secondo me il kit di sopravvivenza dovrebbe essere studiato partendo dalla domanda: "cosa farei se...?"
ora, il kit sinceramente non lo vedo come un gioco, bensì come uno strumento vero e proprio di sopravvivenza (sembra strano, ne?)
quindi, alla domanda: cosa farei se .. mi perdo in un bosco d'estate, con 20° e un torrentello lì sulla sinistra non credo che ci possano essere molte difficoltà, escludendo il fatto di parlare con degli sprovveduti.
ma alla domanda: cosa farei se .. cado in un fossato a 2000 metri e mi spacco entrambe le gambe la soluzione non è la medesima di quella sopra.
per quello che mi riguarda al termine "sopravvivenza" assegno il significato di "riuscire a portare la pelle a casa a seguito di un evento tragico e/o comunque involuto in una maniera o nell'altra, anche con l'elicottero".
in pratica essere in una condizione di sopravvivenza non è un evento divertente, è drammatico.
in questo contesto per quello che mi riguarda la prima cosa essenziale non è il fuoco o il riparo (quelli potrebbero eventualmente essere dopo) ma la comunicazione. quindi, tornando alla richiesta di
@Alexander Supertramp , nel kit non deve mancare un cellulare, un fischietto ed eventualmente una radiolina pmr (e con la neve direi l'arva).
la seconda in ordine di importanza è la luce, col buio non si fa nulla, vorrete mica perdervi la notte con la luna piena?
oh già, comodo così! ci si perde nella notte con le nuvole e la pioggia, non vedete un fico secco, l'albero che si crede possa essere usato per costruire un rifugio (cosa romantica) lo si prende diritto sulla faccia.
quindi una luce, una semplice frontale va benissimo, la candela la lascerei in chiesa
terzo, l'orientamento.
scommetto che il 99% degli avventurosi di questo forum ha una bussola dentro lo zaino, ma non la sa usare, però è bello sapere in qualsiasi momento dov'è il nord
la riflessione è: se non sapete leggere la bussola lasciatela a casa, basta una cartina, preferibilmente 1:25000, non è difficile leggerla, i riferimenti si trovano sempre. il massimo è l'abbinamento con un altimetro, provare per credere (parlo naturalmente per chi pratica escursionismo qui in italia, per coloro che vanno in esplorazioni siberiane i discorsi sono altri)
il tutto condito da una adeguata pianificazione dell'uscita, sapere come si chiama un rio, un monte o un laghetto ci permette oltre a sapere dove diamine siamo anche, appunto, di orientarci.
ecco le mie due lire; poi naturalmente la coperta di emergenza, il diabolico acciarino, l'affilato coltello e i chilometri di spago che tutti noi abbiamo acquistato e che ci abbondano dai cassetti come gli spaghetti all'amatriciana che mi sono mangiato questa sera, buoni!