la paura di mollare tutto e partire

Il tempo veramente è l'unica cosa che abbiamo , ed è gratis.

Uno deve fare delle scelte per fare in modo, che la maggior parte del tempo lo usi per quello che lo appaga , se il suo lavoro lo appaga, fa bene a lavorare !

A me piacerebbe avere ancora una moto in garage, ma è un costo, e quello che faccio in moto lo faccio in bici = un costo in meno.
A me piace fare colazione al bar, ma è un costo , la faccio a casa = un costo in meno.
Uguale per tantissime altre cose.

Se uno traccia dove vanno i suoi soldi,capisce per chi lavora, oltre allo stato :D

Noto che nelle discussioni (in Italia, fuori no) le persone (single ehh, non chi ha figli che manco lo calcolo) sono preoccupate per la loro vecchiaia "ehh ma a settantanni poi come fai a campare senza pensione?" gli rispondo sempre allo stesso modo "se sei cosi messo male da non poter più lavorare, tanto vale spararsi "

In un bar qui vicino , c'era un signore anziano, quei signori che profumano di bianchino e "vissuto" , amava sempre ripeterci :

"quando potevo darglielo, non riuscivo a dirglielo"
"quando riuscii a dirglielo, non potevo più darglielo"

è fine, è volgare , ma l'orologio non perdona.
 
Mi sono imbattuto x caso in questa discussione... Appena ho letto il titolo mi ci sono buttato dentro proprio perché da anni è quello che mi gira in testa.
Lavoro da solo, come libero professionista, ma da qualche tempo non mi sento più bene dove mi trovo, il lavoro non mi gratifica più e non ho più voglia della gente. Lavoro al pubblico e stare sempre a rincorrere e stare dietro alle persone per far tornare i conti in fondo al mese non mi va più. Ho mia mamma e mia sorella qui, una ragazza e soprattutto un cane. Quello che mi mette più pensieri di tutto è proprio quest'ultimo.
Quest'anno ho deciso almeno di provare: ho un mio amico che da 2 appartamenti all'estero. Andrò con lui tra poco x vedere il posto ed eventualmente qualche appartamento. Vorrei acquistare un primo appartamento da affittare ai turisti e poi vedere... Se va male ci andrò in ferie oppure proverò a rivenderlo. Se va bene ed in qualche anno riuscirò a pagarlo con i proventi ch ne derivano... Penserò a fare altri passi avanti x trasferirmi là con mamma, sorella ed ovviamente cane. La mia fidanzata ha una situazione più complicata dovuta a lavoro fisso a tempo indeterminato e due figli, di cui uno ancora minorenne. Tutti però siamo d'accordo nel provare, uniti e felici anche se impauriti!!!
 
Il nodo del tuo progetto sembra essere mettere a frutto un capitale con una attività (si spera) di intensità moderata come un bed and breakfast o simili.

Non credo che il sogno sia vivere di rendita perché in qualsiasi parte del mondo per farlo ci vuole qualcosa in più che acquistare un appartamento ed affittarlo.

Ti sarai fatto i tuoi conti, ti auguro che non siano troppo ottimistici ma non ho motivo per metterli in dubbio, cambiare è un bello stimolo, cambiare in meglio il desiderio di tutti, se il lavoro che fai ora ha come unica prospettiva quella di farsi il mazzo tutto il giorno per tirare avanti per il resto della tua vita mi sembra giusto che cerchi qualche altra carta da giocarti.

L' unica cosa che posso dire è cominciare da quelle che sai essere (non semplicemente speri essere) le tue abilità e di evitare di ragionare per luoghi comuni. Una persona molto vicina a me di appartamenti ne ha tre (in Italia, purtroppo) sono una fonte continua di grattacapi e di cavarne un vantaggio economico non se ne parla proprio. Qualcun altro più giovane e più capace con un solo appartamento ha messo su un bed and breakfast ed a parte forse una poca chiareza sull' aspetto fiscale (nel senso che non mi ha detto ed io non ho chiesto nulla in merito) mi dà l'impressione che ne ricavi un bell' arrotondamento. Ma di sale in zucca ce ne vuole parecchio ed anche una discreta abilità nel trattare con la gente.

Ma la chiave di tutto è lo spirito imprenditoriale, non colpevolizzare il desidero di guadagno che è in noi né quello di fare una vita comoda senza aspettarsi che qualcosa si risolva con atteggiamenti "filosofici", il motto di un imprenditore non è mai "scialla!"...
 
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Io per fortuna sono cresciuto in determinate situazioni, condizioni e dinamiche e devo dire che mi sono sempre sentito, appunto, fortunatissimo. Anche se sono sempre stato mortificato, criticato, deriso, perché comunque era uno stile di vita che si "notava". Ma per fortuna i "soldi" non sono mai rientrati nel pensiero di ciò che é indispensabile, vitale e quindi non ho mai avuto quel genere di ansia, preoccupazione. NB: non perché ne avevamo tanti, ma proprio il contrario. Non perché sono stupido e non conosco certe dinamiche della vita, ecc... Ed ovviamente conosco le spese "imposte" a cui dover far fronte, ma intendo per tutto quello che non é obbligatorio a priori e che non riguarda le cose vitali.

Inoltre mi hanno sempre insegnato che a pensare troppo al futuro ci si perde il presente e visto che la vita é imprevedibile, incerta, ecc... per tutti, é quasi più rischioso pensare troppo in là, che organizzarsi per vivere serenamente il presente. D'altra parte a fare le cose coscienziosamente in base alle proprie convinzioni di vita, non nascono quei problemi di essere impreparati agli imprevisti. Quello capita indifferentemente dagli stili di vita, se le cose son fatte alla caxxo.

Spesso si ha paura perché si é programmati per ragionare, pensare, ambire, ecc... a stili di vita, modelli, schemi, necessità, ecc... stereotipate, ma a livello "vitale" non é così. Quindi bisogna semplicemente saper uscire da un pensiero di vita di massa e ragionare con la propria testa, in base a se stessi.

Come dicevi tu, ognuno fà le proprie scelte, quindi vive come preferisce,... l'importante é essere coerenti con le proprie decisioni e non vittimizzarsi per le eventuali conseguenze.

Un motivo per cui sono finito, molto presto, a vivere con gli zii in economia di sussistenza é che fin dalla giovane età ero evidentemente più portato ad un certo tipo di vita, contesto, dinamiche e pure persone. Rispetto alla superficialità, materialismo, il volere un sacco di cose inutili, ecc... di quelli che mi circondavano in altri ambienti.

Ho sempre detestato le persone come i miei genitori, per esempio, mia mamma fumava anche quattro pacchi di sigarette al giorno, caffé tutti i giorni al bar,... Mio padre alcolizzato estremamente violento, sempre a bere, poi ad offrire tutto a tutti. Poi si lamentavano che i soldi non c'erano, lavorare e non bastavano mai, quel vittimizzarsi che é un non accettare che le proprie decisioni, il fatto di spendere quà e là. Perché come dicevi tu inizialmente, ognuno fà le proprie scelte,..

Una regola assoluta che seguo da sempre é questa: ascoltare tutti i consigli, non rinnegare mai nulla a priori, ma non farmi condizionare dagli stili di vita che vogliono gli altri e che magari predicano come fossero obblighi, universali, ecc... e vivere cercando di seguire quel che rende felice e a mio agio. Secondo i ragionamenti che soddisfano me. Altrimenti si rischia di perdersi, rinunciare, ecc... perché altri ambiscono ad altro e giudicano "sbagliate" altre ambizioni. Ogni scelta comporta delle conseguenze, dei bisogni, ecc... ma non c'é nulla di assoluto ed universale.

La Paura in questo genere di cose é spessa legate alle abitudini di vita avute fino ad un certo punto, alle risorse che ci sono state insegnate come indispensabili, ecc... Bisogna solamente riuscire a metterle da parte e vedere cosa é realmente necessario per vivere a noi, al singolo individuo che desidera qualcosa.
 
Io credo che la questione vada divisa in due, la voglia di "mollare tutto e partire" per far meglio dell'ambiente familiare di provenienza è sacrosanta, tanto che a molti giovani che sembrano non provarla si arriva quasi a rinfacciare qualcosa (o magari lo si fa apertamente).

L' altro aspetto è il rifiuto di una vita consumistica e basata sulla esibizione di un tenore di vita: io credo che per farlo basti avere una sana dirittura morale, si può ben continuare a vivere nella propria città magari cambiare le frequentazioni ma non c'é bisogno di "cambiar vita" per lasciarsi indietro quelli che fanno a gara per esibire l'ultimo telefonino ecc

Ciò di cui si parla credo sia invece la ricerca di una seconda opportunità quando si capisce di essersi infilati in un buco senza uscita, l' importante è che ci sia una valutazione della concretezza della seconda opportunità ed anche della reale insopportabilità di ciò che si molla.

Quando i bancari guadagnavano molto sentivo qualcuno dire "piuttosto che lavorare in banca mi ammazzo", OK, ma prima di buttare al cesso un reddito bancario (dell' epoca) per andare ad Amsterdam a fare non si sa bene cosa e magari a finire a fare il lavapiatti per gli olandesi (conosco uno a cui è successo veramente), farsi quattro conti non guasta.
 
Una cosa che ho imparato è non fare mai i conti in tasca agli altri.
Tu magari pensi che fa solo il lavapiatti, e invece ti alza migliaia di euro come sex worker.

Di soldi ne puoi sempre recuperare, di tempo no , quando è andato non te lo riporta nessuna cifra.

Quando vedo i guru che alzano milioni che postano le loro ferie di qualche settimana , capisco che sono più ricco di loro.
 
Esatto, la cosa più importante quasi in tutto é ponderare bene le proprie scelte, informarsi molto bene ed appunto non fare mai qualcosa per compiacere gli altri, assecondare qualcosa o qualcuno, ma perché lo si sente realmente giusto per se stessi.

Prendo l'esempio dell'ultima frase, non é una critica o qualunque altra cosa del genere, ma giusto per prenderne spunto: conosco più di una persona che ha mollato il mestiere di Poliziotto, Dottore, Impiegati di banca, maestri, ecc... (tutti lavori che quà da noi sono molto ben remunerati) e diversi anche con "posizioni" diligenti,... per ritrovarsi a fare mestieri del tipo "lavapiatti", ecc... e vederli molto più felici e soprattutto, loro dicendo di esserlo. Però effettivamente più che "essersi ritrovati", avevano ponderato bene il tutto, consapevoli ed aperti anche a fare quel genere di lavoro, rispettabilissimi, importantissimi, ed utilissimi per tutto il "cerchio",...

Quì IMPORTANTISSIMO ponderare bene tutto quanto, senza farsi condizionare da nessuno stereotipo.
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Tra l'altro ci sono casi in cui persone con posizioni "stereotipati" più importanti, fanno effettivamente più fatica di quelli che ne hanno di quelle sminuite. Anche perché poi dipende lo stile di vita che si segue, la capacità di non sperperare i propri soldi, ecc... Io per esempio il lavapiatti in passato l'ho fatto,... e prendevo 3800fr. quindi non mi sono mai sentito tanto "morto di fame" per quello, inferiore, ecc... e tra l'altro, i piani alti esistono grazie a quelli bassi ;)
 
... Tu magari pensi che fa solo il lavapiatti, e invece ti alza migliaia di euro come sex worker. ...
Ma figurati, lo ha raccontato lui quando è tornato a casa con le pive nel sacco.
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...il lavapiatti ...
Vedo che questa storia del lavapiatti ha colpito nel segno e se na parla molto.

Guardate non voglio starvi a deprimere con discorsi alla "figlio mio, mettiti la maglia di lana!" sto solo dicendo di essere anche un po' razionali.

E, soprattutto, se lo scopo è ritrovare sé stessi non è nello spazio che si deve viaggiare ma dentro di sé.

Se vi siete smarriti state pur tranquilli che il vostro "Io" non vi ha mai abbandonato, per recuperare il contatto è inutile andarlo a cercare ad Amsterdam o nel deserto del Nevada...
 
U

Utente 32570

Guest
E, soprattutto, se lo scopo è ritrovare sé stessi non è nello spazio che si deve viaggiare ma dentro di sé.
Credo che frase piu' giusta di questa non possa esserci. Per schiarirsi le idee bastano trekking in solitaria e non cambiare pianeta.


Se vi siete smarriti state pur tranquilli che il vostro "Io" non vi ha mai abbandonato, per recuperare il contatto è inutile andarlo a cercare ad Amsterdam o nel deserto del Nevada...
Conosco bene quella citta' perche' ci ho vissuto e posso dire che assolutamente non e' la citta' piu' indicata per vivere in introspezione. Chi dice una cosa del genere non sta scappando da se stesso ma crede di rifarsi una vita migliore altrove perche' la realta' in cui vive non lo soddisfa.
Se la situazione e' questa purtroppo non si svoltera' nella vita. Nella vita si svolta quando sei ultra skillato (dovrai avere ottime referenze perche' la competizione sara' alta) in quello che sai fare e sei sottopagato. Allora fai le valige e vai da qualche altra parte.
 
Mi ha colpito che vedere usare ancora un lavoro in maniera sminuente, solo per quello,...
Quando anche il più "alto in grado" non farebbe nulla senza il più "basso in grado".

Io non mi sono perso, stò benone e sono fiero di tutto il percorso che ho avuto nella mia vita, senza mai nulla di regalato, semplice, scontato.

Per il resto non giudico mai niente e nessuno dalle apparenze, sulla base di stereotipi o simili, ma solo dai fatti, reali, vissuto o visti di persona,... comprese le persone.

Io son felice quando qualcuno fà qualcosa che lo rende felice, senza dover analizzare cosa, dove, come, quando, ecc... se una persona é felice per le proprie cose, TOP! Sempre meglio guardare il proprio prato,...

D'altra parte non sono per niente spirituale, filosofico "fantascientifico", la vita é composta da fatti, concretezza, ecc... almeno per le cose reali e pure per i problemi reali.

:D:);)
 
Se uno pensa che per ritrovare se stesso deve andare nel deserto del Nevada, o a Amsterdam, e ci va, fa benissimo a farlo , anche se tornerà con le tasche vuote, avrà imparato qualcosa e avrà agito.

A me viaggiare ha insegnato molto, soprattutto ad apprezzare quello che ho e dove vivo.

Svoltare non è riempire il conto in banca, ma essere felici.

Dovessero offrirmi un milione per tornare a fare l operaio industriale fisso anche solo per un anno li manderei a cagare .

Meglio vendere braccialetti fuori dai supermercati, tagliare qualche siepe ( e aiuola..cit ) ma essere liberi , liberi anche di trastullarsi, ma liberi.

Ma noto che solo chi ha viaggiato molto o ha sposato certi stili di vita lo capisce , per gli altri conta solo la posizione e lo stipendio sicuro.

E comunque il lavapiatti in Svizzera per chi è frontaliere alle volte è un stupendio a livello di quadri!
 
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Che poi,... che tristezza vivere dando così tanta importanza dal denaro,... Una cosa veramente deplorevole. Un conto é basarsi sull'avere il necessario per pagare gli obblighi e certe necessità,... ma basare tutto sul fare soldi,... Triste. D'altra parte poi uno se li mette nella bara come materasso, ahahahah

Tra l'altro si può girare e rigirare, ma la paura in generale deriva proprio dalla consapevolezza di non essere in grado di essere indipendenti. Infatti la paura nasce da quella dipendenza, sottomissione, quella necessità di avere soldi. Solitamente quel pensare che con i soldi si può avere tutto, basta pagare,... e spesso si nota, chì ha avuto la fortuna o sfortuna di lavorare con i "ricconi" (economicamente parlando) di vedere quanto la loro vita felice, appagante, ecc... sia solo una faccia, quella opposta alla miseria interiore, alla tristezza, al vivere in maniera opposta alla tranquillità e felicità.
 
“Svolta” vuol dire tutto e niente, al di là di quanto dica il dizionario.
Dipende dalla consapevolezza di sé di chi stia usando quella parola.
Lo si capisce nella differenza che separa “voglia” da “bisogno”.
Le voglie non svoltano nulla. Una successione di voglie soddisfatte aiuta a mantenere costante la distrazione. Le persone agiate hanno il “privilegio” di potersi distrarre a lungo.

Ma la svolta la si ha identificando il bisogno. Dopo, qualcosa si innesca. Per forza. Non significa che si realizzi il bisogno, ma si innesca una realizzazione più sincera di sé.
Bisogna fare i conti con “la vita reale”, sacrosanto. Ma anche l’infelicità è reale. E occorre occuparsene, senza preconcetti.
Il problema più grande è sempre l’identificazione del bisogno, che tanto somiglia alle voglie ma che in realtà sta a monte, e lì, sì, serve introspezione.

Comunque, voglie e salti nel vuoto possono aiutare ad aprire gli occhi, basta solo ricordarsi che l’orizzonte si sposta con noi. Se non ci si ricorda questo si finisce davvero col pensare che il limite ultimo della vita sia la promozione, l’aumento, la super vacanza, la tenda in seta d’acciaio intrecciata da bachi alieni, e i dieci 666 consecutivi a Risiko.

(con un post così preferirei non avere un budda in avatar in questo momento :p)
 
bhe io lavoravo come programmatore indeterminato a milano, un lusso, ma all'età di 24 mi sono già licenziato, non era la mia vita. Ho vissuto in brasile, australia, vietnam e nepal (sempre in solitaria), e non avevo "spalle coperte", me ne pento? Nah, lo rifarei? Si. Come mi mantenevo? Lavoravo e in certe nazioni aiutavo persone che mi ospitavano, il mondo è bello perche è vario. Se penso che ho speso 6 anni della mia vita su una poltrona con un indeterminato, mi salgono i brividi
 
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...Se penso che ho speso 6 anni della mia vita su una poltrona con un indeterminato, mi salgono i brividi
Ho fatto un lavoro simile, forse in un contesto che riusciva a darmi qualche stimolo in più, ma è ovvio che la differenza maggiore è nel bisogno interiore di stimoli e nella possibilità di coglierli nell' ambiente in cui ci si trova; d' altro canto non ho difficoltà ad ammettere che non sarei stato in grado di fare quel lavoro all' estero. Paradossalmente all' epoca (parliamo di secolo scorso) incontrai in una ditta privata ben tre persone che erano venute a lavorare in Italia, una ragazza americana con motivazioni simili alle tue, un consulente senior irlandese con motivazioni più legate alla realizzazione professionale, un figlio di emigrati italiani in UK di ritorno per non so bene quale motivo. Sembravano aver ottenuto ciò che volevano.
 
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