Il suggerimento di Mauro S relativo al fatto di tagliare i tornanti è difficile da mettere in atto perchè sarebbero necessari attrezzi per la scalata, infatti ci si dovrebbe imbattere in almeno 4 metri di roccia a strapiombo prima
che il suolo diventi accettabile. Può darsi che qualche iscritto esperto di escursioni si stia facendo "grasse" risate per questo mio carattere di essere spugna e prendere per oro colato qualsiasi consiglio ma, ci può stare!
I primi 4 chilometri della salita sono belli tosti infatti più di una volta un cartello triangolare di pericolo averte di una pendenza del 15%.
Non posso negarlo, durante la prima parte della salita ho almeno una volta pensato di abbandonare ma la "tigna" ha prevalso.
Al 5° chilometro c'è una bella fontana con su scritto "Fontana della Grotta", ho bevuto qualche sorso di quell' ottima acqua che è sicuramente ricca di prezioni sali minerali.
La pendenza è diventata più accettabile ed è aumentata in maniera significativa la consapevolezza che l' impresa fosse alla mia portata.
Soltanto al chilometro 7,5 ho constatato l' esistenza di un sentiero ma non sapendo dove portasse (memore anche del prezioso consiglio di Speleoalp, quale quello di non strafare ma andare per gradi), ho preferito
proseguire sulla strada asfaltata. Inoltre sulle cime c'erano molte nubi assai scure. Più tardi, chiedendo ad alcuni ragazzi del posto, ho saputo che molto probabilmente quel sentiero non aveva nulla a che fare con la direzione
giusta.
Ero al chilometro 8,3 quando una vettura con a bordo una coppia di amabili vecchietti mi ha chiesto se volessi un passaggio, ma categorico ho ringraziato e rifiutato dicendo che lo facevo per allenamento.
All' 11° chilometro è passata la corriera direzione Subiaco-Campo dell' Osso, fin lì ci avevo messo 2 ore e 20 minuti. Avrei avuto ancora benzina ma ho preferito allungare il braccio verso il bus, che si è fermato
eccezionalmente senza che mi trovassi in corrispondenza di una fermata. Anche questa si è rivelata una decisione giusta perchè il chilometro successivo (da 11 a 12) ha una pendenza lieve e inutile al mio scopo specifico.
Dal chilometro 12,15 al chilometro 12,35 ci sono addirittura 200 metri di discesa (particolare forse non ben descritto nel sito delle salite perchè il grafico riporta sulle ascisse i chilometri) alla fine della quale c'è la stazione
turistica di Monte Livata ed è quì che sono sceso dal bus per fare pranzetto e riposino. Ho anche chiesto quanto mancasse per Campo dell' Osso e mi hanno confermato che si trattava di circa 5 chilometri, tratto asfaltato
che non mi interessa perchè secondo i miei calcoli ha una pendenza media del 4,5%. La prossima volta percorrerò lo stesso tratto iniziale di 11 chilometri e poi proverò a proseguire nel verde per poter avere una pendenza
di gran lunga superiore a quel misero 4,5%.
Confermo che c'è un solo viaggio di ritorno, la partenza è alle 16:45 ma (in guardia!) non improbabile che anticipi di ben 20 minuti quindi consiglio di recarsi alla fermata con largo anticipo.
Tornato a Roma, mi sono accorto che le mie gambe sono più forti e mi sembrava di volare per le strade del quartiere Esquilino come se fossi l' attore protagonista del film "Il mio nome è Remo Williams", il quale camminava
sull' acqua dopo un particolare/magico allenamento.
Del resto sto facendo progressi infatti la salita percorsa in precendenza era lunga 7 chilometri ed aveva pendenza minore, rispetto alla prestazione odierna.
Colgo l' occasione per ringraziare un po tutti, in particolare mezcal che mi ha segnalato la località di oggi (che in prima analisi avevo bocciato) e Speleoalp perchè io ho la tendenza di strafare e la sua saggezza mi è stata utile.
Devo cercar di capire dove comincia (a che preciso chilometraggio) quel sentiero accennato da mezcal.
Non ho chiesto ad alcuno di fotografarmi con lo sfondo della montagna e con una mano alzata per indicare la "V" di vittoria, nè mai lo farò, perchè la mia unica vittoria è superare i miei limiti ogni volta!
Allego qualche fotina scattata col cellulare, dovrebbe essere possibile constatare la presenza della discesa di cui ho scritto. Una foto l'ho scattata al Monte Livata mentre era "baciato" dal sole; mi ha lasciato dentro una certa voglia di sfidarlo!