Dati
Data: 14-15 Luglio 2023
Regione e provincia: Piemonte - VCO
Località di partenza: Riale - Formazza (1750m)
Località di arrivo: Guglie Bianche di Lebendum (2886m)
Tempo di percorrenza: 5h43m
Chilometri: 22
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: 1317m D+, di cui gli ultimi 300-350 su pietraia con alcuni punti esposti
Periodo consigliato: Giugno-Ottobre
Segnaletica: Sentiero ben segnato con vernice bianca e rossa
Dislivello in salita: 1317
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2950m
Accesso stradale: fino al rif. Bimse al lago, sotto la diga del Lago di Morasco
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Venerdì pomeriggio sono partito per la prova in esterna carico come un somaro: lo zaino da 50+10L è stato appena sufficiente per contenere
per un totale terrificante di 19,3kg (probabilmente anche 20 contando anche crema solare, pacchetto di fazzoletti e altre "minuterie")
Partito alle 15.00 dai 1750 circa di Riale - Formazza, ho preso la via per il rif. Città di Somma Lombardo e, da qui, ho imboccato il nuovo sentiero G37 verso il Pizzo del Costone (2950m) e le Bianche Guglie di Lebendum (2886m) che ho raggiunto il 5h43min. Tutto il cammino fin qui è stato caratterizzato da nuvole bassissime, come nebbia, e portato avanti con la speranza che le previsioni meteo avessero ragione (sereno dalle 22 in poi). intorno ai 2700m ho raccolto in una "vescica" un paio di litri di acqua di fusione del ghiacciaio di Ban, ormai letteralmente agli sgoccioli in tutti i sensi. Era un pochino torbida, ma mi sono fidato senza problemi visto da dove usciva.
Tratto del sentiero che sale alla diga del Sabbione e due ragazzi della O.M.G. che tornavano al rif. Claudio e Bruno
Visto che il vento proveniva quasi esclusivamente da Ovest, ho piazzato il campo a Est del monumento intitolato a Eugenio Margaroli, su terreno prevalentemente sabbioso (bagnato) utilizzando un telo impermeabile da picnic come base (lasciato doppio nella speranza di un miglior isolamento e protezione da forature), la tendina da bivacco (Outdoor Research Helium Bivy), il materassino gonfiabile (non isolante) e il sacco a pelo con il suo liner in cotone (Ferrino Lightec 1100 - confort tra 8° e -3°, limite estremo -15°).
Temperatura intorno ai 7,5° al mio arrivo, mi sono cambiato per togliere i vestiti sudati della salita e, prevedendo una notte umida e fredda, mi sono coperto bene (maglia e pantaloni termici + pile e pantaloni lunghi leggeri + calzettoni da sci, scaldacollo e cappello).
Ho mangiato un panino, mi sono fatto un the caldo (promosso alla grande il Fire Maple Polaris: in pieno vento scalda 1L di acqua di ghiacciaio in 4 minuti!) e mi sono messo nel sacco.
Al primo impatto ho notato il grande confort del materassino gonfiabile in termini di appoggio (si sta veramente comodi, senza rimpiangere un materasso vero e proprio), ma anche la sensazione di contatto con qualcosa di freddo sotto il sacco a pelo. Questa sensazione è svanita non appena si è scaldato il sacco a pelo che mi ha tenuto al calduccio per tutta la notte, nonostante le condizioni meteo non siano mai migliorate, anzi!
Verso le 3 il vento è girato e ha cominciato a portare nuvole su dalla valle del lago Sruer a Sud, infilandosi direttamente nell'apertura della tendina da bivacco che avevo lasciato aperta (solo la zanzariera chiusa per evitare accumuli di condensa all'interno) e gonfiando il telo in Goretex come un paracadute. Me ne sono accorto per il rumore e il freddo in faccia e ai piedi, ma non al corpo. Ho provato a chiudere completamente la bivy-tent, ma avevo troppa paura di inzuppare il sacco e, alla fine, mi sono coperto la faccia, ho acceso un pad riscaldante fatto scendere fino ai piedi e mi sono rimesso a dormire come un angioletto.
Un po' un film di fantascienza riuscire a infilare qualcosa fino ai piedi nel limitatissimo spazio della Helium Bivy. È l'unica cosa che ho da recriminarle, visto che l'ho trovata quasi completamente asciutta all'interno nonostante l'umidità e le temperature.
Alle 5 è suonata la sveglia e il cielo si era, finalmente, scoperto abbastanza per ammirare un po' il panorama. Temperatura: 5,4°C.
Le Guglie Bianche invisibili nelle nuvole fino alle 5, appena sopra la lucina del rif. 3A (2970m), una fettina di lago Sabbione sulla sinistra e, sulla destra, le luci della diga del Sabbione, la luce esterna del rif. Città di Somma e, in lontananza, la nuvoletta che eclissa il rif. Città di Busto Arsizio e il passo Gries con le luci rosse delle sue pale eoliche
Uno sguardo verso Sud ai laghi Sruer e Vannino, con le luci della diga del Vannino e del rif. Margaroli
Il mio bivacco sotto il monumento a Eugenio Margaroli. Dietro la croce, la Punta d'Arbola è nascosta dalle nuvole. sulla destra l'Hohsandhorn o Corno del Sabbione.
Mi sono fatto un altro litro di the caldo, mangiato una fetta di crostata, ho ri-impacchettato tutto (particolarmente complicato sgonfiare completamente il materassino per arrotolarlo in modo compatto) e sono ripartito verso l'auto, raggiunta in 4h. Alle 9.30 mi sono trovato a Riale con i miei colleghi che mi hanno portato a mangiare la polenta e brüscit del rif. Maria Luisa, a 400 m di dislivello sopra Riale, dall'altra parte della valle.
Ho chiuso le 24h con 30km percorsi e 2002m D+
Data: 14-15 Luglio 2023
Regione e provincia: Piemonte - VCO
Località di partenza: Riale - Formazza (1750m)
Località di arrivo: Guglie Bianche di Lebendum (2886m)
Tempo di percorrenza: 5h43m
Chilometri: 22
Grado di difficoltà: EE
Descrizione delle difficoltà: 1317m D+, di cui gli ultimi 300-350 su pietraia con alcuni punti esposti
Periodo consigliato: Giugno-Ottobre
Segnaletica: Sentiero ben segnato con vernice bianca e rossa
Dislivello in salita: 1317
Dislivello in discesa: idem
Quota massima: 2950m
Accesso stradale: fino al rif. Bimse al lago, sotto la diga del Lago di Morasco
Traccia GPS: Link alla Mappa Escursioni
Descrizione
Venerdì pomeriggio sono partito per la prova in esterna carico come un somaro: lo zaino da 50+10L è stato appena sufficiente per contenere
- attrezzatura per dormire
- un cambio di vestiti per la notte
- acqua e cibo (con fornellino e tazza)
- attrezzatura fotografica
per un totale terrificante di 19,3kg (probabilmente anche 20 contando anche crema solare, pacchetto di fazzoletti e altre "minuterie")
Partito alle 15.00 dai 1750 circa di Riale - Formazza, ho preso la via per il rif. Città di Somma Lombardo e, da qui, ho imboccato il nuovo sentiero G37 verso il Pizzo del Costone (2950m) e le Bianche Guglie di Lebendum (2886m) che ho raggiunto il 5h43min. Tutto il cammino fin qui è stato caratterizzato da nuvole bassissime, come nebbia, e portato avanti con la speranza che le previsioni meteo avessero ragione (sereno dalle 22 in poi). intorno ai 2700m ho raccolto in una "vescica" un paio di litri di acqua di fusione del ghiacciaio di Ban, ormai letteralmente agli sgoccioli in tutti i sensi. Era un pochino torbida, ma mi sono fidato senza problemi visto da dove usciva.
Tratto del sentiero che sale alla diga del Sabbione e due ragazzi della O.M.G. che tornavano al rif. Claudio e Bruno
Visto che il vento proveniva quasi esclusivamente da Ovest, ho piazzato il campo a Est del monumento intitolato a Eugenio Margaroli, su terreno prevalentemente sabbioso (bagnato) utilizzando un telo impermeabile da picnic come base (lasciato doppio nella speranza di un miglior isolamento e protezione da forature), la tendina da bivacco (Outdoor Research Helium Bivy), il materassino gonfiabile (non isolante) e il sacco a pelo con il suo liner in cotone (Ferrino Lightec 1100 - confort tra 8° e -3°, limite estremo -15°).
Temperatura intorno ai 7,5° al mio arrivo, mi sono cambiato per togliere i vestiti sudati della salita e, prevedendo una notte umida e fredda, mi sono coperto bene (maglia e pantaloni termici + pile e pantaloni lunghi leggeri + calzettoni da sci, scaldacollo e cappello).
Ho mangiato un panino, mi sono fatto un the caldo (promosso alla grande il Fire Maple Polaris: in pieno vento scalda 1L di acqua di ghiacciaio in 4 minuti!) e mi sono messo nel sacco.
Al primo impatto ho notato il grande confort del materassino gonfiabile in termini di appoggio (si sta veramente comodi, senza rimpiangere un materasso vero e proprio), ma anche la sensazione di contatto con qualcosa di freddo sotto il sacco a pelo. Questa sensazione è svanita non appena si è scaldato il sacco a pelo che mi ha tenuto al calduccio per tutta la notte, nonostante le condizioni meteo non siano mai migliorate, anzi!
Verso le 3 il vento è girato e ha cominciato a portare nuvole su dalla valle del lago Sruer a Sud, infilandosi direttamente nell'apertura della tendina da bivacco che avevo lasciato aperta (solo la zanzariera chiusa per evitare accumuli di condensa all'interno) e gonfiando il telo in Goretex come un paracadute. Me ne sono accorto per il rumore e il freddo in faccia e ai piedi, ma non al corpo. Ho provato a chiudere completamente la bivy-tent, ma avevo troppa paura di inzuppare il sacco e, alla fine, mi sono coperto la faccia, ho acceso un pad riscaldante fatto scendere fino ai piedi e mi sono rimesso a dormire come un angioletto.
Un po' un film di fantascienza riuscire a infilare qualcosa fino ai piedi nel limitatissimo spazio della Helium Bivy. È l'unica cosa che ho da recriminarle, visto che l'ho trovata quasi completamente asciutta all'interno nonostante l'umidità e le temperature.
Alle 5 è suonata la sveglia e il cielo si era, finalmente, scoperto abbastanza per ammirare un po' il panorama. Temperatura: 5,4°C.
Le Guglie Bianche invisibili nelle nuvole fino alle 5, appena sopra la lucina del rif. 3A (2970m), una fettina di lago Sabbione sulla sinistra e, sulla destra, le luci della diga del Sabbione, la luce esterna del rif. Città di Somma e, in lontananza, la nuvoletta che eclissa il rif. Città di Busto Arsizio e il passo Gries con le luci rosse delle sue pale eoliche
Uno sguardo verso Sud ai laghi Sruer e Vannino, con le luci della diga del Vannino e del rif. Margaroli
Il mio bivacco sotto il monumento a Eugenio Margaroli. Dietro la croce, la Punta d'Arbola è nascosta dalle nuvole. sulla destra l'Hohsandhorn o Corno del Sabbione.
Mi sono fatto un altro litro di the caldo, mangiato una fetta di crostata, ho ri-impacchettato tutto (particolarmente complicato sgonfiare completamente il materassino per arrotolarlo in modo compatto) e sono ripartito verso l'auto, raggiunta in 4h. Alle 9.30 mi sono trovato a Riale con i miei colleghi che mi hanno portato a mangiare la polenta e brüscit del rif. Maria Luisa, a 400 m di dislivello sopra Riale, dall'altra parte della valle.
Ho chiuso le 24h con 30km percorsi e 2002m D+