- Parchi d'Abruzzo
-
- Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga
Data: 12 aprile 2016
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Mulino Cappelli, Valle del Chiarino
Località di arrivo: loc. Le Pozze, alta valle del Chiarino
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: una decina A/R
Grado di difficoltà: E + EAI/F(?)
Descrizione delle difficoltà: ampi tratti fuori sentiero, il disgelo ha creato chiazze di neve non portante e di spessore spesso non decifrabile
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita: 800
Dislivello in discesa: 800
Quota massima: 2000
Accesso stradale: diga di Provvidenza, SS80 delle Capannelle
Descrizione
Dopo un periodo un po' complicato sotto vari aspetti, ho una giornata libera ma non riesco ad accordarmi con qualcuno per fare una passeggiata e - ad onor del vero - ho voglia di starmene un po' da solo a contatto con la Natura... dove vado? Bè, la valle del Chiarino è il mio rifugio e poi avrei il desiderio di fotografare le Malecoste innevate da sotto, replicando l'esperienza dello scorso autunno, ma la neve è un'incognita: vedrò strada faccendo... intanto si parte.
Con l'automobile, dalla diga di provvidenza, giungo al Mulino Cappelli (1200m) che è anche il limite carrabile di questa escursione. Per chi non conosce la zona, la sterrata che corre nel bosco è in condizioni discrete, ma se avete una macchina bassa ci sono diversi punti in cui potreste avere difficoltà... il tratto in auto è di circa 4km, non è poco se si punta la parte alta della valle e soprattutto in questo periodo che il bosco non è ancora al "massimo della forma" si può pensare di percorrerlo più velocemente in auto.
Dal Mulino allo stazzo di Solagne impiego circa un'oretta, passando per il rifugio Fioretti che so essere chiuso (ho sentito la sera prima Domenico, il gestore) e chiusa o quasi è anche la fonte do acqua nei pressi del rifugio... decido quindi di fare una breve sosta allo stazzo (1700m) per rifiatare un attimo, il meteo è stabile, un po' velato e per le foto non è il massimo ma pazienza...
mentre arrivavo allo stazzo ho notato una cascatella dovuta al disgelo, è tra rocce alle spalle della casetta dei pastori e quindi anche per questo decido che questa volta andrò a sinistra del rifugio (chiuso, lo usano i pastori) è un sentiero segnato sulla carta come itinerario sci alpinistico, c'è un bollo rosso ogni tanto su qualche masso, mentre il sentiero ufficiale per la sella di Monte Corvo piega a destra rispetto allo stazzo - verso il Camarda - per poi svoltare a sinistra prima della cima della Solagne che si aggira tenendola a destra
Nella foto che vedete si tratta di prendere quota sulla paretina che è proprio in direzione della punta del tetto del rifugio: è abbastanza verticale, ma essendo zona di pascolo è ben "terrazzata" e salire non è affatto complicato.. comunque sbircio verso la cascata che di solito non c'è... la primavera incalza
Ma è controluce ed un po' incassata come inquadratura, dopo qualche minuto infruttuoso trovo un posto senza neve per guadare il rigagnolo e decido di salire sulla paretina anzidetta..
non male in basso... ma soprattutto il Pizzo di Camarda domina la scena ed io respiro questo silenzio rotto solo dal poetico rumore dell'acqua
In basso la valle ed il bosco, minuscolo appare anche il rifugio Fioretti nella sua radura
Continuo a salire, ma osservare come la neve - oramai inconsistente - copriva il greto del torrente sotto la cascata mi ha fatto riflettere sul fatto che dovrò stare molto attento a dove metto i piedi...
perché non sempre riesco a ricordare e/o decifrare cosa c'è sotto e questa neve non regge assolutamente nulla...
Continuo a salire e mi tengo più possibile sulla terra, sul limite tra la neve e la terra e se possibile sulle rocce, le Malecoste in lontananza mi guardano... chissà se oggi...
Faccio percorsi piuttosto ingarbugliati per evitare i rischi, per arrivare al centro del circo glaciale devo salire abbastanza da evitare il paio di valloni che si trovano alle spalle del rifugio dei pastori (sulla mia destra)... Qui il sentiero sci alpinistico si collega con quello ufficiale (infatti appare qualche raro segno bianco rosso) e per un attimo mi balena l'idea di cambiare itinerario e puntare la sella di monte Corvo, appena sarò più su vedrò la situazione e valuterò, ma..
eccola lì a sinistra nella foto, niente da fare: troppa neve pappa da "attraversare" e di lì non conosco nemmeno il sentiero... resto sulla prima ipotesi, tanto comunque ho gli occhi pieni di meraviglie, inizio ad avere un affaccio sulle Pozze...
onestamente speravo che il disgelo avesse creato qualche laghetto, ma non è così e con le Malecoste a sinistra della foto di prima il Camarda a destra
e su questo prato con il Corvo imponente alle mie spalle della foto che segue, visto che si è fatta una certa ora decido di sgranocchiare qualcosa..
Sosta anche perchè da qui in poi decido di mettere i ramponi, prima di tutto per una bella discesa ripida con poco pericolo perché va in piano sul soffice, ma che non voglio fare di sedere a terra per entrare nell'antico circo glaciale e perchè, in seguito, qualche salita dovrò farla e quindi: via ai dentoni metallici
Ma la situazione è come prevedevo anche in piano e la neve attorno alla roccia della prossima foto lo descrive...
Lo spessore non è costante e soprattutto non mi regge (come dargli torto...) anche in piano, in un punto affondo quasi sino all'inguine scoprendo questa situazione: 30cm di neve, 30cm di "vuoto", 10/15cm di pozza d'acqua al suolo (e già, Le Pozze si chiama la zona...)
Ma soprattutto, io ricordo che è tutto in piano lì: ma sono pronto a scommetterci e metterci la zampa...? datemi del pavido, ma direi di no e quindi inizio a far dei giri che sembro ubriaco per cercare le zone che sembrano meno problematiche: decido di puntare il dosso di fronte a me nella foto precedente laddove e salire si allunga verso la cresta rocciosa, cercando di evitare il più possibile la neve e le pendenze eccessive sulla neve... almeno ci provo.. ma un po' di pendenza non può mancare in montagna..
Alla fine, gira che ti rigira, mi incarto in una zona che non ho alcuna intenzione di guadare.. appollaiato su un ginepro che stranamente è la cosa più confortevole in giro, scatto una foto alla lingua di neve che NON attraverserò..
Anche perchè sono le 14 e di sto passo è difficile fare una stima dei tempi di rientro
e poi il cielo si vela sempre di più e fotograficamente questo non mi sprona a spendere troppe energie...
Decido di tornare indietro, seguirò le mie tracce per un po' ma poi tornerò per il sentiero ufficiale e non per quello sci alpinistico che ho fatto all'andata.. quindi la appuntita cima delle Solagne sarà la mia "bussola"
Guardo le impronte alle mie spalle e decifro più o meno dove sono arrivato... credo...
Che poi anche l'itinerario differente non è fattibile seguendo il sentiero sempre per la neve che spesso è meglio evitare... faccio giri un po' arzigogolati, ma scopro scenari che normalmente non appaiono
ed infatti, mi ritrovo lateralmente (sotto il pizzo di Camarda) e più in alto dello stazzo di Solagne e fotografarlo da qui permette di apprezzare diversamente la sua posizione e l'imponenza della lunga vetta del Monte Corvo
Stare a questa altezza ed in questa zona però mi invoglia a passare dalla fonte posta di fronte all'ingresso del rifugio dei pastori che resta un pelino più in alto e soprattutto all'andata può passare inosservata: sono alla fine dell'escursione ma porto sempre molto volentieri a casa un po' di acqua buona di montagna..
Approfitto per un'ultima breve sosta e rifletto come ogni volta che passo da qui sul fatto che, spartano lo è di certo, ma il pastore qui sta proprio in un bel posto (tenete conto che lui ci sale con il fuoristrada, la strada è carrabile fino a qui per chi è autorizzato).
Riprendo il sentiero, direi circa 40 minuti e sarò alla macchina, avevo notato la lingua di neve che andava dall'oltre metro e mezzo a pochi cm appena arrivato qui all'ingresso dello stazzo e non avevo realizzato subito quanto mi avrebbe dato da fare più in alto...
La primavera è anche questo, è stata una splendida giornata e me ne torno a casa con tante splendide immagini nella mente... alla prossima!
Regione e provincia: Abruzzo, L'Aquila
Località di partenza: Mulino Cappelli, Valle del Chiarino
Località di arrivo: loc. Le Pozze, alta valle del Chiarino
Tempo di percorrenza: ...
Chilometri: una decina A/R
Grado di difficoltà: E + EAI/F(?)
Descrizione delle difficoltà: ampi tratti fuori sentiero, il disgelo ha creato chiazze di neve non portante e di spessore spesso non decifrabile
Periodo consigliato:
Segnaletica:
Dislivello in salita: 800
Dislivello in discesa: 800
Quota massima: 2000
Accesso stradale: diga di Provvidenza, SS80 delle Capannelle
Descrizione
Dopo un periodo un po' complicato sotto vari aspetti, ho una giornata libera ma non riesco ad accordarmi con qualcuno per fare una passeggiata e - ad onor del vero - ho voglia di starmene un po' da solo a contatto con la Natura... dove vado? Bè, la valle del Chiarino è il mio rifugio e poi avrei il desiderio di fotografare le Malecoste innevate da sotto, replicando l'esperienza dello scorso autunno, ma la neve è un'incognita: vedrò strada faccendo... intanto si parte.
Con l'automobile, dalla diga di provvidenza, giungo al Mulino Cappelli (1200m) che è anche il limite carrabile di questa escursione. Per chi non conosce la zona, la sterrata che corre nel bosco è in condizioni discrete, ma se avete una macchina bassa ci sono diversi punti in cui potreste avere difficoltà... il tratto in auto è di circa 4km, non è poco se si punta la parte alta della valle e soprattutto in questo periodo che il bosco non è ancora al "massimo della forma" si può pensare di percorrerlo più velocemente in auto.
Dal Mulino allo stazzo di Solagne impiego circa un'oretta, passando per il rifugio Fioretti che so essere chiuso (ho sentito la sera prima Domenico, il gestore) e chiusa o quasi è anche la fonte do acqua nei pressi del rifugio... decido quindi di fare una breve sosta allo stazzo (1700m) per rifiatare un attimo, il meteo è stabile, un po' velato e per le foto non è il massimo ma pazienza...
mentre arrivavo allo stazzo ho notato una cascatella dovuta al disgelo, è tra rocce alle spalle della casetta dei pastori e quindi anche per questo decido che questa volta andrò a sinistra del rifugio (chiuso, lo usano i pastori) è un sentiero segnato sulla carta come itinerario sci alpinistico, c'è un bollo rosso ogni tanto su qualche masso, mentre il sentiero ufficiale per la sella di Monte Corvo piega a destra rispetto allo stazzo - verso il Camarda - per poi svoltare a sinistra prima della cima della Solagne che si aggira tenendola a destra
Nella foto che vedete si tratta di prendere quota sulla paretina che è proprio in direzione della punta del tetto del rifugio: è abbastanza verticale, ma essendo zona di pascolo è ben "terrazzata" e salire non è affatto complicato.. comunque sbircio verso la cascata che di solito non c'è... la primavera incalza
Ma è controluce ed un po' incassata come inquadratura, dopo qualche minuto infruttuoso trovo un posto senza neve per guadare il rigagnolo e decido di salire sulla paretina anzidetta..
non male in basso... ma soprattutto il Pizzo di Camarda domina la scena ed io respiro questo silenzio rotto solo dal poetico rumore dell'acqua
In basso la valle ed il bosco, minuscolo appare anche il rifugio Fioretti nella sua radura
Continuo a salire, ma osservare come la neve - oramai inconsistente - copriva il greto del torrente sotto la cascata mi ha fatto riflettere sul fatto che dovrò stare molto attento a dove metto i piedi...
perché non sempre riesco a ricordare e/o decifrare cosa c'è sotto e questa neve non regge assolutamente nulla...
Continuo a salire e mi tengo più possibile sulla terra, sul limite tra la neve e la terra e se possibile sulle rocce, le Malecoste in lontananza mi guardano... chissà se oggi...
Faccio percorsi piuttosto ingarbugliati per evitare i rischi, per arrivare al centro del circo glaciale devo salire abbastanza da evitare il paio di valloni che si trovano alle spalle del rifugio dei pastori (sulla mia destra)... Qui il sentiero sci alpinistico si collega con quello ufficiale (infatti appare qualche raro segno bianco rosso) e per un attimo mi balena l'idea di cambiare itinerario e puntare la sella di monte Corvo, appena sarò più su vedrò la situazione e valuterò, ma..
eccola lì a sinistra nella foto, niente da fare: troppa neve pappa da "attraversare" e di lì non conosco nemmeno il sentiero... resto sulla prima ipotesi, tanto comunque ho gli occhi pieni di meraviglie, inizio ad avere un affaccio sulle Pozze...
onestamente speravo che il disgelo avesse creato qualche laghetto, ma non è così e con le Malecoste a sinistra della foto di prima il Camarda a destra
e su questo prato con il Corvo imponente alle mie spalle della foto che segue, visto che si è fatta una certa ora decido di sgranocchiare qualcosa..
Sosta anche perchè da qui in poi decido di mettere i ramponi, prima di tutto per una bella discesa ripida con poco pericolo perché va in piano sul soffice, ma che non voglio fare di sedere a terra per entrare nell'antico circo glaciale e perchè, in seguito, qualche salita dovrò farla e quindi: via ai dentoni metallici
Ma la situazione è come prevedevo anche in piano e la neve attorno alla roccia della prossima foto lo descrive...
Lo spessore non è costante e soprattutto non mi regge (come dargli torto...) anche in piano, in un punto affondo quasi sino all'inguine scoprendo questa situazione: 30cm di neve, 30cm di "vuoto", 10/15cm di pozza d'acqua al suolo (e già, Le Pozze si chiama la zona...)
Ma soprattutto, io ricordo che è tutto in piano lì: ma sono pronto a scommetterci e metterci la zampa...? datemi del pavido, ma direi di no e quindi inizio a far dei giri che sembro ubriaco per cercare le zone che sembrano meno problematiche: decido di puntare il dosso di fronte a me nella foto precedente laddove e salire si allunga verso la cresta rocciosa, cercando di evitare il più possibile la neve e le pendenze eccessive sulla neve... almeno ci provo.. ma un po' di pendenza non può mancare in montagna..
Alla fine, gira che ti rigira, mi incarto in una zona che non ho alcuna intenzione di guadare.. appollaiato su un ginepro che stranamente è la cosa più confortevole in giro, scatto una foto alla lingua di neve che NON attraverserò..
Anche perchè sono le 14 e di sto passo è difficile fare una stima dei tempi di rientro
e poi il cielo si vela sempre di più e fotograficamente questo non mi sprona a spendere troppe energie...
Decido di tornare indietro, seguirò le mie tracce per un po' ma poi tornerò per il sentiero ufficiale e non per quello sci alpinistico che ho fatto all'andata.. quindi la appuntita cima delle Solagne sarà la mia "bussola"
Guardo le impronte alle mie spalle e decifro più o meno dove sono arrivato... credo...
Che poi anche l'itinerario differente non è fattibile seguendo il sentiero sempre per la neve che spesso è meglio evitare... faccio giri un po' arzigogolati, ma scopro scenari che normalmente non appaiono
ed infatti, mi ritrovo lateralmente (sotto il pizzo di Camarda) e più in alto dello stazzo di Solagne e fotografarlo da qui permette di apprezzare diversamente la sua posizione e l'imponenza della lunga vetta del Monte Corvo
Stare a questa altezza ed in questa zona però mi invoglia a passare dalla fonte posta di fronte all'ingresso del rifugio dei pastori che resta un pelino più in alto e soprattutto all'andata può passare inosservata: sono alla fine dell'escursione ma porto sempre molto volentieri a casa un po' di acqua buona di montagna..
Approfitto per un'ultima breve sosta e rifletto come ogni volta che passo da qui sul fatto che, spartano lo è di certo, ma il pastore qui sta proprio in un bel posto (tenete conto che lui ci sale con il fuoristrada, la strada è carrabile fino a qui per chi è autorizzato).
Riprendo il sentiero, direi circa 40 minuti e sarò alla macchina, avevo notato la lingua di neve che andava dall'oltre metro e mezzo a pochi cm appena arrivato qui all'ingresso dello stazzo e non avevo realizzato subito quanto mi avrebbe dato da fare più in alto...
La primavera è anche questo, è stata una splendida giornata e me ne torno a casa con tante splendide immagini nella mente... alla prossima!
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