Escursione La montagna, il dolore, la sconfitta.

La montagna è una maestra severa!
Ma che offre una formazione impagabile.

Ti capisco perfettamente. I miei 2 ultimi interventi qui sul forum sono resoconti di fallimenti. Meno emozionali dei tuoi, ma solo perché scrivo il giorno dopo l'escursione. Se ne avessi scritto la sera stessa, avrei fatto 2 interventi come il tuo. No. Più imbufalito!
Quindi: non prendertela. Però parla con il tu medico del problema al piede: non è normale e va investigato. Se poi fosse un banale problema come i miei (acciacchi da età), imparerai a gestirlo. Però prima meglio sapere cos'è...
 
la rinuncia in montagna deve far parte dei nostri piani. Mi ricordo ancora quando in una delle mie prime uscite invernali dovemmo rinunciare alla vetta del monte Bicco a 100 metri dalla stessa per colpa di nebbia, vento e scarsa conoscenza dello strato nevoso. Eppure mi ricordo di quel giorno come un giorno che ha aumentato la mia esperienza in montagna e non il contrario. Sicuramente sono più giovane della stragrande maggioranza di voi ma il consiglio che sento di dare è di fare bagaglio di questo "fallimento" e farne tesoro per le cime che verranno poi. Sicuramente un giorno questa esperienza ti tornerà utile ;)
 
Quando siamo soli è importante saper leggere e dare ascolto ai messaggi del nostro corpo e di quello che avviene intorno.Ieri sul Pollino si sono mossi due gruppi e io da solo ma nessuno ha raggiunto le vette.Temperature tra i 1700 m. e i 1900 m da -20 a -15 e il Blizzard che soffiava da nord che sembrava l'inferno.Io ho tentato da sud (zona catena Pollinello Dolcedorme) in solitaria una via normale ed è andato tutto ok fino al Varco che immetteva sul versante nord a 100 m. di dislivello dalla cima e visto che il vento era terribile,la visibilità zero e le temperature quelle che ho detto e in più neve morbida e farinosa ho fatto dietro front.Ti confesso che un pò ci sono rimasto male e sono stato una mezz'ora a pensare ma la decisione è stata saggia,credimi.Un piccolo incidente con quelle condizioni e buonanotte.Non sono sicuro che prendesse neanche il cellulare.La lezione è che devi capire e cercare per la prossima volta come attenuare/risolvere il problema al piede e cercare qualche soluzione.Quindi la "sconfitta" come la inmtendi tu è servita eccome!!
Un salutone eddai che alla prossima andrà bene.
Grazie mille
 
La montagna è una maestra severa!
Ma che offre una formazione impagabile.

Ti capisco perfettamente. I miei 2 ultimi interventi qui sul forum sono resoconti di fallimenti. Meno emozionali dei tuoi, ma solo perché scrivo il giorno dopo l'escursione. Se ne avessi scritto la sera stessa, avrei fatto 2 interventi come il tuo. No. Più imbufalito!
Quindi: non prendertela. Però parla con il tu medico del problema al piede: non è normale e va investigato. Se poi fosse un banale problema come i miei (acciacchi da età), imparerai a gestirlo. Però prima meglio sapere cos'è...
Credo ch sia un problema da trattare, acuito dall'età e dal troppo camminare...
Grazie della visita.
 
la rinuncia in montagna deve far parte dei nostri piani. Mi ricordo ancora quando in una delle mie prime uscite invernali dovemmo rinunciare alla vetta del monte Bicco a 100 metri dalla stessa per colpa di nebbia, vento e scarsa conoscenza dello strato nevoso. Eppure mi ricordo di quel giorno come un giorno che ha aumentato la mia esperienza in montagna e non il contrario. Sicuramente sono più giovane della stragrande maggioranza di voi ma il consiglio che sento di dare è di fare bagaglio di questo "fallimento" e farne tesoro per le cime che verranno poi. Sicuramente un giorno questa esperienza ti tornerà utile ;)
Grazie mille!
 
Grazie per aver condiviso.
Ho rinunciato parecchie volte a raggiungere un obiettivo quando ho ritenuto che le condizioni fisiche non fossero ottimali.
Ma non ho mai pensato a questo come ad una sconfitta/fallimento, quanto piuttosto ad una aumentata consapevolezza delle mie possibilità.
E mi sono sempre riproposto di prepararmi meglio e riprovare.
Le cose migliori (quelle che mi hanno dato più soddisfazione) le ho fatte dopo alcuni tentativi successivi.
 
S

Sconosciuto

Guest
Ciao Viandante
.........ultimamente emerge una forte metatarsalgia
mi pronuncio da amico . non sono un medico .
Ho avuto problemi di tendinosi . al tendine di Achille . inizialmente curata male da un medico che dovrebbe essere rispedito a studiare . risolta poi in seguito con l'esame che sono andato a fare .
Ho avuto una frattura scomposta della Rotula . fortunatamente risolta molto bene.
Niente a che fare con il tuo problema capisco .
Ma so cosa significa camminare con i dolori .
un consiglio . ciò che ha risolto molto il mio modo di camminare è stato l'esame Baropodometrico
ciao
 
Un po' tutti per i motivi più vari credo che abbiamo provato lo scorno della rinuncia dopo magari avere accettato una sfida con noi stessi che sapevamo difficile da vincere.

Credo che la cosa migliore sia ricordarsi che tutto ciò è una illusione, che si va lassù per molti motivi, dei quali il più pericoloso è fare il pieno di emozioni e di autostima in una vita che magari non è così generosa nel concedercene altrimenti. Per questo un evento tutto sommato banale come il dover tornare indietro lo viviamo come un fallimento.

Ma va bene così, come i generali romani che nel giorno del trionfo avevano vicino qualcuno che gli sussurrava "ricorda che sei un uomo" o i papi del medio evo che appena eletti venivano fatti sedere su un sedile di quelli attrezzati per i bisogni corporali, esattamente per lo stesso motivo, anche noi abbiamo bisogno delle nostre piccole sconfitte (sempre che di sconfitta in questo caso si possa parlare) per ricordarci chi siamo e perché stiamo in questo mondo.
 
Ciao Viandante
.........ultimamente emerge una forte metatarsalgia
mi pronuncio da amico . non sono un medico .
Ho avuto problemi di tendinosi . al tendine di Achille . inizialmente curata male da un medico che dovrebbe essere rispedito a studiare . risolta poi in seguito con l'esame che sono andato a fare .
Ho avuto una frattura scomposta della Rotula . fortunatamente risolta molto bene.
Niente a che fare con il tuo problema capisco .
Ma so cosa significa camminare con i dolori .
un consiglio . ciò che ha risolto molto il mio modo di camminare è stato l'esame Baropodometrico
ciao
Grazie mille. Fatto l'esame, ho plantati su misura sempre (quasi anche nelle pantofole). Sto indagando ancora. Il neuroma dovrebbe essere escluso, probabilmente è metatarsalgia da forte carico (sport, montagna, arti marziali, boxe, lavoro). Probabilmente anche legato a problematiche alle ginocchia (operato già 2 volte) ed alla schiena...
 
Grazie mille. Fatto l'esame, ho plantati su misura sempre (quasi anche nelle pantofole). Sto indagando ancora. Il neuroma dovrebbe essere escluso, probabilmente è metatarsalgia da forte carico (sport, montagna, arti marziali, boxe, lavoro). Probabilmente anche legato a problematiche alle ginocchia (operato già 2 volte) ed alla schiena...


Caspita, fai un sacco di cose come attività fisica :)
A lungo andare e con l'avanzare dell'età il fisico si logora.
Posso suggerirti un lieve redimensionamento? Prova a togliere qualcosa o ridurre l'intensità di alcune attività, forse starai meglio.
 
Gli animali agiscono soltanto d'istinto e sono molto più buoni di noi esseri umani... e un capo branco che vede un uomo piangere potrebbe apprezzare e persino avvicinarsi, non il contrario.
A parte questo, leggendo il tuo resoconto mi è sembrato di guardarmi allo specchio e ripercorrere alcuni miei insuccessi, anche recenti, compresa la decisione di rinunciare per sempre alla montagna ogni volta che riuscivo a superare una difficoltà estrema e raggiungere miracolosamente la macchina. Ma poi, durante il viaggio di ritorno ero di nuovo con la mente a programmare le prossime uscite. Perchè? Non lo so neanch'io.
Mi hai fatto emozionare parecchio.
Bellissima la foto di quel bosco!! :si:
 
Gli animali agiscono soltanto d'istinto e sono molto più buoni di noi esseri umani... e un capo branco che vede un uomo piangere potrebbe apprezzare e persino avvicinarsi, non il contrario.
A parte questo, leggendo il tuo resoconto mi è sembrato di guardarmi allo specchio e ripercorrere alcuni miei insuccessi, anche recenti, compresa la decisione di rinunciare per sempre alla montagna ogni volta che riuscivo a superare una difficoltà estrema e raggiungere miracolosamente la macchina. Ma poi, durante il viaggio di ritorno ero di nuovo con la mente a programmare le prossime uscite. Perchè? Non lo so neanch'io.
Mi hai fatto emozionare parecchio.
Bellissima la foto di quel bosco!! :si:
Mi fa molto piacere.
Grazie della visita e grazie per le belle parole.
 
Personalmente non la ritengo una sconfitta, hai avuto la capacità di ascoltare i segnali del tuo corpo (dolore e freddo) e, cosa meno semplice di quello che sembra, rinunciare a raggiungere la vetta.

Complimenti e grazie per aver condiviso.

perché sconfitta? La sarebbe se te ne restassi a casa, senza più fare quel che ami. Piuttosto ti auguro che le tue condizioni migliorino e tu possa continuare a camminare in montagna senza avere più di questi problemi ^_^

Bellissimo racconto, molto coinvolgente.

Soffermarmi a commentare i vari aspetti che hai raccontato non avrebbe particolare importanza perché ognuno di noi vive e gestisce le situazioni in maniera differente, però le situazioni sono spesso analoghe ed è molto interessante leggere le differenti o identiche reazioni.

Ho convissuto anche recentemente con problemi fisici che condizionano e devo dire che non è facile accettarlo, ma non l'ho recepita come una sconfitta. Però posso comprendere la tua reazione. Credo comunque che siano esperienze che comportano una grande crescita interiore sia in relazione alle attività all'aperto che facciamo sia in generale nel nostro rapporto con noi stessi.

Grazie davvero per aver condiviso.

Piuttosto mi incuriosiscono molto le difficoltà che hai trovato con i ramponi, forse perché non vedevi (causa neve) dove poggiavi i piedi? Perché io recentemente li ho usati un po' su tutto (terra però ghiacciata, falasca, pietre) e devo dire che senza probabilmente avrei fatto fatica a salire ma soprattutto non sarei rimasto dritto durante la discesa.

Io al tuo posto penserei che sei riuscito ad arrivare a 100 m dalla Cima con un dolore forte ad un piede, e sei ridisceso con un dolore insopportabile, ma c'è l'hai fatta.

Ti sei reso conto che fisicamente sei andato oltre quello che pensavi

Penso di comprendere appieno la tua delusione e la tua insoddisfazione nel non aver raggiunto la cima di Rocca Chiarano.
Anche per me il concetto di vetta è molto importante: una mia escursione deve culminare con almeno una cima da conquistare, non so se per futile vanagloria o per puntare a qualcosa di elevato da cui osservare tutto il resto.
E' vero: questo concetto non deve essere travisato ed abusato e, cosa da non trascurare, il vero obiettivo di un'uscita in montagna non è la vetta ma resta sempre quello di ritornare a casa tutti interi.
Gli elementi esterni spesso inducono a rinunciare; il freddo, la pericolosità, le intemperie, le condizioni avverse ... spesso hanno fatto desistere anche me, seppur con qualche velo di amarezza ho sempre accettato quella che si è rivelata la decisione più saggia.
Ma stavolta le condizioni fisiche, unite alla fretta e all'ansia di rischiare di far tardi, hanno rappresentato per Te un ostacolo troppo grande.
Tutto ciò mi ricorda una serie di mie escursioni fatte in un periodo in cui, nonostante la mia tendinopatia achillea mi facesse zoppicare, volevo comunque andar per monti. Il risultato fu un appagamento dei miei desideri di camminare, unito ad un autocompiacimento della mia tenacia, ma tutto ciò ha comportato anche un acuirsi ed un protrarsi della mia patologia.
Quindi qual è la cosa giusta da fare? Restare sul divano ad attendere che i malanni fisici passino o provarci comunque, mettendo in conto di dover rinunciare o anche di peggiorare le cose?
Ognuna ha la sua risposta e lungi da me nel dare insegnamenti in questa materia.
Posso solo dirti che hai agito per il meglio, hai fatto lucidamente le tue valutazioni sui tempi e sulle tue sensazioni fisiche, hai saputo ascoltare il tuo corpo e hai deciso, capendo che non era la vetta l'obiettivo della tua uscita.
E hai anche saputo metabolizzare la tua delusione, riuscendo a scrivere una recensione carica di sentimento e di passione.
PS1: non conoscevo questo versante per raggiungere la Rocca Chiarano, gran bello scenario verso Sud ritratto dalle prime due foto.
PS2: spero che tu possa risolvere presto questi tuoi problemi fisici.

Figurati, grazie a te.

Credo che il dolore/limitazione del movimento ti abbia condizionato molto anche sull'utilizzo e resa del rampone.

Utilizzandolo sul terreno che ti dicevo (a volte il prato copriva qualche roccia) è capitato anche a me un paio di volte di mettere le lame su qualche sasso non visto, ma sono riuscito a "tenere" ed evitare di prendere una eventuale distorsione, beneficiando solo della presa su terreno ghiacciato, rocce glassate ecc che diversamente non avrei avuto, soprattutto in discesa come ti dicevo.

Comunque appena rientro in regione faccio un mezzo resoconto della mia passeggiata nella tormenta.

Grazie ancora

ciao Luca, ti faccio i complimenti per esserti spinto più in là di quanto avresti potuto fare in quelle condizioni. Siamo in pieno inverno da qualche giorno, oltre alle giornate corte sta facendo freddo e vi è un vento gelido abbastanza forte, capace di buttare giù un escursionista in piena forma fisica, figuriamoci se hai un acciacco o un dolore.
Come @Ulysses anche io sono attratto dalla vetta a (quasi) tutti i costi, ma non sono poche le volte in cui mi sono fermato a 150 o a 30 metri dalla vetta per condizioni ambientali e meteo che rendevano impossibile proseguire. Lì per lì lo vedi come un insuccesso, ma poi con il senno di poi capisci che è stato già un grande successo esserci stato ed averci provato.
Auguri di pronta guarigione, sperando che un giorno i nostri impegni ci permettano di organizzare un'uscita insieme

Quando siamo soli è importante saper leggere e dare ascolto ai messaggi del nostro corpo e di quello che avviene intorno.Ieri sul Pollino si sono mossi due gruppi e io da solo ma nessuno ha raggiunto le vette.Temperature tra i 1700 m. e i 1900 m da -20 a -15 e il Blizzard che soffiava da nord che sembrava l'inferno.Io ho tentato da sud (zona catena Pollinello Dolcedorme) in solitaria una via normale ed è andato tutto ok fino al Varco che immetteva sul versante nord a 100 m. di dislivello dalla cima e visto che il vento era terribile,la visibilità zero e le temperature quelle che ho detto e in più neve morbida e farinosa ho fatto dietro front.Ti confesso che un pò ci sono rimasto male e sono stato una mezz'ora a pensare ma la decisione è stata saggia,credimi.Un piccolo incidente con quelle condizioni e buonanotte.Non sono sicuro che prendesse neanche il cellulare.La lezione è che devi capire e cercare per la prossima volta come attenuare/risolvere il problema al piede e cercare qualche soluzione.Quindi la "sconfitta" come la inmtendi tu è servita eccome!!
Un salutone eddai che alla prossima andrà bene.

La montagna è una maestra severa!
Ma che offre una formazione impagabile.

Ti capisco perfettamente. I miei 2 ultimi interventi qui sul forum sono resoconti di fallimenti. Meno emozionali dei tuoi, ma solo perché scrivo il giorno dopo l'escursione. Se ne avessi scritto la sera stessa, avrei fatto 2 interventi come il tuo. No. Più imbufalito!
Quindi: non prendertela. Però parla con il tu medico del problema al piede: non è normale e va investigato. Se poi fosse un banale problema come i miei (acciacchi da età), imparerai a gestirlo. Però prima meglio sapere cos'è...

la rinuncia in montagna deve far parte dei nostri piani. Mi ricordo ancora quando in una delle mie prime uscite invernali dovemmo rinunciare alla vetta del monte Bicco a 100 metri dalla stessa per colpa di nebbia, vento e scarsa conoscenza dello strato nevoso. Eppure mi ricordo di quel giorno come un giorno che ha aumentato la mia esperienza in montagna e non il contrario. Sicuramente sono più giovane della stragrande maggioranza di voi ma il consiglio che sento di dare è di fare bagaglio di questo "fallimento" e farne tesoro per le cime che verranno poi. Sicuramente un giorno questa esperienza ti tornerà utile ;)

Grazie per aver condiviso.
Ho rinunciato parecchie volte a raggiungere un obiettivo quando ho ritenuto che le condizioni fisiche non fossero ottimali.
Ma non ho mai pensato a questo come ad una sconfitta/fallimento, quanto piuttosto ad una aumentata consapevolezza delle mie possibilità.
E mi sono sempre riproposto di prepararmi meglio e riprovare.
Le cose migliori (quelle che mi hanno dato più soddisfazione) le ho fatte dopo alcuni tentativi successivi.

Ciao Viandante
.........ultimamente emerge una forte metatarsalgia
mi pronuncio da amico . non sono un medico .
Ho avuto problemi di tendinosi . al tendine di Achille . inizialmente curata male da un medico che dovrebbe essere rispedito a studiare . risolta poi in seguito con l'esame che sono andato a fare .
Ho avuto una frattura scomposta della Rotula . fortunatamente risolta molto bene.
Niente a che fare con il tuo problema capisco .
Ma so cosa significa camminare con i dolori .
un consiglio . ciò che ha risolto molto il mio modo di camminare è stato l'esame Baropodometrico
ciao

Un po' tutti per i motivi più vari credo che abbiamo provato lo scorno della rinuncia dopo magari avere accettato una sfida con noi stessi che sapevamo difficile da vincere.

Credo che la cosa migliore sia ricordarsi che tutto ciò è una illusione, che si va lassù per molti motivi, dei quali il più pericoloso è fare il pieno di emozioni e di autostima in una vita che magari non è così generosa nel concedercene altrimenti. Per questo un evento tutto sommato banale come il dover tornare indietro lo viviamo come un fallimento.

Ma va bene così, come i generali romani che nel giorno del trionfo avevano vicino qualcuno che gli sussurrava "ricorda che sei un uomo" o i papi del medio evo che appena eletti venivano fatti sedere su un sedile di quelli attrezzati per i bisogni corporali, esattamente per lo stesso motivo, anche noi abbiamo bisogno delle nostre piccole sconfitte (sempre che di sconfitta in questo caso si possa parlare) per ricordarci chi siamo e perché stiamo in questo mondo.

Caspita, fai un sacco di cose come attività fisica :)
A lungo andare e con l'avanzare dell'età il fisico si logora.
Posso suggerirti un lieve redimensionamento? Prova a togliere qualcosa o ridurre l'intensità di alcune attività, forse starai meglio.

Gli animali agiscono soltanto d'istinto e sono molto più buoni di noi esseri umani... e un capo branco che vede un uomo piangere potrebbe apprezzare e persino avvicinarsi, non il contrario.
A parte questo, leggendo il tuo resoconto mi è sembrato di guardarmi allo specchio e ripercorrere alcuni miei insuccessi, anche recenti, compresa la decisione di rinunciare per sempre alla montagna ogni volta che riuscivo a superare una difficoltà estrema e raggiungere miracolosamente la macchina. Ma poi, durante il viaggio di ritorno ero di nuovo con la mente a programmare le prossime uscite. Perchè? Non lo so neanch'io.
Mi hai fatto emozionare parecchio.
Bellissima la foto di quel bosco!! :si:

Argomento a parte, vorrei approfittare della discussione per ringraziare tutti per due motivi.
Il primo: tutti voi avete detto la vostra e già di questo sono felice perché dimostra attenzione e voglia di dedicare anche un solo minuto del vostro tempo a leggere, riflettere e dare un'opinione su una questione che riguarda, in fondo, uno sconosciuto (io) ma nella quale tutti vi siete rivisti o avete tentato di immedesimarvi.
Il secondo, più importante: in molti dei vostri messaggi ho visto dell'altro, oltre a quello che avete scritto. Dietro le parole di molti ci sono pensieri, sentimenti e sensazioni che lasciano intravedere il rapporto che ciascuno ha con la montagna e che emerge e caratterizza quanto ognuno scrive. E questo mi ha arricchito.

GRAZIE
 
Grande e appassionante escursione. La delusione è pur sempre un forte emozione,esattamente come una vittoria, dalla prima c'è molto più da crescere. Mi sembrava di leggere me stesso alle prese con il versante nord del Monte Prena. Sono stato assalito da grandine grande come palline da golf il giorno prima ,fortunatamente appena montato la tenda ad ancora 1000 mt dalla vetta. Senza dormire, martoriato da vento e pioggia, la mattina il meteo era perfetto: ampie schiarite e non troppo caldo, ma non ero a posto io fisicamente e soprattutto mentalmente. Ho fatto di buon passo il pezzo di salita più ostico e ripido, ma propio quando le cose andavano migliorando dei terribili crampi mi buttarono propio a terra in un punto così scomodo,tra l'altro che non riuscivo neanche a stirare quel dolorante femorale. Anch'io mi pongo degli orari, ma quel giorno stavo a cavallo anche su quello, i crampi con potassio e caldo avrei potuto anche superarli aspettando il tempo necessario, e ne avevo essendo so le 9 del mattino ed ero già a 2000 e rotti metri sulla cimetta, ma ero spaventato, solo, con il telefono morto e in una delle zone più selvagge del GS che ad ogni passo aumentava la soggezione. Mi veniva da piangere aver fatto due giorni di fatiche e trovarmi bloccato con la vetta a portata di mano.....la lezione è stata grande, ho capito benissimo che assicurarsi la discesa è la cosa più importante di tutte. Una sosta lunghissima a stretto contatto con la mia delusione mi appannava gli occhi anche di fronte a tanta bellezza di questa zona. Da quella volta ho imparato ad ascoltare come non mai il mio fisico e soprattutto ho cominciato ad allenarmi mentalmente: prima non avrei mai ammesso che la mia più grande debolezza era propio dentro la mente. Queste grandi lezioni di umiltà poteva darmele, e ne da ancora, solo la montagna. Niente a che vedere con i tuoi problemi fisici/tangibili , ma con il senno di poi quella lezione, è stata la mia più grande vittoria e quella delusione oggi è fonte di grande soddisfazione per la scelta più matura presa quel di'. Crescere è sempre una vittoria, per quello che non leggo nessuna sconfitta nel tuo racconto, solo tanta e bellissima passione. Scusa se mi sono un po' dilungato e soprattutto grazie di aver condiviso un qualcosa che ci mette tutti davanti a noi stessi con occhi più seri,più veri: un ottimo esempio da seguire. Grazie!!!
 
Grande e appassionante escursione. La delusione è pur sempre un forte emozione,esattamente come una vittoria, dalla prima c'è molto più da crescere. Mi sembrava di leggere me stesso alle prese con il versante nord del Monte Prena. Sono stato assalito da grandine grande come palline da golf il giorno prima ,fortunatamente appena montato la tenda ad ancora 1000 mt dalla vetta. Senza dormire, martoriato da vento e pioggia, la mattina il meteo era perfetto: ampie schiarite e non troppo caldo, ma non ero a posto io fisicamente e soprattutto mentalmente. Ho fatto di buon passo il pezzo di salita più ostico e ripido, ma propio quando le cose andavano migliorando dei terribili crampi mi buttarono propio a terra in un punto così scomodo,tra l'altro che non riuscivo neanche a stirare quel dolorante femorale. Anch'io mi pongo degli orari, ma quel giorno stavo a cavallo anche su quello, i crampi con potassio e caldo avrei potuto anche superarli aspettando il tempo necessario, e ne avevo essendo so le 9 del mattino ed ero già a 2000 e rotti metri sulla cimetta, ma ero spaventato, solo, con il telefono morto e in una delle zone più selvagge del GS che ad ogni passo aumentava la soggezione. Mi veniva da piangere aver fatto due giorni di fatiche e trovarmi bloccato con la vetta a portata di mano.....la lezione è stata grande, ho capito benissimo che assicurarsi la discesa è la cosa più importante di tutte. Una sosta lunghissima a stretto contatto con la mia delusione mi appannava gli occhi anche di fronte a tanta bellezza di questa zona. Da quella volta ho imparato ad ascoltare come non mai il mio fisico e soprattutto ho cominciato ad allenarmi mentalmente: prima non avrei mai ammesso che la mia più grande debolezza era propio dentro la mente. Queste grandi lezioni di umiltà poteva darmele, e ne da ancora, solo la montagna. Niente a che vedere con i tuoi problemi fisici/tangibili , ma con il senno di poi quella lezione, è stata la mia più grande vittoria e quella delusione oggi è fonte di grande soddisfazione per la scelta più matura presa quel di'. Crescere è sempre una vittoria, per quello che non leggo nessuna sconfitta nel tuo racconto, solo tanta e bellissima passione. Scusa se mi sono un po' dilungato e soprattutto grazie di aver condiviso un qualcosa che ci mette tutti davanti a noi stessi con occhi più seri,più veri: un ottimo esempio da seguire. Grazie!!!
Bellissima testimonianza!
Molte grazie a te.
 
Secondo Erri de Luca la rinuncia in montagna è un atto di umiltà, perciò difficile, quindi onore alla tua decisione e alla tua tenacia: perché in montagna il vero coraggio è sapere rinunciare alla meta se le condizioni lo richiedono.
Certo brucia, ah se brucia; ma poi si supera e torni più forte di prima, perché hai imparato qualcosa.
A presto sui sentieri!
 
Secondo Erri de Luca la rinuncia in montagna è un atto di umiltà, perciò difficile, quindi onore alla tua decisione e alla tua tenacia: perché in montagna il vero coraggio è sapere rinunciare alla meta se le condizioni lo richiedono.
Certo brucia, ah se brucia; ma poi si supera e torni più forte di prima, perché hai imparato qualcosa.
A presto sui sentieri!
Grazie!
 
Non esistono fallimenti, solo risultati. Alcuni migliori di altri: a volte siamo più soddisfatti, altre volte meno; ma il valore di un'azione la valutiamo noi. Solo tu puoi sapere quanto dolore hai provato e quanta forza hai dovuto trovare in te per rinunciare alla vetta e tornare indietro. Il tuo dolore, la tua fatica, la tua rinuncia in nome di qualcosa di più grande, sono la misura della tua forza straordinaria. Chi continua a provare non fallirà mai.
Non mollare mai!
In bocca al lupo
 
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