La storia del Tommi puukko

Contesto storico

Nel 1155 il re Erik di Svezia e il vescovo Henrik di Uppsala mossero una crociata in Finlandia, con l’intento di cristianizzarne la popolazione pagana e dando inizio di fatto alla sua lenta conquista, che si sarebbe conclusa nel 1323.
Alla fine del XVII secolo la popolazione finnica fu decimata da una carestia, causata da inverni precoci e particolarmente rigidi.
Fra il 1700 e il 1721 il paese fu dilaniato dalla Grande guerra del Nord fra la Svezia di Carlo XII e la coalizione dano-russo-germanica guidata da Pietro il grande, culminata con la sconfitta svedese e la sua perdita di egemonia sul Mar Baltico.
Nel 1809, dopo diciannove mesi di guerra, la Svezia cedette tutto il territorio finlandese allo zar Alessandro I, che trasformò il paese in un granducato.

La regione di Kainuu
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basava la sua economia sulla produzione di catrame di pino, più che sulla coltivazione di cereali, dato il terreno alternativamente coperto di foreste e paludi.
Dal 1762 la popolazione dovette affrontare periodi altalenanti di carestie ricorrenti con una certa frequenza.
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Eero Järnefelt, 1893

Kalle Keränen

Nell’area venivano forgiati già dal 1600 puukko con manico in dischi di corteccia, lama a sezione triangolare o rombica molto alta, spesso punta leggermente uncinata e, a volte, pomo con un largo rivetto romboidale sopra il collare piatto, su cui ribattere il codolo.

Kalle Keränen (1844-1912), mantenendo la tradizione di famiglia, lavorava come fabbro a Oravivaara, villaggio vicino a Hyrynsalmi.
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Durante l’ennesimo periodo di magra, probabilmente attorno al 1866, un fabbro itinerante gli disse che a Fiskars lavorava un metallurgo di Sheffield che teneva corsi e seminari di forgiatura. Keränen decise quindi di caricare lo zaino e incamminarsi verso sud lungo i 700 km che lo separavano dalla meta.
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Giunto che fu, conobbe Thomas Woodward e sotto la sua guida imparò la fusione dell’ottone e del rame per creare bolsters, affinò la propria tecnica di forgiatura dell’acciaio, della saldatura a borace e studiò la tempra in olio, all’epoca praticamente sconosciuta in Finlandia.

Nel 1870, dopo circa tre anni di praticantato e stanco della rumorosa Fiskars, tornò a Oravivaara e inizò a forgiare puukko, realizzando una propria variante del modello regionale di Kainuu, ma optando per un dorso della lama diritto e un pomo crestato, migliorando l’idea del rivetto romboidale.
Il manico era in salice o betulla, mentre il fodero venne tinto di nero e rosso, anche se è difficile capire a che anni risalga quest’ultima idea.
In onore del proprio mentore chiamò il nuovo modello Tommi, tuttavia con il tempo iniziò lui stesso ad essere chiamato “Tommi” Keränen, fabbro di Oravivaara e ottimo compagno di bevute.
La qualità del trattamento termico e dei suoi coltelli divenne rapidamente famosa anche al di fuori dalla provincia. Le commissioni cominciarono a piovere, così come spuntavano le imitazioni eseguite da altri fabbri della regione.

L’evoluzione successiva

Alla morte di Kalle il lavoro fu proseguito da figlio Setti, che gettò le basi per lo stile canonico di proporzioni del coltello e decorazioni del fodero conosciuto oggi, pur se ancora ispirato in parte dalle trame usate a Kauhava. Attorno al 1914 forgiò un buon numero di Tommi con lama lunga 17 o 18 cm
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Pentti Kaartinen

per i soldati finlandesi che sarebbero stati di stanza in Germania fra il 1915 e il 1917. A causa della zona geografica di utilizzo questi modelli vennero soprannominato “Jaeger Tommi”. Da notare, inoltre, questi puukko avevano originariamente un fodero completamente nero.
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Pasi Tyni

Un’altra variante, detta "Pokara Tommi", con un pomo molto marcato e più in linea con la moda estetica degli anni ‘30, venne prodotta come regalo di congedo per gli ufficiali durante le guerre d’inverno (1939-1940) e di continuazione (1941-1944).
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Marko Lindelä

Nel secondo dopoguerra salirono alla ribalta due fabbri in particolare: Antti Kemppainen (? - 1972) di Kuhmo, 97 km a sud di Hyrynsalmi e Setti Israel Keränen (1892-1989) di Komula, 16 km a ovest Hyrynsalmi.
Keränen, a dispetto del cognome, non era imparentato con la famiglia di Kalle. Gli stili dei due Setti sono comunque molto diversi e facilmente distinguibili.
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replica di Henri Tikkanen

Antti Kemppainen, dal canto suo, fu allievo del figlio di Kalle, perfezionò il suo stile e, sostanzialmente, definì il canone corrente.
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Antti Kemppainen, coppia appartenuta al presidente Kekkonen

Entrambi devono parte della loro fama, oltre alla qualità del trattamento termico e, specie Kemppainen, delle lavorazioni, all'amicizia con Urho Kekkonen, presidente della Finlandia dal 1956 al 1982, famoso non solo per le proprie doti diplomatiche, capaci di mantenere rapporti di buon vicinato con tutti gli Stati confinanti e in particolare con la Russia, in piena Guerra Fredda, ma anche per le sue capacità venatorie, spesso messe in mostra di fronte ad altri capi di Stato.
Fervido estimatore dei Tommi, era solito averne sempre almeno uno sulla scrivania e spesso ne regalava ai propri colleghi stranieri, ma in questi casi poteva anche optare per puukko festivi realizzati a Kauhava, come l’Iisakki Järvenpää con pomo a testa di cavallo regalato a John F. Kennedy.

Oggi

Benché esistessero già esempi di foderi doppi attribuiti allo stesso Kalle Keränen e datati circa al 1880-90, dagli anni ‘50 si creò fra gli artigiani una sorta di gara alla complessità realizzativa che portò alla creazione di foderi doppi, tripli e addirittura quadrupli, dalle ovvie limitazioni pratiche.
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Veijo Käpylä

Negli anni ‘80 nacque ad Hyrynsalmi una sorta di “Comitato per la conservazione del Tommi”, che organizza esposizioni e corsi di forgiatura, che ha stabilito un canone per le misure e i parametri estetici entro cui un puukko può essere definito Tommi. Negli anni il Tommi è anche diventato il puukko regionale più conosciuto al mondo ed ha raggiunto quasi lo status di tesoro nazionale.

Dopo la morte di Antti Kemppainen, fondatore nel frattempo del marchio Kainuun Puukko, i suoi figli Alpo e Olavi continuarono a perfezionare ed affinare lo stile
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Olavi Kemppainen

rimanendo gli indiscussi maestri del modello fino alla loro morte, nel 1998 e nel 2010, rispettivamente, a dispetto della presenza di altri fabbri stimatissimi e interpreti a loro volta del Tommi. Ai fratelli Kemppainen è da attribuire inoltre l’introduzione di un nuovo modello con manico molto in linea con i vuolupuukko anni ‘30, prodotti su larga scala dalla Marttiini e dalla Järvenpää.
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Marko Lindelä

Nel 2004 Olavi Kemppainen cedette l’attività a Veijo Käpylä, autodidatta, ma proveniente da una lunga genia di artigiani e fabbri. Oltre a proseguire la produzione di tutte le varianti già realizzate dai Kemppainen, Käpylä aggiunse alcuni nuovi modelli, particolarmente votati all’uso venatorio e mantenne la fucina fino al 2014 quando, per ragioni di salute, vendette l’azienda a Marko Lindelä, pompiere, dopo averlo istruito su forgiatura e realizzazione.
Käpylä continua ora con il proprio marchio VK-Puukko, producendo piccoli numeri e tenendo corsi di formazione per giovani artigiani.
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Veijo Käpylä

La fucina della Kainuun Puukko è stata invece spostata a Oulainen, 240 km a ovest da Hyrynsalmi
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e fuori dalla regione di Kainuu. Da allora l’azienda ha inoltre subito alti e bassi causa l’erraticità delle comunicazioni e per la minor qualità dei lavori di Lindelä.

Al momento l’Ahti Juhla è l’unico puukko industriale in qualche modo reminiscente i Tommi
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mentre la Manun Paja di Timo Mäkeläinen ne produce su scala relativamente larga, a prezzi abbastanza bassi, con finiture discrete.
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Antti Mäkinen, l’attuale fabbro della YP-Taonta, forgia, tra le altre, una serie di lame che ripropongono la sezione rombica estremamente alta tipica dei vecchi puukko di Kainuu e utilizzata poi anche da Setti Israel Keränen.
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Grazie alla sua importanza culturale e la non eccessiva difficoltà realizzativa, se paragonato ad altri modelli regionali e festivi, il Tommi ha oggi un gran numero di interpreti. Fra questi troviamo gli hobbysti Lauri Karjunen, Kari Vuorus e Antti Silvennoinen.
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Lauri Karjunen
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Kari Vuorus
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Antti Silvennoinen


Ci sono poi veri cultori esclusivi del genere come Pentti Kaartinen, presenza fissa fra gli insegnanti di Hyrynsalmi
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Pentti Kaartinen

o Mauri Heikkinen, il più premiato di sempre fra i costruttori di Tommi.
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Mauri Heikkinen

Fra gli undici maestri forgiatori certificati ne hanno dato un'interpretazione Pekka Tuominen
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Pekka Tuominen

Mikko Inkeroinen, che lo definisce inoltre il suo modello preferito
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Mikko Inkeroinen

Jukka Hankala, di cui un pezzo con manico in dischi di corteccia è esposto, come esempio contemporaneo del genere, al Museo nazionale di Finlandia
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Jukka Hankala

mentre ha ripreso a forgiarne, di recente, Arto Liukko.
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Arto Liukko
 
Ultima modifica:
Non c'è un parere univoco. Come ho scritto è un passo avanti a livello meccanico rispetto alla soluzione originale con bolster piatto e rivetto romboidale, essendo ora il pomo un pezzo unico, ma verso la fine del 1800 i pomi crestati stavano diventando di moda anche nella zona di Kauhava, se pensi al modello Härmä di cui ho parlato qui
https://www.avventurosamente.it/xf/threads/puukko-festivi.53545/

Ci sono alcuni pezzi del 1880-90 in cui il pomo crestato ha palesemente solo un valore estetica per bilanciare un ferrulo lungo, dato che il codolo è fissato a un rivetto più piccolo poi completamente coperto dal pomo.

Anche in tempi più recenti, Setti Israel Keränen, invece di avere un pezzo unico di ottone, riprese a fare un pomo in due pezzi, ma con il rivetto molto più alto. La mia replica di Tikkanen, per dire, è fatta così, ma le tolleranze nell'assemblaggio sono così strette da sembrare un pezzo unico pur non essendolo.
 
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