la teoria del pianeta morto

premessa, sono squattrinato ma stupido e scavezzacollo. non ho problemi a parlare con tutti, anzi a me piace sentire le persone e poi fare cose assurde, nei limiti del budget.

la mia vita spesso segue questo cliche'

1)penso ad una cosa assurda che voglio fare perche' mi interessa (es visitare un museo o una cava o un'oasi a 300 km di distanza, andare a rompere le balle a qualche bestia, andare su per un monte a vedere una caratteristica geologica ecc)

2)chiedo alla gente attorno a me se qualcuno vuole unirsi

3)nessuno mi calcola

4)faccio la cosa che mi ero prefissato da solo

5)torno

6)mi sento rispondere, se va bene "perche' non mi hai avvertito", se va male (spesso) "dai non raccontare palle, e' impossibile che tu abbia fatto questa cosa"

7)porcono e ci litigo, e come sempre loro mettono in giro voci che io sia un ca**aro. lo sono, ma nel senso che faccio ca**ate, non che mi invento cose per atteggiarmi.

e la cosa mi succede da sempre.

al che, dopo un po' di riflessione e tante riflessioni venete doc, mi sono chiesto se effettivamente e' l'umanita' che e' cosi' o cosa.


stamattina, ho trovato questo articolo su un feed di notizie che seguo (hacker news)

https://arealsociety.substack.com/p/the-dead-planet-theory

in pratica l'autore fa notare che, sia nel mondo reale che in quello virtuale, poche persone fanno la grande maggioranza delle cose, gli altri restano a guardare e vegetano. ovviamente scatta il parallelo con la teoria di internet morto (che sta salendo alla ribalta grazie ai bot e all'ai, e non ultimo alle boiate fatte dai social media negli ultimi 15 anni). ok, l'articolo la mette in chiave lavorativa ed informatica, ma il succo del discorso e' che pochi fanno parecchie cose, tanti se va bene seguono e se no vegetano e negano quanto avviene altrove e viene fatto da altri.

sono l'unico che ha l'impressione che molta gente intorno sia praticamente uno zombie che vive solo per vedere la partita di calcio o la gara di f1 la domenica e basta, poi va a fare 2 passi in mezzo ai campi 3 volte all'anno e pensa che questo sia il massimo fattibile?
 
Non sei l'unico a pensarla così....sono d'accordo con te...a me sembra che le persone siano criceti sulla ruota che non abbiamo più pensieri propri...sono tutti lobotomizzati a fare le stesse cose e guai a fare qualcosa di diverso altrimenti sei "diverso" sei " strano" e avvolte "pericoloso". La società di oggi ci vuole tutti ignoranti e non pensanti per controllarci meglio. Il pensiero libero presto diventerà illegale!
 
Sono su un paio di chat WhatsApp locali per organizzare gite in montagna con letteralmente migliaia di persone... penso che si muovano in realtà da casa massimo 50 persone... 2-3%?

Quando cerco di organizzare qualsiasi roba mi rispondono magari in 2 o 3 e poi probabilmente rinunciano prima di partire, e non propongo maratone o impongo nulla.

C'è gente che penso non esca di città se non accompagnata dal professionista con assicurazione e anche al parchetto probabilmente non si sentono al sicuro... non so se pensano di abitare alle Svalbard o cosa.
 
Ultima modifica:
Visto che è sempre una fatica organizzare una passeggiata, oltre che ovviamente un rischio importante se si sbaglia qualcosa o banalmente una disgrazia qualunque diventa un dramma, sovente vado da solo o mi aggrego a dei gruppi.

C'è gente che paga professionisti per fare le passeggiate, non sto parlando neanche di attività alpinistica.
 
... molta gente intorno sia praticamente uno zombie che vive solo per vedere la partita di calcio o la gara di f1 la domenica e basta, poi va a fare 2 passi in mezzo ai campi 3 volte all'anno e pensa che questo sia il massimo fattibile?
Direi "per fortuna che è così"!

Per far girare la società serve qualcuno che:

1) lavori, facendo anche lavori molto faticosi, stressanti ecc
2) metta al mondo dei figli e li cresca
3) partecipi un minimo alla vita sociale (di quartiere, politica, culturale ecc)
4) abbia una vita di relazione ed affettiva appagante

Se fossi chi non sono aggiungerei:

5) partecipi attivamente ad iniziative di solidarietà e per il bene collettivo

Dove stanno in questo elenco il turismo, l' escursionismo, le "avventure" di qualsiasi genere, sia pure alla portata delle persone comuni?

Semplicemente mancano, ne concluderei che si può essere buoni cittadini anche passando le domeniche sul divano purché oltre a non avere una vita "avventurosa" non ci si chiuda in un egoismo isolazionista.
 
Su Whatsapp ci sono anche gruppi più strutturati/istituzionalizzati con un direttivo che decide le gite da proporre... Ma più fai una roba organizzata e più ti prendi responsabilità.

Poi certo ci sono anche altre robe a pagamento con guide e professionisti e assicurazioni, siti internet, sci club...
 
intanto grassssie a tutti :)

altra cosa, mi rendo conto che sia difficile combinare gli interessi di persone diverse. a me interessano parecchio musei archeologici e certe cose naturalistiche un po' di nicchia, quindi anche io spesso pacco vari raduni ed attivita' e poi parto per le mie svarionate deliranti
 
La curiosità può essere un motore di crescita interiore, come per molte altre pulsioni istintive sta a noi incanalarla verso una direzione e mantenere questa direzione man mano che si sviluppano le varie tappe.

In tempi diversi ho cercato di esplorare diversi filoni, dalla musica, alla storia, alla letteratura, alla storia dell' arte ed altri interessi più o meno culturali restando ovviamente ignorante come una capra ma con tante idee che man mano si andavano saldando nella mia mente a formare una rete di collegamento che nel fruire di un' opera d' arte o anche solo di intrattenimento o financo valutare una notizia di cronaca mi aiutano a formare un mio giudizio indipendente (molto spesso "eretico") cioè, in una parola, a costruire il mio personalissimo come vedo il mondo.

E, comunque, spesso a predisporre ad una esperienza è proprio l'attività apparentemente sedentaria, io ad esempio credo di dovere molto a divulgatori come Daverio (ho visto l'intero ciclo di Passepartout), Barbero (conferenze di storia facilmente reperibili in podcast, ma anche la serie A.C.D.C. in Tv), e tale Magrelli -sconosciuto ai più - che una decina di anni fa organizzava cicli di eventi (reading con approfondimenti critici) sulla letteratura mondiale all' auditorium di roma.
 
Non sei l'unico a pensarla così....sono d'accordo con te...a me sembra che le persone siano criceti sulla ruota che non abbiamo più pensieri propri...sono tutti lobotomizzati a fare le stesse cose e guai a fare qualcosa di diverso altrimenti sei "diverso" sei " strano" e avvolte "pericoloso". La società di oggi ci vuole tutti ignoranti e non pensanti per controllarci meglio. Il pensiero libero presto diventerà illegale!
mi hai ricordato un bell'episodio. Lo sto mettendo nel secondo capitolo della mia biografia. Meglio che non si sappia che le tute da meccanico che usavamo (quelle blu in un pezzo unico con scritto rol oil) non mi risulta siano mai state lavate e quasi mai le metteva addosso la stessa persona. Dovremmo essere tutti morti?
 
C'è una sorta di scoglio tra la pratica e il pensiero. Colgo anch'io come te la difficoltà nel trasformare in realtà un pensiero magari anche ricorrente.
Ogni volta che esco da lavoro e vado a farmi un giretto di 3/4 ore in montagna mi sento dire ma te sei pazzo...poi passato qualche giorno si passa al ...non sono mai andato li, mi piacerebbe andare una volta...
E io ogni volta faccio finta di non sentire tanto se proponi non viene nessuno tirando fuori le motivazioni più stupide e banali
 
Non sono daccordo con l'autore dell'articolo.
Secondo me tutti hanno uno o più interessi, ma siccome gli interessi sono tantissimi, quelli con i miei stessi interessi non sono vicino a me e questo mi crea l'errata percezione di avere intorno gente senza interessi.
Ossia nessuno di noi è speciale, o meglio forse lo siamo tutti ma senza che gli altri se ne accorgano.

Ah e per inciso (per chi ha letto l'articolo) se studi per un'ora un'apertura di scacchi e non hai talento non batterai mai e poi mai un praticone.
 
Questo post mi ha fatto venire in mente quanto scriveva René Daumal ne Il Monte Analogo (Adelphi)

"Ora, da sempre, gli uomini giunti a vivere una conoscenza hanno visto venire a sé altri uomini che domandavano loro la strada; coloro che avevano una meta e un desiderio di andare ricevevano le indicazioni e si mettevano in cammino. Ma la maggior parte restava lì, accontentandosi di imparare a memoria le spiegazioni del maestro, di abbellirle con la retorica, di disporle in forme logiche, infine di tracciare delle mappe; e, ciò facendo, immaginava di viaggiare".
 
Non sono daccordo con l'autore dell'articolo.
Secondo me tutti hanno uno o più interessi, ma siccome gli interessi sono tantissimi, quelli con i miei stessi interessi non sono vicino a me e questo mi crea l'errata percezione di avere intorno gente senza interessi.
Ossia nessuno di noi è speciale, o meglio forse lo siamo tutti ma senza che gli altri se ne accorgano.

Ah e per inciso (per chi ha letto l'articolo) se studi per un'ora un'apertura di scacchi e non hai talento non batterai mai e poi mai un praticone.
Sai che spesso mi trovo a parlare con i miei colleghi più giovani e non riesco a farmi dire i loro interessi? Sicuramente avranno qualcosa che li stimola come dici te ma a quanto pare non lo sanno
 
premessa, sono squattrinato ma stupido e scavezzacollo. non ho problemi a parlare con tutti, anzi a me piace sentire le persone e poi fare cose assurde, nei limiti del budget.

la mia vita spesso segue questo cliche'

1)penso ad una cosa assurda che voglio fare perche' mi interessa (es visitare un museo o una cava o un'oasi a 300 km di distanza, andare a rompere le balle a qualche bestia, andare su per un monte a vedere una caratteristica geologica ecc)

2)chiedo alla gente attorno a me se qualcuno vuole unirsi

3)nessuno mi calcola

4)faccio la cosa che mi ero prefissato da solo

5)torno

6)mi sento rispondere, se va bene "perche' non mi hai avvertito", se va male (spesso) "dai non raccontare palle, e' impossibile che tu abbia fatto questa cosa"

7)porcono e ci litigo, e come sempre loro mettono in giro voci che io sia un ca**aro. lo sono, ma nel senso che faccio ca**ate, non che mi invento cose per atteggiarmi.

e la cosa mi succede da sempre.

al che, dopo un po' di riflessione e tante riflessioni venete doc, mi sono chiesto se effettivamente e' l'umanita' che e' cosi' o cosa.


stamattina, ho trovato questo articolo su un feed di notizie che seguo (hacker news)

https://arealsociety.substack.com/p/the-dead-planet-theory

in pratica l'autore fa notare che, sia nel mondo reale che in quello virtuale, poche persone fanno la grande maggioranza delle cose, gli altri restano a guardare e vegetano. ovviamente scatta il parallelo con la teoria di internet morto (che sta salendo alla ribalta grazie ai bot e all'ai, e non ultimo alle boiate fatte dai social media negli ultimi 15 anni). ok, l'articolo la mette in chiave lavorativa ed informatica, ma il succo del discorso e' che pochi fanno parecchie cose, tanti se va bene seguono e se no vegetano e negano quanto avviene altrove e viene fatto da altri.

sono l'unico che ha l'impressione che molta gente intorno sia praticamente uno zombie che vive solo per vedere la partita di calcio o la gara di f1 la domenica e basta, poi va a fare 2 passi in mezzo ai campi 3 volte all'anno e pensa che questo sia il massimo fattibile?

Mi rivedo nella prima parte, quella dei punti elenco, con la mia passione, filosofie, attività, di vita in natura. Stesse dinamiche, critiche, accuse, snobbare, ecc Anche quando le cose vengono proposte come vorrebbero gli altri, ecc Insomma, la gente deve lamentarsi, polemizzare, criticare. La mia teoria é che questa gente reagisce così perché "vorrebbe ma non ha il coraggio", "vorrebbe ma non hanno le capacità". Non sò nei tuoi casi, ma spesso sono persone che tra un discorso e l'altro non mostrano disinteresse verso certe cose, ma l'esatto opposto, mostrano di interessarsi, quindi reagire in certe maniere é incongruenze e palesa frustrazione. Quindi mi rivedo tantissimo in quello che hai scritto.

Ma sai la cosa peggiore che noto da quell'articolo e che pure in quello mi ci rivedo, quando si sostiene che non é tanto il "parlare" ma sono i "fatti" a contare, a fare la realtà, gli stessi frustrati, incapaci, criticano pure quello. Fanno diventare negativo, volgarizzano quello che una volta era un valore "parlare meno e fare di più". Invece ora, con la virtualità, ecc é il contrario, se parli poco e fai tanto sei una bestia, cattivo, sbagliato, presuntuoso, ecc Perché? Stesso discorso, perché si "smerdano" quelli che invece sono apparenze, tante belle parole, ecc Il problema é che la massa gli và dietro, quindi tu che fai con passione, dedizione, ecc quello di cui parli senza nemmeno fare troppi discorsoni da "guru", seil "cazzonx", "sbagliato", "cattivo", quelli che si esibiscono, si presentano bene, ecc ma fanno poco o addirittura si incazzano di fronte al poter fare, sono ritenuti i guru, gli esempi da seguire.


Tra l'altro quà sul forum le avete viste tutti queste dinamiche, dove io sono stato fatto passare per cattivo, sbagliato, esagerato, ecc proponendo ed esponendo solo l'intenzione di praticare concretamente attività di cui in molti si vantano!!
 
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