Ho visto recentemente uno speciale su di lui su Netflix (se lo cercate è quello del tentativo di record di salita sull'Everest), che in pratica raccontava di come da qualche tempo si sia "tolto" dai riflettori delle gare di trail (e anche sposato...o comunque convive) e delle salite in velocità, soprattutto per motivi psicologici (stress mediatico, etc.) per dedicarsi ad alcuni suoi "sogni".
In ogni caso, Kilian, che è stato anche un grande performer in montagna fin dalla tenera età, nonostante molti alpinisti "classici" non lo considerino un loro pari, non è uno che "osserva" il paesaggio mentre compie queste imprese, lo sappiamo bene, ed è inutile ogni volta stigmatizzarlo. Ma d'altra parte non è possibile neppure identificarlo come un "ignorante", perchè nessuno di noi ha mai messo in campo tante forze come lui per pianificare, studiare e fare ricognizione sui percorsi che poi torna a percorrere in "velocità".
Ho fatto ultratrail come lui (UTMB, LUT, 2 TDG...), per cui so come si vive una gara di endurance, ed il paesaggio è solo una delle componenti, che ognuno di noi vive in modo molto personale e anche diverso da gara a gara.
Anche durante una salita alpinistica spesso non dedichi molto tempo al panorama, ma quando sei in sosta oppure aspetti i compagni, un'occhiata la dai sempre. Non per questo quindi puoi essere etichettato come "impermeabile" alle bellezze dei posti che attrraversi. E poi sfido anche il walker/trekker più accanito ad essere considerato "spettatore", sempre e comunque. Conosco escursionisti che manco si ricordasno i numeri dei sentieri che percorrono lla finedella giornata, tanto vanno forte...
Quindi, ognuno di noi ha una sua personale visione di cosa significa "guardare il paesagggio" durante un'escursione.