Vivendo in una grande città come Roma è piuttosto difficile l'approccio con la montagna ma io ho avuto la fortuna di avere un padre originario di un piccolo paese di montagna, al confine tra Lazio e Abruzzo dove andavo in ogni occasione tipo festività, vacanze estive, ecc.
Le mie prime piccole esperienze di montagna le ho avute passeggiando tra i boschi del paese iniziando ad apprezzare i profumi della terra, del muschio, dei funghi e dei fiori. Le ricordo ancora tutte.
Con il passare del tempo è cresciuta sempre di più la mia voglia di avere un contatto sempre più forte e significativo con l'ambiente.
Ciò che mi ha sempre caratterizzato fin da piccolo è stato lo spirito di osservazione, il fermarmi ad ascoltare il canto degli uccelli, seguire il volo di una farfalla, provare piacere nel sentirmi il vento addosso, restare fermo ad ammirare un grande albero, emozionarmi di fronte ad un panorama, osservare l'evoluzione di una nuvola senza staccare lo sguardo e tante altre cose.
Persino camminando tra le vie trafficate e rumorose di Roma riesco a trovare e apprezzare queste manifestazioni della Natura.
Un bel giorno vidi in libreria una cartina della Kompass riguardante i monti Sibillini e l'acquistai.
Avevo poco più di 21 anni.
Era la prima volta che aprivo una cartina. Era enorme...
La stesi sul mio letto e iniziai a studiarmela.
Il mio primo approccio con la montagna è stato in solitaria ma proprio per questo scelsi un sentiero frequentato per non restare mai da solo.
Scelsi di andare sul monte Vettore e poi giù, al lago Pilato.
Arrivai con la macchina al valico Forca di Presta e scesi.
Vidi una grande tabella e un segno rosso verniciato su un sasso.
C'era molta gente che saliva in direzione della tabella e chiesi se per caso era da lì che partiva il sentiero per il Vettore.
Mi risposero di si e mi misi discretamente dietro a loro, ma a debita distanza per non essere troppo invadente e allo stesso tempo per sentirmi più sicuro.
Il mio abbigliamento era molto semplice. Una tuta da ginnastica e una felpa pesante. Una giacca a vento tipo k-way e un paio di scarponi. Uno zainetto con acqua e una confezione di mini croissant alla crema pasticcera... caspita che memoria... ma come si fa a dimenticare certe cose?
Naturalmente avevo al seguito anche la mia prima macchina fotografica
La sicurezza me la diede anche il bel sentiero su cui camminavo.
Non immaginavo che fosse così evidente.
Ad ogni passo mi stupivo per tanta bellezza.
Non avevo mai visto una fioritura di genziane e prima del rifugio Zilioli camminai letteralmente sopra un tappeto blu.
Poi il vento, il celebre vento del Vettore e poi su, verso la vetta... la mia prima cima conquistata.
Da lassù osservavo le montagne tutt'intorno.
Nella maggiorparte dei casi non sapevo dare un nome a tutte quelle cime.
Poi vidi la croce di vetta e uno strano contenitore metallico da cui la gente prendeva un quaderno. Mai visto nulla di simile... un quaderno lassù.
Lo presi anch'io e sfogliai qualche pagina. Era pieno di firme e pensieri.
Anch'io scrissi qualcosa, un saluto e la mia firma.
"La mia prima volta in montagna..."
Chissà chi avrà letto quella mia frase...
Il Vettore fu la mia prima montagna e da quella non me ne separai mai più. Ogni anno compio una sorta di pellegrinaggio ringraziandola per avermi accolto così, in maniera semplice e amorevole, come una madre.
Nelle mie volte successive scelsi sempre sentieri frequentati per non rimanere mai solo nelle mie solitarie
Il monte Gorzano e il monte Aquila (gruppo Gran Sasso) furono le successive conquiste. Poi venne la volta del Pizzo Cefalone e del Corno Grande... e via via altre montagne, sempre in solitaria.
Poi inventarono internet... e nacquero i forum.
Iniziai a conoscere gente ed a condividere con gli altri la mia passione.
E la vostra prima volta?
Le mie prime piccole esperienze di montagna le ho avute passeggiando tra i boschi del paese iniziando ad apprezzare i profumi della terra, del muschio, dei funghi e dei fiori. Le ricordo ancora tutte.
Con il passare del tempo è cresciuta sempre di più la mia voglia di avere un contatto sempre più forte e significativo con l'ambiente.
Ciò che mi ha sempre caratterizzato fin da piccolo è stato lo spirito di osservazione, il fermarmi ad ascoltare il canto degli uccelli, seguire il volo di una farfalla, provare piacere nel sentirmi il vento addosso, restare fermo ad ammirare un grande albero, emozionarmi di fronte ad un panorama, osservare l'evoluzione di una nuvola senza staccare lo sguardo e tante altre cose.
Persino camminando tra le vie trafficate e rumorose di Roma riesco a trovare e apprezzare queste manifestazioni della Natura.
Un bel giorno vidi in libreria una cartina della Kompass riguardante i monti Sibillini e l'acquistai.
Avevo poco più di 21 anni.
Era la prima volta che aprivo una cartina. Era enorme...
La stesi sul mio letto e iniziai a studiarmela.
Il mio primo approccio con la montagna è stato in solitaria ma proprio per questo scelsi un sentiero frequentato per non restare mai da solo.
Scelsi di andare sul monte Vettore e poi giù, al lago Pilato.
Arrivai con la macchina al valico Forca di Presta e scesi.
Vidi una grande tabella e un segno rosso verniciato su un sasso.
C'era molta gente che saliva in direzione della tabella e chiesi se per caso era da lì che partiva il sentiero per il Vettore.
Mi risposero di si e mi misi discretamente dietro a loro, ma a debita distanza per non essere troppo invadente e allo stesso tempo per sentirmi più sicuro.
Il mio abbigliamento era molto semplice. Una tuta da ginnastica e una felpa pesante. Una giacca a vento tipo k-way e un paio di scarponi. Uno zainetto con acqua e una confezione di mini croissant alla crema pasticcera... caspita che memoria... ma come si fa a dimenticare certe cose?
Naturalmente avevo al seguito anche la mia prima macchina fotografica
La sicurezza me la diede anche il bel sentiero su cui camminavo.
Non immaginavo che fosse così evidente.
Ad ogni passo mi stupivo per tanta bellezza.
Non avevo mai visto una fioritura di genziane e prima del rifugio Zilioli camminai letteralmente sopra un tappeto blu.
Poi il vento, il celebre vento del Vettore e poi su, verso la vetta... la mia prima cima conquistata.
Da lassù osservavo le montagne tutt'intorno.
Nella maggiorparte dei casi non sapevo dare un nome a tutte quelle cime.
Poi vidi la croce di vetta e uno strano contenitore metallico da cui la gente prendeva un quaderno. Mai visto nulla di simile... un quaderno lassù.
Lo presi anch'io e sfogliai qualche pagina. Era pieno di firme e pensieri.
Anch'io scrissi qualcosa, un saluto e la mia firma.
"La mia prima volta in montagna..."
Chissà chi avrà letto quella mia frase...
Il Vettore fu la mia prima montagna e da quella non me ne separai mai più. Ogni anno compio una sorta di pellegrinaggio ringraziandola per avermi accolto così, in maniera semplice e amorevole, come una madre.
Nelle mie volte successive scelsi sempre sentieri frequentati per non rimanere mai solo nelle mie solitarie
Il monte Gorzano e il monte Aquila (gruppo Gran Sasso) furono le successive conquiste. Poi venne la volta del Pizzo Cefalone e del Corno Grande... e via via altre montagne, sempre in solitaria.
Poi inventarono internet... e nacquero i forum.
Iniziai a conoscere gente ed a condividere con gli altri la mia passione.
E la vostra prima volta?
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