- Parchi d'Abruzzo
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- Parco Regionale Sirente-Velino
Data: 14/04/2014
Regione e provincia: Abruzzo (Aq)
Località di partenza: Hotel Vecchia Miniera
Località di arrivo: Laghetto di Campo Felice (dopo abbondante anello)
Tempo di percorrenza: 6 ore in tutto, soste (poche e brevi) incluse
Chilometri: tanti..inclusi quelli dal laghetto di Campo Felice all'Hotel Vecchia Miniera
Grado di difficoltà: il percorso e’ molto vario e la difficolta’ varia di conseguenza. Si passa da E a EAI (cresta del Cefalone), EEA (Cima di Serralunga)
Descrizione delle difficoltà: un tratto ripido con neve ghiacciata all’inizio della cresta del Cefalone ha costretto l’uso dei ramponi; lunghi tratti di percorso senza sentiero; sulla Cima di Serralunga vi sono tratti di facile arrampicata e un tratto attrezzato con corda metallica
Periodo consigliato: tutti. Con neve avere con se’ i ramponi
Segnaletica: Non ho seguito i sentieri del CAI, il mio e' stato un percorso da me ideato . Lungo i tratti in cui il "mio" percorso coincideva con quelli del Cai, ho visto poco e niente..giusto un paio di segni giallo-rossi sbiaditi sulla cresta del Cefalone e degli ometti di pietra andando dalla sella dell'Ocre verso la Cima di Monte Bagno. Salendo sulla Cima di Serralunga ho visto invece svariate bandiere-bianco-rosse
Dislivello in salita: 1000 circa complessivi
Dislivello in discesa: idem
Cime toccate: Monte Cefalone (2142), Cima dei Monti di Bagno (2073), Cima di Serralunga (1909)
Accesso stradale: si lascia l'auto presso l'Hotel Vecchia Miniera
Questa e' stata per me una delle piu' belle traversate mai fatte in vita mia, e vi garantisco che ne ho fatte tante.
Ma perche' proprio questa? sicuramente non era la piu' lunga o impegnativa a livello fisico, a maggior ragione nemmeno la piu' difficile, anzi...ho impiegato solo 6 ore e di difficolta' nemmeno l'ombra.
Forse perche' e' avvenuta in un tranquillo giorno feriale in un angolo silenzioso del Velino-Sirente, montagne dove sono "cresciuto" come escursionista nei lontani anni '80 e che porto sempre nel cuore? indubbiamente anche per questo.
Ma il motivo principale per cui mi sono goduto cosi' tanto l'escursione di ieri e' stato il fatto di essere stata un'escursione composta da varie escursioni, ciascuna in ambienti diversi e contrapposti, cosi' differenti l'uno dall'altro.
Si e' trattato di un percorso da me ideato e realizzato senza seguire segnaletica o bollini, ma seguendo un'idea di percorso che avevo in testa e che ho leggermente modificato in parte a seconda del terreno e dello stato del manto nevoso.
Parto alle 6.30 dall'Hotel Vecchia Miniera, risalgo la "diretta" sul Cefalone...ossia 500 metri di dislivello su ripido terreno lungo il versante meridionale, un misto di sassi, terriccio ed erba, con qualche cespuglietto qua e la'.
Dopo un'ora circa arrivo ad una suggestiva conca, dalla quale devo risalire a destra per la cresta del Cefalone. Un tratto di neve ghiacciata copre il ripido pendio della parte iniziale della cresta. La pendenza e' notevole e mi costringe a mettere i ramponi..il tutto per attraversare 100 metri (non di dislivello, ma calpestati!!). Meno male che li porto sempre con me'
Levati i ramponi risalgo la cresta su terreno sassoso misto a neve, ma e' gia' una neve riscaldata dal sole mattutino e con pendenza ridotta, quindi assolutamente innocua. A breve raggiungo la vetta del Monte Cefalone, dalla quale mi godo il panorama sul vicino Ocre, raggiunto con il buon Valerio un mese fa, e sulla taciturna e ormai deserta piana di Campo Felice.
Riscendo lungo un crinale roccioso su piacevole neve e rocce, raggiungendo la Selletta di Settacque a circa 2000m. Da li' risalgo senza sentiero il sassoso versante sud del Monte Ocre fino ad una sella vicina alla Fossa Grande. Alcuni omini di pietra "indicano" la strada per raggiungere la solitaria Cima dei Monti di Bagno, situata 1 km di marcia piu' in la'.
Sono solo, piacevolmente solo. Dalla vetta dei Monti di Bagno la citta' dell'Aquila sembra vicinissima, quasi possibile da toccare con un dito. Solo un cumulo di sassi e una scritta con il pennarello ricordano che si tratta di un "2000".
Ritorno sui miei passi fino alla sella dell'Ocre, e quindi riscendo di nuovo fino alla Selletta di Settacque, da dove comincia la mia traversata lungo la valle che separa Ocre/Cagno dal Cefalone.
Alcuni ruscelli scorrono in mezzo alla neve, in alcuni tratti la stessa neve diventa fango..beh, siamo in primavera
La valle percorsa e' molto suggestiva e solitaria, soprattutto quando a circa 1880 metri di quota bisogna risalire su un pendio per "svalicare" verso Forcamiccia: di fronte ai miei occhi si aprono davvero i mondi!!! Il Sirente, il Rotondo, la piana di Rocca di Mezzo...e lei, la Cima di Serralunga, una quasi sconosciuta dal versante nord molto frastagliato e accattivante. Un panorama da cartolina stile Heidi
Dopo una piacevole discesa su sentiero evidente raggiungo Forcamiccia, il vado che collega l'Altopiano delle Rocche con Campo Felice.
Sono pieno di energie, vorrei che quell'escursione non finisse mai, vorrei prolungare quanto piu' a lungo quei momenti, quindi decido di salire anche sulla Cima di Serralunga. Seguo alcune vaghe tracce di sentiero in mezzo all'erba, le quali si rivelano essere il sentiero che sale su questa bella montagna di 1909 metri. Come si deduce dal nome "serra", il percorso diventa ingaggiante e, udite udite, vi e' anche un tratto attrezzato con corda metallica!!
A dire il vero, a mio giudizio, in salita serve davvero poco, dato che i passaggi non sono nemmeno di I grado, ma in discesa puo' forse risultare utile.
Raggiungo in breve tempo la vetta. Il panorama e' stupendo.
Contento e soddisfatto per l'escursione fatta e per il tipo di percorso al di fuori delle guide, riscendo per la sterrata che porta fino al Laghetto di Campo Felice e da li' mi faccio un bel pezzo di strada a piedi, fino a raggiungere l'Hotel Vecchia Miniera.
Che dire, e' stata un'escursione capace di regalarmi forti emozioni per tanti motivi. Questo e' l'escursionismo che piace a me, la montagna che concepisco io...il vagare, il "perdersi" (in maniera figurata si intende), fondersi con la montagna stessa..macinare tanti km e goderti il dislivello che devi fare...il non dipendere da un diamine di bollo del CAI, ma crearsi un percorso da solo per poi di volta in volta "leggere" il terreno e concedersi divagazioni. Questa e' la montagna per me, questa e' la LIBERTA'.
Regione e provincia: Abruzzo (Aq)
Località di partenza: Hotel Vecchia Miniera
Località di arrivo: Laghetto di Campo Felice (dopo abbondante anello)
Tempo di percorrenza: 6 ore in tutto, soste (poche e brevi) incluse
Chilometri: tanti..inclusi quelli dal laghetto di Campo Felice all'Hotel Vecchia Miniera
Grado di difficoltà: il percorso e’ molto vario e la difficolta’ varia di conseguenza. Si passa da E a EAI (cresta del Cefalone), EEA (Cima di Serralunga)
Descrizione delle difficoltà: un tratto ripido con neve ghiacciata all’inizio della cresta del Cefalone ha costretto l’uso dei ramponi; lunghi tratti di percorso senza sentiero; sulla Cima di Serralunga vi sono tratti di facile arrampicata e un tratto attrezzato con corda metallica
Periodo consigliato: tutti. Con neve avere con se’ i ramponi
Segnaletica: Non ho seguito i sentieri del CAI, il mio e' stato un percorso da me ideato . Lungo i tratti in cui il "mio" percorso coincideva con quelli del Cai, ho visto poco e niente..giusto un paio di segni giallo-rossi sbiaditi sulla cresta del Cefalone e degli ometti di pietra andando dalla sella dell'Ocre verso la Cima di Monte Bagno. Salendo sulla Cima di Serralunga ho visto invece svariate bandiere-bianco-rosse
Dislivello in salita: 1000 circa complessivi
Dislivello in discesa: idem
Cime toccate: Monte Cefalone (2142), Cima dei Monti di Bagno (2073), Cima di Serralunga (1909)
Accesso stradale: si lascia l'auto presso l'Hotel Vecchia Miniera
Questa e' stata per me una delle piu' belle traversate mai fatte in vita mia, e vi garantisco che ne ho fatte tante.
Ma perche' proprio questa? sicuramente non era la piu' lunga o impegnativa a livello fisico, a maggior ragione nemmeno la piu' difficile, anzi...ho impiegato solo 6 ore e di difficolta' nemmeno l'ombra.
Forse perche' e' avvenuta in un tranquillo giorno feriale in un angolo silenzioso del Velino-Sirente, montagne dove sono "cresciuto" come escursionista nei lontani anni '80 e che porto sempre nel cuore? indubbiamente anche per questo.
Ma il motivo principale per cui mi sono goduto cosi' tanto l'escursione di ieri e' stato il fatto di essere stata un'escursione composta da varie escursioni, ciascuna in ambienti diversi e contrapposti, cosi' differenti l'uno dall'altro.
Si e' trattato di un percorso da me ideato e realizzato senza seguire segnaletica o bollini, ma seguendo un'idea di percorso che avevo in testa e che ho leggermente modificato in parte a seconda del terreno e dello stato del manto nevoso.
Parto alle 6.30 dall'Hotel Vecchia Miniera, risalgo la "diretta" sul Cefalone...ossia 500 metri di dislivello su ripido terreno lungo il versante meridionale, un misto di sassi, terriccio ed erba, con qualche cespuglietto qua e la'.
Dopo un'ora circa arrivo ad una suggestiva conca, dalla quale devo risalire a destra per la cresta del Cefalone. Un tratto di neve ghiacciata copre il ripido pendio della parte iniziale della cresta. La pendenza e' notevole e mi costringe a mettere i ramponi..il tutto per attraversare 100 metri (non di dislivello, ma calpestati!!). Meno male che li porto sempre con me'
Levati i ramponi risalgo la cresta su terreno sassoso misto a neve, ma e' gia' una neve riscaldata dal sole mattutino e con pendenza ridotta, quindi assolutamente innocua. A breve raggiungo la vetta del Monte Cefalone, dalla quale mi godo il panorama sul vicino Ocre, raggiunto con il buon Valerio un mese fa, e sulla taciturna e ormai deserta piana di Campo Felice.
Riscendo lungo un crinale roccioso su piacevole neve e rocce, raggiungendo la Selletta di Settacque a circa 2000m. Da li' risalgo senza sentiero il sassoso versante sud del Monte Ocre fino ad una sella vicina alla Fossa Grande. Alcuni omini di pietra "indicano" la strada per raggiungere la solitaria Cima dei Monti di Bagno, situata 1 km di marcia piu' in la'.
Sono solo, piacevolmente solo. Dalla vetta dei Monti di Bagno la citta' dell'Aquila sembra vicinissima, quasi possibile da toccare con un dito. Solo un cumulo di sassi e una scritta con il pennarello ricordano che si tratta di un "2000".
Ritorno sui miei passi fino alla sella dell'Ocre, e quindi riscendo di nuovo fino alla Selletta di Settacque, da dove comincia la mia traversata lungo la valle che separa Ocre/Cagno dal Cefalone.
Alcuni ruscelli scorrono in mezzo alla neve, in alcuni tratti la stessa neve diventa fango..beh, siamo in primavera
La valle percorsa e' molto suggestiva e solitaria, soprattutto quando a circa 1880 metri di quota bisogna risalire su un pendio per "svalicare" verso Forcamiccia: di fronte ai miei occhi si aprono davvero i mondi!!! Il Sirente, il Rotondo, la piana di Rocca di Mezzo...e lei, la Cima di Serralunga, una quasi sconosciuta dal versante nord molto frastagliato e accattivante. Un panorama da cartolina stile Heidi
Dopo una piacevole discesa su sentiero evidente raggiungo Forcamiccia, il vado che collega l'Altopiano delle Rocche con Campo Felice.
Sono pieno di energie, vorrei che quell'escursione non finisse mai, vorrei prolungare quanto piu' a lungo quei momenti, quindi decido di salire anche sulla Cima di Serralunga. Seguo alcune vaghe tracce di sentiero in mezzo all'erba, le quali si rivelano essere il sentiero che sale su questa bella montagna di 1909 metri. Come si deduce dal nome "serra", il percorso diventa ingaggiante e, udite udite, vi e' anche un tratto attrezzato con corda metallica!!
A dire il vero, a mio giudizio, in salita serve davvero poco, dato che i passaggi non sono nemmeno di I grado, ma in discesa puo' forse risultare utile.
Raggiungo in breve tempo la vetta. Il panorama e' stupendo.
Contento e soddisfatto per l'escursione fatta e per il tipo di percorso al di fuori delle guide, riscendo per la sterrata che porta fino al Laghetto di Campo Felice e da li' mi faccio un bel pezzo di strada a piedi, fino a raggiungere l'Hotel Vecchia Miniera.
Che dire, e' stata un'escursione capace di regalarmi forti emozioni per tanti motivi. Questo e' l'escursionismo che piace a me, la montagna che concepisco io...il vagare, il "perdersi" (in maniera figurata si intende), fondersi con la montagna stessa..macinare tanti km e goderti il dislivello che devi fare...il non dipendere da un diamine di bollo del CAI, ma crearsi un percorso da solo per poi di volta in volta "leggere" il terreno e concedersi divagazioni. Questa e' la montagna per me, questa e' la LIBERTA'.
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