Escursione Lagorai Panorama - Third time's the charm (finalmente!)

Data: 27-28 Giugno 2025
Regione e provincia: Trentino Alto Adige - Trento
Località di partenza: Rifugio Carlettini (Val Campelle)
Località di arrivo: Rifugio Carlettini (Val Campelle)
Tempo di percorrenza: 2 giorni
Chilometri: 40
Grado di difficoltà: EEE
Descrizione delle difficoltà: Escursionisti esperti
Periodo consigliato: da primavera a autunno (ma quando non fa troppo caldo, la prossima volta)
Segnaletica: ottima
Dislivello in salita: 2150
Dislivello in discesa: 2150
Quota massima: 2353

Lagorai Panorama.
Dopo due tentativi, finalmente l'ho completata.
Ho rotto l'incantesimo, e mi sono tolto la scimmia dalla spalla.

L'idea era di percorrerla dal mercoledì al venerdì di questa settimana, ma il meteo per giovedì sera era incerto, e minacciava un passaggio temporalesco che, con le temperature di questi giorni, poteva essere anche violento.
Per cui ho preferito aspettare il fine settimana, mio malgrado.
Fine settimana vuol dire più gente, e io quando sono in montagna preferisco incontrarne meno possibile.
Ma il Lagorai è comunque ancora relativamente poco frequentato, nulla a che vedere con le zone turistiche di trentino e sud tirolo, che ormai sono diventate come Riccione.

Come dicevo l'idea era di percorrerla in tre giorni ma, complici le giornate lunghe e le gambe che andavano più di quello che speravo, in due giorni l'ho finita,
Aggredita.
Divorata.
Con cattiveria.
Anche troppo ...
Col senno di poi sarebbe stato meglio assaporarla lentamente, prendendosi più pause, rilassandosi di tanto in tanto.
Ma faceva caldo anche lassù (al Manghen c'erano 22 gradi) e il sole si faceva sentire, e in certi tratti al riparo dal vento l'unico pensiero era quello di scappare avanti a cercare un posto più fresco.

Questo il percorso classico: https://mapy.com/s/hurolosubu
Io sono partito praticamente dal punto 8.
Questo il mio zaino: https://lighterpack.com/r/2xza72

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Se vi fa piacere ve la posso raccontare.
 
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Devo studiare. La mia base è 11,50/12,0 senza acqua... vero é che non sono un seguace della filosofia UL, e ne pago le conseguenze.
 
Ciao, mi puoi dire se non c'è più neve?
Io ho dovuto abortire un mese e mezzo fa per neve...

P.S.: ho visto che sei una guida, ti ammiro
 
Giorno 1

Sveglia puntata alle 5:20 per partire alle 6:00 da Mantova.
Colazione, doccia, zaino ... mannaggia, accendo la macchina e sono già le 6:30.
La Brennero è già piena di tir, nel tratto Affi - Rovereto ci sono già gli immancabili rallentamenti.
Pazienza.
Esco a TN Nord, prendo per Padova e arrivo in Valsugana, subito dopo Borgo Valsugana esco dalla statale e dopo un paio di paesi imbocco l'interminabile Strada dei Sassi Rossi, che risale la Val Campelle.
Invece di partire dal Manghen, come prevederebbe il percorso "ufficiale", ho deciso di partire da Tedon, in modo da portarmi in quota il primo giorno, fare il secondo giorno in quota, e poi lasciare il discesone della Val Montalon per l'ultimo giorno.
Arrivo al Rifugio Carlettini e mi concedo un caffè, la signora gentilmente mi concede di lasciare la macchina al parcheggio del rifugio (che sarebbe riservato, ma non è ancora alta stagione).
Chissà poi perchè ho deciso di lasciarla lì, il Carlettini è fuori dal percorso, mah ...

Infilo le scarpe, preparo i bastoncini e mi butto sulle spalle il mio Kumo 36, e alle 9:30 parto.
Imbocco il sentiero 332 che costeggia il Rio di Caserine, e in un'ora secca sono al Rifugio Caldenave.

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La vista che si apre sulla piana è sempre spettacolare.
Sarà l'aria buona, sarà la camminata, sarà che finalmente mi sto rilassando ... non riesco a resistere a una fetta di torta accompagnata da un bicchiere di acqua e mirtillo.

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Soddisfatto e a pancia piena, proseguo superando la piana e imbocco sul versante di sinistra il sentiero 373A che sale verso la Forcella Orsera.

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Dopo un breve tratto di bosco rado, arrivo alla pietraia e mi maledico per non aver scelto di passare dalla Val d'Inferno, la salita è ripida che manco gli stambecchi, bisogna zompare da un masso all'altro e a un certo punto chiudere i bastoncini per aggrapparsi a un cavo metallico per superare un insidioso passaggio tra le rocce.

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Fa già caldo, e qui vento ne arriva poco, sudo come una mortadella ma piano piano arrivo alla forcella.
Bella la vista, ma il percorso alternativo (laghi dell'inferno, che ho fatto 2 anni fa) secondo me è molto più interessante e scenografico, la Forcella Orsera non vale la faticata.
Però da qui si vedono da molto vicino Cima Trento e Cima Brunella.

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Sono le 12:15.
Tiro fiato 5 minuti e poi riparto imboccando il sentiero 373 in direzione Forcella delle Buse Todesche, e poi via verso il Monte Cengello.
Arrivo all'altezza del monte alle 13:30 e mi fermo per prepararmi un piattino di uova strapazzate liofilizzate, approfittando della pausa per togliermi le scarpe e far asciugare i calzini.
Passa un trail-runner di corsa ... azz! ... io faccio fatica a camminarci su questi sentieri e lui ci corre ... beato lui.
Le uova non sono granchè, ma sono un bel boost, e le posso digerire mente trotterello, più o meno in quota, a questo punto, verso la Forcella Magna.
Arrivo al Lago di Forcella Magna alle 15:05.

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Riaffiorano i ricordi della notte passata sotto al temporale due anni prima, nel mio primo tentativo.
Sono tentato di fare scorta d'acqua, ma sinceramente preferirei trovare dell'acqua in movimento, non che non mi fidi del mio filtro ... ma mi sentirei più tranquillo.
La trovo un po' più avanti, dopo aver imboccato il sentiero 326 alla biforcazione della forcella.

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Filtro un paio di litri e per fortuna la cartuccia nuova del mio BeFree non mi tradisce ( a differenza dell'anno scorso).
Dissetato e rinfrescato riparto di gran lena in direzione del Passo 5 Croci, salto la deviazione per il Museo della Guerra su Cima Socede (già visto), e arrivo al passo alle 16:30.

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Srotolo il mio tappetino GG, mi tolgo scarpe e calzini e mi faccio un riposino.
Una biker sta facendo una pausa al tavolone di legno, e dopo qualche minuto 3 escursionisti americani arrivano e si dirigono al Rifugio Conseria per passare la notte.
Il mio obiettivo minimo invece, fissato prima della partenza, è Malga Val Cion, dove vorrei pernottare piantando la tenda nelle vicinanze.
Quindi dopo un quarto d'ora mi rimetto in marcia lungo il sentiero 318 (strada forestale).
Lungo la strada però noto un cartello che avvisa della presenza di cani da pastore in attività, e dopo qualche metro un cordino, per altro lasciato molto lasco e assolutamente inutile per impedire il passaggio di qualsivoglia animale, interrompe la strada.
Proseguo con cautela, anche un pochino preoccupato.
Supero una curva e assisto a una scena che sembra tratta da una commedia umoristica: un pastore sbuca dal bosco dal lato sinistro del sentiero, dove è andato a recuperare un agnellino che era fuggito dal gregge, lo porta a braccio, seguito da una pecora adulta, probabilmente la madre, e da due cani di taglia media che vorrebbero fare i cani di pastore.
Dico "vorrebbero" perchè ad ogni tentativo di indirizzare la pecora correndole contro abbaiando, questa gli si rivolta contro e cerca di prenderli a testate.
Il pastore noncurante prosegue per raggiungere il gregge raccolto sui prati a destra del sentiero, e il trio di quadrupedi lo segue continuando le schermaglie.
Arrivo alla malga alle 17:45, e noto un altro cane, questo legato al guinzaglio al recinto della malga.
Capisco che non è il caso di accamparsi qui, c'è attività, pecore ovunque (con abbondanza di escrementi) e cani che girano.
Decido di proseguire verso Passo Val Cion e individuare una piazzola adeguata lungo il sentiero.

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Purtroppo l'erba è parecchio alta ovunque e piazzole pianeggianti non se ne vedono.
Oddìo, volendo ci si puo' stare, qua e là, ma è ancora presto, ci sono ancora 3 ore di luce, e voglio qualcosa di meglio.
Intanto che cerco e penso arrivo al passo.
Sono le 18:05.
A questo punto, mi dico, sarebbe bello accamparsi ai Laghi di San Rocco.
Vado avanti ancora.
La stanchezza però si fa sentire, arrivo fino a un crinale immediatamente sotto al primo lago, all'altezza del laghetto effimero del Rio Valsorda, e il mio corpo suggerisce alla mia testa che per oggi puo' bastare così.
Il posto è bello, è ventilato, e c'è un ruscello a pochi passi sulla destra del crinale.
Monto la mia X-Mid e mi rilasso un attimo, aspettando che scenda la sera.
Sono le 18:30.
Ho camminato per 19 Km con 1300 metri di salita.

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Appena scende il sole tiro fuori il Paiolo-Stove® e mi preparo una bella busta di zuppa di verdure, e la trovo molto buona (sarà la fame).
Non ho nemmeno la forza di scendere quei pochi metri che mi separano dal ruscello per darmi una rinfrescata.
Mi infilo un cambio pulito e mi butto sul materassino.
Ci penseremo domani ...

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Giorno 2

La notte passa tranquilla ... quasi.
Appena prendo sonno vengo svegliato da un uccello che sbatte contro la tenda :-?, evidentemente l'ho posizionata proprio su uno dei suoi percorsi abituali, e con l'oscurità non l'ha vista.
In piena notte vengo svegliato di nuovo, stavolta da un animale più grosso, sento prima un colpo contro la tenda, e poi un rumore di zoccoli ... Ho troppo sonno per uscire a vedere, faccio il verso che si usa di solito per spaventare il gatto, e lo sento allontanarsi.
Forse un cervo, forse un cavallo della non lontana malga, mah
Alle 5:30 sono già sveglio, d'altronde alle 9:30 già dormivo ... ci sta
C'è un vento piuttosto forte, e la tenda è completamente asciutta. Top.
Esco e fa parecchio freschino, mi infilo fleece e piumino, mi metto al riparo della tenda e preparo una tazza di tè.
Il Paiolo-Stove® fa il suo mestiere anche col vento, accompagno con un pacchetto di biscotti e mi godo il sorgere del sole.

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Prima di smontare la tenda scendo al ruscello a darmi una rinfrescata.
Smonto la tenda stando attento a non fare volare via nulla, il vento è aumentato e promette di durare almeno per la mattina.
Ricompongo lo zaino e mi metto in marcia alle 6:30 in punto.
Passo accanto ai Laghi di Rocco e rimpiango di non aver percorso qualche centinaio di metri in più la sera prima, accamparsi qui sarebbe stato magnifico.

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Intanto il sole è arrivato anche qui e mi tocca già togliere gli strati superiori.
Alle 7:30 in punto arrivo a Forcella Valsorda, dove imbocco il sentiero 322.
Qui il paesaggio cambia e inizia un suggestivo percorso attraverso pietraie di grandi massi.

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Il sentiero appare e scompare, a tratti tracciato a tratti improvvisato, per fortuna i segnavia sono sempre visibili e si riescono a intuire gli appoggi sicuri.
Zompando da un masso all'altro si passa accanto allo stupendo Lago delle Stellune.

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Faccio scorta d'acqua approfittando di una sorgente e vado avanti.
Comincio a incontrare i primi escursionisti, d'altronde è sabato e mi sto avvicinando a Passo Manghen.
Alle 8:45 arrivo alla Forcella del Montalon, e poco più giù si vede l'omonimo lago.

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Il paesaggio cambia di nuovo e ora si procede in piccoli camminamenti scavati nel terreno duro e nella pietra.
Il sentiero è sempre il 322 e attraverso il Pian delle Fave, tra rododendri e alberi monumentali abbarbicati alla roccia, passando accanto al Lago delle Buse, porta a Passo Manghen.

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Arrivo al passo alle 11:00, prima del previsto.
C'è già strapieno di motociclisti e turisti della domenica (anche se è sabato).
Tanto rumore e pure puzza di benzina.
La pausa pranzo non sarà piacevole, e me lo conferma la ragazza che serve ai tavoli esterni, dicendomi che la cucina apre alle 11:45. Mannaggia!
Mi devo accontentare di un tagliere di salumi e formaggi (peraltro mediocre, al contrario dei piatti caldi che ho avuto modo di provare in passato).
Provo a fermarmi un po' per un riposino, ma è veramente difficile.
A un certo punto appare una coppia di turisti tedeschi che sembrano catapultati qui direttamente dal lungomare di Rimini, con camicina hawaiana, boxer e infradito.
E' troppo.
Non è questa la montagna che cerco.
Riparto sperando di mettermi tutto alle spalle più in fretta possibile.

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Riprendo il 322 verso la Cima di Valsolero.
Da lì proseguo verso la Forcella Ziolera, che raggiungo alle 13:15.
Il vento non si è placato nemmeno un po', e mentre nei tratti riparati il caldo soffoca (23 gradi a Passo Manghen !!!) appena si passa su una forcella arrivano raffiche al limite del fastidioso.
Ma almeno l'inferno del Manghen è già sufficientemente lontano.
Procedo di buon passo fino a Forcella Pala del Becco, dove faccio 10 minuti di sosta.

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Sono in netto anticipo, la partenza molto mattiniera e le gambe che tutto sommato reggono bene mi portano al Lago di Montalon, dove avevo pianificato di passare la seconda notte, molto prima di quanto pensavo.
Sono le 14:40.
Faccio un'altra sosta mentre rimugino sul da farsi.

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L'idea di passare la notte qui mi attira ancora, ma ... caspita! ... non sono ancora le tre del pomeriggio, ci sarà luce almeno fino alle otto/nove ... che cavolo faccio in 5 ore???
E poi non è che ci sia abbondanza di piazzole orizzontali, anzi ... non ce n'è proprio ... volendo potrei trovare uno spiazzetto adeguato, ma sinceramente stare qui sotto al sole a picco fino a sera non è il massimo.
D'altronde, sono in giro da 8 ore e le gambe non sono freschissime.
Decido di ripartire, e vedere come reagiranno le gambe al discesone interminabile della Val Montalon. Se reggeranno, andrò fino in fondo, altrimenti uno spiazzo più giù per passare la notte lo troverò.

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La Val Montalon è un forno.
Il vento che c'era in quota qui non arriva, se non qualche sporadica folata che fatica a dare sollievo.
Passare la notte qui non deve essere nemmeno tanto piacevole.
Le gambe vanno in automatico e dopo un po' spero solo di arrivare alla macchina il più presto possibile per accendere l'aria condizionata.
Alle 17:10 sono al Rifugio Carlettini.
Mi sento bollente.
Ho percorso 21 Km con 900 metri di dislivello in salita e 1600 in discesa.
Mi siedo all'ombra per far passare la caldazza, mi metto un cambio pulito e mi concedo una fetta di strudel e una caraffa di acqua e sambuco, prima di ripartire per Mantova.

Tutte le foto qui:
https://photos.app.goo.gl/9pKxRpbZmW9HQH8Z9
 
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Che bel giro! Quei posti li conosco tutti. I Lagorai sono meravigliosi se uno vuole stare un po' in pace con se stesso ( basta in effetti evitare il manghen).;)
Se il tempo regge e riesco ad organizzarmi, questo Sabato voglio fare una cosa che sto progettando da anni....dormire su a Cima Lasteati! Grazie per il report.
 
Bello rivedere questi posti essendoci passato e riconoscendoli :biggrin:

Il manghen è un delirio... Io ero partito da lì e al ritorno pur desiderando tantissimo una birra sono scappato in fretta e furia
 
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