Dati
Data: 28-30 aprile 2018
Regione e provincia: Veneto, Treviso/Belluno
Località di partenza: Miliès (Segusino)
Località di arrivo: Nevegal (Belluno)
Tempo di percorrenza: 3 giorni
Chilometri: 50 Km
Grado di difficoltà: E
Periodo consigliato: fine Aprile - Autunno
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 1750 (Col Visentin)
Cartografia: Tabacco 068 Prealpi Trevigiane e Bellunesi (+ Tabacco 024 per la parte finale del Nevegàl)
Descrizione
In questo ponte del primo Maggio sono riuscito (finalmente!) ad andare a fare un bel pezzetto dell'altavia delle prealpi trevigiane, primo mio trekking da 3 giorni in solitaria ed in autonomia, dormendo in bivacchi.
Volendo fare un giro di 3 giorni, scelgo di fare la parte centrale di quest'altavia lungo la cresta centrale che porta dal monte Zogo, sopra Miliès, fino a Col Visentin e poi Nevegal.
L'Altavia ufficiale salirebbe da Segusino, ma io preferisco saltare questa "salitona" e portarmi invece più in quota partendo da Miliès (località Valpiana), per poter fare la cresta del monte Zogo e del Cesen (che l'altavia purtroppo tralascerebbe), e ricongiungermi con la TV1 nel pomeriggio a malga Mariech
All'inizio del sentiero, questi due simpatici tizi mi augurano buona fortuna!
La salita inizia su una strada forestale un po' noiosa, ma che diventa via via più bella man mano che si sale quota, fino ad arrivare alla cresta dello Zogo da cui il si apre un piacevolissimo panorama di pascoli:
Passato lo Zogo arrivo ad una forcella, crocicchio di sentieri; sulla cartina un evidente sentiero segnato in rosso mi porterà in cima al Cesen, lo prendo: all'inizio è una verde carrareccia ma dopo circa 1Km....si interrompe nel nulla!
Torno indietro alla forcella, e stavolta prendo una traccia che sale drittissima, tra bosco e pascolo, verso la cima del Cesen. Questa traccia nonostante sia appena appena visibile tra le foglie di faggio non mi abbandona mai, e per ora di pranzo sono alla croce in cima al Cesen, dove mi concedo la birra fresca che conservo gelosamente in un anfratto dello zaino (uno dei lussi che ci si può concedere il primo giorno), e un breve pisolo per riprendermi dalla levataccia mattutina
Rifocillato e ristorato, riparto per quel di malga Mariech, d'estate affollata di turisti ma al momento ancora chiusa.
Qui mi unisco all'altavia ufficiale, ed infatti incontro i primi segnavia:
Da qua in poi procedo a vista, senza guardare la cartina: l'ho già fatto tempo addietro, in inverno sulla neve, e mi piace rivedere questo tratto nella sua veste primaverile. Poco dopo la malga si arriva ad un edificio non vecchissimo ma abbandonato, qui si abbandona la strada bianca e si segue la staccionata, poi la mulattiera torna ben visibile ed arrivo a metà pomeriggio senza difficoltà al rifugio Posa Puner:
Al rifugio mi concedo un buon caffè corretto ma soprattutto riempio le borracce di acqua per la notte (è l'unico punto-acqua della giornata).
Da qui riparto per arrivare al bivacco dove trascorrere la prima notta, prendendo la stradina che parte da dietro la chiesetta ai piedi del rifugio.
Puntavo al bivacco Salvedella Nuova ma sono in anticipo sulla tabella di marcia e quindi vado al successivo, malga Mont, può spazioso e dotato, ricordo, oltre che di reti addirittura di un materasso (lusso sfrenato! )
Lascio comunque una nota a Salvedella:
A malga Mont (anche questa buon punto ristoro solo d'estate, ma che offre nell'ala sinistra un bel bivacco aperto tutto l'anno), ormai quasi ora di cena, incontro un ciclista sfatto quel che basta, con cui faccio volentieri un po' di chiacchiere ed a cui offro un infuso caldo allo zenzero.
Cena a base di tortellini in brodo, preparati con l'immancabile fornellino ad alcool, e poi presto a nanna...che la sveglia per il secondo giorno è puntata alle sei!
--- Secondo giorno:
Non l'ho fatto apposta, ma mi rendo conto che la sveglia l'ho puntata ESATTAMENTE all'ora dell'alba! Apro la porta del bivacco e mi vedo il sole che sta sorgendo...spettacolo!
Colazione, sistemo un po' di cose e riparto... prima però faccio un salto alla croce della piccola cimetta che ho di fronte:
Da qui saluto il bivacco di Malga Mont (nell'ala sinistra della malga), mi godo una bella vista sulle dolomiti bellunesi...
...e riparto, con una luce bellissima!
....Direzione malga Canidi, per piacevole strada forestale che alterna bosco a tratti più aperti
Arrivato a malga Canidi, scendo per il ripido "sentiero dei mirtilli" verso il passo di Praderadego
verso le 10 o poco più sono al bar/ristorante del Passo...chiuso (definitivamente). Anche la vicina osteria è chiusa da ormai 3 anni.
Nonostante il cartello chiarissimo, busso alla porta del ristorante, la ex gestrice (con più di 50 anni di servizio alle spalle!) che vive ancora lì mi apre comunque, ed un caffè me lo prepara lo stesso. E, cosa ben più importante, mi riempie le borracce.
In quel momento arriva anche l'UNICO altro backpackers che vedrò in questi 3 giorni, Michele!
Sono felicissimo di incontrare un altro "folle" come me (ma possibile che con 4 giorni di ponte e bel sole siamo solo in 2 ad avere una voglia matta di fare un giro da più giorni da queste parti?)
Anche lui fa il pieno di acqua, gli offro un caffè e ci fermiamo mezz'oretta a chiacchierare, cartina Tabacco di fronte a noi: lui sta facendo il giro in senso opposto al mio, ci scambiamo consigli e dettagli dei reciproci itinerari, e forse riesco a convincerlo a farsi Cesen e Zogo invece di concludere il giro "buttandosi" giù dritto verso Segusino.
Ci salutiamo, augurandoci un reciproco in bocca al lupo, ed io riparto in direzione Col dei Moi, prima per noiosa stradona forestale, poi invece per piacevole mulattiera in mezzo a verdissimo bosco.
Vorrei deviare e fare l'erbosa cima del Col dei Moi, ma già dal giorno prima ho i talloni in fiamme (vesciche... il flagello di quest'escursione, nonostante sia partito coi cerotti Compeed già messi!) e quindi evito squando possibile qualunque ripida salita.
Arrivo al bivacco Vallon Scuro giusto per il pranzo, c'è parecchia gente ma questo bivacco ha anche tanto posto e tanti tavoli...io mi piazzo sotto una tettoia e mi rifocillo con una zuppetta di porri e ceci ed un taglierino di salame e formaggio:
Purtroppo oggi il meteo nel pomeriggio è incerto, salto il mio tradizionale pisolino (sigh!) e riparto finchè tiene; taglio dritto per il bosco ed arrivo in cima al Crodon del Gevero, da cui si gode si una bella vista della pianura:
Bevo alla russa un caffé liofilizzato preparato freddo dentro ad un contenitorino giallo degli ovetti Kinder (esperimento fallito... l'ovetto perde caffè da ogni feritoia!), e riparto...
L'altavia non passerebbe per questa cimetta, coem non passerebbe neppure per lo storico bivacco dei "Loff", che io invece non voglio perdermi, e che raggiungo facilmente per quel bel sentierino a zig-zag che vedete in basso a destra:
Eccolo qui, incastrato fra le rocce!
Proseguo per bel sentiero...
...puntando alla meta successiva, il grazioso bivacco Costacurta:
...poi giù per il bosco
...fino ad arrivare al secondo Passo della giornata, il passo di San Boldo, decisamente più affollato del precedente!
Anche qui tappa al bar/ristorante del passo, affollato di motociclisti, per bermi qualcosa di fresco e...indovinate un po'? Riempire le borracce...
Sono le 5, non mi fermo troppo tempo eprché voglio arrivare al bivacco Col dei Gai che è l'unico fra tutti quelli visitati che non conosco, e di cui in Internet si trova pochissimo (i dubbi che ronzano nella mia testa sono facili da immaginare: ...siamo sicurissimi che sia aperto? Non è che mi trovo qualche brutta sorpresa quando ormai si sta facendo notte?).
La strada che sale è per due terzi asfaltata o cementata (le mie vesciche... ), quando dopo più di un'ora penso di aver fatto il peggio, arriva la sorpresa: sulla cartina c'è una bella strada bianca, ben marchiata col segnavia "E7", che arriva al bivacco facendo un ampio giro in quota. Ed invece ad un certo punto mi trovo cartello "strada chiusa a 500m", ed un segnavia "E7" spennellato di fresco che mi fa andare per un ripido sentiero alternativo, che praticamente "scavalca" il monte Cimone salendolo in verticale e scendendo per il versante opposto. E' tardi, il cielo minaccia di scaricare da un momento all'altro, le gambe sono stanche e a fare quella salita le vesciche sui talloni mi fanno un male bestia.
Arrivo alla cime del Cimone senza riuscire a godermela minimamente, sta già piovendo ed io tiro drittissimo in direzione del bivacco...che per fortuna trovo senza alcun problema, ed è (phiuuuuuuu!) aperto, ed anche se non nuovissimo è spazioso e tenuto bene.
....Gran sospiro di sollievo!
Inutile dirlo che anche questa sera sono l'unico inquilino del locale
Passo la sera preparandomi la cena (polenta e formaggio fuso) e tentando di medicare con scarsi risultati le vesciche. Ca%%o, domani è la giornata più tosta (una 20ina di Km!) ed io ho già adesso i piedi devastati
--- Terzo giorno
L'insopportabile chiasso di un...cucù mi butta giù dal letto alle 5:45 del mattino. Davvero, è incredibile quanto nel silenzio del bosco anche il semplice verso di uccellino ti riesca a togliere il sonno!
Questa mattina sono fuori dal bivacco alle 7:30. L'altro ieri a quell'ora ero da poco partito in auto dalla pianura, mi sembra un'eternità fa!
Il bosco è di una quiete assoluta, ad un certo punto un capriolo ad una decina di metri da me scappa via facendo un verso chiassoso stile bramito... io faccio un salto, certo che se voleva sparire senza dare nell'occhio non c'è proprio riuscito!
Poco più avanti un secondo capriolo...
Dopo una mezz'oretta il bosco diventa più rado, la forestale diventa una piacevole stradina bianca, qua e là iniziano ad apparire le prima baite e casette
La luce del mattino è spettacolare, le foto non rendono. A valle si vede il lago di Revine, tra luce limpida, foschie e chiaroscuri
L'erba ha un colore irreale:
Mi sembra di passeggiare in Svizzera!
Cammino per un bel po' su questa stradina mezza bianca, mezza cementata, mezza asfaltata...Attorno alle 9 arrivo al Pian de le Femene, dove c'è l'omonimo rifugio dentro cui mi fiondo.
Un buon caffè, una pinta di latte caldo e l'immancabile refill delle borracce!
Incrocio i primi escursionisti con cui scambio volentieri due chiacchiere. Quando sentono da dove sono partito mi augurano un sincerissimo in bocca al lupo per la conclusione della mia avventura
Da qui la TV1 torna ad essere una incantevole mulattiera che sale e scende per pascoli e colline:
Di tanto in tanto incrocio una malga, anche se al momento sono ancora tutte chiuse:
In lontananza (ma MOLTO in lontananza) vedo delle antenne, è dove in teoria dovrei arrivare per ora di pranzo
@andreal , che si è gentilissimamente reso disponibile per il mio recupero, verso le 10:15 mi dice che mi sta venendo incontro dal Nevegàl
Ma tra Nevegàl ed il sottoscritto ci sono due spanne di cartina Tabacco, saranno una decina di Km, tutt'altro che pianeggianti!
Con passo lento e (per quanto riesco) costante vado avanti e scavalco pazientemente Col de le Poiatte, monte Pezza, monte Agnelezze; tanto è incantevole il paesaggio in questa zona quanto sono devastati i miei piedi (...l'ho già detto? Ca%%o di vesciche!!!). Tiro avanti a Ibuprofene...
Verso mezzogiorno e mezzo c'è l'incontro con Andrea poco prima di forcella Zoppéi, finalmente dopo 3 giorni un volto noto!
Ora manca "solo" l'ultima salita di tutta l'uscita, i 350m di dislivello del Col Visentin...
...ma io son 5 ore già che cammino, e son preso davvero con le bombe... la salita mi sembra interminabile. Arriviamo al Rifugio attorno alle due:
Piattone di tagliatelle alla selvaggina, birrazza, rapida pènnica e si riparte con la lunga discesa verso il Nevegàl, con passo da Ritirata di Russia.
Questa cresta mi crea sentimenti contrastanti: da un lato è bellissima, visibilità a 360 gradi, vista su pianura, Cansiglio e dolomiti Bellunesi...ma dall'altra è un continuo susseguirsi di antenne, ripetitori, casermotti limitrofi ed impianti di risalita...
All'ex rifugio "Brigata alpina Cadore" la TV1 ufficiale si butterebbe giù verso il sottostante Fadalto, ma noi invece proseguiamo dritti ed arriviamo (il sottoscritto con passo zoppicante) nel tardo pomeriggio al parcheggio del Nevegàl.
L'avventura si conclude qui, sorseggiando qualcosa di fresco al bar del parcheggio...
Esperienza per me indimenticabile: mia prima uscita da 3 giorni, in solitaria e in autonomia, 50Km fra questi bellissimi, anche se poco conosciuti monti.
Primi due giorni assolutamente ok, terzo giorno davvero tosto... La lezione imparata è che per fare giri con questo kilometraggio per il futuro dovrò trovarmi un buon paio di scarpe da trail, che con gli scarponi i miei piedi non reggono...
Consiglierei questo giro ad altre persone?
...Assolutamente sì! Forse però suggerendo di accorciare un po' la terza tappa, che alla fine ora che ho recuperato l'auto a Miliès (grazie ancora @andreal !) son tornato a casa alle dieci di sera!
Data: 28-30 aprile 2018
Regione e provincia: Veneto, Treviso/Belluno
Località di partenza: Miliès (Segusino)
Località di arrivo: Nevegal (Belluno)
Tempo di percorrenza: 3 giorni
Chilometri: 50 Km
Grado di difficoltà: E
Periodo consigliato: fine Aprile - Autunno
Segnaletica: CAI
Dislivello in salita:
Dislivello in discesa:
Quota massima: 1750 (Col Visentin)
Cartografia: Tabacco 068 Prealpi Trevigiane e Bellunesi (+ Tabacco 024 per la parte finale del Nevegàl)
Descrizione
In questo ponte del primo Maggio sono riuscito (finalmente!) ad andare a fare un bel pezzetto dell'altavia delle prealpi trevigiane, primo mio trekking da 3 giorni in solitaria ed in autonomia, dormendo in bivacchi.
Volendo fare un giro di 3 giorni, scelgo di fare la parte centrale di quest'altavia lungo la cresta centrale che porta dal monte Zogo, sopra Miliès, fino a Col Visentin e poi Nevegal.
L'Altavia ufficiale salirebbe da Segusino, ma io preferisco saltare questa "salitona" e portarmi invece più in quota partendo da Miliès (località Valpiana), per poter fare la cresta del monte Zogo e del Cesen (che l'altavia purtroppo tralascerebbe), e ricongiungermi con la TV1 nel pomeriggio a malga Mariech
All'inizio del sentiero, questi due simpatici tizi mi augurano buona fortuna!
La salita inizia su una strada forestale un po' noiosa, ma che diventa via via più bella man mano che si sale quota, fino ad arrivare alla cresta dello Zogo da cui il si apre un piacevolissimo panorama di pascoli:
Passato lo Zogo arrivo ad una forcella, crocicchio di sentieri; sulla cartina un evidente sentiero segnato in rosso mi porterà in cima al Cesen, lo prendo: all'inizio è una verde carrareccia ma dopo circa 1Km....si interrompe nel nulla!
Torno indietro alla forcella, e stavolta prendo una traccia che sale drittissima, tra bosco e pascolo, verso la cima del Cesen. Questa traccia nonostante sia appena appena visibile tra le foglie di faggio non mi abbandona mai, e per ora di pranzo sono alla croce in cima al Cesen, dove mi concedo la birra fresca che conservo gelosamente in un anfratto dello zaino (uno dei lussi che ci si può concedere il primo giorno), e un breve pisolo per riprendermi dalla levataccia mattutina
Rifocillato e ristorato, riparto per quel di malga Mariech, d'estate affollata di turisti ma al momento ancora chiusa.
Qui mi unisco all'altavia ufficiale, ed infatti incontro i primi segnavia:
Da qua in poi procedo a vista, senza guardare la cartina: l'ho già fatto tempo addietro, in inverno sulla neve, e mi piace rivedere questo tratto nella sua veste primaverile. Poco dopo la malga si arriva ad un edificio non vecchissimo ma abbandonato, qui si abbandona la strada bianca e si segue la staccionata, poi la mulattiera torna ben visibile ed arrivo a metà pomeriggio senza difficoltà al rifugio Posa Puner:
Al rifugio mi concedo un buon caffè corretto ma soprattutto riempio le borracce di acqua per la notte (è l'unico punto-acqua della giornata).
Da qui riparto per arrivare al bivacco dove trascorrere la prima notta, prendendo la stradina che parte da dietro la chiesetta ai piedi del rifugio.
Puntavo al bivacco Salvedella Nuova ma sono in anticipo sulla tabella di marcia e quindi vado al successivo, malga Mont, può spazioso e dotato, ricordo, oltre che di reti addirittura di un materasso (lusso sfrenato! )
Lascio comunque una nota a Salvedella:
A malga Mont (anche questa buon punto ristoro solo d'estate, ma che offre nell'ala sinistra un bel bivacco aperto tutto l'anno), ormai quasi ora di cena, incontro un ciclista sfatto quel che basta, con cui faccio volentieri un po' di chiacchiere ed a cui offro un infuso caldo allo zenzero.
Cena a base di tortellini in brodo, preparati con l'immancabile fornellino ad alcool, e poi presto a nanna...che la sveglia per il secondo giorno è puntata alle sei!
--- Secondo giorno:
Non l'ho fatto apposta, ma mi rendo conto che la sveglia l'ho puntata ESATTAMENTE all'ora dell'alba! Apro la porta del bivacco e mi vedo il sole che sta sorgendo...spettacolo!
Colazione, sistemo un po' di cose e riparto... prima però faccio un salto alla croce della piccola cimetta che ho di fronte:
Da qui saluto il bivacco di Malga Mont (nell'ala sinistra della malga), mi godo una bella vista sulle dolomiti bellunesi...
...e riparto, con una luce bellissima!
....Direzione malga Canidi, per piacevole strada forestale che alterna bosco a tratti più aperti
Arrivato a malga Canidi, scendo per il ripido "sentiero dei mirtilli" verso il passo di Praderadego
verso le 10 o poco più sono al bar/ristorante del Passo...chiuso (definitivamente). Anche la vicina osteria è chiusa da ormai 3 anni.
Nonostante il cartello chiarissimo, busso alla porta del ristorante, la ex gestrice (con più di 50 anni di servizio alle spalle!) che vive ancora lì mi apre comunque, ed un caffè me lo prepara lo stesso. E, cosa ben più importante, mi riempie le borracce.
In quel momento arriva anche l'UNICO altro backpackers che vedrò in questi 3 giorni, Michele!
Sono felicissimo di incontrare un altro "folle" come me (ma possibile che con 4 giorni di ponte e bel sole siamo solo in 2 ad avere una voglia matta di fare un giro da più giorni da queste parti?)
Anche lui fa il pieno di acqua, gli offro un caffè e ci fermiamo mezz'oretta a chiacchierare, cartina Tabacco di fronte a noi: lui sta facendo il giro in senso opposto al mio, ci scambiamo consigli e dettagli dei reciproci itinerari, e forse riesco a convincerlo a farsi Cesen e Zogo invece di concludere il giro "buttandosi" giù dritto verso Segusino.
Ci salutiamo, augurandoci un reciproco in bocca al lupo, ed io riparto in direzione Col dei Moi, prima per noiosa stradona forestale, poi invece per piacevole mulattiera in mezzo a verdissimo bosco.
Vorrei deviare e fare l'erbosa cima del Col dei Moi, ma già dal giorno prima ho i talloni in fiamme (vesciche... il flagello di quest'escursione, nonostante sia partito coi cerotti Compeed già messi!) e quindi evito squando possibile qualunque ripida salita.
Arrivo al bivacco Vallon Scuro giusto per il pranzo, c'è parecchia gente ma questo bivacco ha anche tanto posto e tanti tavoli...io mi piazzo sotto una tettoia e mi rifocillo con una zuppetta di porri e ceci ed un taglierino di salame e formaggio:
Purtroppo oggi il meteo nel pomeriggio è incerto, salto il mio tradizionale pisolino (sigh!) e riparto finchè tiene; taglio dritto per il bosco ed arrivo in cima al Crodon del Gevero, da cui si gode si una bella vista della pianura:
Bevo alla russa un caffé liofilizzato preparato freddo dentro ad un contenitorino giallo degli ovetti Kinder (esperimento fallito... l'ovetto perde caffè da ogni feritoia!), e riparto...
L'altavia non passerebbe per questa cimetta, coem non passerebbe neppure per lo storico bivacco dei "Loff", che io invece non voglio perdermi, e che raggiungo facilmente per quel bel sentierino a zig-zag che vedete in basso a destra:
Eccolo qui, incastrato fra le rocce!
Proseguo per bel sentiero...
...puntando alla meta successiva, il grazioso bivacco Costacurta:
...poi giù per il bosco
...fino ad arrivare al secondo Passo della giornata, il passo di San Boldo, decisamente più affollato del precedente!
Anche qui tappa al bar/ristorante del passo, affollato di motociclisti, per bermi qualcosa di fresco e...indovinate un po'? Riempire le borracce...
Sono le 5, non mi fermo troppo tempo eprché voglio arrivare al bivacco Col dei Gai che è l'unico fra tutti quelli visitati che non conosco, e di cui in Internet si trova pochissimo (i dubbi che ronzano nella mia testa sono facili da immaginare: ...siamo sicurissimi che sia aperto? Non è che mi trovo qualche brutta sorpresa quando ormai si sta facendo notte?).
La strada che sale è per due terzi asfaltata o cementata (le mie vesciche... ), quando dopo più di un'ora penso di aver fatto il peggio, arriva la sorpresa: sulla cartina c'è una bella strada bianca, ben marchiata col segnavia "E7", che arriva al bivacco facendo un ampio giro in quota. Ed invece ad un certo punto mi trovo cartello "strada chiusa a 500m", ed un segnavia "E7" spennellato di fresco che mi fa andare per un ripido sentiero alternativo, che praticamente "scavalca" il monte Cimone salendolo in verticale e scendendo per il versante opposto. E' tardi, il cielo minaccia di scaricare da un momento all'altro, le gambe sono stanche e a fare quella salita le vesciche sui talloni mi fanno un male bestia.
Arrivo alla cime del Cimone senza riuscire a godermela minimamente, sta già piovendo ed io tiro drittissimo in direzione del bivacco...che per fortuna trovo senza alcun problema, ed è (phiuuuuuuu!) aperto, ed anche se non nuovissimo è spazioso e tenuto bene.
....Gran sospiro di sollievo!
Inutile dirlo che anche questa sera sono l'unico inquilino del locale
Passo la sera preparandomi la cena (polenta e formaggio fuso) e tentando di medicare con scarsi risultati le vesciche. Ca%%o, domani è la giornata più tosta (una 20ina di Km!) ed io ho già adesso i piedi devastati
--- Terzo giorno
L'insopportabile chiasso di un...cucù mi butta giù dal letto alle 5:45 del mattino. Davvero, è incredibile quanto nel silenzio del bosco anche il semplice verso di uccellino ti riesca a togliere il sonno!
Questa mattina sono fuori dal bivacco alle 7:30. L'altro ieri a quell'ora ero da poco partito in auto dalla pianura, mi sembra un'eternità fa!
Il bosco è di una quiete assoluta, ad un certo punto un capriolo ad una decina di metri da me scappa via facendo un verso chiassoso stile bramito... io faccio un salto, certo che se voleva sparire senza dare nell'occhio non c'è proprio riuscito!
Poco più avanti un secondo capriolo...
Dopo una mezz'oretta il bosco diventa più rado, la forestale diventa una piacevole stradina bianca, qua e là iniziano ad apparire le prima baite e casette
La luce del mattino è spettacolare, le foto non rendono. A valle si vede il lago di Revine, tra luce limpida, foschie e chiaroscuri
L'erba ha un colore irreale:
Mi sembra di passeggiare in Svizzera!
Cammino per un bel po' su questa stradina mezza bianca, mezza cementata, mezza asfaltata...Attorno alle 9 arrivo al Pian de le Femene, dove c'è l'omonimo rifugio dentro cui mi fiondo.
Un buon caffè, una pinta di latte caldo e l'immancabile refill delle borracce!
Incrocio i primi escursionisti con cui scambio volentieri due chiacchiere. Quando sentono da dove sono partito mi augurano un sincerissimo in bocca al lupo per la conclusione della mia avventura
Da qui la TV1 torna ad essere una incantevole mulattiera che sale e scende per pascoli e colline:
Di tanto in tanto incrocio una malga, anche se al momento sono ancora tutte chiuse:
In lontananza (ma MOLTO in lontananza) vedo delle antenne, è dove in teoria dovrei arrivare per ora di pranzo
@andreal , che si è gentilissimamente reso disponibile per il mio recupero, verso le 10:15 mi dice che mi sta venendo incontro dal Nevegàl
Ma tra Nevegàl ed il sottoscritto ci sono due spanne di cartina Tabacco, saranno una decina di Km, tutt'altro che pianeggianti!
Con passo lento e (per quanto riesco) costante vado avanti e scavalco pazientemente Col de le Poiatte, monte Pezza, monte Agnelezze; tanto è incantevole il paesaggio in questa zona quanto sono devastati i miei piedi (...l'ho già detto? Ca%%o di vesciche!!!). Tiro avanti a Ibuprofene...
Verso mezzogiorno e mezzo c'è l'incontro con Andrea poco prima di forcella Zoppéi, finalmente dopo 3 giorni un volto noto!
Ora manca "solo" l'ultima salita di tutta l'uscita, i 350m di dislivello del Col Visentin...
...ma io son 5 ore già che cammino, e son preso davvero con le bombe... la salita mi sembra interminabile. Arriviamo al Rifugio attorno alle due:
Piattone di tagliatelle alla selvaggina, birrazza, rapida pènnica e si riparte con la lunga discesa verso il Nevegàl, con passo da Ritirata di Russia.
Questa cresta mi crea sentimenti contrastanti: da un lato è bellissima, visibilità a 360 gradi, vista su pianura, Cansiglio e dolomiti Bellunesi...ma dall'altra è un continuo susseguirsi di antenne, ripetitori, casermotti limitrofi ed impianti di risalita...
All'ex rifugio "Brigata alpina Cadore" la TV1 ufficiale si butterebbe giù verso il sottostante Fadalto, ma noi invece proseguiamo dritti ed arriviamo (il sottoscritto con passo zoppicante) nel tardo pomeriggio al parcheggio del Nevegàl.
L'avventura si conclude qui, sorseggiando qualcosa di fresco al bar del parcheggio...
Esperienza per me indimenticabile: mia prima uscita da 3 giorni, in solitaria e in autonomia, 50Km fra questi bellissimi, anche se poco conosciuti monti.
Primi due giorni assolutamente ok, terzo giorno davvero tosto... La lezione imparata è che per fare giri con questo kilometraggio per il futuro dovrò trovarmi un buon paio di scarpe da trail, che con gli scarponi i miei piedi non reggono...
Consiglierei questo giro ad altre persone?
...Assolutamente sì! Forse però suggerendo di accorciare un po' la terza tappa, che alla fine ora che ho recuperato l'auto a Miliès (grazie ancora @andreal !) son tornato a casa alle dieci di sera!
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