "razzo" o no... da noi non servirebbero a molto in quanto nel sotto-bosco sarebbero di difficile avvistamento.

Vanno per la maggiore, qui, le penne lanciarazzi, ecc...
 
Non sono a razzo, Sono i segnali pirotecnici che costano di meno: Ideati originariamente per infilare nell'asfalto al bordo della carreggiata se hai una panne, il Triangolo catarifrangente e' poco usato qui'. Quelli piu' lunghi durano fino a 30 minuti. Circa $2-3 a stecca.

Se no, se vuoi andare sul de-luxe ci sono tutta una serie di segnali piro e/o laser di tutti i tipi per fati vedere.

Da queste parti, viste le estensioni, la priorita' e' farti trovare ed ogni zaino che si rispetti o chiamalo "Survival kit" dovrebbe contenere alcune cose per farti trovare.

La ricerca e soccorso viene chiamata Search And Rescue, SAR e visto le estensioni, il detto e': "Take the S out of SAR.

Capisco che le cose in Italia potrebbero essere diverse, ma non bisognerebbe mai scontare il fatto che sei incapacitato, e quindi qualche volta non riesci a raggiungere neanche il sentiero per farti vedere.


Ma... l'uso di questi pirotecnici e' duplice: Diciamo che hai appena ammarato il tuo Cessna su un lago Alaskano :) , sei riuscito a raggiungere la riva con il tuo kit, sei bagnato, fa' freddo e piove, il legno intorno a te e' tutto bagnato...

Secondo il 'Bushcraft - Survival televisivo" dovresti prendere dei rami, segmentarli per arrivare al legno asciutto, fare il tuo bel tepee con legnuoli, legnini legnetti, truciolini, esca firesteel, coltello et bla bla bla.

O se no, lascia perdere i guru e fai cosi':


In piu', si dice che se arriva Yogi Bear e ti rompe le scatole, lo accendi e glielo metti di fronte al muso. Francamente non ho mai provato personalmente e quindi non posso assicurarti l'efficacia di questo sistema. :)


Gia' che sono sul tema del SEARCH, inviterei anche ad imparare il segnale da dare all'elicottero che tutto va bene, per auto eliminarsi dalla ricerca del pilota che, arrivato nelle vicinanze del sinistro, deve avvicinarsi a vari gruppetti di gitanti che lo "salutano", onde risparmiare tempo e carburante.
 
evidente che ogni kit di emergenza/sopravvivenza debba avere una sezione ragionata di aggeggi utili per richiamare i soccorsi.
 
S

Speleoalp

Guest
Gia' che sono sul tema del SEARCH, inviterei anche ad imparare il segnale da dare all'elicottero che tutto va bene, per auto eliminarsi dalla ricerca del pilota che, arrivato nelle vicinanze del sinistro, deve avvicinarsi a vari gruppetti di gitanti che lo "salutano", onde risparmiare tempo e carburante.

ah, ok... si chiaramente le situazioni, gli animali, ecc... sono differenti...

ahah, tipica situazione... da "mimo"... uno dall'elicottero e "x" da terra, ahhahahah

Eppure sono segnali super mega semplici, facili e "due".... per fare le cose velocemente "Y" braccia in alto "Yes", abbiamo bisogno. "N" un braccio su e uno giù "NO", non abbiamo bisogno. "Università " ?? Non credo che serva, ahah
 
Luca e Manuel,
Caspita siamo andati lontanissimo con questo scambio di idee, confermo il piacere di scrivere su Avventurosamente. Io ripeto, sul contesto italiano e le uscite brevi in genere sono d'accordo su tutto, per quelle lunghe, rimango sulla mia "deviazione" professionale, :) . Purtroppo devo dire che effettivamente l'urbanizzazione italiana e' notevole e non permette grandi attività di allenamento, ecco ho visto una cosa nei post precedenti che sottovaluto spesso, le "flares",
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potrebbe essere utile in certi ambienti, in Asia centrale, che è discretamente desertica gli elicotteri mi vedevano da km e km, in Italia non credo per le solite questioni.

Buona serata

Secondo me i discorsi vanno sempre contestualizzati, anche se spesso non è sempre facile farlo. E' chiaro che se io penso ad una attività nel parco sotto casa dovrò e/o potrò portarmi delle cose che invece non potrò portarmi altrove e/o non saranno necessarie.

Se il tuo problema è farti vedere in Asia centrale, io chiederei qualche soluzione ai locali, in quanto magari (e dico baggianate solo per farti capire il senso del mio discorso) i Flares non li puoi ne portare come bagaglio a mano ne in stiva perché i regolamenti locali lo vietano e comprarli li ti costano 20 € l'uno.

Così come se dovessi fare un trekking negli Usa chiederei a Crafter cosa mi serve, e ti ripeto non perché io non sappia in generale cosa mi serve e come usarlo ma semplicemente perché, cambiato il luogo cambiano anche le esigenze e gli abitanti del luogo hanno già trovato sicuramente una soluzione più che funzionale al mio problema. E poi chi meglio di uno che quei problemi li vive tutti giorni, è perfetto per darmi un consiglio su di una determinata problematica che magari io per cultura nemmeno conosco o considero? Sempre per farti un esempio sciocco, io non mi sono mai posto problemi di lupi od orsi nei miei trek, ma è anche vero che io non ho mai fatto nulla al di fuori dell'Italia. Crafter dice che da lui al contrario gli orsi non sono proprio simpatici; io personalmente fidandomi molto del suo consiglio e non andrei mai in giro per boschi dalle sue parti con la stessa leggerezza con cui mi muovo qui.

Ambienti differenti, consigli differenti, comportamenti differenti, attrezzature differenti.
 
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