Utilizzo:
Campeggio automobilistico e similari.
Caratteristiche:
Due neon FT5W a luce fredda (orrida)
Budget:
Per l'epoca abbastanza costosa.
Se è vero che non ha senso proporre una cosa non più in vendita,il mio discorso sarà principalmente dettato a considerazioni tecniche ed elettroniche. Sono passati 30 anni e ora i led e le batterie al litio consentono cose che "ieri" erano impensabili.
Questo tipo di lampada era molto diffusa negli anni che furono nell'uso all'aperto,specialmente nei campeggi organizzati.
Ma visto che ne abbiamo una gli facciamo le pulci,un pò di amarcord e magari se uno ne avesse una in cantina gli consigliamo come ripararla.
Ne ho già smontate diverse di vari tipi e illutrerò le differenze.
Intanto,è normalmente una lantena molto complesa con tanti stadi,ciascuno indipendente e "sovrano".
-Primo stadio caricabatteria:
Una btr al piombo di questo tipo necessita di una tensione di ricarica di quasi 8 volt (7,2/7,5) con una corrente limitata a valori "umani" non tanto per la batteria (che può reggere picchi anche maggiori della sua AH ) ma per fare la ricarica con un trasformatore ufficientemente piccolo e leggero.
Il circuito di controllo di carica solitamente è un transistor pilotato di base con uno zener,quelle ultra economiche si affidavano solo al valore di cresta del secondario raddrizzato e stabilizzavano con una spiralina in nickel-cromo.
-secondo stadio : batteria
Solitamente è una batteria da 6V 4AH con forma cubica e elettrolita chiuso. Ne era stata fatta qualche rara versione con pile NiCd con X elementi in serie per avere la tensione giusta.
E si guastavano nè più nè meno di quelle al piombo.
Ricordo che la btr al piombo non gradisce di essere scaricata fino in fondo e muore se oltre a scaricarla fino in fondo la si lascia sacrica per tanto tempo.
-Il corpo illuminante
Sono due tristissimi neon al luce freddissima,quasi verdastra,sono gli stessi neon che si usavano nei pensili della cucina,solo che per farli andare a bassa tensione vengono pilotati come neon a catodo freddo innescadoli con una "botta" di quasi mezzo KV ma con una corrente bassissima e tempo brevissimo che di fatto riesce pure problematico leggere con un tester a lancetta da 20K/V .
Poi man mano che la scarica nei tubi si innesca l'oscillatore variava frequenza e corrente per fare la piena accensione. Non aspettatevi comunque un PWM ,era un semplice oscillatore auto-eccitato e ultra impreciso...e sopratutto generante un sacco di armoniche,fino alle onde medie!
Funzionano di fatto a catodo "post riscaldato" in quanto una volta innescati l'emissione avviene per la corrente che passa sui catodi.
Uno dei due è evidentemente abbrustolito su uno dei catodi in quanto usandoli entrambi attivi c'è n'è sempre uno che assorbe la "legnata" in fase di avviamento,oltre tutto l'accensione accompagnata da un bagliore bluastro su quell'elettrodo la dice lunga sulla precisione di funzionamento.
-il circuito elettronico
Qui trova posto il circuito di alimentazione dei tubi fatto solitamente con uno o due transistor bipolari come oscillatore e un piccolo trasformatore di ferrite.
La frequenza di lavoro è poco sopra alla gamma udibile e la stabilizzazione della corrente è data da un gioco di condensatori sull'uscita. E dalle caratteristiche dell'oscillatore.
La sicurezza di non uccidere la batteria per sovra-scarica era data dal fatto che l'oscillatore sotto una certa tensione si spegneva. Peccato che la tensione per lo spegnimento era variabile,io ho avuto 5 valori diversi in 5 prove,stimabili intorno ai 4 volt (più o meno mezzo volt).
PRESTAZIONI:
Se parliamo di assorbimento la corrente varia solitamente dai 300/400 mA a un solo neon attivo e si porta di poco sotto all'amper a tubi entrambi accesi.
Il che vuol dire che dopo 4 ore massimo la batteria è scarica.
Inoltre se la tensione è un goccio bassa il circuito fatica enormemente ad accendere i neon in un tempo ragionevole.
Il flusso luminoso è all'incirca paragonabile a una lampada a filamento da 10/15W a bassa tensione,qualche esemplare poteva spingersi quasi ad equivagliare una 21W da auto.
Le prestazioni sono abbastanza scarse paragonate all'alta efficenza dei led,ma come oggi non mi metto a deridere una vecchia 1100 con le code se la paragono a una punto prima serie di pari cilindrata anche qui non c'è da deridere in quanto all'epoca era molto difficile fare di più.
Al giorno d'oggi è possibile avere lampade molto più efficienti a pari prezzo e con autonomie superiori.
Idem per il discorso "tenuta all'acqua" ,qui si ha un oggetto abbastanza delicato,per la fragilità dei neon,per il fatto che non esiste nessuna tenuta per fermare un eventuale infiltrazione di acqua
L'unica cosa che proprio non va è il peso! Questa lampada in base alle prestazioni che ha è un vero macigno!
Campeggio automobilistico e similari.
Caratteristiche:
Due neon FT5W a luce fredda (orrida)
Budget:
Per l'epoca abbastanza costosa.
Se è vero che non ha senso proporre una cosa non più in vendita,il mio discorso sarà principalmente dettato a considerazioni tecniche ed elettroniche. Sono passati 30 anni e ora i led e le batterie al litio consentono cose che "ieri" erano impensabili.
Questo tipo di lampada era molto diffusa negli anni che furono nell'uso all'aperto,specialmente nei campeggi organizzati.
Ma visto che ne abbiamo una gli facciamo le pulci,un pò di amarcord e magari se uno ne avesse una in cantina gli consigliamo come ripararla.
Ne ho già smontate diverse di vari tipi e illutrerò le differenze.
Intanto,è normalmente una lantena molto complesa con tanti stadi,ciascuno indipendente e "sovrano".
-Primo stadio caricabatteria:
Una btr al piombo di questo tipo necessita di una tensione di ricarica di quasi 8 volt (7,2/7,5) con una corrente limitata a valori "umani" non tanto per la batteria (che può reggere picchi anche maggiori della sua AH ) ma per fare la ricarica con un trasformatore ufficientemente piccolo e leggero.
Il circuito di controllo di carica solitamente è un transistor pilotato di base con uno zener,quelle ultra economiche si affidavano solo al valore di cresta del secondario raddrizzato e stabilizzavano con una spiralina in nickel-cromo.
-secondo stadio : batteria
Solitamente è una batteria da 6V 4AH con forma cubica e elettrolita chiuso. Ne era stata fatta qualche rara versione con pile NiCd con X elementi in serie per avere la tensione giusta.
E si guastavano nè più nè meno di quelle al piombo.
Ricordo che la btr al piombo non gradisce di essere scaricata fino in fondo e muore se oltre a scaricarla fino in fondo la si lascia sacrica per tanto tempo.
-Il corpo illuminante
Sono due tristissimi neon al luce freddissima,quasi verdastra,sono gli stessi neon che si usavano nei pensili della cucina,solo che per farli andare a bassa tensione vengono pilotati come neon a catodo freddo innescadoli con una "botta" di quasi mezzo KV ma con una corrente bassissima e tempo brevissimo che di fatto riesce pure problematico leggere con un tester a lancetta da 20K/V .
Poi man mano che la scarica nei tubi si innesca l'oscillatore variava frequenza e corrente per fare la piena accensione. Non aspettatevi comunque un PWM ,era un semplice oscillatore auto-eccitato e ultra impreciso...e sopratutto generante un sacco di armoniche,fino alle onde medie!
Funzionano di fatto a catodo "post riscaldato" in quanto una volta innescati l'emissione avviene per la corrente che passa sui catodi.
Uno dei due è evidentemente abbrustolito su uno dei catodi in quanto usandoli entrambi attivi c'è n'è sempre uno che assorbe la "legnata" in fase di avviamento,oltre tutto l'accensione accompagnata da un bagliore bluastro su quell'elettrodo la dice lunga sulla precisione di funzionamento.
-il circuito elettronico
Qui trova posto il circuito di alimentazione dei tubi fatto solitamente con uno o due transistor bipolari come oscillatore e un piccolo trasformatore di ferrite.
La frequenza di lavoro è poco sopra alla gamma udibile e la stabilizzazione della corrente è data da un gioco di condensatori sull'uscita. E dalle caratteristiche dell'oscillatore.
La sicurezza di non uccidere la batteria per sovra-scarica era data dal fatto che l'oscillatore sotto una certa tensione si spegneva. Peccato che la tensione per lo spegnimento era variabile,io ho avuto 5 valori diversi in 5 prove,stimabili intorno ai 4 volt (più o meno mezzo volt).
PRESTAZIONI:
Se parliamo di assorbimento la corrente varia solitamente dai 300/400 mA a un solo neon attivo e si porta di poco sotto all'amper a tubi entrambi accesi.
Il che vuol dire che dopo 4 ore massimo la batteria è scarica.
Inoltre se la tensione è un goccio bassa il circuito fatica enormemente ad accendere i neon in un tempo ragionevole.
Il flusso luminoso è all'incirca paragonabile a una lampada a filamento da 10/15W a bassa tensione,qualche esemplare poteva spingersi quasi ad equivagliare una 21W da auto.
Le prestazioni sono abbastanza scarse paragonate all'alta efficenza dei led,ma come oggi non mi metto a deridere una vecchia 1100 con le code se la paragono a una punto prima serie di pari cilindrata anche qui non c'è da deridere in quanto all'epoca era molto difficile fare di più.
Al giorno d'oggi è possibile avere lampade molto più efficienti a pari prezzo e con autonomie superiori.
Idem per il discorso "tenuta all'acqua" ,qui si ha un oggetto abbastanza delicato,per la fragilità dei neon,per il fatto che non esiste nessuna tenuta per fermare un eventuale infiltrazione di acqua
L'unica cosa che proprio non va è il peso! Questa lampada in base alle prestazioni che ha è un vero macigno!
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