Dopo il tentativo dello scorso anno su un percorso "personalizzato", andato male per colpa del maltempo (resoconto qui https://www.avventurosamente.it/xf/threads/la-mia-prima-volta-lagorai-panorama-interruptus.62154/), quest'anno avrebbe dovuto essere l'anno della rivincita.
Il piano prevedeva di farla a Giugno, ma per problemi familiari ho dovuto attendere fino ad agosto, mese che detesto (troppa gente in giro), ma questo passa il convento e questo si prende.
Ai primi tre giorni liberi con bel tempo previsto, decido di partire.
Questa volta sul percorso "classico", partendo dal Manghen.
E non da solo, ma con un amico che ha insistito per farmi compagnia.
Mai più.
Già dalle prime rampe che dal Manghen salgono verso la Forcella Ziolera ho capito che sarebbe stata una luuuunga giornata.
Non c'è niente di più frustrante che sentire di avere le gambe che vanno a meraviglia, e invece dover continuamente fermarsi ad aspettare.
Per farla breve, dopo una giornata di agonia, arriviamo al Caldenave e non ce la fa più. Decide di mollare.
La mattina dopo chiamiamo il servizio taxi che dal Rifugio Carlettini ci riporta al Manghen. E si torna a casa.
****************
L'esperienza è comunque servita.
Intanto per imparare che non bisogna portare nessuno di cui non si conoscono la preparazione e le abitudini.
E poi ho avuto finalmente modo di testare l'attrezzatura su un percorso vero, e capire dove c'è spazio per affinare e ritoccare strumenti e approccio.
Di seguito riporto alcuni brevi appunti su attrezzatura e altro.
Tenda: Durston X-Mid 1
Assolutamente all'altezza, velocissima da montare e da smontare, sufficientemente leggera e compatta.
La mattina si asciuga velocemente, ed è possibile staccare la camera interna, in modo da stoccarla nello zaino e tenere il telo nella tasca in mesh esterna dello zaino, se è ancora bagnato.
Rispetto all'anno scorso ho avvertito un pelo stretta la camera interna. Niente di grave, ma 10 cm in più non guasterebbero.
Anche perchè è difficile riuscire a settarla in modo da avere la "vasca" perfettamente distesa, rimane sempre un po' rialzata negli angoli a causa dei cordini che la collegano al telo esterno, che sono fissati troppo alti.
In ogni caso, niente che ne comprometta l'utilizzo.
Quilt: Hyberg Loner Tek
Ottimo. Ha fatto il suo e l'ha fatto bene.
Unico appunto: qualche spiffero l'ho sentito, ma credo a causa della mia inesperienza con i quilt. Devo imparare a regolarlo meglio.
Per il resto è stata una piacevole sorpresa.
Di notte la temperatura è scesa parecchio, credo intorno ai 6/7 gradi, e se ne percepivano meno a causa di un'umidità elevatissima, ma con maglia manica lunga e shorts da running del decathlon stavo bene.
Zaino: Gossamer Gear Kumo 36
Finalmente l'ho testato bene.
Ottimo per capienza, per leggerezza, per praticità.
Bene gli spallacci.
Male lo schienale.
Ho sostituito quello di default con l'airflow sitlight, ma non è che vada tanto meglio. L'aerazione proprio non c'è. A questo punto forse tanto vale usarlo senza, almeno si risparmiano 115 grammi.
Devo rivedere il mio giudizio anche sulla cintura. Aiuta a scaricare e tiene lo zaino bello stabile, ma la differenza rispetto a uno zaino con struttura e cintura integrata è più apprezzabile di quello che mi era sembrato provandolo negli allenamenti in pianura.
Rimane il fatto che ho percorso i 14 km della prima tappa senza patire, e quindi giudizio comunque positivo.
Materassino: Exped Ultra 3R Mummy regular (R 2.9)
Strettino, ma ci ho dormito senza problemi.
Non ho sentito freddo salire dal terreno.
Vale la pena aggiungere 75 grammi per la versione MW (13 cm più largo)? Non lo so
Filtro: Katadyn Befree
Provato a casa funzionava alla grande.
Provato sulla Piana di Caldenave la mattina presto e ci ho messo 5 minuti buoni a filtrare mezzo litro.
Riprovato a casa quando sono tornato e di nuovo funzionava alla grande.
Ho il sospetto che c'entri la temperatura.
Per il resto ho constatato anche stavolta che tendo a consumare poco.
Dal Manghen al Caldenave ho bevuto mezzo litro d'acqua, e mangiato una barretta energetica e 75 grammi di frutta secca, oltre alla fetta di crostata del ristorante Manghen prima di partire.
A cena una busta di Chili con Carne disidratato marca Adventure Food.
**********
Altre considerazioni sparse:
- i ragazzi del Rifugio Caldenave sono una boccata d'aria fresca, gentili, disponibili, e sempre pronti a dare consigli e una mano. Bravi. Bravi. Bravi.
- parecchia gente sul percorso, d'altronde siamo in agosto, incluso un gruppo di 5 ragazzi con musica tecno a palla; per carità ognuno ha il diritto di vivere la propria avventura come crede, ma la mia idea di montagna è differente, e spero di non essere risultato maleducato facendoglielo notare
- dal Manghen fino al Caldenave il mio telefono (fastweb mobile) non ha preso MAI
**********
Ultima info utile: per chi dovesse avere bisogno di trasferirsi dal Carlettini al Manghen, o anche altri trasferimenti in zona, sappiate che c'è un "servizio taxi", si tratta di un simpatico signore che viene a prendervi dove e quando avete bisogno.
Per noi l'ha chiamato Guido del Rifugio Caldenave, si è presentato puntuale al Carlettini e ci ha riportati al Manghen.
Ma ci ha raccontato (è un chiacchierone) che fa anche altre tratte, e non solo in caso di emergenze, ma anche per trasferimenti programmati.
Stupidamente non gli ho chiesto il numero di telefono, ma se chiamate il Rifugio Caldenave magari vi danno i contatti.
**********
Metto una manciata di foto, ma prima la morale della storia: meglio soli che male accompagnati.
Non c'è due senza tre.
Prima o poi riuscirò a finirla.
Una manciata di foto
Il piano prevedeva di farla a Giugno, ma per problemi familiari ho dovuto attendere fino ad agosto, mese che detesto (troppa gente in giro), ma questo passa il convento e questo si prende.
Ai primi tre giorni liberi con bel tempo previsto, decido di partire.
Questa volta sul percorso "classico", partendo dal Manghen.
E non da solo, ma con un amico che ha insistito per farmi compagnia.
Mai più.
Già dalle prime rampe che dal Manghen salgono verso la Forcella Ziolera ho capito che sarebbe stata una luuuunga giornata.
Non c'è niente di più frustrante che sentire di avere le gambe che vanno a meraviglia, e invece dover continuamente fermarsi ad aspettare.
Per farla breve, dopo una giornata di agonia, arriviamo al Caldenave e non ce la fa più. Decide di mollare.
La mattina dopo chiamiamo il servizio taxi che dal Rifugio Carlettini ci riporta al Manghen. E si torna a casa.
****************
L'esperienza è comunque servita.
Intanto per imparare che non bisogna portare nessuno di cui non si conoscono la preparazione e le abitudini.
E poi ho avuto finalmente modo di testare l'attrezzatura su un percorso vero, e capire dove c'è spazio per affinare e ritoccare strumenti e approccio.
Di seguito riporto alcuni brevi appunti su attrezzatura e altro.
Tenda: Durston X-Mid 1
Assolutamente all'altezza, velocissima da montare e da smontare, sufficientemente leggera e compatta.
La mattina si asciuga velocemente, ed è possibile staccare la camera interna, in modo da stoccarla nello zaino e tenere il telo nella tasca in mesh esterna dello zaino, se è ancora bagnato.
Rispetto all'anno scorso ho avvertito un pelo stretta la camera interna. Niente di grave, ma 10 cm in più non guasterebbero.
Anche perchè è difficile riuscire a settarla in modo da avere la "vasca" perfettamente distesa, rimane sempre un po' rialzata negli angoli a causa dei cordini che la collegano al telo esterno, che sono fissati troppo alti.
In ogni caso, niente che ne comprometta l'utilizzo.
Quilt: Hyberg Loner Tek
Ottimo. Ha fatto il suo e l'ha fatto bene.
Unico appunto: qualche spiffero l'ho sentito, ma credo a causa della mia inesperienza con i quilt. Devo imparare a regolarlo meglio.
Per il resto è stata una piacevole sorpresa.
Di notte la temperatura è scesa parecchio, credo intorno ai 6/7 gradi, e se ne percepivano meno a causa di un'umidità elevatissima, ma con maglia manica lunga e shorts da running del decathlon stavo bene.
Zaino: Gossamer Gear Kumo 36
Finalmente l'ho testato bene.
Ottimo per capienza, per leggerezza, per praticità.
Bene gli spallacci.
Male lo schienale.
Ho sostituito quello di default con l'airflow sitlight, ma non è che vada tanto meglio. L'aerazione proprio non c'è. A questo punto forse tanto vale usarlo senza, almeno si risparmiano 115 grammi.
Devo rivedere il mio giudizio anche sulla cintura. Aiuta a scaricare e tiene lo zaino bello stabile, ma la differenza rispetto a uno zaino con struttura e cintura integrata è più apprezzabile di quello che mi era sembrato provandolo negli allenamenti in pianura.
Rimane il fatto che ho percorso i 14 km della prima tappa senza patire, e quindi giudizio comunque positivo.
Materassino: Exped Ultra 3R Mummy regular (R 2.9)
Strettino, ma ci ho dormito senza problemi.
Non ho sentito freddo salire dal terreno.
Vale la pena aggiungere 75 grammi per la versione MW (13 cm più largo)? Non lo so
Filtro: Katadyn Befree
Provato a casa funzionava alla grande.
Provato sulla Piana di Caldenave la mattina presto e ci ho messo 5 minuti buoni a filtrare mezzo litro.
Riprovato a casa quando sono tornato e di nuovo funzionava alla grande.
Ho il sospetto che c'entri la temperatura.
Per il resto ho constatato anche stavolta che tendo a consumare poco.
Dal Manghen al Caldenave ho bevuto mezzo litro d'acqua, e mangiato una barretta energetica e 75 grammi di frutta secca, oltre alla fetta di crostata del ristorante Manghen prima di partire.
A cena una busta di Chili con Carne disidratato marca Adventure Food.
**********
Altre considerazioni sparse:
- i ragazzi del Rifugio Caldenave sono una boccata d'aria fresca, gentili, disponibili, e sempre pronti a dare consigli e una mano. Bravi. Bravi. Bravi.
- parecchia gente sul percorso, d'altronde siamo in agosto, incluso un gruppo di 5 ragazzi con musica tecno a palla; per carità ognuno ha il diritto di vivere la propria avventura come crede, ma la mia idea di montagna è differente, e spero di non essere risultato maleducato facendoglielo notare
- dal Manghen fino al Caldenave il mio telefono (fastweb mobile) non ha preso MAI
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Ultima info utile: per chi dovesse avere bisogno di trasferirsi dal Carlettini al Manghen, o anche altri trasferimenti in zona, sappiate che c'è un "servizio taxi", si tratta di un simpatico signore che viene a prendervi dove e quando avete bisogno.
Per noi l'ha chiamato Guido del Rifugio Caldenave, si è presentato puntuale al Carlettini e ci ha riportati al Manghen.
Ma ci ha raccontato (è un chiacchierone) che fa anche altre tratte, e non solo in caso di emergenze, ma anche per trasferimenti programmati.
Stupidamente non gli ho chiesto il numero di telefono, ma se chiamate il Rifugio Caldenave magari vi danno i contatti.
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Metto una manciata di foto, ma prima la morale della storia: meglio soli che male accompagnati.
Non c'è due senza tre.
Prima o poi riuscirò a finirla.
Una manciata di foto