Eccomi a fare un breve resoconto del mio battesimo del fuoco, il mio primo cammino di più giorni in quota in solitaria.
Il percorso scelto è una versione "light" della Lagorai Panorama, suddiviso in 3 tappe (2 pernottamenti) come già scritto qui: https://www.avventurosamente.it/xf/...a-migliori-posti-per-piantare-la-tenda.62012/
--- GIORNO 1 ---
Parto di buon'ora da Mantova, scarico moglie e figlio al Catullo, in partenza per la Puglia dove la suocera li aspetta ... sic, e poi via per la Brennero.
Sosta per la colazione con un amico a Pergine Valsugana, due chiacchiere e alla fine arrivo al parcheggio di Tedon che sono quasi le 10, già in ritardo mannaggia!
Parto di buon passo (anche troppo) e mi ritrovo col fiato grosso alle prime rampe. Andiamo bene!
La prendo più dolce (come si dice a Mantova) e la faccio con calma. Molto meglio.
In breve sono in vista del Rifugio Caldenave.
Sono le 11, è presto per mangiare, ma il cartello dice "Piatto del giorno: tris di Canederli" ...
Cedo alla tentazione e mi faccio preparare il tris mentre cerco disperatamente un punto dove il telefono prenda, almeno per dire a mia moglie che va tutto bene. I ragazzi del rifugio mi dicono di abbandonare ogni speranza al riguardo, almeno fino alla forcella delle Buse Todesche. E così sarà.
Riparto.
Il sentiero si inerpica, e i canederli si fanno sentire. Insieme al caldo mi fanno sudare neanche stessi correndo una maratona.
Procedo con calma verso la Valle dell'Inferno, dove trovo gli omonimi laghetti.
Acqua poca, il paesaggio è molto diverso da quello delle Dolomiti, a cui sono abituato.
Breve pausa per togliere le scarpe e far asciugare i piedi e i calzini, e poi riprendo il cammino e salgo verso la Forcella delle Buse Todesche, passando per il Baito Lastei e il Baito Scagni.
L'ultima rampa sul ghiaione che sale alla forcella mi fa rendere conto di una cosa: sono vecchio.
Una volta l'avrei fatta di un fiato, oggi invece ho i battiti a 135, il fiatone, e soprattutto le gambe non spingono.
Sarà lo zaino, sarà il caldo, sarà la forma fisica, ma credo siano i 53 anni che si fanno sentire tutti.
Pazienza, una mini-pausa qua e là e superiamo anche questa.
Arrivato alla forcella sento una raffica di notifiche arrivare al cellulare, ne approfitto per tranquillizzare la famiglia e fare un paio di telefonate.
Il percorso prosegue aggirando la Tombola Nera e proseguendo verso il Monte Cengello a Nord.
Finalmente spiana, e in costa si passa per il Monte Cengello, Cima Lasteati e si arriva alla fine al Baito Lasteati.
Su questo tratto incontro una famiglia di tedeschi (o austriaci): una giovane coppia con 2 bimbe che avranno sì e no 5 anni.
Io su questo sentiero mio figlio non ce l'avrei mai portato almeno fino a 14, ma evidentemente abbiamo culture diverse.
Faccio una breve sosta per asciugatura scarpe e piedi, e sono le 16 quando arrivo al Baito Lasteati.
Dalla Val di Fumo sul versante Est, iniziano a salire nuvole bianche e in breve non si vede più nulla.
Le voci dei bambini che sentivo urlare dal Lago di Forcella Magna si smorzano e poi non si sentono più. Se ne sono andati tutti.
Sul versante Ovest invece c'è ancora il sole.
Sono indeciso per il pernottamento: so che c'è alta probabilità di temporali per la notte, e la prudenza mi dice di fermarmi al baito.
Ma sono anche venuto per fare una notte in tenda, e quindi prendo il coraggio a 2 mani e procedo verso il laghetto di Forcella Magna.
Piano piano, perchè non si vede un tubo, e dal sentiero che costeggia il lago a malapena scorgo l'acqua.
Trovo una piazzola quasi orizzontale un minimo riparata e pianto la X-Mid.
Ci metto 12 picchetti, non si sa mai, e la tengo con le falde quasi a terra.
Mi cambio, mi preparo la cena, e alle 20 in punto mi metto a nanna. Cerco di portarmi avanti col sonno, perchè se poi arriva il temporale ... già lo so che non si dorme più.
E il temporale arriva.
Dalle 2 alle 5 passano 3 cellule temporalesche.
La prima arriva da Nord ed è robusta ma passa senza grandi patemi.
La seconda e la terza arrivano da Sud-Ovest e sono parecchio cattive. La tenda regge ma si balla parecchio e in 2 occasioni sono costretto a uscire per ripiantare altrettanti picchetti che si sono storti e sfilati. Alla fine rimedio mettendo delle grosse pietre sui cordini tra asola e picchetto.
Dalle 5 alle 7 il tempo si placa e riesco a dormire un paio d'ore.
--- GIORNO 2 ---
Al mattino un pallido sole fa capolino e mi rendo conto che la mia piazzola non era poi così riparata.
C'era decisamente di meglio da scegliere, ma con il nebbione non vedevo nulla, e forse sono stato un po' precipitoso.
Tutta esperienza (dice chi è scampato al pericolo) la prossima volta farò meglio.
Ritiro fuori il @paiolo stove e mi preparo un tè.
Mentre penso che posso prendermela con calma, il cielo si copre di nuovo.
Non c'è pace, inizio a smontare intanto che è ancora tutto quasi asciutto.
Faccio appena in tempo a infilare tutto nello zaino che inizia a piovigginare.
Mi rimetto in cammino in direzione di Cima Socede, ma la pioggia aumenta e iniziano di nuovo tuoni e lampi.
Mi fermo sotto un costone roccioso e aspetto che passi. Almeno un po'.
Approfitto della pausa per infilare il poncho. Benedetto lui e le scarpe con la membrana di gore-tex.
Riparto quando il temporale è passato.
Sta ancora piovendo ma in lontananza si vede il cielo sereno. Arriverà anche qui.
Intanto i sentieri si sono trasformati in ruscelli, e bisogna fare attenzione a non scivolare. (un grazie alle mie scarpe che si sono rivelate ottime per tenuta)
Arrivo alla base di Cima Socede.
Posso salire e visitare il Museo a Cielo Aperto della Prima Guerra Mondiale, o aggirare l'ostacolo e risparmiare tempo.
Vado per la prima opzione, e non me ne pento. Bello e davvero suggestivo.
Da Cima Socede si scende al Passo 5 Croci.
E' uscito il sole e quindi smetto i panni pesanti e mi spalmo di protezione 50, giusto in tempo per anticipare una comitiva di ragazzini che sta salendo da Malga Conseria.
Arrivo a Malga Val Cion che sono quasi le 13.
Mi siedo un attimo, riempio una bottiglia e mi siedo al tavolo per mangiare, ma ecco che arriva la comitiva.
Non c'è pace.
Riparto tra le mucche al pascolo verso il Passo Val Cion.
Qui arriva il messaggio del mio amico dalla Valsugana, che mi avvisa del meteo infausto per l'indomani.
Mi dice di fare attenzione, che sono previsti temporali molto forti, di sera e di notte, ma poi anche fino al pomeriggio del giorno dopo.
Devo prendere una decisione.
Il temporale di notte non mi spaventa. Male che vada mi posso infilare in un baito oppure chiedere ospitalità a una malga.
L'idea di camminare tutto il giorno sotto un diluvio tra tuoni e lampi mi piace molto meno, anche perchè non me la godrei.
Quindi ho 2 possibilità:
- o mi faccio tutto il percorso che rimane in giornata
- o arrivo ai Laghi di San Rocco, e da lì scendo per la Val Campelle, e me ne torno a casa in anticipo
Decido di arrivare almeno fino ai laghi di San Rocco, così da farmi un'idea del passo che posso tenere in salita (perchè da qui fino al Lago delle Stellune si sale e non poco), e poi lì deciderò il da farsi.
Arrivo ai Laghi di San Rocco in 40 minuti invece dei 30 indicati dalla segnaletica, e faticando non poco.
Mi faccio 2 conti e capisco che chiudere tutto il percorso in giornata non è fattibile. Oppure lo è ma andrebbe fatto di corsa e senza goderselo granchè, arrivando parecchio tardi alla macchina. E poi chi guida per 2 ore e mezza fino a Mantova? Naaaah
La decisione, a malincuore è presa.
Sosta pranzo e asciugatura calzature ai Laghi di San Rocco, e poi si prende il sentiero 317 che scende verso Malga Valsorda e la Val Campelle.
Peccato. Mi sarebbe piacuto proseguire, dormire al Lago delle Stellune, e poi scendere la Val Montalon con calma e chiudere il percorso pianificato.
Pazienza, sarà per la prossima volta.
Rimane una bellissima esperienza, sicuramente da ripetere.
Tornerò.
E vincerò.
Tutte le foto qui:
https://photos.app.goo.gl/eXS1nx6skZnAomT28
Il percorso scelto è una versione "light" della Lagorai Panorama, suddiviso in 3 tappe (2 pernottamenti) come già scritto qui: https://www.avventurosamente.it/xf/...a-migliori-posti-per-piantare-la-tenda.62012/
--- GIORNO 1 ---
Parto di buon'ora da Mantova, scarico moglie e figlio al Catullo, in partenza per la Puglia dove la suocera li aspetta ... sic, e poi via per la Brennero.
Sosta per la colazione con un amico a Pergine Valsugana, due chiacchiere e alla fine arrivo al parcheggio di Tedon che sono quasi le 10, già in ritardo mannaggia!
Parto di buon passo (anche troppo) e mi ritrovo col fiato grosso alle prime rampe. Andiamo bene!
La prendo più dolce (come si dice a Mantova) e la faccio con calma. Molto meglio.
In breve sono in vista del Rifugio Caldenave.
Sono le 11, è presto per mangiare, ma il cartello dice "Piatto del giorno: tris di Canederli" ...
Cedo alla tentazione e mi faccio preparare il tris mentre cerco disperatamente un punto dove il telefono prenda, almeno per dire a mia moglie che va tutto bene. I ragazzi del rifugio mi dicono di abbandonare ogni speranza al riguardo, almeno fino alla forcella delle Buse Todesche. E così sarà.
Riparto.
Il sentiero si inerpica, e i canederli si fanno sentire. Insieme al caldo mi fanno sudare neanche stessi correndo una maratona.
Procedo con calma verso la Valle dell'Inferno, dove trovo gli omonimi laghetti.
Acqua poca, il paesaggio è molto diverso da quello delle Dolomiti, a cui sono abituato.
Breve pausa per togliere le scarpe e far asciugare i piedi e i calzini, e poi riprendo il cammino e salgo verso la Forcella delle Buse Todesche, passando per il Baito Lastei e il Baito Scagni.
L'ultima rampa sul ghiaione che sale alla forcella mi fa rendere conto di una cosa: sono vecchio.
Una volta l'avrei fatta di un fiato, oggi invece ho i battiti a 135, il fiatone, e soprattutto le gambe non spingono.
Sarà lo zaino, sarà il caldo, sarà la forma fisica, ma credo siano i 53 anni che si fanno sentire tutti.
Pazienza, una mini-pausa qua e là e superiamo anche questa.
Arrivato alla forcella sento una raffica di notifiche arrivare al cellulare, ne approfitto per tranquillizzare la famiglia e fare un paio di telefonate.
Il percorso prosegue aggirando la Tombola Nera e proseguendo verso il Monte Cengello a Nord.
Finalmente spiana, e in costa si passa per il Monte Cengello, Cima Lasteati e si arriva alla fine al Baito Lasteati.
Su questo tratto incontro una famiglia di tedeschi (o austriaci): una giovane coppia con 2 bimbe che avranno sì e no 5 anni.
Io su questo sentiero mio figlio non ce l'avrei mai portato almeno fino a 14, ma evidentemente abbiamo culture diverse.
Faccio una breve sosta per asciugatura scarpe e piedi, e sono le 16 quando arrivo al Baito Lasteati.
Dalla Val di Fumo sul versante Est, iniziano a salire nuvole bianche e in breve non si vede più nulla.
Le voci dei bambini che sentivo urlare dal Lago di Forcella Magna si smorzano e poi non si sentono più. Se ne sono andati tutti.
Sul versante Ovest invece c'è ancora il sole.
Sono indeciso per il pernottamento: so che c'è alta probabilità di temporali per la notte, e la prudenza mi dice di fermarmi al baito.
Ma sono anche venuto per fare una notte in tenda, e quindi prendo il coraggio a 2 mani e procedo verso il laghetto di Forcella Magna.
Piano piano, perchè non si vede un tubo, e dal sentiero che costeggia il lago a malapena scorgo l'acqua.
Trovo una piazzola quasi orizzontale un minimo riparata e pianto la X-Mid.
Ci metto 12 picchetti, non si sa mai, e la tengo con le falde quasi a terra.
Mi cambio, mi preparo la cena, e alle 20 in punto mi metto a nanna. Cerco di portarmi avanti col sonno, perchè se poi arriva il temporale ... già lo so che non si dorme più.
E il temporale arriva.
Dalle 2 alle 5 passano 3 cellule temporalesche.
La prima arriva da Nord ed è robusta ma passa senza grandi patemi.
La seconda e la terza arrivano da Sud-Ovest e sono parecchio cattive. La tenda regge ma si balla parecchio e in 2 occasioni sono costretto a uscire per ripiantare altrettanti picchetti che si sono storti e sfilati. Alla fine rimedio mettendo delle grosse pietre sui cordini tra asola e picchetto.
Dalle 5 alle 7 il tempo si placa e riesco a dormire un paio d'ore.
--- GIORNO 2 ---
Al mattino un pallido sole fa capolino e mi rendo conto che la mia piazzola non era poi così riparata.
C'era decisamente di meglio da scegliere, ma con il nebbione non vedevo nulla, e forse sono stato un po' precipitoso.
Tutta esperienza (dice chi è scampato al pericolo) la prossima volta farò meglio.
Ritiro fuori il @paiolo stove e mi preparo un tè.
Mentre penso che posso prendermela con calma, il cielo si copre di nuovo.
Non c'è pace, inizio a smontare intanto che è ancora tutto quasi asciutto.
Faccio appena in tempo a infilare tutto nello zaino che inizia a piovigginare.
Mi rimetto in cammino in direzione di Cima Socede, ma la pioggia aumenta e iniziano di nuovo tuoni e lampi.
Mi fermo sotto un costone roccioso e aspetto che passi. Almeno un po'.
Approfitto della pausa per infilare il poncho. Benedetto lui e le scarpe con la membrana di gore-tex.
Riparto quando il temporale è passato.
Sta ancora piovendo ma in lontananza si vede il cielo sereno. Arriverà anche qui.
Intanto i sentieri si sono trasformati in ruscelli, e bisogna fare attenzione a non scivolare. (un grazie alle mie scarpe che si sono rivelate ottime per tenuta)
Arrivo alla base di Cima Socede.
Posso salire e visitare il Museo a Cielo Aperto della Prima Guerra Mondiale, o aggirare l'ostacolo e risparmiare tempo.
Vado per la prima opzione, e non me ne pento. Bello e davvero suggestivo.
Da Cima Socede si scende al Passo 5 Croci.
E' uscito il sole e quindi smetto i panni pesanti e mi spalmo di protezione 50, giusto in tempo per anticipare una comitiva di ragazzini che sta salendo da Malga Conseria.
Arrivo a Malga Val Cion che sono quasi le 13.
Mi siedo un attimo, riempio una bottiglia e mi siedo al tavolo per mangiare, ma ecco che arriva la comitiva.
Non c'è pace.
Riparto tra le mucche al pascolo verso il Passo Val Cion.
Qui arriva il messaggio del mio amico dalla Valsugana, che mi avvisa del meteo infausto per l'indomani.
Mi dice di fare attenzione, che sono previsti temporali molto forti, di sera e di notte, ma poi anche fino al pomeriggio del giorno dopo.
Devo prendere una decisione.
Il temporale di notte non mi spaventa. Male che vada mi posso infilare in un baito oppure chiedere ospitalità a una malga.
L'idea di camminare tutto il giorno sotto un diluvio tra tuoni e lampi mi piace molto meno, anche perchè non me la godrei.
Quindi ho 2 possibilità:
- o mi faccio tutto il percorso che rimane in giornata
- o arrivo ai Laghi di San Rocco, e da lì scendo per la Val Campelle, e me ne torno a casa in anticipo
Decido di arrivare almeno fino ai laghi di San Rocco, così da farmi un'idea del passo che posso tenere in salita (perchè da qui fino al Lago delle Stellune si sale e non poco), e poi lì deciderò il da farsi.
Arrivo ai Laghi di San Rocco in 40 minuti invece dei 30 indicati dalla segnaletica, e faticando non poco.
Mi faccio 2 conti e capisco che chiudere tutto il percorso in giornata non è fattibile. Oppure lo è ma andrebbe fatto di corsa e senza goderselo granchè, arrivando parecchio tardi alla macchina. E poi chi guida per 2 ore e mezza fino a Mantova? Naaaah
La decisione, a malincuore è presa.
Sosta pranzo e asciugatura calzature ai Laghi di San Rocco, e poi si prende il sentiero 317 che scende verso Malga Valsorda e la Val Campelle.
Peccato. Mi sarebbe piacuto proseguire, dormire al Lago delle Stellune, e poi scendere la Val Montalon con calma e chiudere il percorso pianificato.
Pazienza, sarà per la prossima volta.
Rimane una bellissima esperienza, sicuramente da ripetere.
Tornerò.
E vincerò.
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