Le vostre conclusioni su eventuali corsi di survival

Avete tutti detto cose sacrosante

Vorrei fare una distinzione che imho esiste tra survival propriamente detto e bushcraft. Per survival intendo: sei a rischio della vita ---> ne esci fuori.
per bushcraft invece: vai a vivere in autonomia nei boschi. E imho sono 2 cose diverse. E' vero, non si può imparare in poco tempo il bushcraft, perchè le abilità che servono sono 1000 e un sedicente istruttore in mimetica non ti può certo insegnare tutto in un weekend (e se afferma il contrario vuol dire che è in malafede), Ma il survival imho segue regole che sono differenti. Esempio: il cibo: se sei in una situazione di pericolo, puoi benissimo stare 1 giorno o 2 o 3 senza mangiare. Quindi: in una situazione di pericolo è inutile sprecare tempo ed energie per costruire ad esempio un arco per andare a caccia (cosa che invece sarebbe utile nel lungo periodo, ie bushcraft). In Europa (densamente popolata) è fisicamente impossibile perdersi per molti giorni: questo perchè se sei ad esempio in montagna, basta scendere a valle e mal che vada in 2-3 giorni massimo arrivi in un paese o arrivi alla civiltà che vuol dire ---> non rischi più la vita. a meno che non sei impossibilitato a muoverti. e questa ad esempio è un altra regola diversa dal buschcraft: e cioè nel survival mantenere la mobilità è forse la cosa + importante, o tra le cose + importanti (non puoi semplicemente accamparti in un posto). Ovviamente in un deserto (per dire) è diverso, ma a questo punto entra in gioco anche la fortuna: perchè mai sei finito in mezzo a un deserto? (e in Europa non ce ne sono). (ad esempio a me hanno insegnato che se il tuo aereo è precipitato, e ci sono dei morti, conviene che vai dai morti e gli tagli qualche fetta di culo, finchè sono ancora freschi, e le metti a essiccare, perchè un giorno potresti averne bisogno)
Questi sono il genere di ragionamenti che magari potrebbero sfuggire, e che un corso imho dovrebbe trattare (non dico le fette di culo ma la mobilità,o i suoi presupposti, l'economia di energia ecc, perchè sono concetti + ampi)
Detto questo la sussistenza nel lungo periodo è un'altra cosa, non si può insegnare in poco tempo, e l'unico modo per apprenderla davvero è mettersi in gioco e andare a vivere nei boschi senza equipaggiamento e senza provviste.
 
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S

Speleoalp

Guest
Secondo me sono differenti fino ad un certo punto, ma poi le basi per la sopravvivenza sono le stesse della "vita" ;)
Se si parla di emergenza é quasi più importante non dare nulla per scontato, che il contrario.....
Poi dipende da come uno definisce le due attività, per come la vedo io non sono poi così diverse.... solo che una é volontaria e una no.
Ma dal punto di vista di fare "corsi", "scuole", ecc.... significa che c'é un desiderio da parte dell'utente di prevenire e quindi apprendere prima come comportarsi, dal punto di vista dell'istruttore, di rendere autonoma una persona. Come si dice "...da un pesce ad un uomo e lo sfami per un giorno, insegnali a pescare e si sfamerà per la vita..." é solo una metafora, non intendo che bisogna pescare AHAHAH

È vero che le probabilità di perdersi alle nostre latitudini sono "bassissime", in teoria e nel vero senso della parola.... ma la realtà é ben diversa.
Infatti basti pensare a quante persone vengono recuperate perché si sono smarrite.... sia perché hanno dato l'allarme, sia perché altri lo hanno fatto per loro.
Ma in queste attività, se si potrebbe pensare in forma preventiva... che qualcosa non é andato nel verso giusto...

Senza contare che anche la questione cibo, psicologia e compagnia bella fanno la differenza.
Soprattutto al giorno d'oggi dove le persone sono abituate a mangiare calcolando le calorie da assumere per ogni "kg" che devono trasportare o per m che devono fare,.... la questione che si può sopravvivere é vera, ma in che stato? Ci sono moltissime persone che dopo una giornata senza la loro "dieta" abitudinale... hanno già perso tantissima condizione e non solo fisica. Si può vivere tanto senza mangiare, é vero... ma quello che conta é come si stà ;) Soprattutto in montagna dalle nostre parti, bisogna comunque essere in forze, sicuri e lucidi.

Poi forse si riuscirebbe comunque.... ma fare corsi, scuole, ecc non si fà mica per essere almeno un pò più abituati ed eliminare gli esiti solo per fortuna?

Anche per apprendere queste cose, se si fà l'enorme distinzione tra le due, fare pratica simulata ma realistica... aiuta poi in casi reali.

Secondo me dipende proprio tutto da quello che uno desidera, si aspetta e da come definisce determinate "attività.situazioni".
Se uno vuole solo un'infarinatura perché ritiene che nelle situazioni d'emergenza é più che a abbastanza, ovviamente sarà contento e riterrà utili i corsi.
Chi invece ritiene che la "sopravvivenza" in caso di problemi non sia solo una cosa del genere, si aspetta altro...

Ma il punto, parlando di corsi, sono sempre i programmi e i costi. Non ho ancora visto un'associazione, gruppo, ecc che promuove normalmente o chiaramente queste teorie.... per giustificare qualche carenza, ecc.


Queste non sono verità o assolutismi, ma sono solo mie opinioni ;)
 
Ultima modifica di un moderatore:
A mio avviso il bushcraft è l'evoluzione ovvia del survivalista poi più che moda passeggera visto che ho 2 polacchi che negli anni 80-90 facevano cose che neanche nelle cronache di narnia perché avvicinarsi di notte nella casa per rubare 4 galline fa molto postapocalittica
 
interessante discussione/riflessione
partendo da un aspetto semantico già il termine survival potrebbe essere improprio perchè presuppone che io debba vivere più a lungo di altre persone. ma se sono solo? e quindi ecco la prima incongruenza. quindi forse meglio utilizzare (come abbiamo fatto in un altro forum) il termine autosufficienza, che forse si avvicina di più al concetto.
passando poi direttamente (altrimenti qui scrivo un poema) ai corsi, ho riscontrato una diversità di programmi impressionante, che va dal trattamento stile campo di concentramento e quindi fame, freddo ed altre amenità al trattamento del tipo preparazione alle olimpiadi e quindi preparazione fisica a mai finire ad una sorta di villaggio vacanze nei boschi della serie ma che ci siamo venuti a fare qui...
il mio personale approccio a questa moda è diametralmente opposto.
quando mi venne chiesto di dare nozioni di autosufficienza a degli scout, la prima cosa che chiesi fu di cosa desideravano dovessi parlare, e quindi fissati gli argomenti, provvidi a portare da casa il materiale relativo molto del quale era a loro ignoto (tutte quelle cazzatelle autoprodotte trovate in rete più qualche stranezza tipo il delios).
ovviamente l'approccio era diametralmente opposto visto che i ragazzi avevano sempre avuto a che fare con escursioni già preimpostate mentre io ho parlato loro di come impostarne una in autonomia.
il tutto ovviamente sotto la supervisione del capo scout che tra l'altro era stata la persona che mi aveva interpellato.
tutta sta manfrina per venirvi a dire che istruzione si, ma possibilmente allineata a chi la sta richiedendo.
spillare 350€ ad un panciuto ragioniere per fargli passare 4 giorni nel bosco facendogli mangiare vermi e dormire sotto la pioggia mi sembra una rapina ed un atto di pura crudeltà oltre al fare un prefetto buco nell'acqua.
 
Ultima modifica:
Hai proprio ragione 350 per portare la gente senza basi in mezzo alla neve facendoli camminare anzi arrancare fino al campo base che ormai è sera a me fa proprio da rapina a volto scoperto indipendentemente perché posso capire che panico senso di smarrimento colgono sia l'inesperto quanto il navigato è altresì vero che a un livello base per neofiti più cammini meno fai e meno impari in un discorso" vasto" come quello del fuoco non può risolversi un accensione andata bene al momento in quel luogo in quella situazione "a mio avviso" in un corso base dai le nozioni per affrontare poi lo stress che andrai a portare il corsista in un corso intermedio dove lo porterai a due ore al tramonto dopo una estenuante camminata (caso mai)
lo stress per un neofita lo trova nella costruzione di un rifugio sotto la pioggia e basta e avanza dopo starà a chi lo affianca spiegare come poi il fuoco dipannerà questa sensazione
lo trova se di notte alzandosi a fuoco spento per il freddo
E ovviamente come dice spyrozzo il tutto in base alle richieste del singolo perché per fortuna non siamo tutti uguali e abbiamo esigenze diverse
 
Fuori dal coro (il survival non mi interessa) .. mia opinione è che un corso del genere deve essere affrontato per gradi successivi.
Prima di arrivare alle uscite si dovrebbe fare una parte di base per imparare a costruire o approvvigionarsi il materiale di base che serve per la sopravvivenza.
Alle uscite si andrà quando si è davvero pronti/preparati, facendo prima uscite brevi e poi allungando via via la durata.
 
U

Utente 3704

Guest
A me fa più ridere chi insegna nei corsi survival...(e me ne sto rendendo conto leggendo qua e la). Si spacciano per "ex-forze speciali"...ex di qua ex di la... (sia chiaro non voglio generalizzare)
A parte il fatto che nei CV vedo vere e proprie incongruenze poi cosa fanno?
Accendere il fuoco...farsi un rifugio...purificare l'acqua...
NON fai niente di tutto questo SE non si spiega che la prima cosa da fare (più banale ma allo stesso tempo più difficile) è stare CALMI!!!

Nelle decine di volte che ho portato in mezzo ai boschi le persone, il problema non era ne accendere un fuoco, ne fare un rifugio ne farsi la "pappa"...il problema era quello di NON aver paura del buio...dei rumori della notte...di NON usare la torcia...di abituare gli occhi all'oscurità...di andare a fare la pipì senza avere il timore del "mostro nero" di insegnare quanto può essere lunga la notte per i pensieri quando non hai nulla (o poco) con te.

Credetemi, prima di ogni cosa IO insegnerei come gestire le proprie emozioni nonchè reazioni.

Un Uomo che ha paura (troppa) diventa incontrollabile e pericoloso per se stesso e gli altri.

Vi racconto una piccola storia successa con un gruppo di 14persone.
Una sera porto in mezzo ai boschi (zero segnale telefonico) un gruppo di "cittadini" allo stato di sviluppo sulla natura pari a zero. Lauree a parte, cellulari e tecnologia a parte, l'unica dose di natura vista da loro erano i campi di riso visti dal finestrino della macchina e la verdura al banco frigo del supermercato.
A parte la preparazione fisica (più che buona visto che me ne occupavo io in palestra) che gli ha permesso di farsi, anzi di mangiarsi il percorso sino al punto di arrivo, una volta arrivati a destinazione e piantate le tende (che fatica) e cercare legna (ovviamente il 50% me la portavano o bagnata o verde) arriva la notte...

ma la notte arriva lentamente, non è una lampadina che si spegne in ufficio...non è una lampada del comodino...e quando sei intento a guardare la carne sul fuoco...a sparar cazzate con le ragazze presenti...a bere quanlche goccetto...a fumarti in santa pace una sigaretta...IN UN ATTIMO è buio...attorno a te con gli occhi abbituati alla luce del fuoco ti giri e vedi l'oscurità. Ecco inizia il primo panico...sopratutto se chiedi ad un singolo di andare a prendere qualcosa in tenda.
Ma il bello deve ancora venire.
Perchè mentre li osservi e capisci che qualcuno incomincia ad aver "paura", quella simile al timore ma che non puoi far vedere...arriva un rumore inaspettato. Un piccolo cerbiatto si è avvicinato curioso.
IL PANICO.
Uno dei supereroi mi scappa direzione torrente e come solo la paura sa farti fare letteralmente "sorvola" le pietre scivolose e appuntite...

Senza prolungarmi inutilmente...l'ho recuperato dopo 20min...e solo Dio sa quanto ho dovuto buttar fuori anima e corpo per correre senza ammazzarmi e poi calmare il tipo che manco avesse visto una riunione di zombie di walking dead....

Bisogna insegnare alle persone a stare calmi...a ragionare...e ricordarsi che la pelle nel 50%dei casi la si porta a casa più tranquillamente di quanto uno immagini...
 
U

Utente 3704

Guest
non ho capito... è scappato via cominciando a correre senza fermarsi?
attenzione perchè uno così è da analisi. ne deve avere di scheletri nell'armadio...

Gente da ufficio con terrore della natura. Ne ho visti. Questo è stato il Top...lo ammetto
 
comunque portarti nel bosco di notte questa allegra brigata di pavidi scribacchini è stato un atto di pura dissennatezza :)
E SE LI MANGIAVA IL LUPO??? E SE INCONTRAVANO UN TROLL??? E SE SI PULIVANO IL SEDERINO CON L'ORTICA PRURITELLA???
cazzarola robba forte questa :)
scherzi a parte, sei stato un impavido :) (ma non lo fare più però...)
 
S

Speleoalp

Guest
Bella storia.... anche se il comportamento di certi adulti (erano adulti da quel che ho capito)...é da lasciar perplessi,...ma di brutto ;)
Anche secondo me, non lo dico come battuta, certe reazioni sarebbero veramente da analisi psico ;)
 
Di gente con fobie per formiche ragni serpenti e quant'altro ne ho portata via pure io ma appena in giornata percepivo ste fobie deviato in baite e rifugi di certo non mi perdo una notte in montagna per colpa del segretario di turno
 
Quello che faccio adesso quando sono per i boschi lo facevo anche quando ero bambino senza sapere che si chiamava bushcraft, survival. I scout da noi si chiamavano pionieri ed il campo era dei pionieri. Comunque sia allora come adesso cerco di avere il massimo del comfort con il minimo del attrezzature. Penso che questa e l'essenza di ogni attività all'aperto e non solo.
 
S

Speleoalp

Guest
Idem.... quello che faccio non é basato sui termini, mode o altro... son semplicemente cose che ho sempre fatto ;)
Senza dimenticare che non era "tanto per"....
Ma d'altra parte, son semplicemente dei termini che al giorno d'oggi riprendono un pò determinate "attività" - "approcci" ;)
 
U

Utente 3704

Guest
comunque portarti nel bosco di notte questa allegra brigata di pavidi scribacchini è stato un atto di pura dissennatezza :)
E SE LI MANGIAVA IL LUPO??? E SE INCONTRAVANO UN TROLL??? E SE SI PULIVANO IL SEDERINO CON L'ORTICA PRURITELLA???
cazzarola robba forte questa :)
scherzi a parte, sei stato un impavido :) (ma non lo fare più però...)


Guarda...forse nella sua mente il "mostro" lo ha visto per davvero. :poke:

Io dico sempre "gli occhi vedono ciò che vogliono vedere, le orecchie sentono ciò che vogliono sentire"
;);););););)

PS: Non vi dico quando l'ho recuperato...forse per lui sarebbe stato meglio non averlo mai fatto....
:biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin::biggrin:
 
La fregatura si può prendere in qualsiasi campo, nell'acquistare un "corso di survival" come nell' acquistare una lavatrice.

Per chi si accontenta del "corso di campeggio" o di rinfrescare le nozioni apprese da bambini facendo il boy scout credo che ci siano buone possibilità di divertirsi e quindi recuperare il prezzo pagato.

Mi sembra che i problemi nascano quando queste cose vengono prese troppo sul serio, o meglio ci si aspetta un training di tipo professionale... ma quanti potenziali clienti vogliono veramente imparare a soffrire?

"Sopravvivere" alle difficoltà (non ad altri umani @spyrozzo, immagino volessi fare dell'ironia...) presuppone confrontarsi con situazioni che mettono in pericolo la tua vita e queste (qualcuno lo ha già detto) non possono essere troppo "finte" qualcosa di vero che ti faccia tirar fuori un po' di adrenalina ci deve pur essere... ma chi vuole veramente qualcosa del genere? E, soprattutto, chi è talmente scemo da portarti a rischiare sul serio la pelle sotto la sua responsabilità civile e penale per 300 euro?
 
il voler acquisire nozioni (inizialmente), conoscenze (poi) ed abilità pratiche (alla fine) è un cammino che si può tranquillamente intraprendere in autonomia.
ovviamente necessiterà i suoi tempi ed ESIGERA' le sue precauzioni.
negli anni di escursionismo ho avuto tra l'altro la fortuna di incontrare, avere come compagni d'escursione, ed amici di lunga data persone dalle quali ho imparato tanto.
last but not least il mitico Mauro Prosperi che per sopravvivenza ne ha di che raccontare/insegnare.
ma anche il buon Gregorio, profondo conoscitore di natura e sentieristica siciliana, esperto in piante selvatiche edibili oltre che funghi funghini e funghetti.
eccoci qui tutti e tre in una bellissima escursione sui Nebrodi di 3 giorni dove ci siamo reciprocamente scambiati, oltre alle prelibatezze mangerecce dello zaino, anche informazioni, conoscenze e fatti. altro che corso di sopravvivenza a pagamento... :) :) :)
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il voler acquisire nozioni (inizialmente), conoscenze (poi) ed abilità pratiche (alla fine) è un cammino che si può tranquillamente intraprendere in autonomia.
ovviamente necessiterà i suoi tempi ed ESIGERA' le sue precauzioni.
negli anni di escursionismo ho avuto tra l'altro la fortuna di incontrare, avere come compagni d'escursione, ed amici di lunga data persone dalle quali ho imparato tanto.
last but not least il mitico Mauro Prosperi che per sopravvivenza ne ha di che raccontare/insegnare.
ma anche il buon Gregorio, profondo conoscitore di natura e sentieristica siciliana, esperto in piante selvatiche edibili oltre che funghi funghini e funghetti.
eccoci qui tutti e tre in una bellissima escursione sui Nebrodi di 3 giorni dove ci siamo reciprocamente scambiati, oltre alle prelibatezze mangerecce dello zaino, anche informazioni, conoscenze e fatti. altro che corso di sopravvivenza a pagamento... :) :) :)
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Ecco una modalità utile-produttiva di un'escursione, lo scambio di informazioni-conoscenze-esperienze.
Bravi!
 

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