- Parchi del Lazio
-
- Parco Suburbano Marturanum
Data: 25 aprile 2012
Regione e provincia: Lazio, VT
Località di partenza: San Giuliano (Barbarano Romano)
Località di arrivo: Madonna della Selva (Blera)
Tempo di percorrenza: 6 ore (escluso soste ma comprese le immancabili visite)
Chilometri: 13,5
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, qualche brevi saliscendi e numerosi guadi ma qualche tratto puo' essere coperto da rovi e ortiche, portarsi un paio di cesoie, specie in questo periodo.
Periodo consigliato: tutto l'anno tranne l'estate, che è decisamente sconsigliata perchè la vegetazione, soprattutto rovi e ortiche, tendono a coprire completamente il sentiero rendendo impossibile la prosecuzione. Necessaria una torcia per curiosare nelle tombe e negli anfratti.
Segnaletica: Assente nel fosso Neme, presente (cartelli e qualche bollo rosso) nel Biedano, comunque nessuna difficoltà di orientamento, il percorso è intuitivo.
Dislivello in salita: 50 mt
Dislivello in discesa: 50 mt
Accesso stradale: una macchina alla partenza a San Giuliano (Barbarano) e una all'arrivo lasciata a Madonna della Selva (Blera) traversata effettuata con due macchine, per risparmiare 12 km di noioso sterrato in parte lungo la ferrovia abbandonata Civitavecchia Capranica.
L'Alto Lazio, così come tutta la Maremma e i Monti della Tolfa e i Monti Ceriti, riserva delle autentiche sorprese sia di natura che di storia. Dighe, mulini, tagliate nel tufo, tombe, necropoli, castelli, ferriere, città morte, chiese e abbazie dirute, ferrovie abbandonate vengono avvolte dalla vegetazione e dimenticate, sepolte nella polvere dell'incuria e dell'abbandono, ma soprattutto nel dimenticatoio...
Antichissime strade di collegamento di antiche città etrusche, le dodici polis lucumoniche, meritano di essere riscoperte, avvolte nella vegetazione come se fossero avvolte in una nebbia verde, come nelle Gole del Biedano, infatti di tanto in tanto sbucavano manufatti, regalando sempre inaspettate sorprese.
Eravamo in sette bipedi umani e un canide quadrupede, ci siamo dati appuntamento in un luogo equidistante dal punto di partenza e di arrivo approfittando del fatto che eravamo con piu' di due macchine, abbiamo deciso di fare una traversata, tagliando il percorso sterrato della ferrovia abbandonata Civitavecchia Capranica, monotona a piedi in quel tratto, ma splendida da fare in mountain bike che consiglio vivamente di farla!!
Ora iniziamo con racconto e con le foto:
Lasciamo le macchine alla partenza e iniziamo ad avviarci verso la necropoli e la chiesa romanica di San Giuliano, antico insediamento etrusco, poi romano e medievale:
Lungo il sentiero per la tomba Cima, appaiono numerose tombe etrusche che sembrano volerci invitare a curiosare all'interno di esse:
Pian piano discendiamo negli inferi, lungo antiche strade tagliate nel tufo, immerse nel verde, silenziosa testimonianza del passaggio di uomini, cavalli e carri di ben 3.000 anni!!
Arriviamo alla chiesa romanica di San Giuliano:
il gruppo ammira l'interno ormai senza tetto con colonne e absidi della chiesa romanica, notare il materiale di recupero, sicuramente di epoca romana (notate l'espressione quasi mistica di Danysky!! ):
Vicino alla chiesa scendiamo nel "bagno romano", una vasca termale...
Finita la visita a San Giuliano, scendiamo tra una tagliata e un ponte di legno verso il fosso Neme e la Tomba del Cervo:
Tombe etrusche a dado appaiono nella vegetazione:
La Tomba del Cervo:
Astralia fotografa la Tomba del Cervo:
Il cervo attaccato da un cane (o da un lupo) è un curioso rilievo di epoca etrusca (IV secolo a.C,. ha più di 2500 anni!!) scavato in una parete di tufo ed è diventato anche il simbolo del Parco regionale Marturanum:
Riprendiamo il cammino lungo il fosso del Neme, affluente del Biedano, che non mancherà di riservarci qualche bella sorpresa storica e naturalistica:
Danysky Jones ha appena scoperto una piccola tomba etrusca, sorprendentemente scavata su un masso di tufo!!
Sorprese botaniche:
Per la sosta pranzo, l'ottimo Gerifalco che ha portato pane e salsicce (e ben altre leccornie) propone di salire al sole per cercare un punto di sosta, all'affluenza con il Biedano, saliamo per la splendida tagliata del Calatore delle Cerquete:
e una volta giunti sull'altopiano, troviamo il punto adatto, davanti a un pozzo:
Il Grande Gerifalco, ottimo cuoco, goliardico compagno di merende e eccezionale escursionista:
Grande arte culinaria e ingegneristica, con blocchi di tufo disposti a mo' di tomba etrusca a proteggere la fiamma del fornelletto dalle folate di vento!!
Finito il lauto pranzo, ridiscendiamo per il Calatore riprendendo poi il Biedano:
La cagnetta Lilli s'incammina sopra un antico sbarramento sul Biedano:
Danysky e Gerifalco si incamminano nel folto delle rive del Biedano:
Danysky Jones in un cunicolo di drenaggio delle acque:
Antico sbarramento delle acque del Biedano, che formano piacevoli cascatelle e un laghetto:
Non mancano gli abitanti del laghetto:
Si prosegue lungo il greto del Biedano che per fortuna era in parte in secca:
Antiche macine, sbucano dal terreno vicino a dei ruderi, presumibilmente di mulini...
Come portavano il grano ai mulini fino li'? Mi diceva il buon Danysky, probabilmente passavano per il Calatore delle Cerquete con i carri lungo la mulattiera (che doveva essere la Via Clodia etrusca) ormai scomparsa, avvolta dalla vegetazione... A meno che la macinatura non servisse per altri scopi, ignoti a un profano come me, tipo Ferriera per l'estrazione dell'allume, infatti lungo il greto vi sono ancora delle lunghe caverne scavate nella roccia, che in realtà sono delle cave di estrazione...
Uno dei tanti guadi del Biedano:
Sentiero attraverso una roccia:
Un altro guado:
Verde lussureggiante lungo il Biedano:
Fine prima parte!!
Regione e provincia: Lazio, VT
Località di partenza: San Giuliano (Barbarano Romano)
Località di arrivo: Madonna della Selva (Blera)
Tempo di percorrenza: 6 ore (escluso soste ma comprese le immancabili visite)
Chilometri: 13,5
Grado di difficoltà: E
Descrizione delle difficoltà: nessuna, qualche brevi saliscendi e numerosi guadi ma qualche tratto puo' essere coperto da rovi e ortiche, portarsi un paio di cesoie, specie in questo periodo.
Periodo consigliato: tutto l'anno tranne l'estate, che è decisamente sconsigliata perchè la vegetazione, soprattutto rovi e ortiche, tendono a coprire completamente il sentiero rendendo impossibile la prosecuzione. Necessaria una torcia per curiosare nelle tombe e negli anfratti.
Segnaletica: Assente nel fosso Neme, presente (cartelli e qualche bollo rosso) nel Biedano, comunque nessuna difficoltà di orientamento, il percorso è intuitivo.
Dislivello in salita: 50 mt
Dislivello in discesa: 50 mt
Accesso stradale: una macchina alla partenza a San Giuliano (Barbarano) e una all'arrivo lasciata a Madonna della Selva (Blera) traversata effettuata con due macchine, per risparmiare 12 km di noioso sterrato in parte lungo la ferrovia abbandonata Civitavecchia Capranica.
L'Alto Lazio, così come tutta la Maremma e i Monti della Tolfa e i Monti Ceriti, riserva delle autentiche sorprese sia di natura che di storia. Dighe, mulini, tagliate nel tufo, tombe, necropoli, castelli, ferriere, città morte, chiese e abbazie dirute, ferrovie abbandonate vengono avvolte dalla vegetazione e dimenticate, sepolte nella polvere dell'incuria e dell'abbandono, ma soprattutto nel dimenticatoio...
Antichissime strade di collegamento di antiche città etrusche, le dodici polis lucumoniche, meritano di essere riscoperte, avvolte nella vegetazione come se fossero avvolte in una nebbia verde, come nelle Gole del Biedano, infatti di tanto in tanto sbucavano manufatti, regalando sempre inaspettate sorprese.
Eravamo in sette bipedi umani e un canide quadrupede, ci siamo dati appuntamento in un luogo equidistante dal punto di partenza e di arrivo approfittando del fatto che eravamo con piu' di due macchine, abbiamo deciso di fare una traversata, tagliando il percorso sterrato della ferrovia abbandonata Civitavecchia Capranica, monotona a piedi in quel tratto, ma splendida da fare in mountain bike che consiglio vivamente di farla!!
Ora iniziamo con racconto e con le foto:
Lasciamo le macchine alla partenza e iniziamo ad avviarci verso la necropoli e la chiesa romanica di San Giuliano, antico insediamento etrusco, poi romano e medievale:
Lungo il sentiero per la tomba Cima, appaiono numerose tombe etrusche che sembrano volerci invitare a curiosare all'interno di esse:
Pian piano discendiamo negli inferi, lungo antiche strade tagliate nel tufo, immerse nel verde, silenziosa testimonianza del passaggio di uomini, cavalli e carri di ben 3.000 anni!!
Arriviamo alla chiesa romanica di San Giuliano:
il gruppo ammira l'interno ormai senza tetto con colonne e absidi della chiesa romanica, notare il materiale di recupero, sicuramente di epoca romana (notate l'espressione quasi mistica di Danysky!! ):
Vicino alla chiesa scendiamo nel "bagno romano", una vasca termale...
Finita la visita a San Giuliano, scendiamo tra una tagliata e un ponte di legno verso il fosso Neme e la Tomba del Cervo:
Tombe etrusche a dado appaiono nella vegetazione:
La Tomba del Cervo:
Astralia fotografa la Tomba del Cervo:
Il cervo attaccato da un cane (o da un lupo) è un curioso rilievo di epoca etrusca (IV secolo a.C,. ha più di 2500 anni!!) scavato in una parete di tufo ed è diventato anche il simbolo del Parco regionale Marturanum:
Riprendiamo il cammino lungo il fosso del Neme, affluente del Biedano, che non mancherà di riservarci qualche bella sorpresa storica e naturalistica:
Danysky Jones ha appena scoperto una piccola tomba etrusca, sorprendentemente scavata su un masso di tufo!!
Sorprese botaniche:
Per la sosta pranzo, l'ottimo Gerifalco che ha portato pane e salsicce (e ben altre leccornie) propone di salire al sole per cercare un punto di sosta, all'affluenza con il Biedano, saliamo per la splendida tagliata del Calatore delle Cerquete:
e una volta giunti sull'altopiano, troviamo il punto adatto, davanti a un pozzo:
Il Grande Gerifalco, ottimo cuoco, goliardico compagno di merende e eccezionale escursionista:
Grande arte culinaria e ingegneristica, con blocchi di tufo disposti a mo' di tomba etrusca a proteggere la fiamma del fornelletto dalle folate di vento!!
Finito il lauto pranzo, ridiscendiamo per il Calatore riprendendo poi il Biedano:
La cagnetta Lilli s'incammina sopra un antico sbarramento sul Biedano:
Danysky e Gerifalco si incamminano nel folto delle rive del Biedano:
Danysky Jones in un cunicolo di drenaggio delle acque:
Antico sbarramento delle acque del Biedano, che formano piacevoli cascatelle e un laghetto:
Non mancano gli abitanti del laghetto:
Si prosegue lungo il greto del Biedano che per fortuna era in parte in secca:
Antiche macine, sbucano dal terreno vicino a dei ruderi, presumibilmente di mulini...
Come portavano il grano ai mulini fino li'? Mi diceva il buon Danysky, probabilmente passavano per il Calatore delle Cerquete con i carri lungo la mulattiera (che doveva essere la Via Clodia etrusca) ormai scomparsa, avvolta dalla vegetazione... A meno che la macinatura non servisse per altri scopi, ignoti a un profano come me, tipo Ferriera per l'estrazione dell'allume, infatti lungo il greto vi sono ancora delle lunghe caverne scavate nella roccia, che in realtà sono delle cave di estrazione...
Uno dei tanti guadi del Biedano:
Sentiero attraverso una roccia:
Un altro guado:
Verde lussureggiante lungo il Biedano:
Fine prima parte!!
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