La cosa piu' stupida che abbia fatto in escursione.

La volta che mi è andata male: sono passato su un "pavimento" di roccia con fessure varie, con roccia bagnata e scarpe infangate... piede scivolato nella fessura, perdita di equilibrio e (non grave...) frattura del malleolo... evitabilissimo!

La volta che mi è andata bene: mi sono unito ad un gruppo di più esperti per una facile (per loro...) escursione su una delle vie che portano sul corno piccolo (non la ferrata) con passaggi di arrampicata facili ma con un po' troppo "vuoto" per il mio livello di (in)esperienza... tutto bene ma trovo stupido non aver un margine di sicurezza tra quello che sto facendo e quello che so di poter fare, specie in un contesto in cui un eventuale incidente sarebbe fatale...
 
io mi so portato in montagna un fifone assolutamente impreparato e senza attrezzatura............
MAI PIU!


Ci siamo persi e si e' fatto buio.....lui senza lampadina...senza acqua preso dal panico si e' messo a correre l buio in discesa dentro un fitto bosco........come un pazzo!

io conoscevo il posto e ho raggiunto un paesino qualche ora dopo....
i soccorsi so partiti e l hanno ritrovato vicino ad un dirupo mentre io sulla strada vicino al paese...

...MAI PIU' con chi e' da poltrona.............no avventurieri SI AVVENTUROSI!

Non potevi fare o dire qualcosa per fermarlo?

Io invece con una persona alla sua prima escursione sono andato a dormire in un bivacco in Piemonte, partiti tardi per colpa mia ( ) siamo comunque nei tempi ma decidiamo di fermarci a un lago da cui dovrebbero mancare 15 minuti al bivacco secondo i cartelli, anche in quanto lì c'è il posto pianeggiante che serve per tenere il mio fornellino traballante e su al bivacco non si sapeva. La preparazione della cena però è più lunga del previsto e quando ripartiamo è già praticamente buio; a un certo punto tra una deviazione non chiara, la luce della frontale assolutamente non sufficiente quando non si capisce dove andare, il gps del telefono che faceva decisamente i capricci ci troviamo a girovagare senza capire più nulla e perdendo il sentiero (seguendo quelle che sembravano delle tracce ma in realtà non lo erano). Ero attaccato al telefono, il segnale GPS segnalava sempre il sentiero a poche decine di metri ma non c'era verso, in realtà forse finiamo anche sul sentiero ma non ce ne accorgiamo e quindi continuiamo a girare inutilmente, alla fine lo si ritrova e con qualche preoccupazione si arriva. Perché tutto questo? Perché lui mi aveva messo il telefono in risparmio batteria per essere sicuro che resistesse, facendo così in modo che l'applicazione con cui seguivo la mia posizione non funzionasse in background e il segnale GPS andasse a putt.ne... :azz::azz::azz:. Me ne sono accorto solo alla gita successiva, in sostanza non si riusciva a capire dove fosse il sentiero solo perché il segnale gos non si muoveva, pertanto dovunque andavi la distanza dal sentiero restava sempre la stessa e sembrava che non ci si avvicinasse mai; eppure come detto era a poche decine di metri:biggrin: perché ci eravamo subito accorti che avevamo sbagliato qualcosa. Alla fine un'ora abbondante per fare 90 metri di dislivello e un tratto che avrebbe richiesto 15/20 minuti.
 
Io l'ho fatta grossa in kajak nei primi anni 90.
Sul Sesia, non proprio in piena ma con un livello eccessivo di acqua che rendeva alcuni tratti assolutamente non praticabili per il livello mio e dei miei due soci. Non eravamo alle prime armi ma avremmo dovuto sicuramente rinunciare alla discesa. In un tratto, credo rapide di Campertogno, ho preso una sassata in faccia mentre stavo cercando di raddrizzare la canoa che si era capovolta (eskimo per chi è del mestiere), mi sono fatto tutto il tratto in acqua e, oltre ad aver preso varie botte, ho perso la pagaia e ci ho messo una vita a recuperare la canoa, finita abbracciata a un masso. Anche agli altri due è andata più o meno allo stesso modo. Adesso ne ho un ricordo vago ma mi ero talmente spaventato che da quel giorno sono passati un paio di anni prima di tornare in un kajak. Ho imparato lì una grande lezione ma ho commesso una imprudenza enorme.
 
"ragazzi torniamo dal sentiero da cui siamo arrivati o ne proviamo uno che nn ho mai fatto?". Peccato che quel sentiero non esisteva se nn nella mia mente. Così abbiamo dovuto fare molta strada in più per tornare. Era piena estate siciliana, nelle ore più calde, stavamo finendo l'acqua ed eravamo su un deserto di pietra lavica arroventata dal sole! Ho dato tutta la mia acqua a loro e mi sono idratato con arance. Per guadagnare tempo ho preso una scorciatoia che conoscevo, ma molto difficile. Qualche momento di seria apprensione e un po' di panico, perché è difficile a quel punto farsi dare ascolto dopo averli condotti in una situazione non proprio piacevole. ma alla fine tutto ok.
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"ormai arrivo fin lì!!" quando finisce il sentiero, la tua meta è a 500m in linea d'aria, la vedi, e invece di fare il giro lungo e semplice vai dritto per dritto. Ma in 500m ci può essere tanta roba. Nel mio caso c'era un vallone pieno di macchia mediterranea e quindi rovi. Mi ci infilo dentro. a separarmi dalla metà, e quindi evitarmi bei km, c'è solo una parete di pochi metri, ma tutta di terreno fragile che veniva giù se provavo ad arrampicarmi. Ci provo per molto... Tra fatica e cadute. Poi sfinito desisto ed esco da dove son venuto. E neanche quella è stata una passeggiata. Sono tornato sfinito come se camminassi da giorni senza fermarmi, e in quel vallone ci ho lasciato un cellulare e un paio di occhiali, entrambi di qualità.
 
vento forte,... tanto per cambiare,...
volevo comunque :wall::wall: cucinare le mie pennette alla siciliana sul mio fornelletto campingaz, ...
del resto avevo il super paravento cinese super protettivo! ....e anche fame...
il paravento era così protettivo da impedire al calore della fiamma di fluire verticalmente, come di solito avviene..
risultato!?
tenuta in plastica disciolta !!:help::help:

mi sono ritrovato un lanciafiamme sulla faccia!!...per carità, ho fatto in tempo a scansarmi..ma vedere tutte le mie pennette disperse sul terreno è stata una vera frustrazione..:sbav:

da allora ..fanculo a campingaz e alla plastica..
 
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Ho rotto l'albero in un giorno di tramontana con 45Kn. Sono tornato con i pompieri. Il problema è stato che è uscita la capitaneria e mentre veniva a recuperarmi il gommone si è rotto. Così sono usciti i VVF che hanno prima recuperato la capitaneria e poi sono venuti a recampare me. in pratica sono rimasto fuori diverse ore senza sapere il perchè del mancato soccorso. Quella volta mi sono cagato sotto!
 
Io con i miei amici, circa 15-16 anni fa, decidemmo di fare una gara a chi arrivava prima al rifugio a metà del cristallo, partendo dal rifugio Lorenzi su in cima. Ai tempi c'era la famosa ovovia rossa e gialla da panico. Le donne ovviamente tornarono giù con l'ovovia. Eravamo una quindicina schierati sul bordo del ghiaione, in due file, scarponi ben stretti, pronti e via, giù di corsa. La pendenza era tale che sul primo pezzo si volava sui sassi. Mano a mano che si scendeva la grandezza delle rocce aumentava e la pendenza calava un pò. Ovviamente era una gara, quindi invece di andare giù con calma a zig zag, per evitare pendenze pericolose, tutti carichi di adrenalina e abbastanza incoscienti, andammo giù dritto per dritto di corsa, a velocità folle. Ad un certo punto mi ricordo di essere saltato sopra un masso largo e piatto, con tale velocità che si staccò dalle rocce vicine e schizzò in avanti con me sopra in stile surf. Ci feci 4-5 metri sopra, prima di saltare via incolume sulla ghiaia. La paura fu tale che mi fermai qualche minuto, feci dei bei respiri e con un amico decidemmo di lasciar perdere la gara e andar giù con calma arrivando tra gli ultimi. Alla fine del tutto, due presero una distorsione alla caviglia, di cui uno abbastanza seria, lo trovammo a metà percorso e lo aiutammo a scendere. Insomma morale della storia alla fine andammo in p.s. per fargli fare una visita e una rx, e penso che poteva andare anche peggio.

Le altre volte in cui ho rischiato l'ho fatto di proposito al bike park, nel senso, sapendo di fare un percorso e uno sport pericoloso, ma con attrezzatura, protezioni varie, sul luogo idoneo e con bici adatta.
 
se si può divagare anche su altri ambiti avventurosi, io mi sono disperso in mare in windsurf... a Febbraio... vale?

Vale, vale! :biggrin:

Ho rotto l'albero in un giorno di tramontana con 45Kn. Sono tornato con i pompieri. Il problema è stato che è uscita la capitaneria e mentre veniva a recuperarmi il gommone si è rotto. Così sono usciti i VVF che hanno prima recuperato la capitaneria e poi sono venuti a recampare me. in pratica sono rimasto fuori diverse ore senza sapere il perchè del mancato soccorso. Quella volta mi sono cagato sotto!

Hai fatto un bel casino! :rofl:
 
Non sapevo andare tanto in windsurf, e non so come mi trovai con due amici a Campotosto.
(Come dice Razzi "fatti i ***** tuoi...")
Conscio dei miei limiti stavo in un angolo riparato.
Un amico si divertiva a fare lunghi traversi, quando ci siamo accorti che non riusciva a rientrare, ed il vento aveva rinforzato. Dalla riva non si capiva cosa stesse succedendo, appena prendeva vento finiva in acqua.
Era un problema tecnico, il piede dell'albero usciva, non rimaneva bloccato in sede.
Ma visto dalla riva pensammo fosse stanco, ed il vento lo spingeva sotto un ponte verso il lato con la diga.
Così pensai di infilarmi un salvagente, prendere una cima ed andare a vedere, senza rig, remando con le braccia.
Arrivato sul posto, parte, il piede dell'albero regge e in un bordo, planando come una lippa se ne va a riva fresco e sorridente come in una pubblicità.
E io mi trovo con freddo bestia (non c'era più sole, il vento era gelido ed ero senza muta) con una tavola in mezzo al lago. Il vento a quel punto me lo trovo di fronte e non riesco a rientrare.
Un po' assecondando, un po' forzando, stremato (il freddo mi aveva letteralmente istupidito) arrivai da un'altra parte, in una parte di lago lugubre, con gli alberi che uscivano fuori dall'acqua, che già mettere i piedi a terra fu un mezzo cinema.
Così mi trovai mezzo assiderato da non riuscire a parlare, scalzo, sulla strada, con una tavola da 370 da portare comodamente sottobraccio.

Sul Corno Piccolo poi, ogni volta che lo sento citare mi dò uno schiaffo da solo.
L'ho fatto più volte slegato, da solo. E' esposto, molto esposto.
 
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Siamo nel 2021, ho 44 anni e sono un coglione in giacca e cravatta.
Rispetto all'estate del 1985 è cambiato solo l'abbigliamento.
Ma quell'estate, nei boschi del cuneese, ne commisi una storica.
Si sa che i coglioni vanno sempre in coppia, quindi scelsi un amichetto e andammo in escursione sui sentieri vicino a casa.

Camminavamo su di un altopiano che sovrastava il sentiero principale, pieno di escursionisti.
Vidi un meraviglioso masso proprio in mezzo al nostro "fuoripista".... era un po più grande di un Tango (il mitico pallone da calcio) e quindi nella nostra testa andava preso a calci.
Essendo pesante, non potendo spostarlo, ci ingegnammo in qualche leva coi bastoni, finchè si mosse e rotolo giu dalla valle in direzione sentiero.
In pratica stavamo giocando a bowling, ma i birilli erano gli escursionisti!

"Caduta massi!!!" gridammo alla gente che stava sotto!
"Testa di caxxo, se ti prendo ti ammazzo" mi risposero quelli!

E via più veloce del vento a nascondersi per non farsi prendere a botte.
Botte meritate che ho scampato per pura fortuna.
 
Escursione con 5/6 amici, neanche mi ricordo dove. Mentre salivamo in vetta inizio a sentire un fastidio su entrambi i talloni. Ci faccio poco caso perché scarponi e calze erano super collaudate, e proseguo (poi ho capito che avevo gli scarponi non allacciati bene e per questo avevo un po' di gioco tra scarpa e calza).
Dicevo tra me e me "ora mi fermo e controllo", ma continuavo a proseguire per non bloccare gli altri. Un dolore lancinante mi convince a dare un'occhiata alla situazione: due vesciche aperte su entrambi i talloni, carne viva che strusciava vicino alla calza. Fortunatamente avevo con me dei Compeed, ma sfortunatamente prima di attaccarli non penso a disinfettare il tutto prima. Risultato:escursione finita senza problemi (se non avessi avuto i cerotti sarei rimasto lí, non potevo più camminare), a casa ho dovuto togliere i cerotti che erano diventati un tutt'uno con la pelle e con la terra che avevo nelle scarpe. Ho dovuto quindi tagliare via tutto, cerotti e pelle penzolante, col risultato di avere due stimmati sui talloni. Non ho camminato per una giornata intera, e per un'altra settimana sembravo una ballerina che camminava sulle punte.
Da allora porto sempre con me cerotti E disinfettante, e se qualcosa non va mi fermo e controllo, chi mi ama mi aspetta :)
 
escursione sulle pendici basse del Magnodeno,zona Santuario della Madonna della Rovinata, percorso totalmente fuori sentiero divertendomi a ravanare nel bosco.
Avevo portato un mini cavalletto per la macchina fotografica, che tenevo appeso all'esterno dello zaino. Torno a casa, tolgo lo zaino e il cavalletto non c'e' piu'.
decido di tornare a cercarlo, intanto il cielo si fa scuro e giungono i primi rombi di tuono.
Arrivo al parcheggio, mollo lo scooter e rifaccio il percorso, cercando di ricordarmi da dove ero passato.
Intanto i tuoni si fanno sempre piu' potenti e frequenti.
"sono passato di la', no, di qui no, ecco, mi ricordo quell'albero" sempre naso a terra cercando il cavalletto.
Risalgo il pendio ravanando nei rovi, alzo lo sguardo e vedo il mio cavallettino appeso ad un ramo.
Lo recupero, in quel momento scoppia un tuono e comincia a venir giu' il diluvio.
Ovviamente non avevo k way ne altro, bagnato fradicio cerco di riguadagnare il sentiero, VAM! scivolata galattica con bestemmione da scomunica annesso.
Sbuco sul sentiero, ormai simile ad un fiume, e scendo fino al parcheggio ( mannaggia a me, potevo prendere la macchina, invece sono in scooter) altra doccia per arrivare a casa,rientro a casa bagnato fino alle mutande, ma stringendo in mano trionfante il ritrovato cavalletto.
 
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