Recensione La parete de Marlen Haushofer - Ed. Le cicogne - Trad Ingrid Harbeck - Letteratura Austriaca

Un saluto a tutti,
segnalo questo libro scritto nel 1963 da un'autrice che non ha mai trovato posto nell'Olimpo letterario.

  • Riassunto:
Invitata dalla cugina Luise e suo marito Hugo a trascorrere qualche giorno in una riserva di caccia in montagna, la protagonista (di cui nono conosceremo mai lil nome) accetta per godersi i boschi allontanandosi dalla città in cui vive.
Una mattina, scoprendo di essere rimasta sola, scende, irrequieta, verso il villaggio vicino per scoprire dove siano gli altri, accompagnati dal cane di casa, Lince.
Il cane corre davanti a lei, guaisce di dolore e torna indietro col muso insanguinato. All’improvviso il dolore alla testa le azzera i pensieri. Ha sbattuto contro qualcosa. Com’è possibile? Allunga le mani e percepisce una superficie fredda e dura, invisibile, davanti a sé.
Tasta più volte quella che chiama “la parete”, indietreggia e riprova, la sfiora camminando di lato e tentando di seguirne il perimetro. È impossibile, è inspiegabile. Non è razionale.
Torna alla baita e lotta con i propri pensieri, cerca di calmarsi: prima o poi arriveranno i soccorsi, qualcuno saprà spiegarle.
Ma i giorni iniziano a passare e nessuno si avvicina.
È necessario capire le priorità: fare scorta di legna, cacciare carne fresca, piantare le patate e i fagioli della dispensa, sperare che crescano. Niente sale, niente zucchero, niente pane, solo fatica e lavoro per rendere più sicura la casa, perlustrare le valli e preparare l’orto che l’aiuterà a tirare avanti. Lince non la lascia sola mai. E poi ecco la mucca, sola e disperata che vaga nella valle. E poi la gatta, affamata e pazza di terrore. Ora sono in quattro e si fanno forza tra loro. Devono resistere fino a quando qualcuno verrà a salvarli. Se qualcuno verrà a salvarli…

  • Opinioni personali:
Ho conosciuto questo libro più per caso che altro e l'ho trovato molto piacevole: la scrittura, ricca di dettagli, emoziona il lettore in una lettura quasi a fiato sospeso. Scritto in prima persona come diario personale per "tentare di sopravvivere ai lunghi, bui mesi dell'inverno", a tratti li racconto si fa ripetitivo ma, scandendo la nuova quotidianità narrata, non appare noioso; direi addirittura che aiuta il lettore a immedesimarsi nella nuova vita forzata della protagonista.
Il libro ha varie chiavi di lettura significative: dall'emancipazione femminile ad una nuova coscienza ambientalista.
Scrivo di questo libro sul forum perché la narrazione avviene in un ambiente naturale, montano e quindi caro a molti di noi; perché si parla di sopravvivenza, altro argomento che tocca il gusto di altri utenti; perché si da molto spazio alla psicologia umana che affronta sciagure, irrazionalità, speranza e spirito di conservazione; non da ultimo, trovo affascinante il dualismo che vive la protagonista tra ciò che le serve per sopravvivere e la sua etica.


Spero che possa essere una buona lettura per qualcuno di voi così come lo è stata per me.
Vi lascio con due brevissimi passaggi che si trovano all'inizio del diario che catapultano il lettore nell'atmosfera e nella mente in cui immaginiamo questa donna che scrive le sue vicissitudini "sul rovescio di vecchi calendari e su della carta commerciale intestata ormai ingiallita" con il pensiero che "i topi divoreranno o meno questi appunti":

"...Non scrivo per il gusto di scrivere; vi sono costretta dalle circostanze, se non voglio perdere la ragione. Non c'è nessuno che possa preoccuparsi o aver cura di me. Sono completamente sola,.....
...Mi sono imposta questo compito per impedirmi di fissare il crepuscolo e di aver paura...
...Scriverò fin quando annotta...Non temo il mattino, solo il lunghi pomeriggi crepuscolari...
...Non so con precisione che ora sia. Probabilmente le tre del pomeriggio. Il mio orologio è andato perduto, del reto non era di grande aiuto nemmeno prima, Un minuscolo orologio da polso; in fondo poco più di un giocattolo costoso, che si rifiutava di segnare l'ora esatta
..."
 
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