Tante
Più volte, in Sardegna, (e nonostante non abbia fatto così tante uscite) mi è capitato di perdermi (i sentieri sono spesso poco segnati e visibili, e poi ho un talento naturale nel perdermi) senza avere né la mappa, né un gps, nemmeno una bussola,solo il telefono e Google maps per vedere direzione e distanza. A volte avevo anche le stampe della traccia fatta con Google earth in bianco e nero, ma serviva ancora meno. Una volta in particolare, quando avevo tentato di fare una traversata del massiccio montuoso relativamente vicino a casa, 24 km in linea d'aria, mi sono perso più volte durante il percorso, alle 17 non sapevo dove ero e vedevo ancora il paese da cui ero partito a pochi chilometri di distanza. Per fortuna alle 18:15 sono sbucato non so come in un luogo in cui non ero mai stato, ma che avevo visto sulla mappa posta sul cartello all'inizio del sentiero per il monte principale del massiccio (avevo la foto sul trlefono), da lì c'era una strada sterrata di 12 km che scendeva a valle fino al paese, così correndo un po'sono arrivato alle 20 anche con 45 minuti di anticipo. Tra l'altro con il telefono scarico,questa non è stato l'unica volta per questo tral'altro.
E dire che non avevo nemmeno la frontale, né ovviamente sacco a pelo o tenda, anche se era maggio e il freddo non sarebbe stato un problema. Ma ripensandoci mi chiedo ovviamente come sia potuto essere così irresponsabile, considerando anche la morfologia del luogo e tutto il resto.
Anche quest'anno però mi sono cacciato nei guai:
1) nel cercare di raggiungere una punta: per questo ho raggiunto prima di tutto tramite una strada rotabile un Colle a 3000 metri per poi cercare la traccia da qui, dando per scontato (visto che il suddetto colle porta lo stesso nome della cima che avrei dovuto raggiungere) che si partisse da lì; in realtà si partiva da più in basso ma me ne accorgo solo quando effettivamente consulto la mappa, dopo che sono già sceso. Da qui mi oriento con la bussola e vado a seguire la cresta, all'inizio non ci sono grossi problemi se non la traccia praticamente assente ma poi il passaggio si restringe, devo aggirare tre torrioni percorrendo dei tratti molto esposti e stretti. Dopo il terzo torriore, quando ne vedo un altro da superare, consapevole del rischio che mi stavo prendendo, torno indietro con paesi cortissimi e lentissimi, non ho mai davvero rischiato di finire giù ma non doveva proprio succedere. In realtà il quarto era l'ultimo torrione da antiterrorismo prima che ci si potesse ricongiungersi alla via normale, ma non lo sapevo; una volta giù, controllato bene con la mappa il percorso, era troppo tardi per salire dal percorso giusto.
2) Questo nel gruppo del gran paradiso: avevo intenzione di fare un trekking, spezzato in un paio di giorni, da Cogne a Ceresole, dal versante valdostano a quello piemontese. Seconda tappa: Rifugio Sella-Rifugio Chabod. Arrivo al col Lauson dove c'è un po' di neve, scendo e poi risalgo. Il sentiero è segnato come EE, per cui anche se nella mappa (che tra l'altro si rivela sbagliata ) è raffigurata una piccola ferrata che sembra passare vicino al mio percorso ma appunto solo vicino, continuo. continuo a salire su una morena, verso i 3000 si fa sempre più ripida, poi effettivamente comincia il tratto quasi verticale e la ferrata. Qui avrei davvero fatto a meno di continuare e doverla salire, ma ero ormai lontanissimo dal rifugio di partenza ed era tardi (la tappa ha una durata totale di 8-9 ore, alla fine viste le divagazioni ce ne ho messo 11). Quindi salgo, faccio primi tratti su gradini tenendomi con la fune, poi mi tiro praticamente sulle catene perché difficilmente sarei riuscito a fare altrimenti, poi salgo una scala posta su un tratto praticamente strapiombante. Arrivo alla fine della ferrata per poi scendere dall'altro versante, qui perdo il sentiero e a causa della mappa cerco quello che dovrebbe essere il tratto giusto, che in realtà era quello a cui ero arrivato; quindi mi incuneo in una pietraia veramente terribile, girovago per un bel po'finché con oruxmaps riesco a individuare il sentiero, che con molta fatica raggiungo, arrivando al rifugio mentre comincia a far buio.
Tra l'altro, cosa che più mi ha fatto restare sasso, nemmeno sulla descrizione del giro sul libro da cui mi è venuta l'idea del trekking stesso, si faceva riferimento alla ferrata, si parlava di'qualche semplicemente tratto attrezzato'
Certamente sono episodi che fanno pensare, dettati da un superficialità e nell'ultimo caso anche sfortuna, perché se la ferrata (con la neve, tra l'altro) fosse stata segnalata non la avrei fatta, anche se questo avrebbe significato fare un giro in più veramente enorme. Ma non è per forza un male,certe cose fanno aprire gli occhi e fanno in modo che ci si avvalga di queste esperienze per evitare che accadano in futuro. A proposito mentre in Sardegna ogni escursione era praticamente un'agonia, in cui mi chiedevo davvero chi me lo facesse fare, qui è stato diverso nostra te questi due episodi, gli 'smarrimento' sono stati decisamente meno e mi sono goduto di più le uscite.
L'ultima avventura è stata la salita a superga con i jeans, le scarpe più lisce dell'olio e un sentiero pieno di fango, grandissima trovata
Certo che in 2 anni di esperienza ho fatto impallidire i vostri episodi
Devo dire che tutto sommato non me la cavo male nell'orientamento pur non sapendo riconoscere la posizione del sole, in particolare fuori dei boschi, e questo in alcune situazioni mi ha agevolato
PS: Non mi sono accorto che il post è vecchio, ci sono capitato per caso
